PARTE 2ª PENTIRSI VERSO DIO

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
MARIOCAPALBO
00lunedì 26 marzo 2012 20:33

PARTE 2ª 

PENTIRSI VERSO DIO

  Pentirsi verso Dio è  forse ,dei quattro punti, il meno controverso. Ma ciò può anche significare che è il più trascurato e il meno compreso.

Ø      Spesso, una breve preghiera è stata il sostituto del vero pentimento.

Ø      Vi è una preghiera breve, molto usata nell’evangelizzazione, detta “la preghiera del peccatore,” che di solito contiene solo una frase in relazione al peccato, come ad esempio:

“Signore Gesù, mi pento dei miei peccati. Ti ricevo come mio Salvatore e Signore.”

La preghiera non prende più di 30 secondi, e si suppone sia tutto quanto serve per un buon pentimento. Ma è una strada è assai lontana dalla dottrina biblica del pentimento.  

Il pentimento 

Chiediamoci innanzitutto: “cos'è il pentimento?” e la prima cosa da dire è che non è questione di sentimenti.

q       Sentirsi dispiaciuti per ciò che abbiamo fatto non è pentimento: può trattarsi semplicemente di un dispiacere, di un rimpianto. Ci dispiace per ciò che abbiamo fatto a noi stessi. Anche Caino era pieno di rimpianto, e nella Bibbia leggiamo che pianse amare lacrime, ma senza pentirsi.

q       C’è un altro sentimento che può farci sentire dispiaciuti, ed è il rimorso: ciò che sentiamo per quanto abbiamo fatto ad altri. Nella Bibbia Paolo provò molto rimorso per aver perseguitato la chiesa.

è Quindi, se il rimpianto è ciò che sentiamo per quello che abbiamo fatto a noi stessi;

è il rimorso è ciò che sentiamo per quello che abbiamo fatto agli altri;

è il pentimento riguarda ciò che abbiamo fatto a Dio, ed è ciò che il Nuovo Testamento chiama un “santo dispiacere.“   

Qui Dio sta al centro, e quando ci rendiamo conto di aver sconfitto e tradito la Sua autorità, di aver trasgredito le Sue leggi, inquinato il Suo universo e provocato la Sua ira, sappiamo di aver meritato il Suo giudizio, perché abbiamo disprezzato il Suo amore.  

Le tre dimensioni del pentimento 

Il pentimento ha tre dimensioni, e dobbiamo fare molta attenzione nell’aiutare le persone ad attraversare questi tre punti che chiameremo

  1. pensieri,
  2. parole ed
  3. azioni. 

q       Innanzitutto ci pentiamo nei pensieri, poi nelle parole e quindi nelle azioni. Allora il pentimento sarà completo.  

Esempio di un vero pentimento:

Ieri abbiamo preso un taxi da casa fino all’aeroporto, e vorrei che immaginaste la scenetta. All’aeroporto c’era un tassista in attesa, ed ecco arrivare a Londra un ricco turista americano alla ricerca di un taxi che lo portasse al centro di Londra. Il tassista, che ha bisogno di soldi e ne è a corto, decide di far fare un giro lunghissimo al turista per raggiungere il centro. E temo che la cosa possa succedere.

Ø      Quando il taxi arriva in città, il tassista ha un altro pensiero. Comincia a disprezzare se stesso: “Ho ingannato questo turista per avarizia, e mi dispiace di averlo fatto. Si rivolge al turista e gli dice: Ho commesso qualcosa di sbagliato nei tuoi confronti. Il tassametro segna 10 sterline e dovresti darmene solo 5, perché ho fatto un giro molto più lungo, e me ne dispiace. Per questo non ti farò pagare niente.”

Ø      Il tassista qui si è pentito: ha cambiato modo di pensare, si è dispiaciuto ed ha rimpianto ciò che ha fatto, ha visto lo sbaglio, lo ha confessato in parole dicendo al turista ciò che ha fatto, e quindi gli ha restituito il denaro. Così il suo pentimento è diventato anche azione.

Da questo esempio potete vedere i tre stadi del pentimento: pensieri, parole ed azioni.

Consideriamo ora ciascuna delle tre tappe del pentimento.  

