S.Alfonso Maria de' Liguori
S.Alfonso Maria de' Liguori
Visite al SS.mo Sacramento e a Maria SS.ma
Fonti della presente edizione elettronica:
dalla Bibliotheca Alphonsiana Intratext (http://www.intratext.com/BAI/):
Alla sempre Vergine ed Immacolata Madre di Dio Maria
L'autore a chi legge (questa avvertenza compariva nelle edizioni prima del 1775)
Introduzione per la visita al SS. Sacramento Della comunione spirituale
Atto per la Comunione Spirituale Atti da farsi in principio d'ogni visita
Da Contemplazione Eucaristica, Città del Vaticano, 1983: tutte le Visite, titolate e parafrasate in Italiano corrente.
INDICE
Alla sempre Vergine ed Immacolata Madre di Dio Maria Al Lettore
INTRODUZIONE
DELLA COMUNIONE SPIRITUALE
Atto per la Comunione Spirituale Atti da farsi in principio d'ogni visita
VISITA I - Gesù vita Preghiera a Maria Santissima
che se le deve replicare ogni giorno in fine della Visita per ottener il suo potentissimo patrocinio.
VISITA II - Cristo pane VISITA III - Cristo gioia. VISITA IV - Cristo amore. VISITA V - Cristo con noi. VISITA VI - Cristo a noi vicino. VISITA VII - Cristo in noi. VISITA VIII - Dio nascosto.
VISITA IX - Cristo fonte di grazia.
VISITA X - Cristo unico bene. VISITA XI - Gesù buon pastore. VISITA XII - Gesù riposo del cuore.
VISITA XIII - Gesù prigioniero di amore.
VISITA XIV - Amore chiede amore.
VISITA XV - Fuoco di amore. VISITA XVI - Cristo nostro conforto. VISITA XVII - Presenza adorabile.
VISITA XVIII - In comunione con Cristo.
VISITA XIX - Cristo nostro amico.
VISITA XX - Sorgene di vita. VISITA XXI - Cristo immolato. VISITA XXII - Amore sponsale.
VISITA XXIII - Contemplazione ineffabile.
VISITA XXIV - Mistero della fede. VISITA XXV - Obbediente fino alla morte. VISITA XXVI - Amore fedele.
VISITA XXVII - Memoriale di prodigi. VISITA XXVIII - Alleanza di salvezza.
VISITA XXIX - Attirami. VISITA XXX - Cristo nostra fiducia.
VISITA XXXI - Cristo Sacerdote eterno.
Alla sempre Vergine ed Immacolata Madre di Dio Maria.
Santissima mia Regina, dovendo io dare alla luce questo mio povero libretto, dove si tratta dell'amore al vostro Figlio, non ho saputo a chi meglio dedicarlo che a voi, Madre mia carissima, la quale siete fra tutte le creature la sua prima amante. Con questo picciol tributo ch'io vi presento, fatto da me a solo fine che le anime maggiormente s'innamorino di Gesù Cristo, penso di gradire assai al vostro cuore che tanto desidera di vederlo da tutti amato com'egli merita. A voi dunque qual'è io lo consacro; e voi graditelo e proteggetelo, con fare non già ch'io ne riporti lode dagli uomini, ma che quelli che lo leggono corrispondano in avvenire con maggiore ossequio ed affetto al tenero ed eccessivo amore che il nostro dolcissimo Salvatore ha voluto dimostrarci nella sua Passione e nell'istituzione del SS. Sacramento. Lo pongo intanto a' vostri piedi, e vi prego ad accettare per vostro il dono e 'l donatore che da gran tempo in voi ha collocate tutte le sue speranze, e vuole e spera di sempre chiamarsi e d'essere felice di voi, gratissima Signora,
Amantissimo, benché vilissimo servo
ALFONSO DE LIGUORI
DELLA CONGREGAZIONE DEL SS. REDENTORE
L' AUTORE A CHI LEGGE.
Avendo io posto insieme alcune delle seguenti riflessioni ed atti per raccoglimento de' giovani della vostra Minima Congregazione, nel fare, secondo le nostre costumanze, la Visita in ogni giorno al Santissimo Sacramento, ed alla B. V. Maria; e ritrovandosi un divoto secolare a fare gli Esercizi Spirituali nella nostra casa, egli l' intese leggere, gli piacquero, e volle che per bene comune si stampassero a sue spese; onde mi obbligò ad accrescerle, acciocché i divoti se ne potessero servire per ciascun giorno del mese. Gradisci dunque, Lettor mio caro, questo povero libretto fatto tutto alla semplice come vedrai: e ti prego a leggerlo sempre che puoi non altrove che alla presenza di Gesù Sacramentato; mentre ivi gusterai assai più che altrove le dolci fiamme del divino Amore. Ti prego insieme allora di raccomandare al Santissimo Sacramento questa persona e me; o morti o vivi che semo; giacché noi abbiamo desiderato il tuo bene. Vivo con Dio, e fatti Santo».
