Capitolo Quarto LA PREGHIERA IN LINGUE

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MARIOCAPALBO
00martedì 27 marzo 2012 13:39
INDICE

Capitolo Quarto

  

LA PREGHIERA IN LINGUE

  

"Essi furono tutti pieni di Spirito Santo

 e cominciarono a parlare in altre lingue

 come lo Spirito dava loro il potere

 d'esprimersi." (Atti 2,4) 

                                                                 

INTRODUZIONE

 

Quando la gente sente parlare del Rinnovamento Pentecostale, non c'è niente che venga loro in mente prima della "preghiera in lingue".

    A dire il vero, la "preghiera in lingue" a suo tempo fu un segno che poteva attirare la gente, o un difficile ostacolo per il Rinnovamento. Per chi si trovava per la prima volta a frequentare un gruppo di preghiera carismatica, l'esperienza nuova che lo colpiva maggiormente era proprio quella di ascoltare la comunità che pregava o cantava in lingue.

 

    Questo dono spesso fa sorgere molti timori e tocca sentimenti profondissimi nella gente. Qualche volta il nuovo venuto potrà pensare tra sé: "Io non voglio quel dono!" oppure: "Non riesco a vederne il valore", o ancora: "Preferisco puntare solo sull'amore, che è il più grande dei doni." Tali pensieri spesso riflettono l'ansia o la preoccupazione riguardo a questa meravigliosa manifestazione della potenza di Dio.

 

    Molti dei partecipanti al movimento, pur pregando già in lingue, non sempre capiscono la potenza contenuta in quel dono e, soprattutto, trovano difficile spiegare il dono agli altri.

    Spesso viene trascurata un’importantissima distinzione tra il potere di parlare in lingue, che pare venga concesso a quasi tutti i cristiani, e il ministero carismatico di "parlare in lingue", usato solo da alcuni membri maturi della comunità.

 

    Spero che questo capitolo serva a far capire che la preghiera in lingue non deve costituire un ostacolo per quelle persone sincere che si sentono attirate verso il Rinnovamento Carismatico e ad aiutare i nuovi venuti a capire a fondo questo dono. Per coloro poi che già lodano Dio in questo modo, che possano fare del dono un uso migliore, servendosene con maggiore profondità e potenza e che siano poi meglio in grado di spiegare anche agli altri questa manifestazione dello Spirito. 

 

 

LA PREGHIERA IN LINGUE

 

 

A) Cerchiamo di capire il Dono

 

1. COSA SIGNIFICA "PREGARE IN LINGUE"?

 

    La preghiera in lingue è un dono per mezzo del quale la persona prega Dio in una lingua sconosciuta, arrendendosi, cioè lasciandosi semplicemente andare all'azione dello Spirito.

    Quando "prega in lingue" la persona non si serve delle proprie capacità razionali di memoria o di intelletto, che si impiegano di solito quando si parla o si prega. Si serve invece delle altre facoltà associate al parlare: labbra, lingua e laringe.

 

 

2.  A COSA SOMIGLIA IL "PARLARE IN LINGUE"?

 

     Quando all'inizio arriviamo ad arrenderci alla "preghiera in lingue", essa ha il suono di cinque o sei parole ripetute in vari modi. È una preghiera che può cominciare e continuare finché la persona lo voglia. Col passare del tempo, tale preghiera di solito si allungherà o cambierà, e talvolta verrà usata una lingua diversa.

 

 

3.  CHE CONTROLLO HA LA PERSONA SUL DONO DELLA "PREGHIERA IN LINGUE"?

 

    La "Preghiera in Lingue" è sotto il completo controllo della persona. É lei a decidere quando vuol cominciare e quando vuole smettere. Tuttavia, essa non ha alcun controllo sulle parole pronunciate poiché, come afferma S. Paolo: "Quando infatti prego con il dono delle lingue, il mio spirito prega, ma la mia intelligenza rimane senza frutto" (1 Cor. 14,14). La mente non ha alcun controllo sulle parole usate in questa preghiera.

 

 

4.  IL DONO DELLA PREGHIERA IL LINGUE VIENE E VA, OPPURE É UN DONO PERMANENTE?

 

    É un dono permanente, cioè quando una persona si è arresa allo stesso, avrà sempre con sé il potere di pregare in lingue. Quindi, dopo la prima resa, potrà pregare in lingue ogni volta che vorrà.

