. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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sull'imposizione delle mani

Ultimo Aggiornamento: 07/06/2012 10:01
06/06/2012 13:14

In un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede Istruzione circa le preghiere per ottenere da Dio la guarigione, firmato in data 14 set
Ho visto un filmato di un sacerdote del rinnovamento carismatico cattolico che insegna l'iposizione delle mani per la guarigione, sia fisica che scpirituale. In un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede Istruzione circa le preghiere per ottenere da Dio la guarigione, firmato in data 14 settembre 2000 dall’allora Prefetto il card. Joseph Ratzinger, viene specificato:

- ad ogni fedele è lecito pregare chiedendo la guarigione, ma un laico non può pregare e imporre direttamente le mani su una persona in particolare. Può invece intercedere e pregare in modo indiretto per alcune situazioni, solo o con altri;
- tali preghiere è conveniente che siano sempre guidate da un ministro ordinato;
- devono svolgersi in un clima di grande preghiera ed equilibrio senza mai giungere a forme di isterismo, artificiosità, teatralità o sensazionalismo;
- circa l’eventuale utilizzo di mezzi di comunicazione sociale (radio, TV, internet, …) è necessario il permesso dell’Ordinario del luogo (Vescovo).

[Modificato da MARIOCAPALBO 07/06/2012 09:27]

07/06/2012 10:01

Imposizione delle mani

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.

 
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L'Imposizione delle Mani è un gesto di origine biblica che la Chiesa ha mantenuto in alcuni Sacramenti e Sacramentali, principalmente nei Sacramenti della Cresima e dell'Ordine Sacro.

Il significato del gesto nei vari riti esprime, in generale, il dono e la comunicazione dello Spirito Santo; più specificamente, il significato del gesto è determinato dalle parole che l'accompagnano.

Indice

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Nell'Antico Testamento

Govert Flinck, Isacco benedice Giacobbe, 1638

L'Antico Testamento conosce un'imposizione delle mani di identificazione, tendente cioè ad identificare chi impone le mani con quanto riceve il gesto. È il caso del rito del capro espiatorio, nel quale l'imposizione delle mani esprimeva il caricare la vittima dei peccati del popolo d'Israele (Lev 16,21-22; cfr. Nm 8,12); si racconta dell'imposizione delle mani su un ariete anche nel rito di consacrazione sacerdotale di Aronne e dei suoi figli (Es 29,10).

L'imposizione delle mani è effettuata da Mosè su Giosuè per trasmettergli la sua autorità di guida del popolo di Dio (Nm 27,18-20); attraverso di essa Giosuè riceve lo Spirito di sapienza (Dt 34,9).

Per mezzo dell'imposizione delle mani vengono consacrati a YHWH i leviti, per appartenergli come un'offerta sacra (Nm 8,10-14).

Più in generale, il gesto significa una benedizione speciale (Gen 48,14).

Nel Nuovo Testamento

Il gesto è attestato anche nel Nuovo Testamento, dove può significare benedizione (Mt 19,13-15); spesso viene chiesto a Gesù di imporre le mani a dei malati per guarirli, ed egli lo fa (Mc 5,23; 7,32); altrove è Gesù a prendere l'iniziativa del gesto (Mc 8,22-25; Lc 4,40).

Guarigione

Il gesto è prescritto da Cristo stesso per le guarigioni il cui potere conferisce ai discepoli (Mc 16,18), e gli Apostoli esercitano il potere di guarigione accompagnandolo con l'imposizione delle mani (At 28,8-9).

Un significato più ricco ha l'imposizione delle mani su Paolo da parte di Anania (At 9,17): Paolo è guarito dalla cecità fisica, ma riceve il dono dell'illuminazione interiore e riceve il Battesimo con il dono dello Spirito Santo. E di fatto il significato specifico dell'imposizione delle mani nel Nuovo Testamento è quello della trasmissione dello Spirito per la missione: ai battezzati l'imposizione delle mani accompagnata dalla preghiera degli Apostoli ottiene la discesa dello Spirito; ciò rappresenta il completamento dell'iniziazione cristiana (At 8,17), ovvero fa parte integrante della stessa (At 19,6).