INTRODUZIONE
per la visita al SS. Sacramento
La santa fede insegna, e noi siam obbligati a crederlo, che nell'ostia consacrata vi sta realmente Gesù Cristo sotto le specie di pane. Ma bisogna che intendiamo insieme ch'egli sta ivi su i nostri altari, ma come in trono d'amore e di misericordia per dispensare grazie e per dimostrare l'amore che ci porta, col voler dimorare di giorno e di notte così nascosto fra noi. Ben si sa che specialmente a questo fine la S. Chiesa ha voluto istituire la festa del SS. Sacramento con ottava solenne, e con tante solennità di processioni e di esposizioni del Venerabile che in quel tempo si praticano, acciocché gli uomini coi loro ossequi, ringraziamenti ed affetti siano grati a riconoscere ed onorare quest'amorosa presenza e dimora di Gesù Cristo nel Sacramento dell'altare.
Oh Dio, e quante ingiurie e disprezzi questo amabile Redentore ha dovuto e dee ogni giorno soffrire in questo Sacramento da quegli uomini stessi, per amore de' quali si è lasciato in terra sugli altari! Ben egli se ne lagnò con quella sua cara serva Suor Margherita Alacoque, come riferisce l'autore del libro della divozione al Cuor di Gesù1. Un giorno appunto ch'ella si trattenea dinanzi al SS. Sacramento Gesù le diede a vedere il suo cuore in un trono di fiamme, coronato di spine e con sopra una croce, e poi così le disse; Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che non ha risparmiato niente, è giunto a consumarsi per mostrare loro il suo amore; ma per riconoscenza io non ricevo che ingratitudini dalla maggior parte per le irriverenze, freddezze, sacrilegi e disprezzi che mi fanno in questo Sacramento d'amore. E ciò che più m'è sensibile è che sono cuori a me consacrati. Indi Gesù le richiese che il primo venerdì dopo l'ottava del Sacramento fosse dedicato ad una festa particolare per onorare il suo adorabil Cuore, in cui le anime sue amanti cercassero compensare con i loro ossequi ed affetti i disprezzi ch'egli ha ricevuti dagli uomini in questo Sacramento sugli altari. E prometté abbondantissime grazie a chi l'avesse renduto quest'onore.
Ciò fa intendere quel che il Signore già disse una volta per lo suo profeta, ch'egli trova le sue delizie nello star fra gli uomini (Prov 8, 31); mentre non sa lasciarli benché da loro abbandonato e disprezzato. E questo stesso ancora fa vedere, quanto gradiscono al Cuore di Gesù quelli che spesso lo visitano e si trattengono a tenergli compagnia nelle chiese, dove sta sacramentato. Egli impose a
Maria Maddalena de Pazzi che lo visitasse trentatré volte il giorno al santissimo Sacramento: e questa sua diletta sposa ben l'ubbidì appressandosi in ogni visita all'altare quanto più poteva anche col corpo, come si narra nella sua Vita. Ma parlino tutte quell'anime divote che spesso vanno a trattenersi col santissimo Sacramento, e dicano i doni, i lumi, le fiamme che ivi ricevono, il paradiso che godono alla presenza di questo Dio sacramentato. Il servo di Dio il P. Luigi La Nusa gran missionario nella Sicilia era anche da giovane e secolare così innamorato di Gesù Cristo che parea che non si sapesse staccare dalla presenza del suo caro Signore, tali erano le delizie che vi provava; talmente che avendogli ordinato il suo direttore per ubbidienza che non vi stesse più d'un'ora, finita l'ora, nell'ubbidire dimostrava - dice lo scrittore della sua vita - la gran violenza che si faceva nello staccarsi dal petto di Gesù Cristo, quale appunto dimostra un bambino nell'essere staccato dal seno della madre, mentre con più avidità ne sta succhiando il latte; e dovendosi partire, dicesi che si tratteneva così in piedi a riguardare l'altare ed a replicare vari inchini, come non sapesse licenziarsi dal suo Signore, la cui presenza gli era così dolce e gradita. - Similmente a S. Luigi Gonzaga fu data l'ubbidienza di non trattenersi avanti il SS. Sacramento, ed egli passandovi e sentendosi tirare a restarvi dalle dolci attrattive del suo Signore, si partiva con violenza, dicendogli con tenerezza d'amore: Recede a me, Domine, recede. - Quivi ancora S. Francesco Saverio trovava il ristoro delle tante fatiche che faceva nell'Indie: mentre il giorno l'impiegava in aiuto dell'anime e la notte poi la spendeva in orazione avanti al SS. Sacramento. Lo stesso far solea S. Gio. Francesco Regis, il quale trovando qualche volta chiusa la chiesa, si consolava pure col trattenersi genuflesso avanti la portadi quella, all'acqua, al freddo, per far corteggio almen così da lontano al suo Consolatore sacramentato. S. Francesco d'Assisi in ogni travaglio che passava, l'andava subito a comunicare a
J. DE GALLIFFET, S. I., De cultu SS. Cordis Dei ac D. N. Iesu Christi, Romae, 1726, pars 1, cap. 1, pag. 12, 13. La parte seconda è l' Autobiografia di S. Margherita Maria Alocoque: la Santa più volte riferisce le doglianze di Gesù.
