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Parte 3ª : LA CARNE

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2012 09:30
03/02/2012 09:30


la crescita spirituale


Parte 3ª : LA CARNE

 

Elaborazione per l'insegnamento

[Nel suo primo articolo (New Covenant, settembre. 1977) Jim McFadden ha dipinto la vita umana come parte di una battaglia cosmica tra il regno di Dio e quello di Satana. La volta scorsa ha trattato il primo dei tre campi principali in cui si combatte la guerra spirituale: il mondo. Il presente articolo considera come superare le opere della CARNE; il prossimo articolo concluderà la serie con una considerazione sull'opera degli spiriti cattivi].

La Quinta Colonna: la carne, agisce come un traditore dentro di noi e ci rende vulnerabili all'attacco spirituale.

 

Per Paolo la carne è un problema:

 

     Cosa tratteneva Paolo - e cosa trattiene noi - dal fare ciò che è bene? Egli identifica il problema come: 'la carne,' la nostra natura umana caduta.

 

Cos'è la carne? - Ad un primo sguardo il termine può apparire sinonimo di 'corpo', di peccato o di 'desiderio sessuale.' Sebbene i peccati e desideri riguardanti il corpo possano essere manifestazioni della carne, non sono di per sé ciò che la Scrittura intende con questo termine.

 

q       La carne è semplicemente quella parte della natura che resiste alle cose di Dio.

q       Tale resistenza può avere origine dal peccato o dalla debolezza umana.

Le manifestazioni della carne variano, ad esempio, dal cedere al cattivo umore il mattino, al lasciarsi vincere dalla paura, fino alla pratica della promiscuità sessuale.

 

La Quinta Colonna

 

La carne fa parte della 'quinta colonna,' termine coniato nella guerra Civile Spagnola. Nel 1936 l'esercito di Franco cercava di conquistare Madrid, tenuta dai Repubblicani. Agendo secondo la strategia militare dell'epoca, egli comandò a quattro colonne separate di avanzare verso la città da quattro direzioni diverse. Prima della battaglia, chiesero a uno dei generali di Franco quale colonna egli riteneva avrebbe conquistato la città. "La quinta colonna," rispose - la gente che stava all'interno della città e che simpatizzava per Franco. L'esercito di Franco assediò e catturò la città.

q       Ma il successo fu parzialmente dovuto al fatto che

q       la quinta colonna, ossia i partigiani che stavano all'interno, minarono le difese della città davanti alle quattro colonne che avanzavano dall'esterno.

 

è La carne, la "quinta colonna" dentro di noi, cerca di sopraffarci ed apre le porte dell'intelletto, delle emozioni e della volontà, al mondo e a Satana.

q       Con la collaborazione della carne, il mondo e il maligno fanno molta strada nell'allontanarci dal Signore.

q       Ma Dio non ci ha lasciati alla mercé della nostra natura umana caduta:

q       Mandando Gesù "Suo Figlio in una condizione simile alla nostra, di uomini peccatori," Egli ci ha liberati, e ora possiamo camminare non più "nella nostra debolezza umana, ma ... fortificati dallo Spirito" (Rm 8, 3-4).

q       Mediante la morte e risurrezione di Gesù e il battesimo dello Spirito Santo, abbiamo il potere di resistere alla ribellione della carne.

 

Come si resiste alla carne?

q       La chiave sta nell'abbandonare un cristianesimo basato solo sulla forza di volontà e

q       nell'arrendersi allo Spirito.

Purtroppo invece, il primo metodo è assai comune. Molti cercano di seguire il Signore limitandosi a mettere in pratica i Suoi comandamenti, e

q       contando anche su di Lui, è vero, ma in primo luogo attraverso la propria determinazione.

q       Sappiamo cosa Egli si aspetta da noi e siamo pronti ad usare tutta la nostra forza di volontà per compiere il Suo piano.

q       Il guaio è che tutto ciò trascura il ruolo dello Spirito Santo che ci dà la potenza necessaria a vivere una vita autenticamente cristiana.

 

La carne é ribelle a Dio

    Inoltre, presto o tardi incontreremo la ribellione della carne, e scopriremo la nostra incapacità a vincerla con le nostre forze.

q       Errore cruciale è il contare sulle nostre risorse personali.

q       Prendendo questa via, ci impegneremo in un metodo che esige grande sforzo da parte nostra, e che produrrà un frutto scarso, assai minore di quando contiamo sullo Spirito.

q       Il piano di Dio è che apriamo la nostra vita allo Spirito Santo affinché la Sua potenza - e non il nostro sforzo umano - sia la forza che ci trasforma e ci aiuta a vincere la carne.

