COME VINCERE LA CARNE Bert Ghezzi Capitolo sesto

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MARIOCAPALBO
00mercoledì 1 febbraio 2012 10:23

 crescita spirituale

Capitolo sesto

IL NUOVO CAPITANO

 

 

Se i cristiani si aspettano di veder sparire i loro problemi come per magia, si sbagliano di grosso. Diventare cristiani, di solito, significa avere a che fare con un numero maggiore, anziché minore, di problemi:

Ø nessuno infatti sperimenta come problema il proprio comportamento peccaminoso, fin quando non viene a sapere che deve liberarsene.

Ø Quando siamo ravvivati dall'opera dello Spirito Santo, possono venire alla luce problemi nascosti da tempo.

Ø Quando in un secchio sporco viene versata acqua fresca e chiara, tutta la sporcizia sale alla superficie. Lo stesso accade nella vita cristiana.

Ma anziché accogliere con disappunto la situazione, i cristiani dovrebbero rallegrarsi dell'opportunità di far pulizia in tutto quel disordine.

Ø Come abbiamo visto, i problemi nella vita cristiana sono radicati nell'attività dei nostri nemici, e la soluzione offertaci dal Signore è davvero radicale:

- Mediante l'opera di Cristo e dello Spirito Santo egli ci ha liberati dalla presa di Satana, del mondo, del peccato e della carne.

- Per mezzo del nostro impegno col Signore e del battesimo in lui, riceviamo lo Spirito Santo. Egli ci unisce all'umanità nuova sotto l'autorità e la protezione di Gesù Cristo, il Secondo Adamo.

- Mediante la potenza dello Spirito Santo veniamo a subire un cambiamento interiore davvero fondamentale: ci siamo spogliati dell'uomo vecchio e delle sue abitudini per rivestirci dell'uomo nuovo, che viene rinnovato nella conoscenza secondo l'immagine del suo creatore (cf Col 3, 9-10).

Ma l’uomo vecchio non vuol morire - Il cristiano nella sua esperienza quotidiana viene così a scoprire che da una parte egli è un uomo nuovo, rinnovato dallo Spirito Santo; dall'altra scopre, talvolta con sua grande sorpresa, che l'uomo vecchio continua a far capolino.

Ø Non sarebbe poi un gran male se giacesse laggiù come morto. Invece, non solo non se ne sta fermo, ma imbastisce una piccola resistenza qua, prende un piccolo contatto con un nemico all'esterno là,

Ø e non ci vorrà molto prima che l'uomo vecchio – la nostra carne – minacci di sopraffarci.

Non appena riconosceremo questa situazione, ci troveremo di fronte ad una scelta. Possiamo:

1) decidere cosa va cambiato in noi e raccogliere tutta la forza di volontà per attuale il cambiamento; oppure,

2) decidere che il problema riguarda lo Spirito Santo e passarlo a lui perché lo risolva.

Quale delle due vie scegliereste?

Ø Se decidete per la prima, potete anche metter giù questo libro, perché non vi servirà. La maggior parte dei cristiani ha provato quella via, dimostrando decisamente che non funziona.

Come cedere i problemi allo Spirito Santo? - Uno dei motivi per cui talvolta può restarci difficile cedere un problema alla potenza e all'autorità dello Spirito Santo, è che non riusciamo a capire bene COME farlo. Infatti, non abbiamo molta esperienza nel cedergli qualche aspetto della nostra vita. Credo che la seguente storia possa esserci d'aiuto.

Il Nuovo Capitano e il Vecchio Capitano

Immaginate di lavorare come ufficiale su un magnifico transatlantico oceanico. La vita a bordo è difficilissima. Non solo il lavoro ha le sue esigenze:

Ø la cosa peggiore è la crudeltà del capitano. Vile e arrogante, egli agisce seguendo i propri capricci, anziché secondo la ragione. I suoi ordini sembrano sempre completamente arbitrari e controproducenti e talvolta nei suoi normali scoppi d'ira giunge fino alle percosse. Può anche darsi che qualche volta adotti modi eccessivamente cortesi, ma solo per nascondere qualche piano perverso.