Gesù sacramentato. Ma troppo tenera fu poi la divozione di S. Venceslao re al SS. Sacramento. Fu questo santo re tanto innamorato di Gesù sacramentato, che non solo egli colle proprie mani raccoglieva il grano e l'uva, ne faceva l'ostie e 'l vino e poi lo distribuiva per uso delle Messe, ma di più la notte poi andava anche di verno visitando le chiese dove stava il Venerabile; e da tali visite traeva la sua bell'anima tali fiamme d'amor divino, che anche al corpo se ne comunicava l'ardore, in modo che toccando le nevi toglieva loro il rigore del freddo: sapendosi, come narra l'istoria, che andava la notte un servo accompagnando il santo re, e perché quegli camminando sopra la neve pativa gran freddo, egli avendone pietà gli ordinò che lo seguisse e mettesse i piedi non altrove che sopra le sue pedate, e così avveniva che 'l servo non sentiva più freddo.
Leggerete nelle Visite altri esempi dell'affetto che hanno avuto le anime innamorate di Dio a trattenersi alla presenza del SS. Sacramento. Ma tutti i santi troverete che sono stati innamorati di questa dolcissima divozione; giacché in terra non possiamo trovare gioia più bella, tesoro più amabile che Gesù nel Sacramento. Certamente che fra tutte le divozioni questa di adorare Gesù sacramentato è la prima dopo i sacramenti, la più cara a Dio e la più utile a noi. Non vi rincresca dunque, anima divota, di cominciarla ancor voi; e staccandovi dalla conversazione degli uomini, trattenetevi da oggi avanti ogni giorno per qualche tempo, almeno d'una mezz'ora o di un quarto, in qualche chiesa alla presenza di Gesù Cristo sacramentato. Gustate et videte quam suavis est Dominus. Fatene l'esperienza e vedrete il gran profitto che ne caverete. Sappiate che il tempo che spenderete a trattenervi con divozione avanti questo divinissimo Sacramento, sarà il tempo che più vi frutterà in vita e più vi consolerà nella vostra morte e nell'eternità. E sappiate che forse guadagnerete più in un quarto d'ora d'orazione alla presenza del Sacramento, che in tutti gli altri esercizi spirituali del giorno. È vero che in ogni luogo Dio esaudisce le orazioni di chi lo prega, avendolo promesso: Petite et accipietis: ma insegna il Discepolo che Gesù nel SS. Sacramento dispensa con più abbondanza le grazie a chi lo visita. E 'l B. Errico Susone similmente dicea che Gesù Cristo sugli altari sacramentato esaudisce più che altrove le orazioni de' fedeli. E dove mai l'anime sante hanno fatto le risoluzioni più belle che a piè del SS. Sacramento? E chi sa se ancora voi dinanzi a qualche custodia farete un giorno la risoluzione di darvi tutto a Dio? Bisogna ch'io palesi in questo libretto, almeno per gratitudine al mio Gesù sacramentato, questa verità: io per questa divozione di visitare il SS. Sacramento, benché praticata da me con tanta freddezza ed imperfezione, mi trovo fuori del mondo, dove per mia disgrazia son vivuto sino all'età di 26 anni. Beato voi se poteste più presto di me staccarvi dal secolo e darvi tutto a quel Signore che tutto si è dato a voi! Replico, beato voi non solo nell'eternità, ma ancora in questa vita! Credetemi che tutto è pazzia: festini, commedie, conversazioni, spassi, questi sono i beni del mondo, ma beni tutti pieni di fiele e di spine: credete a chi ne ha l'esperienza e la sta piangendo. E assicuratevi che quell'anima, la quale con un poco di raccoglimento si trattiene avanti il SS. Sacramento, Gesù Cristo sa consolarla più che il mondo con tutti i suoi festini e spassi. Oh che bella delizia starsene avanti ad un altare con fede e con un poco di tenera divozione a parlare alla familiare con Gesù Cristo, che ivi sta a posta per sentire ed esaudire chi lo prega! Domandargli perdono de' disgusti dati! Presentargli i suoi bisogni, come fa un amico ad un altro amico con cui si abbia tutta la confidenza! Cercargli le sue grazie, il suo amore, il suo paradiso! E sopra tutto oh che paradiso trattenersi a far atti d'amore verso quel Signore che su quell'altare sta pregando per noi l'Eterno Padre e sta ardendo d'amore per noi! giacché lo fa contentare di starsene così nascosto e sconosciuto ed anche disprezzato dagl'ingrati. Ma che servono più parole? Gustate et videte.