Conferimento di un ministero o una missione

L'imposizione delle mani viene effettuata anche ai sette[1], eletti per il servizio delle mense e per occuparsi delle vedova(At 6,6); così vengono imposte le mani a Paolo e Barnaba quando vengono scelti e mandati dalla comunità a una nuova missione apostolica (At 13,3).

Paolo, scrivendo a Timoteo, suo collaboratore nel ministero, gli ricorderà il momento in cui ha ricevuto il dono spirituale con l'imposizione delle mani da parte del collegi dei presbiteri (1Tim 4,14).

Nei vita della Chiesa

La Chiesa considera questo gesto come elemento essenziale nel conferimento dei due sacramenti: la Cresima e l'Ordine Sacro. Nel primo, in quanto segno del dono dello Spirito Santo al battezzato, a perfezione della sua iniziazione cristiana; nel secondo, come comunicazione dell'autorità apostolica e dei poteri spirituali che essa implica.

Il gesto si effettua anche nei riti del catecumenato, nel Sacramento della Penitenza al momento del conferimento dell'assoluzione, nella celebrazione dell'Eucaristia quando viene invocato lo Spirito sui doni del pane e del vino (epiclesi), nell'Unzione dei malati prima dell'unzione vera e propria.

Chi effettua il gesto

L'imposizione delle mani è riservata in senso compiuto e sacramentale a chi ha ricevuto l'Ordine Sacro. È effettuata dal solo Vescovo nella Cresima[2] e nell'Ordinazione Diaconale ed Episcopale, al Vescovo ed al presbiterio collettivamente nell'Ordinazione Presbiterale, a ogni Sacerdote nell'Eucaristia, al Sacerdote o al Diacono nei riti catecumenali.

Al laico l'imposizione delle mani è sempre stata espressamente permessa non come atto sacramentale ma come atto di semplice invocazione dello Spirito o di semplice benedizione. I contesti più appropriati sono quelli dei momenti di preghiera dei movimenti riconosciuti dalla Chiesa.

Nei rituali del Vaticano II

Nei rituali del Concilio Vaticano II il gesto è presente, con diverso rilievo, in tutti i Sacramenti.

A volte viene effettuato con le due mani,a volte con una mano sola; a volte le mani sono stese sopra il popolo, a volte su una persona alla volta. Il significato in ogni caso viene spiegato dalla parola interpretativa che l’accompagna.

Nel Rito del Battesimo

L'imposizione delle mani viene effettuata negli esorcismi minori dei catecumeni[3].

Nella Rito della Cresima

La Cresima prevede abbiamo due imposizioni delle mani:

  • Un'imposizione delle mani generale su tutti i cresimandi: il Vescovo, insieme con i presbiteri che l'accompagnano, la effettua invocando il dono dello Spirito Santo su di essi e i suoi sette doni; tale imposizione delle mani sui cresimandi con l'orazione che l'accompagna non appartiene al valido conferimento della Cresima, "ma deve essere tenuta in grande considerazione per l'integrità del rito, e per un'intelligenza più profonda e più completa del sacramento"[4].
  • l'imposizione della mano nel momento della crismazione: "Il sacramento della Confermazione viene conferito per mezzo dell'unzione del Crisma sulla fronte, unzione che si fa con l'imposizione della mano, mentre si pronunciano le parole: Accipe signaculum Doni Spiritus Sancti ("Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono")[5].

Nel Sacramento della Penitenza

Le parole dell'assoluzione pronunciate dal Sacerdote vengono accompagnate dall'imposizione della mano e dal tracciamento del segno di croce sul penitente[6].

Nell'Unzione dei malati

L'imposizione delle mani viene effettuata al termine della preghiera litanica, e prima della preghiera di azione di grazie sull'olio benedetto.

Il libro liturgico dedicato al Sacramento dell'Unzione e Cura Pastorale degli Infermi consiglia che il Sacerdote, nel visitare i malati, accompagnino la benedizione con l'imposizione della mano[7].

