PARTE 3ª CREDERE IN GESÙ

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MARIOCAPALBO
00lunedì 26 marzo 2012 20:34

PARTE 3ª 

CREDERE IN GESÙ    

Il titolo del terzo messaggio è credere nel Signore Gesú, o semplicemente LA FEDE.

Se diventiamo cristiani solo attraverso il pentimento, si può avere la tendenza a pensare di avere salvato se stessi, mentre pentimento e fede sono legati l’uno all’altra e non può esserci un vero pentimento senza la fede, così come non potrebbe esserci una vera fede senza il pentimento.

Ø      Dei quattro punti, la FEDE è indubbiamente il più cruciale, perché è necessaria agli altri tre.

Ø      Il battesimo senza fede perde significato; e

Ø      non puoi ricevere lo Spirito Santo se non attraverso la fede.

La FEDE è dunque alla base degli altri tre passi. 

Ma un errore che spesso facciamo è questo:

Parliamo di una professione di fede, mentre la salvezza non ci deriva dal professare o confessare la fede, perché la fede non è solo questione di parole, e ve ne riferisco un esempio lampante:

Ø      In Inghilterra molte persone hanno dei pappagalli parlanti, e conosco un’anziana signora che ne ha uno che sa persino cantare degli inni. Ha un suo inno preferito: “Quale amico abbiamo in Gesù!” e riesce a cantarne un’intera strofa.

Ø      La padrona sta in una casa di riposo del Galles, e quando arrivano visite ecco una sorpresa: la vocina che canta l’inno a Gesù. Non si sa perché, ma la gente mette dei soldi, che la proprietaria dell’uccellino manda ad una missione in Africa.

Ø      Finora ha inviato circa un milione, e in pratica quest’uccello fa più di alcuni membri della chiesa. Lui canta inni ogni giorno, non solo la domenica, e sostiene perfino un missionario in Africa. Ma è un credente? No di certo!

Perciò, non basta dire le parole giuste e non è la professione di fede a salvarci, ma il POSSESSO DELLA FEDE.  

Cos’è la vera fede? 

Voglio indicarvi cinque dimensioni vitali della vera fede.  

1.      LA DIMENSIONE STORICA: la nostra fede è radicata nella storia e non si basa sui sentimenti, ma su fatti che accadono davvero e che nessuno può disfare. E vi sono tre fatti storici fondamentali su cui è basata la nostra fede.

Innanzi tutto, si comincia a credere che tutta la storia è controllata da Dio. La Bibbia è un libro di storia: comincia con l’inizio del mondo e termina con la fine del mondo. Narra la sua storia, cominciando prima di altre storie per finire più tardi, perché solo Dio conosce il principio e la fine di ogni cosa.

Ø      La Bibbia dice che tutta la storia è nelle mani di Dio e che è Lui a scegliere i governanti di ogni nazione, e che si tratti di una democrazia o di una dittatura, è Dio a scegliere, non i nostri voti. Ci vuole fede per credere a questo.

-          Mi piacerebbe sapere quanti di voi conoscono il nome del presidente svizzero o italiano. Chi li conosce alzi la mano. Pochissimi! E quanti conoscono il nome del Primo Ministro del mio paese? La Signora Tacher, chi ne ha sentito parlare?

-          Perché conoscete il nome del primo ministro del mio paese e non quello del vostro Presidente? Avevo detto alla Signora Tacher che sarebbe stata Primo Ministro ancor prima che lo fosse: me lo aveva detto il Signore. Le dissi che avrei voluto essere il primo a congratularmi con lei, e il giorno della sua elezione mi scrisse una lettera. Perché è Dio che sceglie: la storia è nelle Sue mani.

Ø      Dio nella politica? - Se per caso pensaste che Dio è per la politica di destra, devo dirvi che quando ero in Australia Egli mi disse che come primo ministro avrebbe scelto Bob Hoke, uno piuttosto di sinistra. Ai cristiani dissi di cominciare a pregare per quel nuovo leader.

