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Testimonianza di Gloria Polo

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2016 14:07
04/03/2012 19:41

Ma io ero cosciente e molto irritata, borbottando, perché i medici non si interessavano di me. Ma è arrivato un momento in cui io ero calma, non stavo borbottando, allora è venuto il Signore Gesù Cristo, che si era abbassato e mi era molto vicino, mi ha toccato la testa con la Sue Mani per consolarmi. Riuscite a immaginare? Immaginate che tenerezza! Io pensavo che avevo le allucinazioni: “Come è possibile vedere il Signore qui?” Ho chiuso gli occhi e li ho riaperti e continuavo a vederlo! Allora mi ha detto, con grande tenerezza: “Guarda, piccolina, tu morirai. Senti il bisogno della Mia Misericordia?

Immaginate! Io dicevo: “Misericordia! Misericordia! Ma perché? Che cosa ho fatto di male?” Non avevo coscienza dei miei errori, ma era chiaro che sarei morta. Si era chiaro! Mi affliggevo: “Morirò!!! Ah ... i miei anelli di diamante!”

Mi sono ricordata subito dei miei anelli. Mi guardo e vedo tutta la carne delle mia dita bruciata, come se ci fosse stata una esplosione. Ma mi dicevo: “Devo togliermeli, ad ogni costo! Perché se li tagliano perdono valore. Non pensavo ad altro, vedevo le mie dita gonfiarsi e pensavo solo a togliermi gli anelli perché non volevo che li tagliassero! Non immaginate che puzza sgradevole di carne bruciata. E quando muovevo gli anelli per toglierli puzzava ancora di più. Mi sentivo svenire dai dolori, ma insistevo, dicendomi: “No, No, Io devo riuscire! Io riesco, perché a me nessuno mi vince ... io toglierò questi anelli ... non morirò senza averli tolti”. Quando alla fine sono riuscita a toglierli, mi sono detta: “Ah, morirò e queste infermiere me li ruberanno!”.

In quello stesso momento arriva mio cognato. Io tutta contenta gli dico “Salva i miei anelli!” e glieli ho dati. Egli era medico, meno male, se no io avrei buttato via quegli anelli, lontano, ben lontano! Erano bruciati e con pezzetti di carne attaccati. Gli ho detto di darglieli a Fernando, mio marito, a aggiunsi: “Dici alle mie sorelle che prendano con loro i miei figli perché rimarranno senza mamma, perché non esco viva da qui!”

La cosa peggiore è che io non stavo approfittando di quei momenti che Gesù mi stava concedendo per chiederGli Misericordia e perdono. Ma come potevo chiedere perdono se io pensavo di non avere peccati! Io pensavo di essere una santa! Ed è proprio quando ci sentiamo santi che ci condanniamo. Quando mi sono tolta gli anelli e li ho consegnati a mio cognato mi sono detta: “Adesso posso morire!” Il mio ultimo pensiero è stato questo: “Ah, con quale denaro mi faranno i funerali, con quel grande debito nella banca ...”

Dio ci ama a tutti, a ciascuno di noi, indipendentemente se siamo buoni o cattivi, e tanto, che perfino nell'ultimo momento, viene a visitarci, con tanta tenerezza, ci abbraccia con tutto il Suo amore, Egli vuole salvarci, ma se non accettiamo e non Gli chiediamo perdono e Misericordia, ci lascia liberi per seguire quello che abbiamo scelto. Così si è chiuso il Libro della Vita.

Il ritorno

Quando il Libro della Vita si è chiuso, non potete immaginare come mi sentivo, ero letteralmente terrorizzata. Mi vedo con la testa verso il basso e sento che mi avvicino ad un buco e dopo di quel buco, si apriva quella cosa che mi sembrava una grande bocca. Cado e terrorizzata comincia a invocare gridando tutti i santi, non immaginate la grande quantità di santi che sono riuscita a nominare: Santo Ambrogio, Santo Agostino, Santo Isidoro ... non sapevo di conoscerne così tanti! Non ero cero una buona cattolica! Ma quando ho finito, è rimasto il silenzio ... sentivo un vuoto immenso, un dolore e una grande vergogna e vedevo che nessuno mi poteva aiutare.

