COME PARTECIPARE AGLI INCONTRI DI PREGHIERA Jim Cavnar Capitolo 2
COME PARTECIPARE AGLI INCONTRI DI PREGHIERA
Jim Cavnar Capitolo 2
La Parola di Dio
L’incontro continua. C’è sempre il mormorio della preghiera, cosparso di canti; di profezie, e quindi, sempre più, di brevi esortazioni a ricevere il Signore e a vivere per Lui. Un uomo ci fa una breve esposizione di Giovanni, capitolo terzo, per rispondere con tutto il cuore alla chiamata del Signore.
Uno degli aspetti più unici della nostra vita insieme come corpo di Cristiani è che DIO ci parla. Ci parla in modo che possiamo capire e riconoscere la Sua voce.
Ø Non solo lo Spirito ci conduce alla lode di Dio, ma Egli ci porta la parola del Signore attraverso i doni spirituali, l’insegnamento, la partecipazione e l’esortazione.
In I Corinzi 14,26 Paolo dice:
“Quando vi radunate ci può essere tra voi chi ha da proferire un cantico, chi ha un ammaestramento da dare, chi ha da esprimersi col dono delle lingue, chi ha una interpretazione da fare: tutto si compia in modo da edificare.”
Dio vuole parlare non solo attraverso i capi e i maestri riconosciuti nell’incontro di preghiera, ma attraverso l’intera comunità dei credenti.
Ø Le guide hanno la responsabilità particolare di provvedere a che tutto si svolga nell’ordine e di presentare un insegnamento più preparato e sviluppato, ma ciascuno di noi ha una parte nel portare la parola di Dio, sia rispondendo allo Spirito con una profezia, sa partecipando con una nostra esperienza.
Ø I mezzi più comuni usati dal Signore per parlarci nell’incontro di preghiera sono i doni spirituali ed in particolare i doni della parola - la profezia e le lingue con interpretazione - e la partecipazione, che include la testimonianza personale, l’esortazione e l’insegnamento.
I Doni Spirituali
Un campo che in molti gruppi ha bisogno di crescita è quello dell’esperienza iniziale dei doni spirituali.
Ø Vi sono ancora molti gruppi di preghiera in tutto il mondo che aspirano a diventare carismatici ma nei quali mancano ancora i doni spirituali.
Ma alcuni passi specifici possono aiutarci a crescere in questo campo.
Desiderate i doni spirituali
Paolo scrisse ai Corinzi:
“Cercate dunque di possedere la carità, aspirate pure anche ai doni spirituali, ma specialmente a quello di profezia” (I Cor. 14, 1).
Questo è un punto di partenza.
Ø Se un gruppo di preghiera, in unità di cuore, desidera i doni spirituali, il Signore sarà libero di darli.
Ø Un vero problema incontrato da molti gruppi è che esiste in essi un atteggiamento non chiaro riguardo ai doni.
- Sebbene molti vorrebbero vedere presenti i doni spirituali, altri, nello stesso gruppo, non sono ugualmente sicuri.
- L’esitazione e il dubbio di alcuni si comunica agli altri e tende a renderli più esitanti nel manifestare i doni dello Spirito.
Il problema potrebbe esser risolto con l’insegnamento da parte delle guide del gruppo. E anche nella preghiera.
Ø Se tutto il gruppo comincia regolarmente a pregare per ottenere i doni spirituali, si svilupperà in esso un’unità di desiderio a quel riguardo, che aiuterà ad allontanare il timore e la sfiducia.
Ø Si deve chiaramente desiderare e chiedere che il gruppo di preghiera sia carismatico e voglia sperimentare i doni dello Spirito.
- Ai membri del gruppo sarà di valido aiuto l’essersi espressi reciprocamente il desiderio di avere i doni spirituali e la consapevolezza che poi potrebbero fare degli sbagli.
- Se tutti lo capiscono ed esprimono il desiderio di imparare e di sostenersi a vicenda durante questo apprendistato, le persone si sentiranno molto più libere di dare la prima profezia o il primo messaggio in lingue.