In quanto poi alla Visita a Maria SS. è celebre e comunemente seguita la sentenza di S. Bernardo, che Dio non dispensa alcuna grazia se non per mano di Maria: Deus nihil voluit nos habere, quod per manus Mariae non transiret. Onde attesta il P. Suarez esser oggidì sentimento della Chiesa universale che l'intercessione di Maria non solo è utile, ma necessaria ancora per ottenere le grazie: Sentit ecclesia Virginis intercessionem esse utilem ac necessariam. E di ciò è gran fondamento l'osservare che la S. Chiesa applica a Maria le parole della divina Scrittura facendole dire: In me omnis spes vitae et virtutis. Transite ad me omnes (Eccl. 24): Venite a me tutti giacché io sono la speranza d'ogni vostro bene. Ond'ella poi soggiunge: Beatus homo qui audit
me, et vigilat ad fores meas quotidie (Prov. 34): Beato quello ch'è diligente a venire ogni giorno alle porte della mia potente intercessione, mentre ritrovando me, ritroverà la vita e la salute eterna: Qui me invenerit inveniet vitam, et hauriet salutem a Domino. Onde con ragione vuole la S. Chiesa che tutti la chiamiamo la nostra comune speranza, salutandola: Spes nostra, salve.
Dunque, dice S. Bernardo (il quale giungeva a chiamare Maria tutta la ragione della sua speranza; Tota ratio spei meae): Quaeramus gratiam, et per Mariam quaeramus. Cerchiamo le grazie e cerchiamole per mezzo di Maria; altrimenti - dice S. Antonino - se domanderemo le grazie senza la sua intercessione, tenteremo di volare senz'ali, e nulla otterremo: Qui petit sine ipsa duce, sine alis tentat volare.
Si leggano poi nel libro degli Affetti scambievoli del P. Auriemma le grazie innumerabili che ha fatte la Madre di Dio a coloro che han praticata questa utilissima divozione di visitarla spesso nelle sue chiese o immagini; le grazie che fece in simili visite al B. Alberto M., a Ruperto abbate, al
P. Suarez, in ottenere specialmente loro il dono dell'intelletto, per cui divennero poi così celebri nella chiesa per la loro scienza; le grazie che fece al fratello Gio. Berchmans della Compagnia di Gesù, il quale ogni giorno soleva visitar Maria in una cappella del Collegio Romano, protestando di rinunziare a tutti gli amori del mondo per amar non altri che la SS. Vergine dopo Dio: e teneva scritto sotto l'immagine dell'amata Signora: Numquam quiescam, donec obtinuero tenerum amorem erga matrem meam. Le grazie che fece a S. Bernardino da Siena, ch'essendo giovane andava anche ogni giorno a visitarla in una cappella presso la porta della città, dicendo che quella Signora gli avea rapito il cuore, onde la chiamava poi la sua innamorata e diceva che non poteva far di meno di visitarla spesso; e per suo mezzo ottenne poi la grazia di lasciare il mondo e diventar quel gran santo ed apostolo dell'Italia che poi divenne. Procurate dunque ancor voi d'unir sempre ogni giorno alla Visita al SS. Sacramento la Visita a Maria SS. in qualche chiesa o almeno in qualche divota sua immagine in casa. E se la praticherete con affetto e confidenza, sperate di ricevere gran cose da questa gratissima Signora, la quale ha per uso, dice S. Andrea Cretense, di rendere gran doni a chi l'offerisce qualche minimo ossequio: Solet maxima pro minimis reddere.
Dolce Maria, speranza mia, Chi mai scordarsi potrà di te? Abbi, o regina, pietà di me.
DELLA COMUNIONE SPIRITUALE
Essendo ché in ogni Visita delle seguenti al SS. Sacramento s'insinua la Comunione spirituale, è di bene spiegare che cosa ella sia e di quanto frutto. La Comunione spirituale consiste, secondo S. Tommaso, in un desiderio ardente di ricevere Gesù sacramentato ed in un abbraccio amoroso come già fosse ricevuto2.
