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RITO DELLA PENITENZA

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2013 12:19
01/03/2012 19:32

Il sacramento della Penitenza e le sue parti

 

6. Il discepolo di Cristo che, mosso dallo Spirito Santo, dopo il peccato si accosta al sacramento della Penitenza, deve anzitutto convertirsi di tutto cuore a Dio. Questa intima conversione del cuore, che comprende la contrizione del peccato e il proposito di una vita nuova, il peccatore la esprime mediante la confessione fatta alla Chiesa, la debita soddisfazione, e l'emendamento di vita. E Dio accorda la remissione dei peccati per mezzo della Chiesa, che agisce attraverso il ministero dei sacerdoti29.

 

a) Contrizione

Tra gli atti del penitente, occupa il primo posto la contrizione, che è "il dolore e la detestazione del peccato commesso, con il proposito di non più peccare"30. E infatti "al regno di Cristo noi possiamo giungere soltanto con la metànoia, cioè con quel cambiamento intimo e radicale, per effetto del quale l'uomo comincia a pensare, a giudicare e a riordinare la sua vita, mosso dalla santità e dalla bontà di Dio, come si è manifestata ed è stata a noi data in pienezza nel Figlio suo (cf Eb 1, 2; Col 1, 19 e passim; Ef 1, 23 e passim)"31. Dipende da questa contrizione del cuore la verità della penitenza. La conversione infatti deve coinvolgere l'uomo nel suo intimo, così da rischiarare sempre più il suo spirito e renderlo ogni giorno più conforme al Cristo.

 

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29) Cf conc. trid., sess. XIV, Doctr. de sacramento Paenitentiae, cap. 3: DS

1673-1675.

30) Ibid. cap. 4: DS 1676.

31) PAOLO VI, Cosi. ap. Paenitemini: EV II, 632.

 

 

 

b) Confessione

Fa parte del sacramento della Penitenza la confessione delle colpe, che proviene dalla vera conoscenza di se stesso e dalla contrizione per i peccati commessi. Però sia l'esame accurato della propria coscienza, che l'accusa esterna, si devono fare alla luce della misericordia di Dio. La confessione poi esige nel penitente la volontà di aprire il cuore al ministro di Dio, e nel ministro di Dio la formulazione di un giudizio spirituale, con il quale, in forza del potere delle chiavi di rimettere o di ritenere i peccati, egli pronunzia, in persona Christi, la sentenza32.

 

c) Soddisfazione

La vera conversione diventa piena e completa con la soddisfazione per le colpe commesse, l'emendamento della vita e la riparazione dei danni arrecati33. Il genere e la portata della soddisfazione si devono commisurare a ogni singolo penitente, in modo che ognuno ripari nel settore in cui ha mancato, e curi il suo male con una medicina efficace. È quindi necessario che la pena sia davvero un rimedio del peccato e trasformi in qualche modo la vita. Così il penitente "dimentico del passato" (Fil 3, 13), s'inserisce con nuovo impegno nel mistero della salvezza e si predispone al futuro che lo attende.

 

d) Assoluzione

Al peccatore, che nella confessione sacramentale manifesta al ministro della Chiesa la sua conversione, Dio concede il suo perdono con il segno dell'assoluzione; il sacramento della Penitenza risulta così completo di tutte le sue parti. Dio vuole infatti servirsi di segni sensibili per conferirci la salvezza, e rinnovare l'alleanza infranta: tutto rientra in quell'economia divina che ha portato alla manifestazione visibile della bontà di Dio, nostro Salvatore, e del suo amore per noi34. Quindi per mezzo del sacramento della Penitenza il Padre accoglie il figlio pentito che fa ritorno a lui, Cristo si pone sulle

 

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32) Cf conc. trio., sess. XIV, Doctr. de sacramento Paenitentiae, cap. 5: DS 1679.

33) Ibid. cap. 8: DS 1690-1692; PAOLO VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrìna ,nn. 2-3: EV II, 922 ss.

34) Cf Tt 3, 4-5.

 

 

 

spalle la pecora smarrita per riportarla all'ovile, e lo Spirito Santo santifica nuovamente il suo tempio o intensifica in esso la sua presenza; ne è segno la rinnovata e più fervente partecipazione alla mensa del Signore, nella gioia grande del convito che la Chiesa di Dio imbandisce per festeggiare il ritorno del figlio lontano35.