E mi dicevo: “E tutta quella gente che nella terra mi diceva che ero una santa ... e speravano che dopo la mia morte io avrei pregato per loro. E adesso per dove sto andando? O alzato lo sguardo e mi sono incontrata occhi negli occhi con mia madre. Ho sentito tanta tristezza, un dolore profondo, perché lei aveva fatto di tutto per mettermi nelle mani di Dio. Allora, con grande dolore e vergogna ho gridato: “Mamma che vergogna! Mi sono condannata! Dove sto andando, non ti vedrò mai più!”

Ma in quel momento, Gesù mi ha concesso una grazia molto bella. Io ero immobile e Dio ha permesso a mia madre di muovere le dita indicandomi di guardare verso l'alto. Quando ho guardato verso l'alto, mi sono uscite come delle croste dagli occhi e ho sentito molto dolore. Ero stata liberata dalla cecità spirituale e, in quello stesso momento, ho visto una paziente entrare nel mio consultorio e mi ha detto: “Guardi, mi dispiace molto, sono triste per causa sua. Perché lei è troppo materialista, ma se un giorno, per qualsiasi dolore, o quando si sente in pericolo, non importa quale, invochi a Gesù Cristo perché la guarisca col Suo sangue, gli chieda perdono, perché mai e poi mai l'abbandonerà, perché Egli ha pagato il prezzo del Suo Sangue anche per lei”

Io, con quella grande vergogna e con quel dolore così grande, ho cominciato a gridare: “Signore Gesù Cristo abbi pietà di me! Perdonami! Signore dammi una seconda opportunità!”

È stato un momento meraviglioso, bellissimo. Il più bello! Non ho parole per descriverlo. Perché Gesù si è abbassato e mi ha salvato da quel buco! Mi ha alzata e mi ha portata in un luogo pianeggiante! E mi ha detto, con molto amore: “Si, tu tornerai, e avrai una seconda opportunità ... non per la preghiera della tua famiglia, perché è normale che piangano per te, ma per la preghiera di altre persone che ha pianto e pregato per te”.

Sapete che cosa ho visto? Il grande potere della preghiera, fratelli! Sapete come possiamo stare tutti i giorni alla presenza del Signore? Pregate tutti i giorni per i vostri figli e per i figli delle persone del mondo intero! Pregate per gli altri! Così sarete sempre alla presenza di Dio, tutti i giorni. Ho visto, come delle piccole fiammelle di luce, migliaia e migliaia, salire alla presenza del Signore; piccole fiamme, bianche, piene di amore. Erano le preghiere di molte persone che pregavano per me, che si commuovevano, dopo aver visto quello che mi era successo, nei giornali, nella televisione, e pregavano e offrivano messe per me. Il più grande regalo che si può offrire per qualcuno è la Messa. Non esiste niente di più grande per aiutare qualcuno, se non la Santa Messa. È anche ciò che più aggrada a Dio; vedere i suoi figli intercedere per gli altri, per aiutare il fratello. Perché la Messa non è opera umana, ma è opera di Dio. In mezzo a quelle luci, ce n'era una enorme, bellissima, una luce molto più grande delle altre.

Sapete perché sono qui? Perché sono ritornata? Perché nella mia terra esiste un santo.

Ho guardato con curiosità, ma chi poteva essere quella persona che mi amava tanto? Il Signore mi ha detto: “Quella persona che vedi ti ama tanto, molto, e nemmeno ti conosce.” E me lo ha mostrato. Era un povero contadino che viveva in montagna, in Serra Nevada di Santa Marta. Il Signore mi ha mostrato, come quest'uomo era veramente povero, nemmeno aveva il sufficiente per mangiare. Tutta la terra che aveva coltivato si era bruciata, perfino le galline che aveva, era passata la «guerriglia» e gliele aveva prese. Anche il suo figlio maggiore gli avevano portato via perché gli serviva. Ebbene, questo contadino era sceso in paese per la Messa. Il Signore mi ha fatto sentire attentamente la sua preghiera, pregava così:

“Signore, io Ti amo! Grazie per la salute, grazie per i miei figli! Grazie per tutto quello che mi dai! Sii lodato Signore, Gloria a Te”

La sua preghiera era solo lode a Dio e ringraziamento! Il Signore mi ha fatto vedere come in tasca aveva una banconota di 5.000 pesetas e un'altra di 10.000, era tutto quello che aveva. Sapete che cosa ha fatto? Ha messo la nota di 10.000 nell'offertorio! Io ne avrei messo una di 5.000, ma solo e quando me ne capitava qualcuna falsa nel consultorio!