-          Fa parte della nostra fede credere che Dio è responsabile di tutta la storia del mondo,

-          ma è anche parte della nostra fede credere che Dio era particolarmente responsabile di una parte di quella storia: quella del popolo Giudeo, e in specie di quella di un uomo Giudeo, di nome Gesù, che era anche il Figlio di Dio.

E anche nella storia di Gesù ci sono tre fatti importanti.

Paolo li menziona all’inizio del capitolo di 1 Corinzi: “Questi sono i tre fatti più importanti:

Ø      CRISTO è morto, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno." Sono i tre fatti su cui si basa la fede, e sia che proviamo sentimenti meravigliosi o no al riguardo, questi tre fatti sono veri ogni giorno della settimana, e comunque noi ci sentiamo Gesù è morto, fu sepolto ed è risuscitato dai morti. Questi fatti non cambiano mai.  

2.      LA FEDE È PERSONALE. La fede è storica, ma anche personale, e non si tratta solo di credere che Gesù è morto, sepolto e risuscitato, ma di credere anche nel Gesú che è morto, che fu sepolto ed è risuscitato. Si tratta di una relazione personale.

Ø      Posso chiedervi di alzare la mano se credete in me? Vedo solo 6 mani, una risposta deludente. Ma quanti credono che io esista? Ora la risposta è migliore: tutti credete nella mia esistenza! La vostra è una fede storica perché io sono un fatto della storia, e ci credete. Ma solo in 6 credete in me, e a dire il vero non so se ci credono veramente. Conosco solo due persone presenti che credono davvero in me: Otto R. e mia moglie – le altre quattro che hanno alzato la mano hanno fatto solo una professione di fede in me, ma non so se ci credono veramente. Mia moglie ci crede al punto di avermi dato la sua vita per viverla con me; e anche Otto: vuole pubblicare il mio libro in francese, è responsabile per la mia venuta qui, ha fiducia in me e ne sono molto sorpreso. Degli altri non lo so proprio. Se mi date tutti i vostri soldi in custodia, allora ci crederò. Perché la fede è una fiducia personale. Voi tutti credete in me come fatto storico, ma ancora non mi date fiducia, e in ogni caso ancora non me lo avete dimostrato. La fede, quindi, è personale.

Ø      Coi miei figli eravamo soliti fare un gioco: loro salivano su 4 o 5 gradini della scala e io stavo sotto con le mani dietro la schiena. Mi dicevano: “Se saltiamo giù, ci prendi?” – e io dicevo: “Vediamo! Può darsi di no.” Stavano a dondolarsi sullo scalino chiedendosi se potevano aver fiducia in me. Poi uno saltava, e io lo prendevo; poi un altro… A loro piaceva questo gioco. Ora non possiamo più farlo perché sono diventati più grandi di me, ma da quel gioco hanno imparato la fede.  

La fede non è ciò che dite, ma la fiducia che avete in qualcuno.

Tutti dobbiamo aver fiducia nelle persone. Mia moglie ed io abbiamo dovuto aver fiducia nel pilota che ci ha portati in aereo fin qui: la nostra vita in quel volo era nelle sue mani.

Ø      Abbiamo fiducia nei dottori, in chi guida i mezzi di trasporto.

Ø      Vi racconto una storia simpatica: un uomo attraversava un campo in una note oscura e nebbiosa e non sapeva che al limite del campo c’era un precipizio. Cadde nel burrone, e nel rotolare giù riuscì ad aggrapparsi al ramo d'un albero. Vi si era aggrappato con entrambe le mani, e si chiedeva quando fosse distante dal fondo. Gridò: “C’è qualcuno lassù?” Ed una voce profonda gli giunse dalle nuvole: “Sì figlio Mio, sono qui!” – “Puoi tirarmi fuori da questo guaio?” – E la voce: “Sì, se hai fede!” – “Cosa devo fare per avere fede?” – “Lascia andare quel ramo.” – A quel punto l’uomo gridò: “C’è nessun altro lassù?”