 

Collaboriamo con lo Spirito

 

      Ovviamente, Dio non intende che consegniamo tutto allo Spirito per starcene comodamente sul sedile posteriore del veicolo.

q       Abbiamo il compito di collaborare attivamente con lo Spirito.

q       Il passo più importante per combattere la carne consiste nell'affidare tutto ciò che fa parte della nostra vita a Gesù.

q       Non basta dire: "Signore, voglio seguirti totalmente - ma non cambiare questo aspetto della mia vita," oppure: "Non sono pronto a cederti questo problema."

q       Lui vuole essere invitato a venire e a togliere tutti gli ostacoli che ci trattengono da Lui.

 

Non sta a noi decidere le condizioni

 

     Ognuno può pensare ai metodi in cui proteggersi per non cedere se stesso al Signore. Di solito non Lo rifiutiamo del tutto, ma Gli opponiamo resistenza decidendo noi le condizioni e i ritmi a cui ci arrenderemo a Lui.

 

Via l'individualismo! Via l'indipendenza! 

     

Dopo aver consegnato la mia vita al Signore, sono venuto a scoprire che

q   Egli mi chiamava ad abbandonare il mio spirito individualistico e a darmi con più slancio a Lui e al Suo Spirito. Volevo farlo, ma allo stesso tempo

q  volevo mantenere la mia indipendenza. Agivo secondo il principio che avrei rinunciato a tutto - purché fossi io a decidere "quando."

q    Questo atteggiamento mi dava un certo controllo su quello che mi accadeva. Volevo essere uno spirito libero, e lo ero.

q    Ma ero anche lontano dall'influenza di Dio, che impedivo in alcune zone della mia vita.

q    Alla fine raggiunsi il punto in cui non progredivo più nel rapporto col Signore: la mancata resa a Lui mi tratteneva e mi ostacolava.

 

Quando riconobbi quanto mi stava accadendo, invitai il Signore a operare in me il cambiamento che sapevo voleva compiere.

q       E questa resa segnò una svolta importante nella mia vita cristiana.

 

Una fede vigorosa - Un altro ingrediente importante per superare la carne è avere fede:

q   la fede che ogni problema nella nostra vita, anche i più apparentemente insormontabili, può essere superato con la potenza dello Spirito.

q   Vi sono molti modi per esercitare la fede, alcuni più efficaci di altri.

 

Quando la fede funziona poco

q   Possiamo dire: "Signore, credo in te e nella tua potenza. Anche se dovrò portare il peso del mio brutto carattere fino alla tomba, se verrò in cielo so che Tu me ne libererai."

q       Ma non è questo il tipo di fede che permetterà allo Spirito di Dio di liberarci qui, ora.

q       Per sconfiggere le opere della carne dobbiamo esercitare una fede attiva, piena di convinzione:

q       "Signore Gesù, so che con la potenza della Tua morte e risurrezione hai sconfitto il peccato e la morte nella mia vita.

q       Hai mandato il Tuo Spirito Santo per portarmi ora nella pienezza della vita.

q       Ogni opera della carne in me è soggetta al Tuo potere.

q       Sottometto a Te il mio carattere, nella ferma convinzione che mi aiuterai a cambiare."

 

Una fede che ti libera

    É questa la fede che ci libera:

q   la dichiarazione semplice, ma piena di fede, che Gesù ci cambierà ci apre alla vita trasformante dello Spirito.

q   Quando Gesù ha detto: "Sono venuto a rendervi liberi," lo intendeva davvero, e vuole la nostra convinzione interiore che davvero Egli ci sta liberando.

q   Con la Sua morte e risurrezione ha vinto la carne, e poiché quella vittoria è nostra, dovremmo reclamarla con vigore.

 

Lottare per avere il giusto tipo di fede

      

       Talvolta una fede simile viene senza sforzo, come dono di Dio; ma spesso dobbiamo lottare per averla. Se contro la rabbia e l'irritabilità abbiamo dovuto combattere per dieci, venti o trent'anni, può non essere facile esercitare fede su quel problema.