Quanto poi siano gradite a Dio queste comunioni spirituali e quante grazie egli per mezzo loro dispensi, il Signore lo diede ad intendere a quella sua serva Suor Paola Maresca fondatrice del monastero di S. Caterina da Siena in Napoli, quando le fece vedere, come si narra nella sua vita, due vasi preziosi, uno d'oro e l'altro d'argento; e le disse che in quello d'oro egli conservava le sue comunioni sacramentali, e in quello d'argento le sue comunioni spirituali. Ed alla B. Giovanna della Croce disse che ogni volta ch'ella si comunicava spiritualmente riceveva una grazia simile come si fosse comunicata realmente. Sopra tutto basta sapere che il S. Concilio di Trento molto loda la Comunione spirituale ed anima i fedeli a praticarla3. Perciò tutte le anime divote sogliono spesso praticare questo santo esercizio della Comunione spirituale. La B. Agata della Croce ne facea duecento ogni giorno. E 'l P. Pietro Fabro primo compagno di S. Ignazio diceva che per far bene la comunione sacramentale giova sommamente il comunicarsi spiritualmente.
Si esorta dunque chi desidera avanzarsi nell'amore di Gesù Cristo fare la Comunione spirituale almeno una volta in ogni Visita al SS. Sacramento ed in ogni Messa che si sente; e meglio sarebbe replicarla tre volte in queste occasioni, cioè al principio, al mezzo ed al fine. Quest'è una divozione di molto più profitto di quello che si stima da alcuni, ed insieme è così facile. Dicea la suddetta B. Giovanna della Croce che la Comunione spirituale si può fare senz'essere osservato da alcuno, senza necessità di digiuno o di licenza del direttore: e possiamo farla in ogni ora che ci piace: con fare un atto d'amore si fa tutto.
«Effectus sacramenti potest ab aliquo percipi, si sacramentum habeat in voto, quamvis non accipiat in re. Et ideo... aliqui manducant spiritualiter hoc sacramentum, antequam sacramentaliter sumant... propter desiderium sumendi ipsum sacramentum, et hoc modo dicuntur... manducare spiritualiter.» S. THOMAS, Sum. Theol., III, qu. 80, art. 1, ad 3. - Cf. Opusc. De Eucharistiae venerabili Sacramento, cap. 19: Opusculum 58, Opera, Romae, 1570, XVII.
«Quoad usum autem recte et sapienter Patres nostri tres rationes hoc sanctum Sacramentum accipiendi distinxerunt. Quosdam enim docuerunt sacramentaliter dumtaxat id sumere, ut peccatores; alios tantum spiritualiter, illos nimirum qui voto propositum illum caelestem panem edentes, fide viva, quae per dilectionem operatur, fructum eius et utilitatem sentiunt...» CONCILIUM TRIDENTINUM, Sessio XIII, Decretum de SS. Eucharistiae Sacramento, cap. 8
Atto per la Comunione Spirituale.
Gesù mio, credo che voi state nel SS. Sacramento. V'amo sopra ogni cosa e vi desidero nell'anima mia. Giacché ora non posso ricevervi sacramentalmente, venite almeno spiritualmente al cuore mio. Come già venuto io v'abbraccio, e tutto mi unisco a voi. Non permettete ch'io m'abbia mai a separare da voi.
E più breve
Vi credo, Gesù, nel SS. Sacramento, v'amo e vi desidero. Venite al cuore mio. Io v'abbraccio, non vi partite più da me.
Absorbeat, quaeso, Domine Iesu Christe, mentem meam ignita et melliflua vis amoris tui, ut amore amoris tui moriar, qui amore amoris mei dignatus es mori. S. Francesco.
O amore non amato, amore non conosciuto. (S. Maria Madd. de' Pazzi). O sposo mio, quando a te mi rapirai? (S. Pietro d'Alcantara).
Gesù mio bene, dolce mio amore, Ferisci, infiamma questo mio core, Sì che tutt'arda sempre per te.
Viva l'amore di Gesù nostra vita, nostro tutto, e viva Maria nostra speranza. Amen.
Atti da farsi in principio d'ogni visita al SS. Sacramento.
Signor mio Gesù Cristo, che per l'amore che portate agli uomini ve ne state notte e giorno in questo Sacramento tutto pieno di pietà e d'amore, aspettando, chiamando ed accogliendo tutti coloro1 che vengono a visitarvi; io vi credo presente nel Sacramento dell'altare; vi adoro dall'abisso del mio niente, e vi ringrazio di quante grazie mi avete fatte, specialmente di avermi donato voi stesso in questo Sacramento, d'avermi data per avvocata la vostra santissima Madre Maria e d'avermi chiamato a visitarvi in questa chiesa. Io saluto oggi il vostro amantissimo cuore, ed intendo salutarlo per tre fini: prima in ringraziamento di questo gran dono. Secondo per compensarvi tutte le ingiurie che avete ricevute2 da tutti i vostri nemici in questo Sacramento. Terzo intendo con questa visita adorarvi in tutt'i luoghi della terra, dove voi sacramentato ve ne state meno riverito e più abbandonato. Gesù mio, io v'amo con tutto il cuore. Mi pento d'avere per lo passato tante volte disgustata la vostra bontà infinita. Propongo colla grazia vostra di più non offendervi per l'avvenire; ed al presente miserabile qual sono io mi consacro tutto a voi, vi dono e rinunzio tutta la mia volontà, gli affetti, i desideri e tutte le cose mie. Da oggi avanti fate voi di me e delle mie cose tutto quello che vi piace. Solo vi cerco e voglio il vostro santo amore, la perseveranza finale e l'adempimento perfetto della vostra volontà. Vi raccomando le anime del purgatorio, specialmente le più divote del SS. Sacramento e di Maria santissima. Vi raccomando ancora tutti i poveri peccatori. Unisco infine, Salvatore mio caro, tutti gli affetti miei cogli affetti del vostro amorosissimo Cuore e così uniti gli offerisco al vostro Eterno Padre e lo prego in nome vostro che per vostro amore gli accetti e gli esaudisca.