Capite il messaggio? Affermare di credere in Gesù non significa aver fede.

aver fede significa confidare in lui.  

3.      LA FEDE È VERBALE è la terza dimensione della fede. È  fede espressa in parole, ma che non si limita alle parole. Parlare nella fede è importante, perché se crediamo col cuore e confessiamo con la bocca, saremo salvati. Ma parlare al Signore è un atto di fede perché non potete vederlo né toccarlo, mentre Lui è davvero presente, e parlargli è un atto di fede. 

Vi sono due modi in cui la fede diventa verbale: 

1° - Invocare il Suo nome: “Chiunque invoca il nome del Signore sarà salvato.” Dobbiamo invocare il nome di Gesù:  “Gesù, aiutami!” Questo è invocare il nome del Signore, ed abbiamo la promessa delle Scritture.

Ma non si tratta solo di ripetere delle parole. In Inghilterra nelle chiese abbiamo un modo piuttosto insolito di pregare. In certe chiese si cantano le preghiere, e la gente canta: “Signore vieni presto in mio aiuto!” Ma è invocare il nome del Signore?

Ø      Un giorno un amico mi disse: “Immagina un ragazzino col pollice schiacciato nella porta. Non canterà certo: “O papà, vieni presto in mio aiuto” – Dirà invece: “Papà, ho il pollice schiacciato nella porta!”

Ø      Possiamo essere così poco naturali con Dio! Invocare il Suo nome non vuol dire ripetere una litania, ma gridare a Lui per chiedergli aiuto! “Gesù, abbi misericordia di me, ho bisogno di te!”

Chiunque farà questo, sarà salvato. La fede è stata espressa con parole.  

- L’altra parte relativa alla fede espressa in parole è confessare davanti ad altra gente che Gesù è il Signore. Ed è una cosa difficile da farsi: la gente pensa che sei impazzito se parli di una relazione personale con qualcuno morto già da 2000 anni. Ma è un modo di confessare la nostra fede. Infatti, tu stai dicendo che non è morto ma che è vivo e che tu Lo conosci, che Lo hai incontrato e che ora Egli è tuo amico, il tuo Salvatore e Signore.

Ø      Se invochiamo e confessiamo il Suo nome davanti ad altri, la fede si fortifica e viene espressa.  

3° - La fede è qualcosa di pratico. Uno dei brani più importanti del Nuovo Testamento è il secondo capitolo della lettera di Giacomo che dice: “La fede senza opere, senza azioni, è morta e non ti può salvare.” In altre parola la fede non è qualcosa che hai, ma qualcosa che FAI. È qualcosa che dici, ma che devi anche fare.

Ø      Quindi, come il pentimento, anche la fede ha le stesse tre tappe di pensieri, parole ed azioni, e deve essere manifestata nelle opere, altrimenti è morta.

Ø      Il mio capitolo preferito del Nuovo Testamento è Ebrei 11, che contiene un elenco dei grandi eroi della fede: Noè, Mosè, Gedeone, c’è tutto un elenco degli eroi della fede del Vecchio Testamento. Ma come facciamo a sapere che ebbero fede? In ogni caso è stato per qualcosa che avevano FATTO. Enoc ebbe fede, Abele ebbe fede; ma come saperlo? Perché Abele offriva a Dio il sacrificio giusto; ed Enoc aveva fatto una lunga passeggiata con Dio, talmente lunga che Dio gli disse: “Ora sei stanco e non puoi tornare a casa. Vieni a stare con Me." E lui camminò dritto in cielo.

Come sappiamo della fede di Noè? Costruì una nave secondo il progetto di Dio. Riuscite a immaginare qualcuno che in Svizzera costruisce un transatlantico? La gente direbbe che è matto perché il mare è troppo distante. Ma Noè disse: “Il mare verrà qui, e per questo la costruisco.” Da qui sappiamo che ebbe fiducia in Dio. E Mosè, Gedeone, Sansone, tutti mostrarono la loro fede attraverso le azioni: agirono nella fede.