 

L'opposizione dal maligno

 

    Inoltre, possiamo scoprire che il maligno si oppone ad ogni nostro sforzo.

q   In queste situazioni dobbiamo solo combattere per la fede che Dio ci offre, chiedendola ed esercitandola anche di fronte a grandi difficoltà.

q   Ma che la fede arrivi facilmente o con difficoltà, Dio Si aspetta che apriamo la nostra vita allo Spirito Santo e collaboriamo attivamente con la Sua potenza che opera in noi.

 

I problemi più gravi

 

   Quando abbiamo problemi davvero grandi, anche una fede vigorosa può non essere sufficiente a farceli superare.

q   Possiamo credere che Dio ci aiuterà, e tuttavia aver paura della vergogna o della sofferenza che potremmo sperimentare se preghiamo per una certa difficoltà.

q   Se è questo il modo in cui ci sentiamo, dovremmo cominciare a pregate per ricevere il coraggio di sottomettere al Signore le nostre ferite più profonde.

q  Forse dovremmo anche discutere queste zone particolari di sensibilità con un cristiano più maturo, in grado di consigliarci e di pregare per noi.

q   Nessuna opera della carne è tanto dolorosa, grave o forte da risultare al di là dell'amore di Dio che guarisce.

 

Amicizia, gioia e croce - Se vogliamo sperimentare una vittoria continua e duratura sulla carne, è essenziale amicizie regolari con altri cristiani.

    Abbiamo bisogno di amicizie che ci sostengano nelle difficoltà. Quando ci sovrasta un'opera particolarmente inesorabile della carne, dobbiamo poterci recare da dei fratelli che ci incoraggino, ci esortino e ci sostengano, che pregheranno per noi affinché riceviamo la forza di perseverare.

 

La vittoria ci appartiene

 

    Poiché sappiamo che la vittoria di Dio è nostra, possiamo rallegrarci anche di fronte alle nostre debolezze:

"Siate sempre contenti. Pregate continuamente e in ogni cosa ringraziate il Signore. Dio vuole che facciate così, vivendo uniti a Gesù Cristo" (1 Ts 5, 16-17).

q       Siamo contenti non perché abbiamo problemi di paura, tentazioni sessuali o egoismo,

q       ma perché con la potenza di Gesù Cristo potremo vincere quei problemi:

 

"Noi siamo convinti di questo: Dio fa tendere ogni cosa al bene di coloro che Lo amano, perché li ha chiamati in base al Suo progetto di salvezza" (Rm 8,28).

 

    L'Ogni cosa abbraccia anche quelle situazioni dove la carne, anziché lo Spirito, è ora in posizione di controllo. Anche lì vinceremo. Dio farà diventare luce anche l'oscurità.

 

False convinzioni sulle nostre "croci"

 

 Un atteggiamento in particolare può ostacolare la realtà della vittoria di Dio in noi.

 

q       Qualcuno considera i problemi della vita come croci da portare o sopportare, come se fossero inviti da parte di Dio a condividere l'esperienza della croce.

q       Un simile atteggiamento va bene al luogo e al momento giusto, ma dovremmo tener presente una considerazione importante.

 

Dio non ha creato la croce

 

q       La croce in sé é stata opera del mondo e del maligno. Il Padre non ha crocifisso Gesù, né ha mai detto che la croce era buona.

q       Piuttosto ha permesso che Gesù subisse la crocifissione, e attraverso di essa il Signore raggiunse la vittoria decisiva su Satana.

q       Le croci che portiamo non sono buone in se stesse, né dobbiamo attaccarci ad esse per il resto della vita.

q       Dio le permette perché tramite le croci che Egli lascia filtrare, possiamo raggiungere la Sua vittoria sulla carne e sul peccato nella nostra vita.

q       Dio non ci dà i problemi: ma permette che ci giungano. Se li affronteremo nella fede, accompagnata da lode e ringraziamento, diventano vittoria per noi e sconfitta per Satana.

 

Come affrontare e vincere le debolezze:

 

 Perciò non dovremmo accettare passivamente una debolezza della carne, considerandola una croce mandata da Dio.

q       Dove scopriamo le debolezze della carne, dovremmo accettarle nel senso di constatarle, riconoscendo quell'aspetto della nostra realtà.

q       Quindi dovremmo ammettere che riusciremo a superare quelle sregolatezze della carne solo attraverso una lotta attiva nella fede.

q       Non dovremmo mai accettare un problema della carne come un difetto immutabile impostoci da Dio.

q       Talvolta piuttosto, Egli ci dà la croce di dover combattere contro alcune debolezze, nell'intento di farci poi arrivare ad aprirci pienamente alla Sua vittoria in quei campi della nostra vita.