Il pentimento nei pensieri: 

Significa che siamo convinti dei peccati passati. La parola significa pensare di nuovo, ripensarci e considerare ciò che si è fatto da un punto diverso; essere d'accordo con Dio e accettare il Suo verdetto.

Ø      Prima di diventare cristiani in genere si pensa di essere abbastanza buoni: ci giustifichiamo e scusiamo noi stessi per ciò che facciamo dicendo che lo fanno tutti, che è normale e che quindi non è peccato.

Ø      Ma poi lo Spirito Santo comincia a lavorare nella nostra mente: ripensiamo a quelle stesse cose e vediamo che sono peccato, che sono un male e che agli occhi di Dio si tratta di una cosa seria. Di solito arriviamo a conclusioni completamente diverse dalle precedenti e comprendiamo che:

1° - Dio è molto migliore di quanto pensavamo;

- io sono molto peggiore di quanto pensavo. E le due cose vanno insieme.

Più vediamo la santità di Dio, più ci sentiamo peccatori. Infatti, una visione più elevata di Dio ci dà una visione più bassa di noi stessi.

è Ma per i non credenti, una più alta considerazione di se stessi li porta ad una considerazione più bassa di Dio. Quando Isaia vide la santità di Dio, dopo aver visto la Sua purezza si rese conto di essere un uomo sporco, impuro. Allora disse: “Guai a me! Sono un uomo dalle labbra impure!”

è É questo il tipo di rivoluzione che avviene nei nostri pensieri: cominci a sentirti molto sporco.  

Testimonianza - La presenza di Dio ti fa sentire impuro:

Avete mai sentito parlare di Arthur Blessy? É un evangelista americano che ha portato in giro per il mondo una grossa croce di legno. Quando lo incontrai, fui sicuro che avesse visto Gesù: nei suoi occhi c’era un tale sguardo! Ed era proprio ciò che gli era successo. Assieme ad un amico camminava lungo le rive di un lago, e guardando verso l'acqua vide la figura di un uomo che camminava sull’acqua. Pensò di avere un’allucinazione, e non disse nulla all’amico; ma anche questi guardava sorpreso, perché vedeva la stessa figura. Sapevano entrambi che era Gesù, e quell’uomo si avvicinava sempre più a loro e li fissava. Dopo questo fatto Arthur disse di sentirsi sporco, come ricoperto di sudiciume umano, maleodorante. Non si era mai sentito così sporco.

Poi Gesù lo guardò e gli sorrise, e tutto lo sporco scivolò via. Quindi la figura sparì, e assieme all’amico andarono in silenzio verso casa, ciascuno al proprio appartamento. Quando Arthur entrò in casa sua, la moglie lo guardò e si mise a gridare. Corse in camera da letto, vi si rinchiuse a chiave, e quella notte lui dovette riposare su una sedia in salotto.

Quando al mattino la moglie uscì dalla camera, le chiese: “Perché mi hai chiuso fuori?” – “Mi hai fatto paura.” – “Ma tu non hai mai avuto paura di me.” – “Ma cosa hai fatto alla faccia? Risplendeva!”

Più tardi in mattinata incontrò l'amico, che gli disse: “Non immagini cosa mi ha fatto ieri sera mia moglie!” Ed era esattamente quanto era successo a lui.

è Avevano visto, il Signore, si erano sentiti sporchi: davanti alla Sua purezza si erano visti impuri.

q       È questo il primo passo del pentimento: cominciare a pensare come Dio, essere d’accordo con i Suoi verdetti. Le cose che prima ritenevi giuste ora puzzano, come l’orgoglio, la propria giustizia, il pensare che sei meglio degli altri.  

Il ruolo della lingua:

Ora passiamo dal generale al particolare – dal pentimento interiore a quello esteriore – e la bocca è l’anello di congiunzione tra le due cose.

Ø      Qualsiasi cosa hai in cuore ti uscirà dalla bocca.  Se hai il cuore pieno di sporcizia, questa ti uscirà dalla bocca, e ne riparleremo quando tratteremo l’argomento dello Spirito Santo. Di qualsiasi cosa siete ripieni dentro, questa si manifesterà al di fuori attraverso il vostro canale di trasmissione: la bocca; e

Ø      quando ci sarà un cambio di pensieri, ci sarà anche un cambiamento nelle parole che pronunziate.