Anche mia moglie agì nella fede quando mi sposò.

è La fede quindi, la manifestate non da ciò che dite ma da come agite. 

4° -  La fede è qualcosa di continuato -  Questa quinta dimensione della fede è la più difficile da insegnare.

Ø      LA FEDE è storica, personale, verbale, pratica, e infine è un atteggiamento continuo. Credere in qualcuno è continuare a credere in quella persona. La fede è un atteggiamento continuo verso una persona.

Ø      Non si tratta certo di credere una volta in Gesù per salvarci, ma di continuare a credere in Lui. Non è la fede con cui inizi a salvarti, ma quella con cui termini, e non puoi dire di aver fede se non continui a confidare. Confidare in Gesù oggi, ma non domani, non è fede.  

Ma voglio stabilire questo fatto con la Scrittura:

1.  La parola FEDE e FEDELTÀ sono la stessa cosa sia nell’ebraico del Vecchio Testamento che nel greco del Nuovo Testamento, e nel tradurre la Bibbia non si sa quale delle due usare: fede o fedeltà? Nella lingua originale sono lo stesso termine, e aver fede significa essere fedele, continuare ad avere fiducia.

Accostiamoci alla domanda da un'altra angolazione.  

2. Nella lingua greca vi è una coniugazione insolita del verbo: il presente continuo e significa “continuare a fare qualcosa.” Nel Nuovo Testamento il verbo CREDERE si trova spesso in quel tempo e proviamo a tradurlo alla lettera:

Giovanni 3,16 dice:

Ø      “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Figlio Unigenito affinché chiunque continua a credere in Lui sarà salvato.”

Ø      Non dice “chiunque crederà una volta,” ma “chiunque continua a credere”, e questo è un punto della massima importanza.

Alcuni pensano di salvarsi facendo un passo nella fede, ma non è così: dobbiamo continuare a credere per continuare ad essere salvati, a progredire nella salvezza. Sono due processi continui: “Il Signore aggiunge alla chiesa coloro che sono nel processo di essere salvati.”

Ø      Continuare a credere è importantissimo, e sia il Vecchio Testamento che il Nuovo sono pieni di avvertimenti per quanti smettono di credere. Due milioni e mezzo di persone erano uscite dall’Egitto, e solo due sono entrate nella terra di Canaan. Perché? Non hanno continuato a credere, ad aver fiducia.

Ø      Questo è un fatto storico nel Vecchio Testamento, e viene usato da tre scrittori come avvertimento per i credenti, perché continuino a credere, ad aver fiducia, a confidare.

Se il diavolo domani ti tenta, la fede di ieri non ti servirà a nulla; dovrai aver fiducia in Gesù domani, per salvarti domani.  

3. - Vi è un terzo modo di mostrare questo aspetto attraverso le Scritture. Nel libro di Abacuc troviamo un testo che dice: “Il giusto vivrà per la fede.” In ebraico significa: “il giusto sopravvivrà mantenendo la sua fede in Dio,” e nel contesto di Abacuc era una promessa meravigliosa:

Ø      I Babilonesi stavano arrivando e Abacuc, temendo che avrebbero sterminato tutti a Gerusalemme, disse: “Dio, non puoi permettere una cosa simile! A Gerusalemme ci sono dei giusti. Forse ci sono anche tanti malvagi, ma perché i giusti dovrebbero essere distrutti insieme ai malvagi?”

Ø      E Dio rispose: “I giusti sopravvivranno continuando a confidare in Me.”

Questo testo divenne il motto della riforma protestante: “Il giusto vivrà per fede.” Ma se osserviamo come il versetto viene usato nel Nuovo Testamento ne restiamo sorpresi. L’enfasi è sempre posta sul continuare a credere.  