Ma egli non ha dato quella di 5.000, ma quella di 10.000. E quelle due banconote per lui era tutto quello che aveva. E non stava per niente di mal umore, ne brontolava per la sua povertà, ma ringraziava e lodava a Dio! Che esempio, fratelli! Dopo, quando è uscito dalla chiesa, è andato a comprare barra di sapone azzurro, che hanno avvolto in un foglio di giornale «O espectator» del giorno prima. In quel foglio c'era la notizia del mio incidente e la mia fotografia, dove apparivo tutta bruciata.

Quando quest'uomo ha visto quella notizia, mentre leggeva, comincia a piangere di commozione; piange tanto come se io fossi per lui una persona molto cara, e prostrato, con la faccia per terra, chiede a Dio, con tutto il cuore:

“Padre, mio Signore, abbi compassione di questa mia sorellina, salvala, salvala Signore! Vedi, Signore, se tu salvi questa mia sorellina, io prometto che vado al Santuario di Buga a compiere questa promessa, ma salvala, Signore!”

Il Santuario di Buga è una piccola chiesa dove si venera il Signore dei Miracoli, e si trova in un piccolo paese con quel nome. Questo santuario è famoso per i miracoli e le grazie che riceve chi prega con fede.

Pensate un po', quel povero contadino non malediceva, non brontolava perché la sua famiglia passava fame, ma lodava e ringraziava Dio, e con una capacità di amare il prossimo, così grande, che, nonostante gli mancava da mangiare, era capace di attraversare il paese per pagare una promessa fatta per qualcuno che nemmeno conosceva.

Il Signore mi ha detto: “Questo è il vero amore al prossimo! È così che devi amare il prossimo”; e, in quel momento mi ha dato questa missione:

“Tu ritornerai per dare la tua testimonianza; la ripeterai non mille volte, ma mille per mille. Guai a colui che ascoltandoti non cambia vita, perché sarà giudicato con più severità, così come lo sarai tu nel tuo secondo ritorno, gli unti, che sono i miei sacerdoti o chiunque non ti ascolterà; perché non c'è peggior sordo di chi non vuole udire, ne peggior cieco di chi non vuole vedere.”

Questa, miei cari fratelli, non è una minaccia, anzi, il contrario! Il Signore non ha bisogno di ricorrere alle minacce, questa è per me una seconda opportunità come lo è per voi! Mostra come Dio è innamorato di noi, e mette questo specchio davanti a voi, che sono io, Gloria Polo. Dio non vuole che ci condanniamo, ma che viviamo con Lui, in Paradiso. Ma, per questo, ci dobbiamo lasciare trasformare da Lui.

Alla fine di questa vita, anche a voi, il Signore aprirà il Libro della Vita, a ciascuno di voi; quando moriremo, tutti passeremo questo momento, uguale, come l'ho passato io; vedremo, allora, così come in questo momento, ma con la differenza che riusciremo a leggere i pensieri e i sentimenti, le nostre azioni e le sue conseguenze, quello che potevamo aver fatto e non lo abbiamo fatto, con tutte le sue conseguenze, alla presenza di Dio.

Ma la cosa più bella è ciascuno vedrà il Signore, faccia a faccia, che ci chiede di convertirci, fino all'ultimo momento, si, fino all'ultimo momento ce lo chiede, perché cominciamo ad essere creature nuove, come Lui, perché, senza di Lui, non possiamo far niente!