    Talvolta, quando una persona ha cominciato da poco a pregare in lingue, possono interferire ostacoli quali paura, dubbi, la consapevolezza di se stessi e altri ancora, che ci rendono difficile servirci del dono. Di solito tuttavia,quegli ostacoli vengono eliminati pregando assieme ad altri.

 

 

5.  QUANDO É CHE LA PERSONA COMINCIA A PREGARE IN LINGUE?

 

     Può accadere in qualunque momento. Talvolta persino prima che cominci a frequentare un gruppo di preghiera carismatica. Spesso può capitare che inizi a parlare in lingue nel corso delle istruzioni fornite dalla comunità di preghiera. Di solito, comincerà al momento in cui la comunità pregherà su di lei perché riceva il Battesimo dello Spirito o Effusione.

     Normalmente questo è il primo dono concesso dallo Spirito Santo, ed è la porta di accesso agli altri doni.

 

 

6. PERCHÉ LA PREGHIERA IN LINGUE É DIVERSA DAL DONO DELLE LINGUE E DAGLI ALTRI MINISTERI CARISMATICI?

 

     É diversa per i seguenti motivi:

 

a)     Viene donata in primo luogo per la vita di preghiera dell'individuo.

b)     Può essere considerata parte dei riti di iniziazione cristiana della Chiesa.

c)     Pare sia quasi universale, al punto da ritenere che, in genere, tutti dovrebbero essere incoraggiati ad arrendersi alla preghiera in lingue.

d)     Di solito essa appare quando le persone iniziano a vivere nello Spirito.

 

    I ministeri carismatici, invece:

 

a)  Hanno per scopo il bene degli altri.

b)  Richiedono un’ulteriore preghiera per ricevere la pienezza dello Spirito Santo, che va oltre quella associata ai riti di iniziazione della Chiesa.

c)  Secondo le dichiarazioni di S. Paolo, sono sparsi in tutto il Corpo Mistico, con ministeri diversi dati a ciascuno.

d)  Di solito cominciano ad emergere quando si comincia ad essere più maturi nella vita dello Spirito.

 

    La preghiera in lingue infatti, viene trattata in questo capitolo separato come cosa distinta, dal punto di vista dottrinale, dai nove ministeri carismatici, con i quali viene spesso raggruppata e confusa.

 

 

B)    Le fondamenta di questo Dono nella Scrittura

 

7.  LA MAGGIOR PARTE DELLA GENTE RITIENE CHE A PENTECOSTE IL "DONO DELLE LINGUE" FU USATO DAGLI APOSTOLI PER INSEGNARE. LA PREGHIERA IN LINGUE É DIVERSA DA CIÒ CHE HANNO FATTO GLI APOSTOLI A PENTECOSTE?

 

    Al contrario, la preghiera in lingue è proprio ciò che essi hanno fatto nel giorno della prima Pentecoste.

 

    La maggior parte della gente non si rende conto che nel giorno di Pentecoste si ebbero due manifestazioni distinte dello Spirito Santo: la prima, fu il dono della preghiera in lingue e la seconda fu un vero e proprio "miracolo di ascolto."

 

a)    In Atti 2,4 leggiamo: "Ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi." A questo punto, il dono delle lingue non veniva usato per insegnare ma per lodare Dio, non essendovi nessuno presente ad ascoltare.

b)   La seconda manifestazione della Pentecoste accadde quando si radunò quella folla immensa: "La folla ... rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua" (Atti 2,6). Questo poteva essere un "miracolo di ascolto", oppure può darsi che i discepoli parlassero in lingue conosciute dagli astanti.

 

     Questa seconda manifestazione, della gente cioè che sentiva gli Apostoli parlare nella propria lingua, non accade in nessuna altra parte della Scrittura, mentre la preghiera in lingue, cioè i cristiani che lodano Dio in lingue a loro sconosciute, si ripete in tutto il Nuovo Testamento.

 

 

8. CRISTO HA MAI FATTO RIFERIMENTO ALLA "PREGHIERA IN LINGUE"?

 

    In Marco 16, 17-18, Cristo fa le seguenti allusioni alla preghiera in lingue: "E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno."