Ce lo dice Paolo in Romani 1:

Ø      Non mi vergogno del vangelo, perché è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque continua a credere, perché in esso è rivelata la giustizia di Dio, di fede in fede.”

Ø      Oppure, come dice un’altra traduzione: “È la fede dall’inizio alla fine.” “E come è stato scritto, il giusto vivrà per la fede.”

Ebrei 10 lo usa nello stesso senso:

Ø      “Noi non siamo tra quanti si tirano indietro, ma tra coloro che continuano a credere e sono salvi.”

Una vita di fede

A quanti si convertono tramite noi dobbiamo dire che è una vita di fede che salva, non un passo nella fede.

Ø      Il passo nella fede è l’inizio di una vita di fede, e nella Scrittura troviamo avvertimenti davvero solenni per quanti non continuano a credere.

Ø      Gesù disse che “sono come rami secchi, che non dimorano in Me, e saranno tagliati via e bruciati.”

Ø      In Romani 11 Paolo dice: “Voi gentili non siate orgogliosi verso i Giudei. Lo so che sono stati tagliati fuori a causa della loro incredulità, ma lo sarete anche voi se non continuate a credere.”

Nel Nuovo Testamento ogni autore ha un avvertimento solenne riguardo al fatto che la fede deve essere continua.  

Ora abbiamo le cinque dimensioni della fede:
MARIOCAPALBO
00lunedì 26 marzo 2012 20:34

LA FEDE è  1. storica; 2.  personale; 3.  verbale; 4.  pratica; 5.  continua.

Per avere una vera fede ci dobbiamo assicurare che in noi sia presente ognuna di queste dimensioni. 

Ma come stimolare la gente a credere?

La riposta è: “Dal modo in cui comunichiamo il vangelo,” che deve essere comunicato in tre modi:

1.      Attraverso la PAROLA;

2.      Attraverso le AZIONI o fatti;

3.      Attraverso i SEGNI.

Sono questi i tre modi in cui nel Nuovo Testamento si comunicava il vangelo, e voglio che notiate una cosa:

Ø      due di questi aspetti riguardano l’occhio, la vista, ed uno l’udito. Ossia,

Ø      La gente deve vedere il vangelo due volte  più che ascoltarlo.

Ø      Ma nella nostra evangelizzazione tradizionale abbiamo cercato di farlo con uno solo di questi tre modi. 

Abbiamo pensato di comunicare il vangelo solo con le parole: le parole predicare, cantare, imprimere, registrare, o come ai nostri giorni con la parola video - registrare su un nastro video.

Ma sono sempre e solo parole, e se pur essenziali, perché come dice la Scrittura: “Come possono credere se non ascoltano?” – la verità non va solo “detta”, ma anche dimostrata.

è Non sono molte le persone che aspettano di ASCOLTARE il vangelo, ma sono moltissime quelle che lo vogliono VEDERE, e ne hanno tutto il diritto, perché occhio e orecchio sono le due porte di accesso all’animo umano.

è Quindi, dobbiamo sia DIMOSTRARE il vangelo, sia DICHIARARLO.  

Un giorno Gesù disse ai Suoi discepoli:

Ø      “Mi avete visto fare queste cose? Ora andate a farle anche voi. Ognuno si scelga un compagno, e andate due a due per città e villaggi, e ciò che dovrete fare è molto semplice: andate in un paese e fate risuscitare i morti. – Semplice, no? – Guarite i lebbrosi - che corrisponderebbe a dire oggi: guarite i malati di AIDS – cacciate i demoni, guarite i malati, e DOPO dite loro che è giunto il regno di Dio. Ma che prima lo vedano e poi lo ascoltino. E poi andate via.”  Semplice, no? Non poi tanto!  

