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. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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Ultimo Aggiornamento: 07/06/2017 17:34
07/06/2017 17:32


Catechesi sull Eucaristia | spiritualità


DIRETTORIO PER L’ADORAZIONE IN SPIRITO E VERITA’ 
di  San Pietro Giuliano Eymard

 


L'Adorazione Eucaristica ha per og¬getto la Persona Divina di Gesù Cristo, presente nel SS.mo Sacramento. Egli c'è, vivente e vuole che noi gli parliamo; a sua volta Egli parlerà a noi. Tutti possono par¬lare a Gesù; non è forse là per tutti? Non disse egli: "Venite a Me, voi tutti"?
Questo colloquio che s'intreccia tra l'a¬nima e Nostro Signore è appunto la vera meditazione eucaristica, è l'adorazione.
L'adorazione è una Grazia per tutti. Ma per non sprecarla e non cadere nella dis¬grazia di farla per abitudine, e per evitare l'aridità dello spirito e del cuore, gli ado¬ratori devono ispirarsi all'attrattiva parti¬colare della Grazia, ai misteri della vita di Nostro Signore, della SS.ma Vergine, o alle virtù dei Santi, con lo scopo di onorare il Dio dell'Eucaristia per tutte le virtù della sua vita mortale, e per le virtù di tutti i San¬ti, dei quali Egli fu un tempo la Grazia e il fine, ed è ora la corona di gloria.
Calcolate quell'ora di adorazione che vi è toccata, come un'ora di Paradiso; an¬dateci come si va al Cielo, come si va al banchetto divino, ed essa sarà desiderata, e salutata con trasporto. Alimentatene soa¬vemente il desiderio nel vostro cuore. Dite a voi stesso: "Per quattr'ore, per due, per un'ora io starò ad un'udienza di Grazia e di amore, presso il Signore; è stato Lui ad invitarmi, ora mi attende, mi desidera".
Quando vi capitasse un'ora che costa fatica al corpo, rallegratevi, il vostro amo¬re sarà più grande perché sarà più soffe¬rente: è un'ora privilegiata, la quale sarà contata per due.
Quando per infermità, per malattia o per impossibilità non vi è possibile fare la vostra ora di adorazione, lasciate che per un momento il vostro cuore si rattristi, poi mettetevi in adorazione spirituale, in unio¬ne con quelli che in quel frattempo si de¬dicano all'adorazione. Allora nel letto del vostro dolore, in viaggio, o durante l'occu¬pazione che avete tra mano, state in più concentrato raccoglimento; e riceverete il medesimo frutto che se aveste potuto ado¬rare ai piedi del Buon Maestro: quest'ora sarà computata a vostro favore, e forse sa¬rà anche raddoppiata.
Andate dal Signore così come siete; la vostra meditazione sia naturale. Attingete dal vostro patrimonio individuale di pietà e di amore, prima di pensare a servirvi dei libri; amate il libro inesauribile dell'umiltà amorosa. È certo buona cosa che un buon libro vi accompagni, per rimettervi in carreggiata quando lo spinto volesse sviarsi e i sensi assopirsi; ma tenete bene a mente che il nostro Buon Maestro preferisce la povertà del nostro cuore anche ai più su¬blimi pensieri ed affetti presi in prestito da altri.
Sappiate che Gesù vuole il vostro cuo¬re, non quello degli altri; vuole il pensiero e la preghiera di questo cuore, come es¬pressione naturale del nostro amore per Lui. Il non voler andare da Nostro Signore con la propria miseria o povertà umiliata, spesso è frutto di un sottile amor proprio, d'impazienza e di pigrizia; eppure e pro¬prio quello che nostro Signore preferisce, ama e benedice più di ogni altra cosa.
Attraversate giornate di aridità? Glo¬rificate la Grazia di Dio, senza la quale voi non potete nulla. Rivolgete allora la vostra anima al cielo, come il fiore allo spuntar del sole apre il suo calice, per accogliervi la rugiada benefica.
Vi trovate in uno stato d'impotenza as¬soluta? Lo spirito è nell'oscurità, il cuore sotto il peso del proprio nulla, il corpo è sofferente? Fate allora l'adorazione del po¬vero; uscite dalla vostra povertà e andate a posarvi in Gesù. Offritegli la vostra pover¬tà affinché egli l'arricchisca: è questo un capolavoro degno della sua gloria.
La tentazione, la tristezza vi travaglia? Tutto vi disgusta, tutto vi porta a trala¬sciare l'adorazione, sotto il pretesto che of¬fendereste Dio, che lo disonorereste anzi¬ché servirlo? Non ascoltate questa specio¬sa tentazione. In tal caso voi farete l'adora¬zione del combattimento e della fedeltà a Gesù, contro voi stesso. No, no, che voi non gli fate dispiacere; anzi lo rallegrate, il vostro Buon Maestro che vi guarda, Lui che ha permesso a satana di turbarvi. Egli vuole da voi l'omaggio della perseveranza, fino all'ultimo minuto del tempo che noi dobbiamo consacrargli.
La confidenza, dunque, la semplicità e l'amore vi accompagnino sempre nell'ado¬razione.