 

    Gli studiosi delle Scritture pare ritengano che queste parole riflettessero l'esperienza della Chiesa post - Pentecostale anziché un insegnamento personale di Gesù. Tuttavia, il brano continua ad essere ritenuto ispirato.

 

 

9. QUALI ALTRI RIFERIMENTI ALLA PREGHIERA IN LINGUE POSSIAMO TROVARE NELLA SCRITTURA?

 

     Ecco qui alcuni riferimenti di rilievo:

 

a)   I pagani pregano in lingue (Atti 10,46): "Li sentivano infatti parlare in lingue e glorificare Dio."

b)   A Efeso (Atti 19,6): "Non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano."

c)  Troviamo qualche riferimento alla preghiera in lingue in 1 Corinzi (14,28) nelle istruzioni relative alle lingue e all'interpretazione: "Se non vi è chi interpreta, ciascuno di essi taccia nell'assemblea e parli solo a se stesso e a Dio."

 

    Nella Scrittura troviamo anche altri passi che probabilmente si riferiscono alla preghiera in lingue, ma non sono espliciti come questi.

 

 

C)  Il Dono della Preghiera in Lingue e la ragione

 

10. QUESTA PREGHIERA IN LINGUE NON COSTITUISCE UN'OFFESA PER LA RAGIONE, VISTO E CONSIDERATO CHE LA PERSONA DOVREBBE SAPERE CIÒ CHE DICE?

 

    É vero, la preghiera in lingue non ha alcuno scopo razionale, nel senso che non viene usata per comunicare idee specifiche alla mente di altri: si tratta infatti di una preghiera fondata sulla fede che la potenza descritta nel Nuovo Testamento sia ancor oggi disponibile.

    Tuttavia, il dono non offende la ragione: come tutti i misteriosi interventi di Dio, alla ragione chiede di sottomettersi ad un mistero che non è in grado di comprendere adeguatamente.

    Si dovrebbe rilevare, inoltre, che la parola è una facoltà davvero unica - nella quale gli organi dei sensi comuni anche agli animali (lingua, labbra, ecc.) sono usati per un’attività razionale, cioè per la comunicazione delle idee. Pare quindi del tutto adeguato che Dio intervenga per "toccare" questa facoltà unica nella quale convergono mente e materia, per dare ai Suoi figli un segno potente della Sua presenza.

 

 

11.  QUANDO UNA PERSONA PREGA IN LINGUE, STA PARLANDO UNA LINGUA VERA E PROPRIA?

 

     A tale proposito possiamo dire quanto segue:

 

a)    La preghiera in lingue non è affatto un balbettio, come alcuni ritengono, rumori cioè sconnessi dal linguaggio.  Quando per la prima volta ascoltiamo altri o noi stessi parlare in lingue, di solito ci viene da chiedere che lingua stava parlando, oppure diciamo che somigliava a questa o a quella lingua. L'esperienza acustica risulta la stessa dell'ascolto di una lingua straniera.

b)    La preghiera in lingue presenta tutte le qualità di solito associate ad una lingua: accenti, frasi, cadenze ecc.

c)    La persona che parla in lingue, dal punto di vista soggettivo fa l'esperienza di parlare una lingua.

d)    Non è necessario che questa preghiera sia davvero una lingua: è sufficiente che sia un modo nuovo di pregare Dio donatoci dallo Spirito e che possa venire identificato con la preghiera in lingue descritta nel Nuovo Testamento.

 

     Quindi la nostra affermazione è questa: che la moderna "preghiera in lingue" appartiene alla stessa attività religiosa descritta in Atti 2,4; 10,46; 19,6; e in 1 Cor. 14.

 

12.  C'É MAI STATA LA TRADUZIONE DELLA PREGHIERA IN LINGUE, IN MODO CHE LA GENTE HA POTUTO SAPERE COSA ERA STATO DETTO?

 

     Nella nostra zona di Filadelfia abbiamo avuto le seguenti esperienze:

 

a)  Un'infermiera ebrea ha tradotto la preghiera di un insegnante irlandese.

b)  Una Madre Provinciale irlandese in visita a Filadelfia si mantenne scettica verso il Rinnovamento Carismatico fin quando non ebbe modo di ascoltare un ragazzo italiano che pregava in gallese.

c)   Un sacerdote di rito greco disse a un laico irlandese che la sua preghiera in lingue era stata fatta in greco e che costituiva parte del canone della Messa di rito greco.

d)   Un bambino di cinque anni ha pregato in lingua indù, e uno studente che stava appunto studiando quella lingua ne dette la traduzione: si trattava di una preghiera indù che lodava Dio.

e)   Nella comunità di preghiera due persone hanno pregato in latino (ovviamente senza conoscere quella lingua) e la loro preghiera è stata tradotta da un sacerdote.

f)   Una donna italiana ha lodato Dio in polacco, tradotto da uno dei leader della comunità.