C’è molta differenza quando si sa che nel gruppo vi è amore, che ognuno vuole imparare sui doni spirituali e che tutti collaboreranno.
Siate più liberi nell’adorare e lodare il Signore
Abbiamo appreso molto presto nella nostra esperienza di incontri di preghiera che i doni spirituali arrivano meglio ad una comunità che ha adorato il Signore.
Ø Abbiamo notato che quando c’era stata poca lode i doni dello Spirito mancavano, erano deboli o fuori posto.
Ø Quando i doni dello Spirito giungono dal cuore di una comunità in adorazione, vengono da un’atmosfera di unità centrata nel Signore.
Solo Dio può dare i doni dello Spirito. Se li desideriamo, rivolgiamoci al Signore Stesso nella lode, e saremo nella situazione migliore per riceverli.
Cercate il Signore perché vi parli
Un grande ostacolo ai doni dello Spirito può essere quello di non dare al Signore la possibilità di “infilare una parola” nel gruppo.
Ø I nostri incontri possono essere talmente pieni di canti, di partecipazioni e di letture di brani della Scrittura che rimane poco tempo per ascoltare il Signore.
Ø Lasciate che vi siano momenti in cui si possa attendere in silenziosa preghiera la parola del Signore. Durante tali momenti avremo deciso di astenerci dal condividere con gli altri quello che può venirci in mente, e attenderemo che il Signore ci dica qualcosa.
Per molti può essere pauroso “attendere il Signore”. Non ci siamo abituati a sottomettere a Lui le nostre idee, i nostri impulsi, e ci sentiamo a disagio se cerchiamo di mettere in disparte, anche se per pochi minuti soltanto, il flusso incessante delle nostre idee per attendere che il Signore formuli delle parole per noi.
Abbiate fede: il Signore darà i doni dello Spirito — Gesù ci ha detto che se chiederemo qualunque cosa nel Suo nome, il Padre ce la darà.
Ø Sappiamo che il Signore desidera che noi riceviamo i doni dello Spirito. Egli ci ha parlato per mezzo delle lettere di Paolo, dicendo che lo Spirito ha per ciascuno un dono per il bene della comunità (I Cor. 12,7).
- Possiamo esser certi che il Signore vuol dare al nostro gruppo i doni dello Spirito. Questo non significa credere che il Signore voglia dare ad una persona particolare tutti i doni spirituali.
- É lo Spirito Santo che distribuisce i doni a ciascuno “individualmente, secondo il Suo volere” (1 Cor 2, 11).
I doni sono dati al corpo di Cristo, ed è nel corpo che possiamo aspettarci di vederli, per le sue necessità.
Inoltre, i membri di un gruppo di preghiera hanno bisogno di fede per uscire da se stessi e cominciare a profetare e a pronunziare un messaggio in lingue.
Ø All’inizio è difficile per tutti e ci è richiesta la fede e la fiducia che Dio ci aiuterà e che se sbaglieremo il Signore impedirà che gli altri ne ricevano del danno, mentre a noi insegnerà a far meglio.
Ø Paolo in Romani scrive che chi profetizza dovrebbe farlo secondo la propria fede. Ci vuol fede per profetizzare. Nessuno può giungere al punto in cui non ci sia più bisogno della fede in Dio per manifestare un particolare dono spirituale.
La Profezia
Quando è che una persona dovrebbe profetare, dare un messaggio in lingue o la sua interpretazione?
Ø Un segno importante è l’unzione dello Spirito. Questa può essere descritta come una sollecitazione dello Spirito - una spinta interiore o un’aspettativa che cresce dentro di noi.
- É la sensazione di esser spinti da Dio a fare qualcosa, o talvolta è come un aspettarsi che Dio stia per agire.
- L’unzione spesso può essere avvertita fisicamente: la persona si sente molto inquieta, comincia a respirare più forte, o avverte che il cuore batte più veloce. Geremia una volta descrisse l’effetto del Signore che lo spingeva a parlare in profezia come un “fuoco nel petto”; non è insolito che chi comincia a profetare sperimenti in modo potente la sollecitazione del Signore.
