PARTE 2ª
PENTIRSI VERSO DIO
Pentirsi verso Dio è forse ,dei quattro punti, il meno controverso. Ma ciò può anche significare che è il più trascurato e il meno compreso.
Ø Spesso, una breve preghiera è stata il sostituto del vero pentimento.
Ø Vi è una preghiera breve, molto usata nell’evangelizzazione, detta “la preghiera del peccatore,” che di solito contiene solo una frase in relazione al peccato, come ad esempio:
“Signore Gesù, mi pento dei miei peccati. Ti ricevo come mio Salvatore e Signore.”
La preghiera non prende più di 30 secondi, e si suppone sia tutto quanto serve per un buon pentimento. Ma è una strada è assai lontana dalla dottrina biblica del pentimento.
Il pentimento
Chiediamoci innanzitutto: “cos'è il pentimento?” e la prima cosa da dire è che non è questione di sentimenti.
q Sentirsi dispiaciuti per ciò che abbiamo fatto non è pentimento: può trattarsi semplicemente di un dispiacere, di un rimpianto. Ci dispiace per ciò che abbiamo fatto a noi stessi. Anche Caino era pieno di rimpianto, e nella Bibbia leggiamo che pianse amare lacrime, ma senza pentirsi.
q C’è un altro sentimento che può farci sentire dispiaciuti, ed è il rimorso: ciò che sentiamo per quanto abbiamo fatto ad altri. Nella Bibbia Paolo provò molto rimorso per aver perseguitato la chiesa.
è Quindi, se il rimpianto è ciò che sentiamo per quello che abbiamo fatto a noi stessi;
è il rimorso è ciò che sentiamo per quello che abbiamo fatto agli altri;
è il pentimento riguarda ciò che abbiamo fatto a Dio, ed è ciò che il Nuovo Testamento chiama un “santo dispiacere.“
Qui Dio sta al centro, e quando ci rendiamo conto di aver sconfitto e tradito la Sua autorità, di aver trasgredito le Sue leggi, inquinato il Suo universo e provocato la Sua ira, sappiamo di aver meritato il Suo giudizio, perché abbiamo disprezzato il Suo amore.
Le tre dimensioni del pentimento
Il pentimento ha tre dimensioni, e dobbiamo fare molta attenzione nell’aiutare le persone ad attraversare questi tre punti che chiameremo
- pensieri,
- parole ed
- azioni.
q Innanzitutto ci pentiamo nei pensieri, poi nelle parole e quindi nelle azioni. Allora il pentimento sarà completo.
Esempio di un vero pentimento:
Ieri abbiamo preso un taxi da casa fino all’aeroporto, e vorrei che immaginaste la scenetta. All’aeroporto c’era un tassista in attesa, ed ecco arrivare a Londra un ricco turista americano alla ricerca di un taxi che lo portasse al centro di Londra. Il tassista, che ha bisogno di soldi e ne è a corto, decide di far fare un giro lunghissimo al turista per raggiungere il centro. E temo che la cosa possa succedere.
Ø Quando il taxi arriva in città, il tassista ha un altro pensiero. Comincia a disprezzare se stesso: “Ho ingannato questo turista per avarizia, e mi dispiace di averlo fatto. Si rivolge al turista e gli dice: Ho commesso qualcosa di sbagliato nei tuoi confronti. Il tassametro segna 10 sterline e dovresti darmene solo 5, perché ho fatto un giro molto più lungo, e me ne dispiace. Per questo non ti farò pagare niente.”
Ø Il tassista qui si è pentito: ha cambiato modo di pensare, si è dispiaciuto ed ha rimpianto ciò che ha fatto, ha visto lo sbaglio, lo ha confessato in parole dicendo al turista ciò che ha fatto, e quindi gli ha restituito il denaro. Così il suo pentimento è diventato anche azione.
Da questo esempio potete vedere i tre stadi del pentimento: pensieri, parole ed azioni.
Consideriamo ora ciascuna delle tre tappe del pentimento.
Il pentimento nei pensieri:
Significa che siamo convinti dei peccati passati. La parola significa pensare di nuovo, ripensarci e considerare ciò che si è fatto da un punto diverso; essere d'accordo con Dio e accettare il Suo verdetto.
Ø Prima di diventare cristiani in genere si pensa di essere abbastanza buoni: ci giustifichiamo e scusiamo noi stessi per ciò che facciamo dicendo che lo fanno tutti, che è normale e che quindi non è peccato.