 

     Si può senz'altro dire che, in pratica, ogni comunità di preghiera abbia avuto esperienze simili.

     Ma le esperienze isolate non costituiscono in alcun modo la prova che il dono delle lingue sia un "linguaggio" vero e proprio. Spesso il fenomeno è che la normale preghiera in una lingua sconosciuta, ad un certo momento si cambia in una lingua conosciuta per il bene di qualcuno e a vantaggio della fede della comunità.

 

 

13.  LA PERSONA CHE "PREGA IN LINGUE" CAPISCE QUELLO CHE DICE?

 

     Di solito no, a meno che, come abbiamo detto sopra, non ci sia qualcuno che conosce la lingua e la traduce. La Scrittura non dà alcuna indicazione che i discepoli "sapessero" cosa stavano dicendo. Pare avessero la sensazione generale di lodare Dio. In realtà le spiegazioni successive date da Paolo nelle sue lettere indicano che la persona non sapeva ciò che stava dicendo: "Chi infatti parla con il dono delle lingue non parla agli uomini, ma a Dio, giacché nessuno comprende, mentre egli dice per ispirazione cose misteriose" (1 Cor 14,2).

 

D)   Lo scopo della Preghiera in Lingue

 

14. IN CHE MODO LA PREGHIERA IN LINGUE RISULTA VANTAGGIOSA PER L'INDIVIDUO?

 

    Nonostante gli anni di esperienza, non si può ancora dire che siano stati scoperti tutti gli effetti di questo dono. Si potrebbero tuttavia elencare i seguenti:

 

a)   Aiuta la persona a adempiere al comando di Cristo di pregare sempre.

b)  Costituisce un aiuto per ricordare e conduce ad una preghiera mentale più fervorosa.

c)   É la porta di accesso dei ministeri carismatici - l'uso di questa preghiera in qualche modo sensibilizza la persona ad arrendersi anche alle altre attività carismatiche dello Spirito Santo.

d)   É un segno personale e concreto dell'azione di Dio nella parte più intima dell'uomo.

e)   É un'arma potente contro Satana.

f)   É un mezzo efficace di preghiera di intercessione, in particolare per quei momenti in cui la persona non sa esattamente per cosa deve pregare.

 

 

15.  É IMPORTANTE LA PREGHIERA IN LINGUE PER IL MOVIMENTO DI RINNOVAMENTO CARISMATICO?

 

     Sebbene questo tipo di preghiera non sia assolutamente il fulcro del movimento (che è Cristo), e neppure il dono più importante dello Spirito (che consiste nella consapevolezza - in preghiera - della presenza di Cristo in esso), resterebbe difficile concepire il dinamismo del movimento senza la preghiera in lingue. Esponiamo qui i ruoli che tale dono ha nel movimento:

 

a)   É una forte "manifestazione" dell'azione di Dio e induce molta gente a esaminare il movimento dall'interno.

b)  Costituisce una parte integrale dell'incontro di preghiera carismatica.

c)   Aiuta la gente a riporre più fede nel concetto di "Battesimo dello Spirito Santo", poiché la preghiera in lingue è una manifestazione esterna e concreta dell'azione che Dio compie nell'intimo delle persone.

 

 

E)       Universalità della Preghiera in Lingue

 

16.  NEL MOVIMENTO PREGANO TUTTI IN LINGUE?

 

    Non tutti coloro che fanno parte del Rinnovamento Carismatico pregano in lingue, sebbene la grande maggioranza lo faccia. In molte comunità di preghiera che hanno un insegnamento solido e un atteggiamento favorevole nei confronti di questa preghiera, tutti i membri parlano in lingue. L'esperienza dimostra che quasi tutti possono essere aiutati ed arrivare facilmente a pregare in lingue.