Ø Assieme alla sollecitazione a profetare lo Spirito Santo dà al profeta un messaggio, che può giungere sotto far ma di poche parole con cui cominciare a parlare, una sensazione generale del significato del messaggio, o persino un idea chiara delle parole di tutto il messaggio.
Ø Quando, come generalmente avviene, una persona riceve una sollecitazione, essa dovrebbe anzitutto rivolgersi al Signore e cercare Lui stesso, senza cominciare a preoccuparsi per cosa dire, né cercare di tirar fuori qualcosa. Nell’atteggiamento di tutto il proprio essere rivolto verso il Signore, la persona sarà in grado di ascoltare ciò che Egli vuoI dire.
Essere sollecitati dal Signore non significa che necessariamente si debba profetare. Una sollecitazione è una indicazione, non una costrizione.
Ø Molti sperimenteranno una unzione - o sollecitazione - del Signore quando qualcun altro sta per profetare. Perciò quando qualcuno avverte che il Signore sta per portarlo a profetare, dovrebbe chiedere al Signore di guidarlo.
Ø Di solito, quando uno deve profetare, gli giunge un senso di pace dal Signore che indica the è giusto che parli. Quindi egli dovrebbe aspettare il momento giusto per dare la profezia.
Ø Ad esempio non va bene interrompere un’altra persona che sta parlando. Se uno riceve una parola da comunicare agli altri all’inizio dell’incontro di preghiera, può anche darsi che debba essere comunicata più tardi.
In genere la parola del Signore si ascolta meglio quando la comunità ha avuto prima modo di lodare il Signore ed ha permesso che il cuore e la mente di ciascuno fossero meglio centrati in Lui. Ad ogni modo, se chiediamo al Signore di indicarci il momento più opportuno per parlare, Egli ci guiderà, e col tempo impareremo a riconoscere i tempi del Signore.
Saper amministrare la profezia e l’interpretazione è molto importante per la loro efficacia.
Ø Il profeta dovrebbe parlare con voce sufficientemente alta da permettere a tutti di sentire, ma non tanto alta da spaventare qualcuno.
Ø Dovrebbe parlare in modo che sia appropriato a Dio. (S. Pietro dice: “Se uno ha il dono della parola, ne usi come uno che sa di annunziare gli oracoli del Signore” 1 Pt 4,11).
Ø La profezia dovrebbe anche essere in un italiano ordinario. Non potremmo immaginare che se il Signore stesso apparisse in uno dei nostri incontri, ci parlasse in un italiano dantesco; ci aspetteremmo che parlasse la nostra lingua, e lo stesso ci aspettiamo dalla profezia.
La maggior parte di quanto abbiamo detto sulla profezia vale anche per il messaggio in lingue.
Ø Quando qualcuno ha dato un messaggio in lingue inteso per tutto il gruppo, dovremmo tutti attendere in silenziosa preghiera finché non giunge l’interpretazione. L’interpretazione sembra prendere due forme: talvolta è un messaggio come per la profezia normale, talvolta è una preghiera ispirata come i Salmi.
Quando nell’incontro c’è stata una profezia forte, essa può avere un effetto potente. 5. Paolo scrive che quando uno profetizza, parla agli uomini per “la loro formazione, incoraggiamento e consolazione” (I Cor 14,5). Questo ci dà alcune delle linee base per saggiare la profezia.
Ø Perché la profezia non è perfetta, perciò dobbiamo pesare quanto viene detto (I Cor. 14,29) e rispondere a quanto viene dal Signore.
Pesare e mettere alla prova la profezia non è sempre facile.
Ø Abbiamo alcune prove obiettive, ma ugualmente importante è il discernimento spirituale della comunità.
Ø Le prove obiettive sono che la profezia dovrebbe concordare con la Scrittura e con un insegnamento cristiano valido.
- Lo Spirito Santo non dirà cose che contraddicono nel significato o nello spirito la rivelazione che ha già fatto.