Guarigione fisica

Quando il Signore mi ha fatto ritornare, immediatamente, i miei reni che non funzionavano più – nemmeno mi facevano le dialisi perché era inutile perché io stavo morendo – all'improvviso hanno ricominciato a funzionare, lo stesso i polmoni, anche il cuore ricomincia con forza. Non potere immaginare la grande sorpresa dei medici! Io non avevo più bisogno di stare legata a nessuna macchina, per niente!

È cominciato il mio recupero fisico, ma non sentivo niente dalla cintura in giù, e un mese dopo, gli stessi medici, mi dicevano: “Guardi, Gloria, Dio sta facendo un miracolo con lei; perché perfino è cresciuta la pelle, sopra le ferite. Ma per le sue gambe non possiamo far niente, dovremo tagliarle!”

Quando mi hanno detto questo, - a me che ero sportiva e passavo 4 ore al giorno in palestra – volevo fuggire di là, ma non potevo perché le mie gambe non funzionavano, ho tentato, ma sono caduta. Io stavo nel quinto piano, ma mi hanno fatto salire nel settimo, per rimanere là fino al giorno dell'operazione. Ho incontrato là una signora a cui avevano tagliato le gambe, ma che dovevano tagliarle un altra volta, più sopra. Allora ho pensato che non c'è ricchezza sufficiente per pagare la grande meraviglia che sono le gambe. Quando mi dicevano che me le dovevano tagliare, sentivo una grande tristezza; non avevo mai ringraziato il Signore per le mie gambe, al contrario. Io, che avevo la tendenza a ingrassare, mi sottoponevo a diete da fame, e spendevo una fortuna per essere elegante; e adesso vedevo le mie gambe tutte nere, bruciate, senza carne, e per la prima volta ho ringraziato a Dio per avercele ancora.

“Signore, ti ringrazio per le mie gambe e ti chiedo il favore di lasciarmele perché io possa camminare. Per favore, Signore, lasciami le mie gambe!”

In quello stesso momento ho cominciato a sentirle, erano nerissime, senza circolazione. Era venerdì. Quando sono venuti i medici sono rimasti sorpresi, perché erano rosse, era ripresa la circolazione. I medici mi toccavano e non volevano credere.

Io ho detto loro: “Ho un dolore terribile alle gambe!” Ma penso che mai nessuno è stata così felice, sentendo quel dolore alle gambe. Il medico mi ha risposto che nei 38 anni che aveva lavorato in quel servizio, mai aveva visto una cosa del genere.

Un altro miracolo che il Signore ha fatto sono i seni e le ovaie. Il medico mi aveva detto che non avrei più potuto ingravidare. Io ero perfino soddisfatta perché Dio mi aveva dato un metodo naturale per non ingravidare. Ma un anno e mezzo dopo, vedo che i miei seni cominciano a crescere, a riempirsi, a prendere forma. Sono rimasta molto meravigliata, e quando sono andata dal medico, mi disse che ero gravida! E con questi seni ho allattato mia figlia.

Conclusione

A Dio niente è impossibile. Che Dio vi benedica a tutti immensamente; gloria a Dio e gloria a Nostro Signore Gesù Cristo. Che Dio vi benedica! Vi presento mia figlia. Questa bambina è un miracolo! È la figlia che Dio mi ha dato, con le ovaie bruciate! Cosa che per i medici era cosa praticamente impossibile! Ma a Dio niente è impossibile. È qui, si chiama Mariagiosé

Nota del traduttore.

Gloria Polo vive attualmente in Colombia, dove continua a lavorare come dentista. È rimasta con enormi cicatrici, ma ha una vita normale. Adesso è una donna di molta fede. Viaggia molto per dare la sua testimonianza a migliaia e migliaia di persone. Sta vivendo la missione che Dio le ha affidato. Questa testimonianza è la traduzione di un CD che contiene la sua testimonianza data nel 5 maggio 2005 nella chiesa di Caracas, ed è tradotto dallo spagnolo. Traducendo ho cercato di essere fedele e evitare le ripetizioni tipiche della lingua parlata.

Potete visitare la pagina in Internet, con tutta l'informazione in spagnolo: www.soldadoseucaristicos.yahoo.comwww.gloriapolo.com


Padre Leone Orlando, Missionario Scalabriniano


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