    I gruppi di preghiera Pentecostali sono talvolta accusati di dare eccessiva importanza a questa preghiera, ma l'esperienza ci ha insegnato che in realtà il dono non è affatto eccezionale ma che anzi, è quasi universale.

 

 

17. ESISTONO DELLE COMUNITÀ NELLE QUALI GRAN PARTE DEI PARTECIPANTI NON PREGA IN LINGUE?

 

    Se accadesse una cosa simile, sarebbe certamente da attribuire a uno dei seguenti motivi:

 

a)            La comunità interpreta male il significato della lettera di S. Paolo ai Corinzi e ritiene, erroneamente, che solo

alcuni possano ricevere la capacità di parlare in lingue strane. In questo caso essa confonde la preghiera in lingue col dono delle lingue.

b)   La comunità non pone alcun rilievo sul dono, né sollecita i membri a "fare il passo nella fede".

c)   La comunità non sa come fare ad aiutare i suoi membri ad "arrendersi al dono delle lingue".

 

 

F)       Arrendersi alle Lingue

 

18. COSA SIGNIFICA "AIUTARE LE PERSONE AD ARRENDERSI ALLE LINGUE?

 

    Tra i gruppi di preghiera carismatica esiste una prassi - particolarmente tra quelli che attribuiscono una notevole importanza alla preghiera in lingue - per aiutare le persone che hanno appena ricevuto la preghiera di effusione dello Spirito, ad arrendersi al dono della preghiera in lingue. Si fa pregare ad alta voce qualcuno che già abbia il dono, assieme all'altra persona che poi cerca di "imitarlo". Ed ecco cosa accade: Quando cominciano ad uscire le prime sillabe strane, la persona si arrende al dono della preghiera in lingue e poi si ritrova a lodare Dio in una lingua totalmente diversa da quella di colui che l'ha aiutata ad arrendersi al dono.

 

 

19. UNA PERSONA CHE NON SI SIA "ARRESA AL DONO DELLE LINGUE" AL MOMENTO DEL BATTESIMO DELLO SPIRITO SANTO, COSA DOVREBBE FARE?

 

     Di solito all'interno di ogni comunità di preghiera c'è qualcuno in particolare, oppure un gruppo di persone, con il ministero di aiutare gli altri ad "arrendersi alle lingue". Si tratta di persone in cui questi "altri" hanno grande fiducia, verso i quali si sentono a loro agio e che in particolare sono essi stessi aperti ai doni.

 

     La persona che non si sia arresa alla preghiera in lingue dovrebbe chiedere a una di queste di aiutarla. Tale ministero di solito si svolge mediante una preghiera sull'individuo, nella quale si chiede a Dio di togliere tutti gli ostacoli psicologici e le possibili barriere che bloccano il dono e di concedere una nuova pienezza dello Spirito Santo.

     Quindi la persona che svolge questo ministero comincia a pregare in lingue. Quella che sta cercando di arrendersi al dono è consigliata di accantonare la propria madre lingua e anche di sospendere ogni attività razionale dell'intelletto e della memoria - ed aprire invece la bocca come un bambino, "imitando" la preghiera in lingue dell'altra persona.

 

 

20. MA NON SI TRATTA DI UN ACCOSTAMENTO "MECCANICO" O  "GINNICO" AD UNA POTENZA MISTERIOSA?

 

     Proprio il contrario. É un passo da fanciulli, nel quale la persona confonde la saggezza del mondo mettendo in disparte le proprie capacità naturali di intelletto e di memoria per fare un passo nella fede.

 

 

21.  POTRESTE SPIEGARCI IL MOTIVO PER CUI VIENE USATA UNA SIMILE PROCEDURA?

 

     Dio conferisce il dono delle lingue in molti modi diversi, e molte persone lo ricevono senza alcun aiuto. Molte altre tuttavia hanno barriere psicologiche. oppure non sanno come fare ad arrendersi al dono.

     Nel concederci questo dono, Dio non costringe la bocca dell'interessato ad aprirsi: la procedura normale è che la persona faccia il primo passo nella fede movendo le labbra e permettendo a Dio di riempirle con la preghiera in lingue. La cosa avviene più facilmente alla presenza di altri che già pregano in lingue.