VISITA I
Gesù vita
A GESÙ
Gesù nel santissimo Sacramento è sorgente di ogni bene: Venga a me chi ha sete (Gv 7, 37).
Quale abbondanza di grazia hanno attinto i santi dalla sorgente del santissimo Sacramento, là dove Gesù dispensa i frutti della redenzione, come predisse il profeta: Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza (Is 12, 3).
La contessa di Feria, che ebbe come maestro san Giovanni di Avila, divenuta clarissa, fu chiamata sposa dei santissimo Sacramento per le frequenti e lunghe meditazioni davanti a Gesù Eucaristico.
Quando le chiesero cosa facesse in tante ore passate davanti all'altare: Vi starei tutta l'eternità
- rispose - Non è lì l'essenza di Dio, speranza delle anime sante? Buon Dio, che cosa si può fare o non fare davanti a Lui? Si ama, si loda, si ringrazia, si chiede. Che cosa fa l'ammalato davanti al medico? L'assetato davanti alla fonte limpida? L'affamato davanti alla mensa?
O Gesù amabilissimo, dilettissimo. Tu che sei la nostra vita, la nostra speranza, il tesoro, l'unico amore della nostra anima; quanto ti è costato il rimanere con noi in questo Sacramento! Hai voluto morire per poter restare sui nostri altari. Hai sofferto ogni offesa per consolarci con la tua presenza! Tutto ha vinto il tuo amore, il tuo desiderio di essere riamato da noi.
Signore, vieni nel mio cuore, chiudilo ad ogni altro affetto; nessun'altra creatura distragga quell'amore che deve essere tutto per te. Fa', dunque, o Signore, che io sia tutto tuo. Se non ubbidisco perfettamente ai tuoi comandamenti, fammi sentire un severo richiamo perché in avvenire sia completamente disposto alla tua volontà. Fa' che il mio massimo desiderio sia quello di compiacerli, di visitarti sugli altari, di trattenermi con te, di riceverti dentro di me. Cerchi altri beni chi vuole; io non amo, non desidero altro che il tuo amore prezioso ai piedi dell'altare. Fa' che io dimentichi me stesso per ricordarmi solo della tua bontà. Non invidio i beati Serafini per la loro gloria, ma per l'amore che portano al loro, al mio Dio: essi mi insegneranno come amarlo e compiacerlo.
Voglio amare soltanto te, solo a te voglio piacere.
A MARIA
Sorgente di felicità è Maria, madre nostra, dispensatrice di beni e grazie. Tutti ne partecipano, dice san Bernardo: Tutti siamo beneficati dalla pienezza della sua grazia. Maria fu da Dio ricolma di ogni grazia; la salutò l'angelo con le parole: Ave, o piena di grazia (Lc 1, 28)
Ma quel cumulo di grazia non fu solo per lei; anche noi tutti suoi devoti ne fummo resi partecipi. Dice san Pietro Crisologo: Tale grazia ricevette Maria, destinata a portare la salvezza al mondo (Serm. 143).
Tu che sei portatrice della nostra eterna felicità, prega per noi.
Cristo pane
A GESÙ
Il pane è cibo che si consuma mangiandolo, si conserva tenendolo, perciò Gesù Cristo volle rimanere sulla terra sotto la specie dei pane, non solo per essere consumato, unendosi all'anima di chi lo ama nella santa comunione, ma per essere conservato nel tabernacolo ed essere sempre presente con noi e ricordarci il suo amore (Giovanni Eusebio Nieremberg S.I.). E san Paolo afferma: Spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo (FiI 2, 7) ma che cosa dovremo aggiungere, vedendolo assumere la specie dei pane?