Ø      Se i pensieri sono la convinzione dei vostri peccati passati, le parole saranno la confessione di quei peccati. Nel Nuovo Testamento la confessione è parte vitale del pentimento, e significa menzionare, chiamare per nome i peccati.

Ci è stato detto che se confessiamo i nostri peccati, Lui è fedele e giusto e ci perdona; ma ciò significa menzionare i peccati, essere specifici e non solo vaghi. Anziché dire: “Signore, mi pento di tutti i miei peccati” dobbiamo dire:

Ø      “Signore, confesso di aver fatto questo, quest’altro e quest’altro ancora.” I peccati devono essere confessati al Signore, ma serve anche  confessarli ad un altro cristiano: ci permette di portarli alla luce, e non ne avrete più paura perché ora ne potete parlare.

Ø      Se nella tua vita c’è qualcosa di cui non puoi parlare, significa che ancora non è stato perdonato. Una volta perdonato, potrai parlarne liberamente.

Chiamare i peccati per nome:

Confessare è importante, e non basta dire: “Signore, mi pento di tutti i miei peccati.” Dobbiamo chiamare i peccati col loro nome.

Ø      Quando qualcuno viene a chiederti di diventare cristiano, chiedigli:

Ø      “Vuoi essere salvato dai tuoi peccati?” Diranno sempre “Sì!” Allora rispondi:

Ø      “Da quali peccati vuoi essere salvato?” Diranno: “Da tutti,” cercando di mantenersi sul generico. Ma tu insisti: 

Ø      “Da quale vuoi essere salvato per primo?” Perché è importante aiutarli ad essere specifici e a non fare preghiere generiche. I peccati devono non solo essere menzionati, ma si deve anche rinunciare ad essi, dire che non avremo più nulla a che fare con gli stessi, che abbiamo finito di commetterli.

Fare questo ci aiuta in due modi:

Ø      innanzi tutto ad essere specifici, a risolvere il peccato in modo specifico:

Ø      ma ci porta anche ad essere responsabili, perché quando si confessa, si ammette la nostra responsabilità, e non puoi farti delle scuse. Non puoi dire “Ero stanco,” oppure “Sono stato fuorviato dagli amici.”

Ø      Quando confessi ammetti di aver fatto una scelta sbagliata e te ne assumi la responsabilità. É questo l’inizio della nuova vita: assumersi le nostre responsabilità e smetterla di accusare la nostra eredità e l'ambiente che ci circonda: "Sono quel  che sono perché l'ho scelto."

Ciascuno di noi è la persona che ha scelto di essere ed è santo quanto vuole esserlo, né più né meno. Chi ha più di 40 anni è responsabile del proprio volto. Molti possono permettersi di sorridere perché hanno meno di 40 anni, e fino ad allora avete il viso con cui siete nati. Ma dopo avrete quello che voi stessi vi siete dati, e che riflette la persona che avete scelto di essere.

è Quindi, la confessione dei peccati è importante.

è Ma non è ancora la fine del pentimento, che deve essere seguito dai fatti, e cioè dobbiamo correggere i peccati passati.  

I tre stadi del pentimento 

Ecco dunque i tre stadi del pentimento:

1.       La convinzione dei nostri peccati e  pensieri passati;

2.       La confessione dei peccati passati per mezzo di  parole;

3.     La correzione dei peccati passati attraverso le azioni.

L'esempio di Zaccheo: aveva ingannato molta gente prendendo loro più soldi del dovuto. Un giorno Gesù giunse a casa sua per pranzo, e lui

1)- cambiò modo di pensare, e si rese conto di ciò che aveva fatto; poi

2)- lo confessò in parole, dicendolo a Gesù. Quindi

3)- si pentì delle sue azioni dicendo “Ripagherò con l’interesse, quattro volte di più tutto quello che ho preso alla gente.” Si era pentito davvero!

Gesù gli disse: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa.”  