Ø Ma poi lo Spirito Santo comincia a lavorare nella nostra mente: ripensiamo a quelle stesse cose e vediamo che sono peccato, che sono un male e che agli occhi di Dio si tratta di una cosa seria. Di solito arriviamo a conclusioni completamente diverse dalle precedenti e comprendiamo che:
1° - Dio è molto migliore di quanto pensavamo;
2° - io sono molto peggiore di quanto pensavo. E le due cose vanno insieme.
Più vediamo la santità di Dio, più ci sentiamo peccatori. Infatti, una visione più elevata di Dio ci dà una visione più bassa di noi stessi.
è Ma per i non credenti, una più alta considerazione di se stessi li porta ad una considerazione più bassa di Dio. Quando Isaia vide la santità di Dio, dopo aver visto la Sua purezza si rese conto di essere un uomo sporco, impuro. Allora disse: “Guai a me! Sono un uomo dalle labbra impure!”
è É questo il tipo di rivoluzione che avviene nei nostri pensieri: cominci a sentirti molto sporco.
Testimonianza - La presenza di Dio ti fa sentire impuro:
Avete mai sentito parlare di Arthur Blessy? É un evangelista americano che ha portato in giro per il mondo una grossa croce di legno. Quando lo incontrai, fui sicuro che avesse visto Gesù: nei suoi occhi c’era un tale sguardo! Ed era proprio ciò che gli era successo. Assieme ad un amico camminava lungo le rive di un lago, e guardando verso l'acqua vide la figura di un uomo che camminava sull’acqua. Pensò di avere un’allucinazione, e non disse nulla all’amico; ma anche questi guardava sorpreso, perché vedeva la stessa figura. Sapevano entrambi che era Gesù, e quell’uomo si avvicinava sempre più a loro e li fissava. Dopo questo fatto Arthur disse di sentirsi sporco, come ricoperto di sudiciume umano, maleodorante. Non si era mai sentito così sporco.
Poi Gesù lo guardò e gli sorrise, e tutto lo sporco scivolò via. Quindi la figura sparì, e assieme all’amico andarono in silenzio verso casa, ciascuno al proprio appartamento. Quando Arthur entrò in casa sua, la moglie lo guardò e si mise a gridare. Corse in camera da letto, vi si rinchiuse a chiave, e quella notte lui dovette riposare su una sedia in salotto.
Quando al mattino la moglie uscì dalla camera, le chiese: “Perché mi hai chiuso fuori?” – “Mi hai fatto paura.” – “Ma tu non hai mai avuto paura di me.” – “Ma cosa hai fatto alla faccia? Risplendeva!”
Più tardi in mattinata incontrò l'amico, che gli disse: “Non immagini cosa mi ha fatto ieri sera mia moglie!” Ed era esattamente quanto era successo a lui.
è Avevano visto, il Signore, si erano sentiti sporchi: davanti alla Sua purezza si erano visti impuri.
q È questo il primo passo del pentimento: cominciare a pensare come Dio, essere d’accordo con i Suoi verdetti. Le cose che prima ritenevi giuste ora puzzano, come l’orgoglio, la propria giustizia, il pensare che sei meglio degli altri.
Il ruolo della lingua:
Ora passiamo dal generale al particolare – dal pentimento interiore a quello esteriore – e la bocca è l’anello di congiunzione tra le due cose.
Ø Qualsiasi cosa hai in cuore ti uscirà dalla bocca. Se hai il cuore pieno di sporcizia, questa ti uscirà dalla bocca, e ne riparleremo quando tratteremo l’argomento dello Spirito Santo. Di qualsiasi cosa siete ripieni dentro, questa si manifesterà al di fuori attraverso il vostro canale di trasmissione: la bocca; e
Ø quando ci sarà un cambio di pensieri, ci sarà anche un cambiamento nelle parole che pronunziate.
Ø Se i pensieri sono la convinzione dei vostri peccati passati, le parole saranno la confessione di quei peccati. Nel Nuovo Testamento la confessione è parte vitale del pentimento, e significa menzionare, chiamare per nome i peccati.
Ci è stato detto che se confessiamo i nostri peccati, Lui è fedele e giusto e ci perdona; ma ciò significa menzionare i peccati, essere specifici e non solo vaghi. Anziché dire: “Signore, mi pento di tutti i miei peccati” dobbiamo dire:
Ø “Signore, confesso di aver fatto questo, quest’altro e quest’altro ancora.” I peccati devono essere confessati al Signore, ma serve anche confessarli ad un altro cristiano: ci permette di portarli alla luce, e non ne avrete più paura perché ora ne potete parlare.