Dice san Pietro d'Alcantara che nessuna lingua potrebbe esprimere la misura dell'amore che Gesù porta alle anime in grazia; perciò quando lo sposo dolcissimo abbandonò questa vita, perchè la sua assenza non fosse motivo di oblio, lasciò per memoria questo santissimo Sacramento, mediante il quale egli rimane tra noi, e nessun altro segno che se stesso volle per tener desta la nostra memoria.
Gesù mio, che sei chiuso in questo tabernacolo, sollecito alle suppliche dei miseri che a te si rivolgono, ascolta ora la preghiera di un peccatore, il più ingrato tra gli uomini.
Sono qui pentito ai tuoi piedi, consapevole dei male commesso. Perdona innanzitutto le mie colpe; non le avessi mai commesse! Fiducioso della tua misericordia, sento in me nascere un fervido amore per te e un desiderio insopprimibile di amarti e di abbandonarmi alla tua volontà. Ma senza il tuo aiuto, non mi riesce di realizzare il mio desiderio. O Signore potente, mostrami la tua forza e la tua bontà immensa rendendomi, da ribelle qual sono, pieno di amore per te: tu lo puoi e lo vuoi. Dammi quello che mi manca per amarti completamente, almeno nella misura in cui ti ho offeso. Ti amo, Gesù, sopra ogni cosa. Ti amo più della mia vita, mio Dio, tu che sei tutto per me.
Dio mio, tu sei tutto per me.
A MARIA
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ottenere la misericordia al momento opportuno (Eb 4, 16).
Il trono della grazia - dice sant'Agostino - è Maria, dispensatrice di tutte le grazie divine. Regina amatissima, se desideri aiutare i peccatori, ecco un peccatore che a te ricorre: aiutalo.
Unico rifugio dei peccatori, pietà di noi.
Cristo gioia
A GESÙ
Mia gioia è essere tra i figli degli uomini (Pr 8, 31)
Gesù non si è accontentato di morire in terra per amore nostro, ma ha voluto rimanere con noi nel santissimo Sacramento anche dopo la morte, dichiarando che tra gli uomini è tutta la sua gioia.
Come si può offendere un Dio - dice santa Teresa - la cui delizia è trovarsi tra noi? Se Gesù trova la sua gioia tra noi, non la troveremo noi in Gesù? Noi che abbiamo l'onore di abitare nella sua reggia, insieme con lui. Di ciò ringraziandolo, attendiamo al colloquio con Cristo.
Eccomi dunque. Signore, mio Dio, davanti all'altare su cui tu rimani giorno e notte per noi, sorgente di ogni bene, rimedio di ogni male, tesoro di ogni povero: il più povero e più infermo fra i peccatori ti chiede pietà. Quando ti considero disceso dal cielo in terra per il nostro bene, la mia miseria non mi fa più paura. Allora ti lodo, ti ringrazio, ti amo. Voglio prometterti di non più offenderti, ma di amarti con tutte le mie forze, con tutta la mia anima, con tutti i miei sentimenti. Fa' che le mie parole proclamino il tuo amore in questa vita e nell'eternità. Maria santissima, santi intercessori, angeli, anime del paradiso, aiutatemi ad amare Dio.
Buon Pastore, pane vero, Gesù, pietà di noi. Tu sostienici, difendici, mostraci il bene dei paradiso.
A MARIA
Le sue catene saranno per te una potente protezione (Sir 6, 25).
Pelbarto di Temesvar afferma che la devozione a Maria è un vincolo d'amore che assicura la salvezza. Invochiamo Maria, nostra signora; confidiamo con maggior devozione nella sua protezione.
O clemente, o pia, o dolce vergine Maria.
Cristo Amore
A GESÙ
Non dà amarezza la sua compagnia, non dà dolore la sua convivenza (Sap 8, 16).
Chi ama il mondo si compiace dell'amicizia dei mondo e spende il suo tempo per le cose dei mondo. Davanti a Gesù nel santissimo Sacramento solo chi non lo ama non trova soddisfazione. I santi hanno trovato il paradiso davanti al santissimo Sacramento. Santa Teresa ebbe a suggerire, dopo la sua morte, ad una religiosa: Chi appartiene al cielo e chi appartiene ancora alla terra sono tutt'uno nella purezza e nell'amore, gli uni godendo, gli altri soffrendo. Ciò che le anime sante fanno in cielo con la Divina Essenza, devono fare gli uomini coi santissimo Sacramento. Questo è il paradiso in terra.
Agnello immacolato, sacrificato per noi sulla croce, io sono una delle anime redente con tante tue sofferenze. Fa' che io ti possegga e non ti dimentichi mai, perché a me ti sei donato e ti doni ogni giorno5 sacrificandoti sull'altare; fa' che anch'io sia tutto tuo. Tutto mi dono a te; sia di me quello che tu vuoi. Ti dono la mia volontà; tienila avvinta coi dolci vincoli dei tuo amore; sia essa sempre schiava dei tuo santo volere. Non voglio più vivere per soddisfare i miei desideri, ma solo per corrispondere alla tua bontà. Distruggi in me ciò che non può esserti gradito: dammi la grazia di non pensare ad altro che a te, di non avere altro desiderio se non per quello che desideri tu. Gesù Salvatore, ti amo perché desideri che io ti ami e perché sei l'unico oggetto d'amore. La mia pena è di non amarti quanto dovrei; vorrei morire per questo amore. Accogli la mia preghiera, dammi il tuo amore. Così sia.