- La profezia sarà inoltre conforme allo spirito e al carattere di Gesù. Ad esempio Gesù non condannava i suoi discepoli quando li correggeva, e non lo farà neppure lo Spirito Santo nella profezia.
In aggiunta a queste prove obiettive, una prova importantissima viene tramite il discernimento della comunità.
Se qualcosa viene dallo Spirito Santo, chi vive nello Spirito lo riconoscerà.
Ø Avvertirà pace su quanto è stato detto e una convinzione che viene dal Signore.
Ø Su una profezia può non esserci unanimità completa (particolarmente se il profeta è uno che pratica da poco il dono), ma ci sarà un consenso generale che quella è parola del Signore.
Ø Nel valutare la profezia di una persona determinata, questo discernimento è particolarmente importante.
Entro un certo periodo di tempo ci sarà possibile avere un’idea chiara se la profezia di qualcuno viene dal Signore. Nasce nella comunità (particolarmente tra coloro che sono da più tempo nella stessa) un bel senso di pace che indicherà che la profezia di qualcuno viene dal Signore, o un chiaro senso di disagio che indicherà il contrario.
“Dai loro frutti li riconoscerete”, è un’altra prova importante della profezia.
Ø Quando il profeta risponde bene al Signore, le sue parole provocheranno una risposta appropriata da parte della comunità, porteranno con sé la convinzione che vengono dal Signore, assieme a pace e unità riguardo alla profezia stessa.
La partecipazione
Ø In aggiunta ai doni della profezia, delle lingue e dell’interpretazione delle lingue, la partecipazione agli altri delle nostre intuizioni o esperienze è un altro modo con cui la comunità manifesta la gloria del Signore e si forma come corpo del Signore.
La partecipazione include l’esortazione, l’insegnamento e la testimonianza.
L’Esortazione
Forse la forma più comune di partecipazione è l’esortazione, che spinge le persone ad un impegno più profondo o ad una azione particolare.
Ø Spesso quando il Signore è all’opera, la persona comincia ad avvertire ciò che Egli dice. E non sempre sarà messo in forma di profezia, ma di solito potremo comunicarlo semplicemente come sensazione della parola del Signore che parla a ciò che siamo o che dovremmo diventare.
Ø Questa parola ci viene data non solo per nostra informazione, ma per la nostra trasformazione ed è naturale comunicarla come esortazione — una chiamata ad un ascolto attento del Signore. secondo il Suo comando.
Ø Tale esortazione ha qualità profetica. Nel Nuovo Testamento talvolta vediamo i profeti parlare in questo modo.
Dopo il Consiglio di Gerusalemme, descritto in Atti 15, Giuda e Sila furono inviati ad Antiochia a portar notizie sulla decisione del concilio. Dopo aver letto la decisione, i due uomini continuarono a parlare: “E Giuda e Sila, che erano profeti, essi stessi esortarono i fratelli con molte parole e li rafforzarono” (Atti 15,32).
L’insegnamento
Un’altra forma comune di partecipazione nell’incontro di preghiera può essere descritta in generale come insegnamento.
Ø C’è un momento, nell’incontro di preghiera, dedicato ad un insegnamento più sviluppato e formale, ma spesso ci sono dei fatti partecipati,che servono da insegnamento.
Ø Una persona può leggere un brano della Scrittura e commentarIo per esporre il significato che ha avvertito in quelle parole. Oppure qualcuno può partecipare l’intuizione di una verità cristiana con ampiezza sufficiente da poter essere compresa da tutti.
Ø O ancora, qualcuno può comunicarci ciò che ha compreso riguardo a come il Signore vuole che viviamo, e nella spiegazione mettere insieme vari testi della Scrittura.
Tali comunicazioni possono contenere la vera saggezza del Signore, particolarmente quando procedono dalla Parola del Signore nella Scrittura:
“La parola di Cristo, con tutti i suoi tesori, abiti in voi; istruitevi ed esortatevi a vicenda con tutta saggezza” (Col 3,16).