Esempi di vero pentimento:

A)    Una volta in Inghilterra ci fu un convegno sull’approfondimento della vita cristiana, e subito dopo l’ufficio postale esaurì tutti i bollettini di versamento: i credenti avevano rimborsato i loro debiti. Questo è pentimento, e significa correggere gli errori e i peccati del passato.

è Pentimento non significa dimenticare il passato, ma rimettere ordine dove è possibile – perché non sempre lo è.

B)    Una donna francese confessò a un predicatore di aver sparso maldicenza sulla gente del villaggio. Il predicatore le disse: “Devi fare una penitenza.” – “Farò qualsiasi cosa” rispose.

 “Vai a cercare una gallina, uccidila e spennala. Poi vai per il villaggio e getta tutte le piume in aria.” Lei lo fece, poi tornò dal pastore:

Ø      “Ora posso essere perdonata?” - “No, le rispose, c’è ancora un po’ di penitenza da fare. Ora vai a raccogliere le piume che hai sparso.” Lei andò per tutto il villaggio e ritrovò solo due piume: il vento le aveva sparse tutte via. Tornò dal predicatore dicendo che non avrebbe mai potuto ritrovarle tutte. E lui:

Ø      Non sarai mai capace di rimediare al danno che hai fatto a questo villaggio.”

È triste, ma ci molto molte cose che non potremo riparare;  in ogni caso, il pentimento include che dobbiamo riparare, dove è possibile, gli sbagli fatti.  
MARIOCAPALBO
00lunedì 26 marzo 2012 20:33

Tagliare il cordone ombelicale e i legami col regno di Satana 

Quando si mette ordine nel passato se ne ha grande sollievo, ed è importante arrivare alla conclusione appropriata. Ciò equivale al taglio del cordone ombelicale nel bambino.

Ø      Quando le persone giungono a Cristo, in genere ci sono una o due cose che le legano ancora al regno di Satana: magari una relazione sbagliata, o una brutta abitudine;

Ø      ma è necessario tagliare quel legame, riavvolgerlo, affinché Satana non abbia più niente in loro a cui attaccarsi.

Ø      La notte prima di morire Gesù disse una cosa sorprendente: “Satana non ha niente in Me.” Nessuno può dire la stessa cosa, perché Satana ci può accusare di diversi errori.  

Ciò vale anche nelle relazioni umane.

è Gesù disse a Pietro che doveva perdonare suo fratello 70 volte 7, ossia 490 volte; ma non intendeva certo che egli stesse a contarle, altrimenti, alla 490ª volta Pietro avrebbe potuto dire al fratello di essere arrivato al limite, e che poi non lo avrebbe perdonato più.

è Ma Gesù disse anche questa cosa che non sempre viene sottolineata:

q       Perdona tuo fratello 70 volte 7 - se si pente.”  Anche quel perdono dipende dal pentimento.

Consideriamo ora l'aspetto pratico di questa dichiarazione:  

Come aiutare la gente a pentirsi? Vorrei darvi tre consigli. Tutti i punti richiederanno del tempo, e forse questo è quello che ne richiede più degli altri tre, e che non va intrapreso di fretta, per non lasciare quel neonato spirituale con un handicap.  

I° - Il primo consiglio è aiutarli ad essere seri. Senza il timore ci può essere poco pentimento. E questa è spesso una dimensione mancante.

Ø      Il timore di Dio è l’inizio della sapienza. Ma noi aiutiamo la gente a diventare cristiana senza alcun timore di Dio, mentre è proprio questo il momento di parlare loro dell’inferno. Ora non c’è il tempo per addentrarci in questo argomento, ma nel mio paese l’inferno non lo si predica più già da molti anni, per cui il timore dell’inferno è quasi scomparso.

Ø      L’inferno tuttavia è la conseguenza e la destinazione del peccato, e la gente è aiutata a prendere i propri peccati sul serio quando mostriamo loro dove li conducono.

Ø      Fu proprio Gesù a parlarci dell’inferno; e mentre nell'Antico Testamento non vi è nessun riferimento, e lo troviamo poco nel resto del Nuovo Testamento, è proprio dalle labbra di Gesù che ne sentiamo parlare di più. Ce ne ha dato un’immagine viva: lo ha chiamato la Geenna - il nome di una valle poco fuori da Gerusalemme - una valle molto profonda e buia, talmente profonda che il sole non ne raggiunge il fondo, ed è il luogo dove gettavano tutta la spazzatura.