O divina volontà, tutto mi dono a te.
A MARIA
Io sono la Madre dell'amore beneficante, dice Maria.
Santa Maria Maddalena de' Pazzi vide Maria santissima che dispensava un dolce liquore, il divino amore. Solo Maria ne è dispensatrice, a lei dobbiamo chiederlo.
Madre mia, mia speranza, voglio essere tutto di Gesù.
Cristo con noi
A GESÙ
Anche il passero trova riparo e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio (Sal 83,4).
Come il passero e la rondine hanno il loro nido, così tu, mio Dio e mio Re, hai posto la tua dimora in terra, sui nostri altari. Signore, tu ami infinitamente gli uomini e tutto fai per farti amare da loro. O Gesù, che anche il nostro amore per te sia grande. Non possiamo non amare appassionatamente un Dio che ha tanto amore per noi. Di questo amore fa', o Dio, che gustiamo la dolcezza, ma soprattutto svelaci sempre di più le ragioni profonde per cui ti attendi amore da noi.
Gesù, maestà infinita, ami tanto gli uomini e tanto hai fatto per essere amato; come mai così pochi sono quelli che ti amano? Non voglio più essere nel numero di questi ingrati; voglio dunque amarti senza riserve. Tu solo ne sei degno, tu lo vuoi con tanta sollecitudine, io ne sento tutto il dovere; Dio dell'anima mia, fa' che io ti accontenti, ti prego, lo spero per i meriti della tua passione.
Concedi i beni della terra a chi li vuole; io desidero soltanto il tuo amore prezioso. Ti amo, Gesù, bontà infinita. Tu sei tutta la mia ricchezza, la mia felicità, il mio amore.
Gesù, ti sei donato tutto a me, io mi dono tutto a te.
A MARIA
Per san Bernardo tu sei Colei che rapisce i cuori. Tu rapisci i cuori con le tue bellezze e con la tua bontà; rapisci anche questo mio cuore e tutta la mia volontà; la dono tutta a te: offrila a Dio unitamente alla tua.
Madre amatissima, prega per me.
Cristo a noi vicino
A GESÙ
Dove è il vostro tesoro, la sarà anche il vostro cuore (Lc 12,34).
Dice Gesù Cristo che dove si ripone il proprio tesoro, là si ripongono anche i propri affetti. I Santi che non hanno amato e non amano altro tesoro che Gesù Cristo, ripongono tutto il loro amore nel santissimo Sacramento.
Amatissimo Gesù, che per l'amore che mi porti sei presente notte e giorno in questo tabernacolo, volgi verso di te, ti prego, il mio cuore: non pensi ad altro che a te, non ami, non cerchi, non speri che te. Fa' questo, per i meriti della tua passione: è questa la mia speranza.
Mio Salvatore, con quanta tenera sollecitudine cerchi l'amore delle anime! Eterno Verbo, non ti bastò farti uomo e morire per noi; ci donasti questo Sacramento perché ci fosse guida, nutrimento, anticipazione del paradiso.
Ci appari neonato in una stalla, subito ferocemente perseguitato, povero nella casa di Nazaret, impegnato nel lavoro manuale, evangelizzatore del Regno, condannato sopra la croce, pane sopra l'altare. Che cosa occorre di più per farti amare? O amore infinito, quando potrò corrispondere degnamente a tanta amorosa sollecitudine e vivere soltanto nell'impegno di riamarti? Te lo prometto, o Signore: d'ora in avanti l'anima mia vivrà solo per amarti, si scioglierà d'amore al ricordo del tuo amore, arderà di desiderio al solo pensiero di un presepe, di una croce, dei santissimo Sacramento, o Gesù, che tanto soffristi per me.
Signore, prima di morire che cosa farò per te?
A MARIA
Come un olivo maestoso nella pianura (Sir 24, 14).
Io sono l'ulivo da cui esce sempre l'olio di misericordia - dice Maria -. Sto nella pianura perché tutti mi vedano e a me ricorrano.
Facciamo nostra l'invocazione di san Bernardo: Ricorda, madre pietosissima, che non si è mai udito che uno abbia invocato il tuo aiuto e sia rimasto abbandonato. Non vorrei essere io questo sventurato.
O Maria, fammi la grazia di ricorrere sempre a te.
VISITA VII
Cristo in noi