Vorrei che immaginaste Giacomo e Giovanni mentre si recano nella prima città. Leggendo con attenzione la Bibbia saprete come si sentivano. Non pensavano che ce l’avrebbero fatta , ed entrambi speravano di non incontrare nessuno con un demonio. E d’improvviso incontrarono proprio un uomo posseduto da demoni. Giacomo disse a Giovanni: “Si sta facendo tardi … C’è un bel ristorante in fondo alla strada, andiamo a prenderci qualcosa da mangiare. Se poi quest’uomo sarà ancora qui domani mattina, lo aiuteremo.” Giovanni gli rispose: “No, Giacomo, sei un codardo. Tu te la vedi con il primo e io con il secondo. Dai, vai a pregare per lui. Da dietro l’angolo io pregherò per te.”

So che deve essere andata così perché quando tornarono erano davvero entusiasti e dissero: “Perfino i demoni fanno quello che gli diciamo!” Gesù disse loro: “Calma ragazzi, calma! Non vi eccitate per la vostra potenza, ma siate piuttosto contenti perché il vostro Padre ha scritto i vostri nomi nel Suo libro.”

Poi fu Gesù ad entusiasmarsi, e gridò: “Ho visto Satana cadere dal cielo come un fulmine!” Una frase davvero interessante. Mentre i discepoli erano partiti due a due, Gesù aveva visto Satana cadere, e per la prima volta si era reso conto che il piano di Dio avrebbe funzionato. Gente semplice, ordinaria, che andava due a due nel nome di Gesù, avrebbe potuto schiacciare il regno di Satana.  

Ed è proprio questo che ci ha detto di fare:

Prima dimostrare il regno – poi dichiararlo.

Che la gente lo veda, e poi lo ascolti. Che metodo semplice! Ma noi non lo seguiamo, e preferiamo far solo ascoltare. Versiamo il vangelo nelle loro orecchie, e alcuni rispondono. Ma ora possiedo molte statistiche che provano una cosa:

Ø      Quando la gente “vede” e “ascolta” il vangelo, si convertono cinque volte più persone, e gli evangelisti che fanno vedere e ascoltare il vangelo alla gente ottengono risultati cinque volte maggiori. Allora perché noi non lo facciamo?

Ø      Perché c’è bisogno della potenza dello Spirito Santo affinché la gente possa “vedere” il vangelo;

Ø      senza quella potenza potete far "solo ascoltare" il vangelo, mentre dei non credenti potranno distribuire libri del Nuovo Testamento. Può anche darsi che qualcuno in una situazione simile si converta, ma quelle persone non potranno far loro vedere il vangelo.

I due modi in cui potranno vedere il vangelo sono: azioni, atti umani e segni divini. Entrambi confermano la verità della Parola.

Ø      Come aspettarsi che la gente creda alle verità che proclamiamo, se non vedono la conferma sia umana, sia divina delle nostre parole?

Ø      La conferma umana è vederci vivere in maniera diversa. Ma dove i cristiani non sono diversi dagli altri, il vangelo non avrà alcun impatto. Se vedranno i cristiani divorziare nella stessa percentuale degli altri, non crederanno al vangelo. Se li vedranno portarsi via dall’ufficio le cose che non gli appartengono, non crederanno al vangelo.

Un giorno stavo predicando sul comandamento non rubare e un uomo prendeva appunti, proprio come alcuni di voi. Ma lo faceva su dei fogli rubati in ufficio, con la penna della stessa provenienza. Pensò che fosse una bella predica fino a che il Signore non gli disse: “Quella carta e quella penna sono rubate!” Ora lui aveva un problema. Poi venne da me per chiedermi come poteva riportare quelle cose nell’ufficio, dopo che ci aveva scritto sopra. Gli ho detto che doveva comprare della carta nuova: É il modo di vivere, l’onestà negli affari, la fedeltà nel matrimonio.  

I cristiani e le preoccupazioni 

Gesù disse che i Suoi seguaci non avrebbero dovuto preoccuparsi. Lo ha loro proibito.

I cristiani quindi sono persone che non si devono preoccupare, che non si inquietano mai. È vero? Solo i non credenti si preoccupano, perché i cristiani hanno un Padre celeste che li ama molto più di come noi amiamo il nostro cane o il nostro gatto, e ci ha promesso che avremmo avuto cibo e abiti a sufficienza per tutta la vita.