Ø Egli continua ad esercitare la sua tirannia sull'equipaggio e sui passeggeri fin quando il proprietario decide di fare una crociera su quella nave.

Ø Si rende conto dei problemi provocati dal capitano e vi pone immediatamente rimedio licenziandolo e assumendo un nuovo capitano.

Ø La figura del nuovo capitano si pone in netto contrasto con quella del vecchio: egli è buono, forte, un uomo rispettato da tutti e al quale tutti obbediscono; sa come trattare l'equipaggio, rimette le cose a posto e sa prendersi cura di ognuno sulla nave.

Ma il vecchio capitano non lascia il transatlantico, pur avendo ricevuto dal presidente della compagnia di navigazione l'ordine di farlo.

Ø Prende alloggio in una stanza del magazzino in fondo alla stiva e da laggiù, con amaro risentimento verso il sostituto, alimenta i suoi risentimenti contro la compagnia e contro il nuovo capitano.

Ø Ogni tanto va a passeggio per la nave minacciando l'equipaggio, proprio come faceva quando era lui a comandare, gridando ordini che contraddicono le direttive del nuovo capitano.

Ø Per paura e per una strana dimenticanza, l'equipaggio spesso fa quello che egli dice.

In uno dei suoi giri, il vecchio capitano irrompe nel vostro ufficio dandovi gli ordini del giorno, proprio come faceva prima, e non appena cominciate a fargli resistenza, vi costringe con le minacce.

Ø A questo punto vi trovate di fronte ad una scelta:

1) Potreste cercare di risolvere da soli la situazione. Avete sempre desiderato ridurlo al silenzio; poi siete un po' più grosso di lui e ritenete di essere anche molto più forte. Vi piacerebbe fracassarlo un po', o comunque risolvere da solo il problema. Oppure,

2) potreste portare l'intera questione all'attenzione del nuovo capitano. A quello vecchio potreste dire: "Devi sbagliarti, perché io non lavoro più per te. Ti sei dimenticato del nuovo capitano? É con lui che devi risolvere il problema. Ed eccolo là che arriva proprio ora. Perché non gliene parli?"

Anziché contare su voi stessi, potete mettere il problema sotto l'autorità del nuovo capitano, lasciando che sia lui a trattare col vecchio capitano e con le sue bizzarrie.

La nostra situazione di cristiani può essere paragonata a quella appena descritta.

Ø Mediante il potere della morte e risurrezione di Cristo ci siamo spogliati dell'uomo vecchio e delle sue vie cattive per rivestirci dell'uomo nuovo.

Ø Il vecchio capitano è stato licenziato e noi siamo sotto l'autorità di quello nuovo.

Ø Ma quando la carne, che dentro di noi si comporta come il vecchio capitano, cerca di usurpare la sua vecchia posizione di potere per forgiarci secondo le sue vie, ci troviamo di fronte alla stessa scelta dell'ufficiale della nostra storia:

Ø abbiamo l'opzione di cercare di risolvere da soli il problema della carne, oppure di cederlo al Signore perché sia lui ad affrontare la carne con tutti i suoi trucchi.

Molti di noi trovano attraente la prima scelta: da tanti anni la carne ci sta provocando ogni sorta di difficoltà, e non sarebbe divertente metterla a posto almeno una volta? Tanto più che ora pensiamo di essere un po' più grossi di lei.

Ø Ma la scelta migliore, la più sicura, è mettere il problema sotto l'autorità del nuovo capitano.

Se davvero vogliamo cedere il problema allo Spirito Santo che vive in noi, dobbiamo cambiare metodo: si tratta di rinunciare ad ogni possibilità di risolvere da soli le varie questioni.

Ø Dobbiamo smetterla di fare ciò che ci sembra giusto; smettere di chiedere a Dio che ci aiuti a fare le cose a modo NOSTRO.