Ø      La porta che dava sulla parte sud di Gerusalemme si chiamava Porta della Spazzatura, e dice a cosa serviva: vi si raccoglievano tutti i rifiuti. Quando andai a Gerusalemme la prima volta vidi quella vallata, che è ancora una discarica di rifiuti. Dal fondo saliva un fumo bluastro, i vermi mangiavano  il cibo decomposto.

Gesù disse:

è Quando pensate all’inferno, pensate a una discarica in decomposizione, dove si gettano le cose non più utili.” Disse che l’inferno è per la gente non più utile a Dio. Ed è questa la cosa spaventosa: che uomini e donne creati a immagine di Dio diventino inutili per Lui: spazzatura nel suo universo.

è Gesù disse che qualsiasi sacrificio è meglio che andare in quel luogo. Ed è proprio in quella valle che avevano sacrificato dei bambini al dio pagano Moloc. Anche il corpo di chi era crocifisso veniva gettato in quella discarica. Era ciò che doveva succedere a Gesù se Giuseppe d’Arimatea non Gli avesse dato una tomba. E fu dal fondo di quella valle che un uomo cercò di impiccarsi: legò una corda  a un albero e si gettò nel burrone; ma la corda si ruppe, egli cadde sul fondo e gli si lacerò lo stomaco. Si chiamava Giuda Iscariota, uno dei 12 apostoli, e il suo corpo si trovò in fondo alla valle della Geenna. La Bibbia dice che andò nel luogo che gli competeva.

è Nella Bibbia la parola perire non significa cessare di esistere, ma non essere più utile a niente.  

L'inferno : conoscerlo per evitarlo

Una volta predicai ad un centinaio di cani. Mi credete? É la verità, perché ogni cane aveva portato un invitato cieco. Così la mia congregazione era composta per metà da ciechi e l’altra metà dai cani.

Tutto ciò che potevo vedere dal pulpito erano gli occhi dei cani che mi guardavano. Chiesi al Signore cosa predicare a quei non vedenti, ed Egli mi disse: “Predica sull’inferno” – “Ma sono ciechi, hanno  bisogno di conforto, di simpatia!” – “Predica sull’inferno!”

Ø      Presi un versetto dal Sermone della Montagna dove Gesù diceva: “É meglio perdere gli occhi e avere la vita che avere gli occhi e andare all’inferno!” E dissi a quelle persone cieche: “Pregate mai per quelli che possono vedere? Perché la maggior parte delle tentazioni passa dagli occhi!”

Ø      Tra loro c’era un’anziana signora di 84 anni, cieca dalla nascita, piena di amarezza e di risentimento. Ma per la prima volta in vita sua ebbe pietà di me perché vedevo. L’amarezza lasciò il suo cuore, diventò cristiana e tornò a casa in autobus cantando. Morì 4 giorni dopo, e la prima persona che abbia mai visto è stato Gesù. Sono contento di aver predicato sull’inferno, perché aiuta la gente ad essere seria, dato che i nostri peccati possono renderci dei rifiuti inutili nell’universo di Dio.

La cosa più terribile che possa capitare a un essere umano è diventare inutile per Dio, per questo dobbiamo aiutare la gente ad essere seria, a ricordare che un giorno sarà loro chiesto di rendere conto del modo in cui hanno vissuto.

è Secondo il Nuovo Testamento è stato registrato un libro riguardo alla tua vita e alla mia, dove sta scritto tutto ciò che abbiamo detto, fatto o sentito. Un giorno quel libro sarà aperto, e il ricordo sarà per noi un’esperienza agghiacciante, perché sulla base di quanto è scritto lì sopra Dio ci giudicherà, ritenendoci responsabili delle nostre azioni. Questo aiuterà la gente ad essere seria e produrrà un salutare timore di Dio, che conduce anche al pentimento.  

