. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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L'Anno della fede visto e vissuto dalla Chiesa tedesca sarà un anno speciale

Ultimo Aggiornamento: 20/08/2012 18:38
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20/08/2012 18:38
 
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giovedì 16 agosto 2012

giovedì 16 agosto 2012

L'Anno della fede visto e vissuto dalla Chiesa tedesca sarà un anno speciale (Galli)
 
Germania: prima la fede, poi le strutture 

Andrea Galli

L'Anno della fede visto e vissuto dalla Chiesa tedesca sarà un anno speciale. Non solo è tedesco il Papa che l’ha indetto, e tedesco il nuovo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, caso unico nella storia. Ma è la Germania stessa, con tutto il suo peso, a essere un caso esemplare della secolarizzazione che ha investito brutalmente l’Europa, del nord e non solo. 
Durante questo pontificato non sono mancati i sommovimenti, avvertiti fino a Roma. Come il memorandum firmato da un gruppo di 143 esponenti di diverse facoltà di teologia, che partendo dallo scandalo degli abusi sessuali commessi in alcune strutture ecclesiali hanno proposto un nuovo inizio per la Chiesa tedesca all’insegna di una rottura: tra le altre cose, con il magistero nel campo dell’etica sessuale, con la struttura gerarchica della Chiesa stessa, con il celibato sacerdotale. 
Ma anche nella lettera sulla remissione della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani – quella in cui Benedetto XVI ha ricordato che «in vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento» – qualcuno ha scorto un riferimento ad ambienti e personalità del cattolicesimo tedesco in queste parole drammatiche: «Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato di dovermi colpire con un’ostilità pronta all’attacco». 
Proprio in Germania, infatti, nonostante la presenza della Fraternità sacerdotale di San Pio X sia assai minore che in Francia, e più accomodante, il tentativo di superare lo scisma operato da Lefebvre ha scatenato reazioni polemiche.
A una comunità ecclesiale gloriosa e complessa, attraversata ancora da istanze di rinnovamento traumatico e da tensioni risalenti agli anni ’60 e ’70, ma che contemporaneamente ha dato alla Chiesa universale un pontefice e uno dei maggiori teologi contemporanei, a una Chiesa che ha visto un’erosione costante delle vocazioni e dello stesso numero dei fedeli (150 i nuovi seminaristi registrati nel 2011, 100mila i cattolici in meno ogni anno a partire dal 2000) ma che continua ad avere un grande slancio caritativo (450 i milioni di euro donati per progetti di carità e missionari nei cinque continenti), Benedetto XVI ha indicato di persona le direttive per vivere l’Anno della fede. L’ha fatto nel suo viaggio apostolico in Germania nel settembre dell’anno scorso e nei discorsi che ha pronunciato. In uno in particolare, quello al consiglio del Comitato centrale dei cattolici, ha voluto toccare un punto dolente. La Chiesa tedesca è «organizzata in modo ottimo, ma – ha chiesto Ratzinger – dietro le strutture vi si trova anche la relativa forza spirituale, la forza della fede nel Dio vivente? Sinceramente dobbiamo dire che c’è un’eccedenza delle strutture rispetto allo Spirito».
Il senso teutonico per l’ordine e l’organizzazione ha fatto delle 27 diocesi, delle curie e del loro "indotto" macchine efficientissime e imponenti. Con 1,2 milioni di addetti, la Chiesa cattolica e quella evangelica sono insieme il secondo datore di lavoro in Germania dopo l’amministrazione pubblica. La Chiesa cattolica dà lavoro in particolare a circa 650mila persone di cui 500mila impegnate nella Caritas. Per questa sproporzione tra apparato e fede autenticamente vissuta – che riguarda anche il mondo della teologia, di cui la Germania continua a essere una riserva di prima grandezza per autori, pubblicazioni e facoltà –, così come per il rischio di prestare eccessiva attenzione a questioni in fondo secondarie, è venuto il monito del Papa: «La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo a un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace».

© Copyright Avvenire, 12 agosto 2012  consultabile online anche qui.

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