 

 

22.  IL DONO DELLE LINGUE SI PUÒ PERDERE?

 

     Può capitare che una persona che si sia "arresa al dono", il giorno dopo arrivi a dire di averlo "perduto". Assomiglia al bambino che ha imparato ad andare in bicicletta e che il giorno dopo dice di non esserne più capace perché "lo ha dimenticato".

     Se ciò accade, la persona dovrebbe essere nuovamente aiutata ad arrendersi. La si dovrebbe anche incoraggiare a pregare spesso in lingue, perché acquisti fiducia nell'uso del dono.

 
MARIOCAPALBO
00martedì 27 marzo 2012 13:39

G)   Le Ragioni per rinnovare questo Dono

 

23.  PER QUALI MOTIVI LA PREGHIERA IN LINGUE SI É  MANIFESTATA E DIFFUSA SOLO DI RECENTE (DAL 1900 PER I PENTECOSTALI E DAL 1967 PER I PENTECOSTALI CATTOLICI)?

 

     L'ampia diffusione del rinnovamento del pregare in lingue è dovuto principalmente a due fattori:

 

1.   Un numero maggiore di persone, in particolare tra i più istruiti, ha riconosciuto ed accettato la "preghiera in lingue" come una vera potenza spirituale. In precedenza la si considerava un "balbettio" inintelligibile, oppure il risultato di emotività, e talvolta è stata interpretata persino come il risultato di una attività diabolica. Ora tuttavia, essa è accettata tra la gente istruita e non è più possibile tenerla in disparte. Ovviamente, prima che questo dono si diffonda su più ampia scala, devono essere debellati lo scetticismo e la sfiducia che ancora sussistono.

 

2.     L'esperienza acquisita dalle comunità carismatiche nell'aiutare la gente ad arrendersi al dono è stato lo strumento che ha permesso la sua abbondante diffusione. Per la maggior parte della gente la preghiera in lingue costituisce uno degli effetti della partecipazione a una comunità carismatica. Se mancasse l'insegnamento, sia teorico sia pratico, abbondantemente disponibile nelle comunità di preghiera, il dono non si sarebbe mai diffuso tanto.

 

 

25. ALCUNI SCRITTORI DEL PASSATO NON HANNO PENSATO ALLA PREGHIERA IN LINGUE COME AD UN "BALBETTIO ESTATICO"?

 

     Molti sono ancora di quell'opinione. In passato i teologi ammettevano con chiarezza che il dono della preghiera in lingue era presente nella Chiesa Primitiva. Tuttavia, lo associavano all'esperienza mistica dei santi: sotto l'influenza di un "tocco" divino transitorio, la persona si ritrovava a balbettare parole sconosciute per cercare di esprimere la propria delizia durante quell'esperienza. Tutti questi scrittori tuttavia sono stati smentiti dalla attuale esperienza della preghiera in lingue.

 

     Ora che la preghiera in lingue è tanto diffusa, risulta ovvio che quella spiegazione teologica era sbagliata e che tale preghiera non costituisce affatto l'espressione transitoria di una esperienza estatica, ma un potere permanente che Dio intende dare con abbondanza a un gran numero di persone.

 

 

H)       Differenza tra la Preghiera in Lingue e il Dono delle Lingue

 

26. QUAL É LA DIFFERENZA TRA LA "PREGHIERA IN LINGUE" E IL DONO DELLE LINGUE?

 

     La preghiera in lingue è una capacità permanente che viene data a una persona quale manifestazione esteriore del Battesimo dello Spirito Santo e per mezzo della quale essa, in qualunque momento, può pregare Dio in una lingua che non conosce e che non è il risultato dei suoi sforzi intellettuali.

     Il dono delle lingue è una manifestazione passeggera dello Spirito Santo, per mezzo della quale la persona è sollecitata a "dare un messaggio in lingue", a parlare cioè ad alta voce, da sola, di solito a un incontro di preghiera. Come abbiamo già detto, questa manifestazione carismatica dovrebbe essere seguita dal dono dell'interpretazione. Il dono delle lingue, seguito dall'interpretazione, si avvicina molto alla profezia.