II° - La seconda cosa da fare per aiutare la gente a pentirsi è aiutarla ad essere specifica, e vi sono tre modi:

1.      Avere una conversazione diretta e guidata: “Da quali peccati vuoi essere salvato? Qual è il tuo peccato peggiore? Quale quello di cui sei più consapevole? E quello che vorresti fosse tolto dalla tua vita?”

Una conversazione guidata può condurre alle radici di peccato. A volte può esser d'aiuto anche fare un elenco di peccati. Nel Nuovo Testamento troviamo una serie di elenchi, e se li mettiamo insieme troveremo almeno 120 cose che Dio considera peccato. Talvolta può esser utile mostrare quegli elenchi alla gente.

2.      Un altro modo è fare affidamento – o dipendere – sullo Spirito Santo, affinché vi dia una parola di conoscenza che metta il dito sul peccato.     

Una volta venne da me una ragazza e mi chiese di pregare per ricevere la pienezza dello Spirito Santo. Lo feci, e non successe niente. “

      Deve esserci un blocco. Preghiamo perché lo Spirito Santo ce lo riveli." Dopo una breve preghiera lei disse: “So qual è il blocco.” Se ne andò e si recò in macchina presso il grande magazzino dove aveva lavorato in precedenza. Andò dal direttore e gli diede 5 dollari, dicendo di aver rubato una volta una spilla di quel valore. L’uomo imbarazzato le disse che quella cifra era piccola e non importava che la restituisse, ma lei rispose che altrimenti non poteva ricevere lo Spirito Santo!” Poi tornò alla riunione, e fu ripiena e traboccante di Spirito Santo. E tutto quel blocco per una spilla di 5 dollari. 

è Dobbiamo essere specifici: non è il peccato in generale a separarci da Dio, ma dei peccati specifici. Per questo dobbiamo aiutare le persone ad essere serie, specifiche ed infine sensate.  

É anche possibile prendere il pentimento in modo sproporzionato, e ciò può avvenire in due modi:

1.      Nelle emozioni che possono seguire. Possiamo passare dal senso di colpa morale a quello psicologico, e questo tipo di colpevolezza è un peso enorme da portare.

Una cosa è confessare una colpa morale: “ho sbagliato e devo essere perdonato, e il peccato sarà dimenticato.”

Ma con la colpa psicologica non puoi fare così: è come una valanga che precipita a valle, che diventa sempre più grande – e la colpa si appesantisce sempre più, finché la persona arriva a pensare di essere talmente malvagia da non poter essere perdonata.

Dobbiamo quindi aiutare la gente a non permettere che le emozioni relative al pentimento vadano fuori dal loro controllo.  

2.      Non tutto potrà essere riparato. Un altro punto in cui potremmo essere un po’ ridicoli è negli atti del pentimento.

- È giusto correggere il passato, ma non potremo ripararlo tutto; e poi ci sono cose che non dovremmo rimettere a posto, e c’è bisogno di saggezza per discernere la differenza. Ve lo insegno con un esempio.

Ø      Un giorno, al termine di un incontro, un uomo venne a confarmi di aver commesso adulterio. Dopo il matrimonio era stato infedele verso la moglie. Mi chiese se avrebbe dovuto dirlo alla moglie. Qui c’era una complicazione: la moglie soffriva di una grave malattia mentale cronica, ed era ricoverata in ospedale. Era ridotta come una bambina, ma lui era pronto a parlarle della sua infedeltà. Pregammo per conoscere da Dio il da farsi, e Lui ci comunicò che lei era come una bambina, e non le si poteva parlare di adulterio. E la cosa fu sistemata.  

Il pentimento non è un qualcosa che si fa una volta per tutte, e i cristiani scoprono che bisogna pentirsi di continuo:

Ø      più si avvicinano al Dio santo e più si sentono peccatori. Perciò, noi siamo sempre in procinto di pentirci: è il segreto della santità. Ma questo processo deve cominciare sin dall’inizio, ed è il primo passo per entrare nel Regno di Dio.

Gesù disse: “pentitevi e credete, perché il regno di Dio è alla vostra portata.” Il pentimento è il primo passo, ma non l’unico. Nel prossimo messaggio parleremo della fede.

 
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:28.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com