Volete essere fortunato in amore? Vivete continuamente nella bontà di Gesù Cristo, che è sempre nuova per voi; seguite in Gesù il dramma del suo amore, contemplate la bellezza delle sue virtù, la luce del suo amore, piuttosto che i suoi ar¬dori: in noi il fuoco dell'amore passa pre¬sto ma la verità di esso rimane. Cominciate tutte le vostre adorazioni con un atto di amore, e aprite deliziosa¬mente la vostra anima alla sua azione di¬vina. Sovente nell'adorazione vi fermate a mezza strada, il motivo è che voi avete co¬minciato da voi stesso; e anche se comin¬ciate da qualche altra virtù che non sia l'a¬more, voi sbagliate strada.
Forse che il bambino non abbraccia la mamma, prima di obbedirle? L'amore è la sola porta del cuore. Volete essere nobile in amore? Parlate all'Amore di lui stesso.
Parlate a Gesù del suo Padre Celeste, che Egli ama tanto, parlategli delle fatiche da Lui intraprese per la gloria del Padre: rallegrerete tanto il suo Cuore, ed Egli vi ripagherà con altrettanto amore.
Parlate a Gesù del suo amore per tutti gli uomini: si dilaterà il suo Cuore, si dila¬terà il vostro cuore di felicità e di amore.
Parlate a Gesù della sua Santa Madre da Lui amata così intensamente; gli rinno¬verete la felicità di sentirsi un buon figlio¬lo; parlategli dei suoi Santi, per glorificare la sua Grazia in loro.
Il vero segreto dell'amore è questo: ob¬liare se stesso, come San Giovanni Batti¬sta, per esaltare e glorificare il Signo¬re Gesù.
Il vero amore non guarda a ciò che dà, ma a quello che l'Amato merita.
Allora Gesù, contento di voi, vi parlerà di voi stessi. Vi dirà l'amore che sente per voi e il vo¬stro cuore si dilate¬rà ai raggi di questo sole, come il fiore, umido e infreddo¬lito dalla notte, che si schiude ai raggi dell'astro del giorno.
La sua dolce vo¬ce penetrerà l'ani¬ma vostra, come il fuoco penetra un corpo infiamma¬bile. E voi direte, con la Sposa del Cantico: "La mia anima si è liquefatta di felicità alla voce del mio diletto". Allora voi lo ascolterete in silenzio, e passerete all'azione più forte e soave dell'amore: voi vivrete in Lui.
Ciò che più tristemente impedisce lo sviluppo dell'amore e della Grazia in noi è questo, che non appena noi arriviamo ai piedi del Buon Maestro, incominciamo senz'altro a parlargli di noi, dei nostri pec¬cati, dei nostri difetti, della nostra povertà spirituale; ci affatichiamo insomma lo spi¬rito alla vista delle nostre miserie e ci rat¬tristiamo il cuore alla vista della nostra in¬gratitudine e della nostra infedeltà.
La tristezza conduce al dolore, il dolore allo scoraggiamento, e occorrerà poi molta umiltà e parecchio sforzo per districarsi da questo labirinto e ritrovarsi liberi in Dio.
Non fate più così. Siccome il primo movimento dell'anima influisce ordinaria¬mente su tutta l'azione, dirigetevi subito verso Dio e ditegli: "O buon Gesù, quanto sono contento e felice di venire a trovarti; di venire a passare quest'ora con Te, per dirti il mio affetto! Quanto sei buono per avermi chiamato! Quanto sei amabile, Tu che ami una creatura così povera come me! Oh, sì, io Ti voglio tanto bene! ".
L'amore allora vi ha già aperto la porta del Cuore di Gesù: entrate, amate, adorate! Per adorare con frutto bisogna ricor¬darsi che Gesù è presente nell'Eucaristia, in Essa glorifica e continua tutti i misteri e tutte le virtù della sua vita mortale.
Bisogna pensare che l'Eucaristia è Ge¬sù Cristo passato, presente e futuro; che l'Eucaristia è l'ultimo stadio dello svolgi¬mento dell'Incarnazione e della vita mor¬tale del Signore; che Gesù ci dà in essa tutte le Grazie; che tutte le verità fanno capo all'Eucaristia, poiché essa è Gesù stesso. La SS.ma Eucaristia sia dunque il pun¬to di partenza per meditare i misteri, le vir¬tù e le verità della religione. Essa è il fuo¬co, le altre virtù sono soltanto dei raggi. Partiamo dal fuoco e irraggeremo.
Che cosa c'è di più semplice che il ve¬dere le analogie tra la nascita di Gesù nella stalla e la sua nascita sacramentale sull'al¬tare e nei nostri cuori?
Chi non vede che la vita nascosta di Nazaret continua nella Divina Ostia del Tabernacolo e che la Passione dell'Uomo¬Dio del Calvario si rinnova nel Santo Sa¬crificio, in ogni istante della sua durata e in tutti i luoghi del mondo?
Nostro Signore non è dolce ed umile di cuore nel Sacramento, come già lo fu du¬rante la sua vita mortale? Non è continua¬mente il Buon Pastore, il Consolatore, l'A¬mico del cuore?
Beata l'anima che sa trovare Gesù nel¬l'Eucaristia e nell'Eucaristia tutte le Cose!


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