 

 

Necessità e utilità di questo sacramento

 

7. Come diversa e molteplice è la ferita causata dal peccato nella vita dei singoli e della comunità, così diverso è il rimedio che la penitenza arreca. Coloro che, commettendo un peccato grave, hanno interrotto la comunione d'amore con Dio, con il sacramento della Penitenza riottengono la vita perduta. E coloro che commettono peccati veniali, e fanno così la quotidiana esperienza della loro debolezza, con la ripetuta celebrazione della penitenza riprendono forza e vigore per proseguire il cammino verso la piena libertà dei figli di Dio.

a) Per beneficiare del rimedio salutare del sacramento della I Penitenza, il fedele deve confessare al sacerdote, secondo la disposizione di Dio misericordioso, tutti e singoli i peccati gra- [ vi che, con l'esame di coscienza, ha presenti alla memoria36.

b) Ma anche per i peccati veniali è molto utile il ricorso assiduo e frequente a questo sacramento. Non si tratta infatti di una semplice ripetizione rituale né di una sorta di esercizio psicologico: è invece un costante e rinnovato impegno di affinare la grazia del Battesimo, perché, mentre portiamo nel nostro corpo la mortificazione, di Cristo Gesù, sempre più si manifesti in noi la sua vita37. In queste confessioni, l'accusa j dei peccati veniali deve essere per i penitenti occasione e stimolo a conformarsi più intimamente a Cristo, e a rendersi | sempre più docili alla voce dello Spirito. E con tanta maggior verità questo sacramento di salvezza influirà efficacemente sui fedeli, quanto più allargherà la sua

 

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35) Cf Lc 15, 7.10.32.

36) Cf conc. trid., sess. XIV, Canones de sacramento Paenitentiae. cc. 7-8:

DS 1707-1708.

37) Cf 2 Cor 4,10.

 

 

 

azione a tutta la loro vita, e li spingerà ad essere sempre più generosi nel servizio di Dio e dei fratelli.

È quindi sempre un atto della Chiesa la celebrazione di questo sacramento; con esso, la Chiesa proclama la sua fede, rende grazie a Dio per la libertà con cui Cristo ci ha liberati38, offre la sua vita come sacrificio spirituale a lode della gloria di Dio e intanto affretta il passo incontro a Cristo Signore.

 

 

III. UFFICI E MINISTERI

NELLA RICONCILIAZIONE DEI PENITENTI

 

Compito della comunità nella celebrazione della Penitenza

 

8. Tutta la Chiesa, in quanto popolo sacerdotale, è cointeressata e agisce, sia pure in modo diverso, nell'attuale opera di riconciliazione, che dal Signore le è stata affidata. Non solo, infatti, essa chiama i fedeli a penitenza mediante la predicazione della parola di Dio, ma intercede anche per i peccatori, e con premura e sollecitudine materna aiuta e induce il penitente a riconoscere e confessare i suoi peccati, per ottenerne da Dio, che solo può rimetterli, misericordia e perdono. Ma più ancora, la Chiesa stessa diventa strumento di conversione e di assoluzione del penitente, mediante il ministero affidato da Cristo agli Apostoli e ai loro successori39.

 

 

9. Il ministro del sacramento della Penitenza

 

a) La Chiesa esercita il ministero del sacramento della Penitenza per mezzo dei vescovi e dei presbiteri, che con la predicazione della parola di Dio chiamano i fedeli alla conversione, e a essi attestano e impartiscono la remissione dei peccati nel nome di Cristo e nella forza dello Spirito Santo. Nell'esercizio di questo ministero, i presbiteri agiscono in comunione con il vescovo, e partecipano al potere e all'ufficio che a lui direttamente compete, come responsabile della disciplina penitenziale40.

 

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38) Cf Gal 4, 31.

39) Cf Mt 18, 18; Gv 20, 23.

40) Cf LG 26.

 

 

 

b) Ministro competente del sacramento della Penitenza è il sacerdote che ha la facoltà di assolvere, secondo le leggi canoniche a norma dei cc. 967-975 CIC. Però tutti i sacerdoti, anche se non approvati per ascoltare le confessioni, assolvono validamente e lecitamente i penitenti in pericolo di morte.

 

 

10. Esercizio pastorale di questo ministero

 

a) Per svolgere bene e fedelmente il suo ministero, il confessore deve saper distinguere le malattie dell'anima per apportarvi i rimedi adatti, ed esercitare con saggezza il suo compito di giudice; deve inoltre con uno studio assiduo, sotto la guida del Magistero della Chiesa, e soprattutto con la preghiera, procurarsi la scienza e la prudenza necessarie a questo scopo. Il discernimento degli spiriti è l'intima cognizione dell'opera di Dio nel cuore degli uomini: dono dello Spirito Santo e frutto della carità41.

b) Il confessore sia sempre pronto ad ascoltare le confessioni dei fedeli, ogni qual volta i fedeli stessi ne fanno ragionevole richiesta42.

c) Nell'accogliere il peccatore penitente e nel guidarlo alla luce della verità, il confessore svolge un compito paterno, perché rivela agli uomini il cuore del Padre, e impersona l'immagine di Cristo, buon Pastore. Si ricordi quindi che il suo ministero è quello stesso di Cristo, che per salvare gli uomini ha operato nella sua misericordia la loro redenzione, ed è presente con la sua virtù divina nei sacramenti43,

d) II confessore, consapevole che proprio nella sua qualità di ministro di Dio gli vengono confidati i segreti delle coscienze, è rigorosamente tenuto all'assoluta inviolabilità del sigillo sacramentale.

 

 

Il penitente

 

11. Importantissima è la parte del penitente nella celebrazione del sacramento.

 

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41) Cf Fil 1,9-10.

42) Cf SP, n. XII.

43) Cf SC 7.


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