Ø Dobbiamo rifiutarci di seguire i comandi della carne e contare invece sull'autorità del Signore e sulla potenza dello Spirito Santo per la soluzione dei problemi.

Il nuovo capitano ha il potere di sottomettere la nostra carne.

Far sì che Cristo diventi il Nostro Signore

Compiere la svolta significa orientare ogni campo della vita verso il Signore.

Ø Nella storia appena raccontata il nuovo capitano ha dovuto prendere autorità su ogni dettaglio della vita che si svolgeva sul transatlantico.

Ø Una delle prime cose che fece nell'assumere le sue responsabilità, fu un giro completo di ispezione sulla nave, per esplorare ogni stiva e magazzino, parlando sia con l'equipaggio che con i passeggeri. Così facendo, impose le sue condizioni ed estese la sua autorità ad ogni zona della nave.

In noi deve accadere la stessa cosa: dobbiamo cedere al Signore ogni zona, ogni aspetto della nostra vita.

Ø Il nuovo capitano poi farà il suo giro esplorativo affermando le sue condizioni ed estendendo la propria autorità a tutta la nostra vita. Poiché tutto deve rientrare sotto la sua signoria, faremmo bene a spalancare ogni angolo e nicchia alla sua attenzione.

Ø Ma nel fare l'inventario, veniamo a scoprire che probabilmente ci siamo riservati alcune zone. Uno sguardo onesto poi in quei settori dove operava il vecchio capitano - la carne - metterà allo scoperto altro lavoro per il Signore.

Ø Quando c'è un problema che non se ne va, una considerazione attenta ci rivelerà quali sono le cose ancora da cedere all'autorità di Cristo.

Talvolta arriviamo persino ad escludere un'area della nostra vita sigillandola, nella segreta speranza che possa sfuggire al Signore.

Ø Ma il nuovo capitano si accosta a quella porta chiusa e chiede gentilmente: "Che c'è lì dentro?" Sorpresi che abbia anche solo notato quella porta, rispondiamo nervosamente: "Niente!"

Ø "Bene," continua il Signore con cortesia, "se non c'è niente penso che non t'importi se do un'occhiata." E mentre torna a dirigersi verso quella porta, ci affrettiamo a balzarle davanti: "Non avrei mai pensato che avresti voluto entrare anche "!" " diciamo.

"Ma io lo voglio e ora tu sei pronto a questo passo," è la sua risposta.

"Non credo di volerti mostrare quello che c'è là dentro," replichiamo in tutta sincerità.

Ø Può darsi che un cristiano desideri seguire il Signore in ogni cosa, ma che allo stesso tempo cerchi di escluderlo da un campo in cui ha dei problemi. Ecco qui un racconto che servirà ad illustrare meglio il punto:

Dobbiamo prima e decidere per il cambiamento

Esempio n. 1: - Leo è proprietario di una piccola azienda, e anche uno dei leader di un gruppo cristiano che si occupa della evangelizzazione degli adolescenti, e riesce benissimo in entrambe le responsabilità. Ha ventotto anni, ed è sposato con un figlio; è evangelico e segue il Signore con convinzione da quando aveva quindici anni. Tuttavia, talvolta ha periodi di depressione, pur non avendoli mai considerati un problema.

Ma Laura, sua moglie da tre anni, la pensa diversamente. Gli ha confessato che quei brevi periodi di indolenza, in cui si "ritira" in se stesso, le sono difficili da superare. In quei giorni Leo, che di solito è un ottimo marito, rinnega le proprie responsabilità e lascia che la moglie se la cavi da sola.

Sapendo di renderle la vita difficile, Leo si è impegnato a dare un taglio alle depressioni, ma pareva non riuscisse a vincere quella battaglia.

Quando poi ha cominciato a pregare per quel motivo, si è reso conto che in realtà gli piaceva essere depresso e che proprio quella era la radice del problema: non era in grado di ricevere l'aiuto del Signore perché gli piaceva "assentarsi" di quando in quando.