 

 

27.  TALE DISTINZIONE VIENE TRASCURATA SPESSO?

 

     Si, e ciò è causa di problemi, particolarmente quando si cerca di spiegare il Movimento Pentecostale agli altri e ai nuovi venuti. La maggior parte della gente pare sia consapevole dell'avvertimento di S. Paolo: "Quando si parla con il dono delle lingue, siano in due o al massimo in tre a parlare, e per ordine; uno poi faccia da interprete" (1 Cor 14,27).

     Si rendono pure conto delle parole di Paolo in 1 Cor 12,10: "a un altro la varietà delle lingue", senza accorgersi tuttavia che il ministero delle lingue dato ad alcuni è diverso dalla preghiera in lingue che pare venga offerta a tutti.

 

 

28.  DURANTE UN INCONTRO CATTOLICO DI PREGHIERA CARISMATICA, NON VI SONO MOMENTI IN CUI OGNUNO COMINCIA A PREGARE IN LINGUE STRANE, ASSIEME A TUTTI GLI ALTRI?

 

     Sì, e ciò non contraddice l'avvertimento di S. Paolo che il dono delle lingue dovrebbe essere usato a turno, perché la preghiera in lingue e il dare un messaggio in lingue sono due manifestazioni carismatiche diverse. La realtà non è che molti stiano dando un messaggio in lingue tutti insieme, ma si tratta dell' "uso collettivo della preghiera in lingue"; per l'esattezza, è l'intera comunità che inizia a lodare Dio ad alta voce, mentre coloro che pregano in lingue usano questo dono per lodare Dio. Chiunque abbia ascoltato o abbia partecipato a questa forma di preghiera o di canto, sperimenta di solito una sensazione di pace profonda e la presenza di Cristo.

 

 

29.  COS'É IL "CANTO IN LINGUE"?

 

     Quando la comunità comincia a lodare Dio a voce alta con la preghiera in lingue, avverte che sarebbe ancora più bello cantare lodi a Dio. E ad uno ad uno, i membri passano dalla "preghiera in lingue" al "canto in lingue". Lo Spirito Santo a questo punto collabora portando nel gruppo l'armonia di quei canti e le singole persone si sentono come guidate a cantare con le altre in una certa nota. (Probabilmente qualsiasi musicista sarebbe in grado di trascrivere quel canto sul pentagramma). Un altro fenomeno impressionante a proposito sia della preghiera sia del canto in lingue è che l'intera comunità viene come guidata a interromperlo quasi simultaneamente.

 

 

30.  CHE SI INTENDE DIRE QUANDO SI AFFERMA CHE LA "PREGHIERA IN LINGUE" É UN SEGNO DELLO SPIRITO DI CRISTO?

 

     Tale definizione sottolinea che il dono della "preghiera in lingue" non è apparso fino al Giorno di Pentecoste. Nel Vecchio Testamento ci sono state molte manifestazioni della potenza e dell'attività di Dio: guarigioni, miracoli, risurrezioni dai morti ecc. Quelle stesse manifestazioni sono state evidenti anche nella vita di Cristo.

 

     Tuttavia, il fenomeno della gente che "prega in lingue" si riscontra per la prima volta nel Giorno di Pentecoste, ed è stato il segno chiaro del dono dello Spirito promesso da Cristo.

 

 

31. QUALE IMPORTANZA HA AVUTO LA "PREGHIERA IN LINGUE" NELLA             CONVERSIONE DEI PAGANI?

 

     Il ruolo di "essere un segno dello Spirito di Cristo" è stato di importanza estrema nella conversione dei pagani. Quando Pietro andò da Cornelio, lo fece con grande riluttanza e solo dopo la visione riferita nel 10° capitolo degli Atti. Ma durante il suo sermone alla famiglia di Cornelio, lo Spirito Santo discese su di loro ed essi cominciarono tutti a pregare in lingue.

 

"E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo: li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio" (Atti 10, 45-46).

 

     Questa preghiera in lingue fu considerata la prova che essi avevano ricevuto lo stesso Spirito di Cristo ricevuto dai discepoli il giorno di Pentecoste. Pietro allora andò assai oltre le precedenti intenzioni per quella visita e accettò questi pagani per il battesimo sacramentale.

 

"Allora Pietro disse: 'Forse che si può proibire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?' E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Dopo tutto questo lo pregarono di fermarsi alcuni giorni" (Atti 10,47-48).

 
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