 

Paura e risentimento

 

 Una delle cose che più impoverisce la nostra vita spirituale è il risentimento. Paolo tuttavia dice che

q       l'amore non porta il risentimento, non tiene conto dei peccati commessi contro di noi.

q       Intrattenere in noi stessi il risentimento contro qualcuno, per un errore vero o immaginario, è come raccogliere veleno.

q       Immagazziniamo veleno, finché ad un certo punto lo espelliamo - in altre parole, finché non vediamo punita la persona.

 

Il risentimento è peccato

 

Non solo un simile atteggiamento è peccaminoso, ma produce un effetto dannoso: immagazzinato dentro di noi, produce molto danno.

q       Se Dio ci trattasse sulla base del risentimento, chi potrebbe reggere? "Se consideri le colpe, Signore, chi potrà sussistere?" (Sal 130,3).

q       In termini strettamente umani, Dio avrebbe ogni diritto di portare risentimento verso di noi.

q       Eppure, al nostro peccato e alla nostra ribellione ha risposto mandando il Suo unico Figlio a morire, affinché potessimo essere redenti.

Come Dio ha risposto con amore, misericordia e perdono al male che Gli abbiamo fatto, così anche noi dovremmo rispondere allo stesso modo al male che viene fatto a noi.

 

Vincere il risentimento

 

Molti di noi, consapevolmente o no, portano dentro di sé il risentimento. Spesso il risentimento è più profondo proprio verso coloro che più ci sono vicini: genitori, sposo, bambini.

q       In qualità di cristiani, a rigor di logica dovremmo risolvere il problema del risentimento non appena si presenta. Ma sarebbe anche bene prendere un po' di tempo per

q       considerare, nella preghiera, tutte quelle persone verso cui in passato abbiamo provato risentimento. Dovremmo pentirci e chiedere allo Spirito di portarci ad un amore più profondo verso ogni persona che ci ha fatto dei torti.

 

La paura: è opera della carne

 

    Spesso siamo legati dalla paura, altra opera della carne. Temiamo che un certo problema particolare vada oltre la redenzione, o che ricadremo in un peccato del passato, o ancora, che non riusciremo a vivere una vita cristiana.

 

Riconoscere la paura

 

Abbiamo anche paura di chiedere a Dio di cambiarci, perché l'esperienza ci ha insegnato che il cambiamento è doloroso e riesce di rado.

    Proprio la paura, che può annidarsi in ogni zona della nostra vita, è molto debilitante.

q       É importante riconoscere dove essa ci domina, e riconoscere altresì che la paura è opera della carne che deve cedere, arrendersi alla potenza di Gesù. Quindi,

q       per superare la paura dovremo applicare gli stessi principi che applichiamo per vincere ogni altra opera della carne.

 

Non succede tutto d'un tratto - Talvolta supereremo rapidamente un'opera della carne, magari in pochi giorni o settimane.

q       Ma altre zone della vita richiederanno più impegno, e il progresso sarà lento e graduale.

q       Superare la carne è un processo continuo, un aspetto sempre presente della vita cristiana.

 

Anche Paolo ha dovuto lottare contro la carne!

    Ma la cosa non ci dovrebbe scoraggiare: perfino Paolo ha dovuto lottare per vincere la carne, ma non ha mai permesso la sconfitta.

    Una volta gridò: "Me infelice! La mia condizione di uomo peccatore mi trascina verso la morte: Chi mi libererà? (Rm 7, 24), ma non si è mai disperato. Anzi, ha dichiarato: "Rendo grazie a Dio che mi libera per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!" (Rm 7, 25).

 

q       Gesù Cristo è la chiave per vincere la carne.

q       In Lui la vittoria è nostra. Se cambieremo d'un tratto o un po' alla volta, quando sottometteremo la nostra vita al Signore il cambiamento sarà sicuro, perché Dio ha il potere di liberarci, e desidera farlo davvero.

 

 



3° di una serie di 4 articoli di Jim McFadden sulla Guerra Cosmica - New Covenant, novembre 1977.

 


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