Non appena disse al Signore di non voler più essere depresso, fu finalmente in grado di vincere quei periodi neri. Invece di arrendersi alla carne, che continuava a ripetergli l'invito a prendersi una breve vacanza ritirandosi dalla scena, cedette quel campo al Signore.

In realtà disse alla carne: "Deve esserci qualche errore: non sono più tenuto ad obbedirti. Hai forse dimenticato il nuovo capitano? Eccolo che viene! Perché non gli chiedi se per caso desidera andarsene un po' in vacanza a ritirarsi con te?"

Al Signore Leo aveva detto: "Voglio cambiare; non mi piace l'idea di essere depresso. Voglio che sia tu ad occuparti della mia carne e a liberarmi da questo impulso." E Dio operò il cambiamento richiesto.

Quella resa al Signore lo ha liberato dalla presa della carne, e negli ultimi otto anni Leo è riuscito a controllare bene quel campo: sapeva di avere in mano il potere di rifiutarsi di essere depresso. E la maggior parte delle volte, ad eccezione di una scivolata o due, ha scelto bene.

Esempio n. 2: Betty è una donna nubile di circa quarant'anni. Come Marco, incontrato nel primo capitolo, aveva il problema delle fantasie sessuali. Molti anni di disciplina e di forza di volontà l'avevano aiutata a esercitare un certo controllo, ma continuava a considerare quelle fantasie un problema piuttosto serio.

Quando poi, alcuni anni fa, frequentò un corso sulla sessualità per persone sole, le cose cominciarono a peggiorare. Le intenzioni del seminario erano buone: si proponeva di aiutare i cristiani soli ad affrontare la propria sessualità, trattandola più apertamente. Ma nel caso di Betty fu un disastro, e per qualche tempo dopo il corso ella indugiò sulle sue fantasticherie. Cominciò anche ad avere il problema della masturbazione, cosa mai successa prima.

Uno dei libri raccomandati al seminario suggeriva che le persone sole potevano permettersi di essere segretamente infatuate di un'altra persona del sesso opposto. Betty volle provare, e fu imbarazzata dall'infatuazione che si prese per un giovane, sposato, della sua chiesa.

Quel consiglio ridicolo era una grazia camuffata, e Betty fu talmente disgustata dall'esperienza da rigettare sia il libro, sia il seminario.

Parlò di quelle cose con una donna sposata, amica da anni, e questa le suggerì che il motivo per cui non aveva ancora vinto la battaglia con le fantasie sessuali e la masturbazione era che non aveva ancora veramente affidato quel campo al Signore. Pur volendo interromperle, Betty trovava un po' troppo piacevoli quelle fantasie.

Pregò, chiedendo al Signore che il campo sessuale in lei funzionasse nel modo giusto; disse di voler cambiare e chiese di ricevere l'autocontrollo necessario per dare una svolta a quei desideri sfrenati.

Betty non ha ancora il completo controllo del campo, ma da quando ha chiesto al Signore di cambiarla, ha fatto notevoli miglioramenti. Il problema della masturbazione pare risolto. Qualche volta è ancora sopraffatta da pensieri sessuali disordinati, ma cede sempre più di rado ed è fiduciosa che il Signore le dia un controllo maggiore anche in quel campo.

La chiave per riuscire a cedere un problema al Signore è semplicemente il VOLER ESSERE CAMBIATI in quel campo.

Fin qui abbiamo scoperto tre tappe basilari per superare i problemi più ostinati della nostra vita. Questi principi, (ed altri nei capitoli successivi), formeranno una strategia che ci aiuterà a superare il problema della carne.

Le prime tre tappe di tale strategia sono:

1. Ammettere, in tutta onestà, di avere un problema.

2. Mettere quel problema sotto l'autorità del Signore perché sia lui a correggerlo e abbandonare la nostra naturale tendenza a risolverlo da soli.

3. Il nostro desiderio di cambiare deve essere tale da voler esaminare scrupolosamente la nostra vita per sradicare quelle cose a cui siamo attaccati.

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