Nel Matrimonio

Il Ministro che assiste[8] al Sacramento effettua l'imposizione delle mani due volte:

Nella Celebrazione eucaristica

Nella Celebrazione eucaristica si effettua una prima imposizione delle mani durante la Preghiera Eucaristica; essa, che consiste nell'invocazione allo Spirito Santo perché santifichi i doni del pane e del vino, prende il nome di epiclesi[11]. Tale imposizione delle mani si trova nella parte della Preghiera Eucaristica che si recita dopo il Santo, prima della Consacrazione.

Durante le Messe concelebrate i sacerdoti concelebranti si uniscono all'imposizione delle mani di colui che presiede stendono la mano destra verso le offerte; impongono la mano destra verso le offerte anche quando pronunciano con colui che presiede le parole della Consacrazione.

Una seconda imposizione delle mani, questa volta sull'assemblea riunita, si effettua quando si impartisce la Benedizione solenne (facoltativa) alla fine della Messa.

Nel Sacramento dell'Ordine

L'imposizione delle mani significa nel Sacramento dell'Ordine la comunicazione del dono dello Spirito Santo per la santificazione interiore del candidato e per la sua abilitazione al compimento degli uffici propri dell'ordine in cui entra.

Per tutti e tre i gradi dell'Ordine è il Vescovo ad imporre le mani sul capo del candidato, che si trova in ginocchio, senza dire nulla. Nelle sole Ordinazioni Episcopali impongono le mani anche gli altri due Vescovi Conconsacranti. Nelle sole Ordinazioni Presbiterali dopo il Vescovo passano ad imporre le mani al candidato anche tutti i presbiteri che partecipano al rito[12] .

Il gesto dell'imposizione delle mani appartiene all'essenza del Sacramento, e non può quindi essere omessa, pena l'invalidità del Sacramento stesso.

Altro usi

L'imposizione delle mani era usata in passato anche in molti altri riti extra-sacramentali: nella Consacrazione delle Vergini, nella Benedizione dell'Abate e dell'Abbadessa, negli esorcismi.

Note
  1. I sette rappresentano la prima attestazione di quello che sarà poi il ministero dei diaconi.
  2. In via eccezionale, per mandato espresso del Vescovo, può essere un presbitero a conferire la Cresima.
  3. RICA n. 109: i ministri, "con le mani distese sopra i catecumeni inchinati o inginocchiati, recitano l'una o la altra delle orazioni che seguono".
  4. Premesse al rito della Confermazione, n. 9.
  5. Ib.
  6. "(..) il Sacerdote, tenendo stese le mani, o almeno la mano destra, sul capo del penitente stesso, pronunzia la formula dell'assoluzio­ne" (Premesse al Rito della Penitenza, n. 19).
  7. "Nella visita ai malati, il sacerdote potrà suggerire e preparare, in un dialogo fraterno con il malato stesso, una preghiera comune in forma di breve celebrazione della parola di Dio, servendosi di vari elementi opportunamente scelti. Alla lettura della parola di Dio è bene far seguire una preghiera, tratta dai salmi o da altri formulari, anche in forma di litania; alla fine, il sacerdote potrà benedire il malato, imponendogli le mani" (Sacramento dell'Unzione e Cura Pastorale degli Infermi, n. 44).
  8. Nel Sacramento del Matrimonio i ministri del Sacramento sono gli sposi stessi, il Sacerdote o il Diacono assistono allo stesso a nome della Chiesa.
  9. Rito del Matrimonio, n. 74 (Matrimonio nella Messa), n. 125 (Matrimonio nella Liturgia della Parola).
  10. Rito del Matrimonio, n. 85 (Matrimonio nella Messa), n. 130 (Matrimonio nella Liturgia della Parola).
  11. Ma nel Canone Romano l'imposizione delle mani non è accompagnata dall'invocazione allo Spirito, e quindi non può essere propriamente chiamata epiclesi.
  12. Nell'Ordinazione di un diacono, anche se sono presenti altri vescovi concelebranti, soltanto il vescovo principale impone le mani agli ordinandi.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni

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