Ø Se nella tua vita c’è qualcosa di cui non puoi parlare, significa che ancora non è stato perdonato. Una volta perdonato, potrai parlarne liberamente.
Chiamare i peccati per nome:
Confessare è importante, e non basta dire: “Signore, mi pento di tutti i miei peccati.” Dobbiamo chiamare i peccati col loro nome.
Ø Quando qualcuno viene a chiederti di diventare cristiano, chiedigli:
Ø “Vuoi essere salvato dai tuoi peccati?” Diranno sempre “Sì!” Allora rispondi:
Ø “Da quali peccati vuoi essere salvato?” Diranno: “Da tutti,” cercando di mantenersi sul generico. Ma tu insisti:
Ø “Da quale vuoi essere salvato per primo?” Perché è importante aiutarli ad essere specifici e a non fare preghiere generiche. I peccati devono non solo essere menzionati, ma si deve anche rinunciare ad essi, dire che non avremo più nulla a che fare con gli stessi, che abbiamo finito di commetterli.
Fare questo ci aiuta in due modi:
Ø innanzi tutto ad essere specifici, a risolvere il peccato in modo specifico:
Ø ma ci porta anche ad essere responsabili, perché quando si confessa, si ammette la nostra responsabilità, e non puoi farti delle scuse. Non puoi dire “Ero stanco,” oppure “Sono stato fuorviato dagli amici.”
Ø Quando confessi ammetti di aver fatto una scelta sbagliata e te ne assumi la responsabilità. É questo l’inizio della nuova vita: assumersi le nostre responsabilità e smetterla di accusare la nostra eredità e l'ambiente che ci circonda: "Sono quel che sono perché l'ho scelto."
Ciascuno di noi è la persona che ha scelto di essere ed è santo quanto vuole esserlo, né più né meno. Chi ha più di 40 anni è responsabile del proprio volto. Molti possono permettersi di sorridere perché hanno meno di 40 anni, e fino ad allora avete il viso con cui siete nati. Ma dopo avrete quello che voi stessi vi siete dati, e che riflette la persona che avete scelto di essere.
è Quindi, la confessione dei peccati è importante.
è Ma non è ancora la fine del pentimento, che deve essere seguito dai fatti, e cioè dobbiamo correggere i peccati passati.
I tre stadi del pentimento
Ecco dunque i tre stadi del pentimento:
1. La convinzione dei nostri peccati e pensieri passati;
2. La confessione dei peccati passati per mezzo di parole;
3. La correzione dei peccati passati attraverso le azioni.
L'esempio di Zaccheo: aveva ingannato molta gente prendendo loro più soldi del dovuto. Un giorno Gesù giunse a casa sua per pranzo, e lui
1)- cambiò modo di pensare, e si rese conto di ciò che aveva fatto; poi
2)- lo confessò in parole, dicendolo a Gesù. Quindi
3)- si pentì delle sue azioni dicendo “Ripagherò con l’interesse, quattro volte di più tutto quello che ho preso alla gente.” Si era pentito davvero!
Gesù gli disse: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa.”
Esempi di vero pentimento:
A) Una volta in Inghilterra ci fu un convegno sull’approfondimento della vita cristiana, e subito dopo l’ufficio postale esaurì tutti i bollettini di versamento: i credenti avevano rimborsato i loro debiti. Questo è pentimento, e significa correggere gli errori e i peccati del passato.
è Pentimento non significa dimenticare il passato, ma rimettere ordine dove è possibile – perché non sempre lo è.
B) Una donna francese confessò a un predicatore di aver sparso maldicenza sulla gente del villaggio. Il predicatore le disse: “Devi fare una penitenza.” – “Farò qualsiasi cosa” rispose.
“Vai a cercare una gallina, uccidila e spennala. Poi vai per il villaggio e getta tutte le piume in aria.” Lei lo fece, poi tornò dal pastore:
Ø “Ora posso essere perdonata?” - “No, le rispose, c’è ancora un po’ di penitenza da fare. Ora vai a raccogliere le piume che hai sparso.” Lei andò per tutto il villaggio e ritrovò solo due piume: il vento le aveva sparse tutte via. Tornò dal predicatore dicendo che non avrebbe mai potuto ritrovarle tutte. E lui:
Ø “Non sarai mai capace di rimediare al danno che hai fatto a questo villaggio.”
È triste, ma ci molto molte cose che non potremo riparare; in ogni caso, il pentimento include che dobbiamo riparare, dove è possibile, gli sbagli fatti.