è Così le persone possono guardare i credenti e chiedersi: “Ma perché non si preoccupano? Tutti lo fanno tranne questi credenti!” E vedono che il vangelo è vero.

è Non è forse così? No, perché vedono i cristiani inquietarsi, essere disonesti e divorziare esattamente come gli altri, e concludono che non c’è verità nel vangelo.

è Invece è necessario che nei cristiani vedano qualcosa di molto diverso: hanno bisogno di vedere dei segni divini anche nel loro comportamento, nella loro vita.  

Gli effetti dei segni e miracoli sui non credenti

Due o tre anni fa, nel periodo natalizio mi trovai con mia moglie in Nuova Zelanda, presso un campeggio di giovani. La temperatura era mite e c’erano 1500 giovani, 500 dei quali non cristiani, appartenenti a delle bande di strada della grande città di Oakland.

Ø      Ci riunivamo in un grande ovile, e stavamo seduti su balle di fieno. C'era insegnamento dal mattino e alla sera, e mi chiesero di insegnare sul regno di Dio, il mio soggetto preferito.

Ø      Quando venne il martedì salii sulla piattaforma a parlare, e il Signore mi disse: “Gli hai parlato del Mio regno, ma non glielo hai dimostrato.” – “È vero Signore, ma da dove cominciare?” - “Comincia  con la forfora.” – “Ma è folle. I cristiani pregano per il tumore, non per la forfora!”

Ø      Ma dietro l’insistenza del Signore, mi sono alzato e ho proclamato: “Gesù è il Re, e Gli è stata data ogni autorità in cielo e in terra, e così ha il controllo di tutto, inclusa la vostra forfora. Ci fu silenzio. Mia moglie, seduta in prima fila, mi disse tutto con l’espressione del suo viso che diceva: “È uscito di testa! Me lo aspettavo da anni, ed è successo!”

Dissi al Signore: “E ora?” – “Pensa ai porri.” – Così dissi che Gesù è il Signore anche dei porri. Un uomo in prima fila aveva le mani piene di porri, e ovviamente io non lo sapevo. Due giorni dopo era guarito. Poi il Signore mi parlò di qualcuno che non poteva usare la mano destra, e c’era lì una giovane di 15 anni con quel problema: faceva tutto con la sinistra, mentre il cervello era destrorso, e così ne subiva un forte stress. Un’ora dopo scrisse ai genitori dicendo che lo faceva con la mano destra!

Ma il culmine avvenne con un giovane di nome Andrea. Aveva il braccio sinistro paralizzato da un incidente avuto a due anni, e una gamba più corta. Era arrivato al convegno sulle stampelle, ma più tardi quel giorno fu in grado di correre per tutto il campo, con le entrambe le gambe e le braccia funzionanti.

Ritornò nell’ovile dove eravamo riuniti, salì sul podio e disse a quei giovani: “Ora vi dirò tutta la verità. Gesù non mi ha solo guarito il braccio e la gamba. Quando sono venuto al campeggio non riuscivo a controllarmi e bagnavo il letto due volte per notte. Ma il Signore ha risolto anche quel problema.

è Fu una settimana meravigliosa: quei giovani sentirono parlare del regno di Dio, ma lo videro anche in azione. Ed essendo ospitati in tende assieme a dei cristiani, videro il loro modo di vivere, di comportarsi. Nei giorni seguenti videro i segni divini. Oltre ad ascoltare il vangelo, ebbero modo di vedere, e la loro fede fu stimolata.

è Sono convinto che noi abbiamo il dovere di aiutare la gente a credere facendogli vedere il vangelo, comunicandolo con parole, atti e segni, affinché il mondo possa vedere, ascoltare e credere.

Solo dopo li incoraggeremo a procedere sulla via della fede, fino al giorno in cui incontreranno Gesù faccia a faccia. Amen.
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