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Sant’Agostino

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2016 09:58
19/09/2016 09:58

sull'adorazione eucaristica


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Sant’Agostino  

«Nemo autem illam carnem manducat, nisi prius adoraverit; peccemus non adorando”

Nessuno mangia questa carne senza prima adorarla; peccheremmo se non la adorassimo.

 

LETTERA 170

...Salutando la tua Carità nella pace del Signore, ti raccomandiamo e scongiuriamo di non soprassedere più oltre per insegnare ai tuoi ciò che hai appreso: che cioè esiste un Dio solo a cui si deve il culto chiamato con termine greco " latria " ( ) E' la stessa parola che ricorre anche nella Legge, dove sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e presterai culto a lui solo. Se diremo che è Dio solo il Padre, ci si risponderà che per conseguenza non si deve il culto al Figlio, ma una tale affermazione è empia. Se gli si deve il culto, come mai è dovuto a un Dio solo, se lo si deve tributare al Padre e al Figlio, se non perché l'unico Dio, al quale solo ci si comanda di prestare il culto di latria, si dice ch'è un solo Dio in modo che s'intenda anche il Padre e il Figlio, anzi anche lo Spirito Santo? Di lui infatti dice l'Apostolo: Non sapete che i vostri corpi sono tempio dello Spirito Santo, ch'è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete più a voi stessi? Siete stati infatti riscattati a caro prezzo. Glorificate Dio nel vostro corpo. Quale Dio dobbiamo glorificare se non lo Spirito Santo, di cui aveva detto che sono suo tempio i nostri corpi? Per conseguenza il culto di adorazione è dovuto pure allo Spirito Santo. Mi spiego: se ci venisse comandato di costruire un tempio in suo onore, come lo costruì Salomone di legno e di pietra, certo per il fatto che si edifica un tempio avremmo la prova irrefutabile che gli rendiamo il culto d'adorazione. Con quanto maggior ragione dobbiamo quindi rendere culto a Colui, per il quale non edifichiamo un tempio, ma di cui siamo tempio noi stessi?

Se quindi dobbiamo rendere e rendiamo il culto di adorazione al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, culto a proposito del quale è stato detto:Adorerai il Signore Dio tuo e a Lui solo presterai culto, senza dubbio il Signore Dio nostro, a cui solo dobbiamo servire per mezzo del culto, non è il Padre solo né il Figlio solo né lo Spirito Santo solo, ma è la stessa Trinità, che è un solo Dio, Padre Figlio e Spirito Santo. Non si deve supporre che il Padre sia la stessa persona del Figlio né lo Spirito Santo la persona del Padre o del Figlio, poiché nella Trinità il Padre è Padre solo del Figlio, il Figlio è Figlio solo del Padre, lo Spirito Santo è lo Spirito del Padre e del Figlio, ma a causa dell'unica e medesima natura e della vita inseparabile, l'uomo, per mezzo della fede che precede, intende per quanto è capace che la Trinità è l'unico Signore Dio nostro, di cui è stato detto: Adorerai il Signore Dio tuo e a lui solo renderai il culto, il Dio che l'Apostolo esalta dicendo: Poiché da lui in lui e per lui sono tutte le cose: a lui gloria nei secoli dei secoli! Amen ….

LETTERA 199

…Il Signore infatti promise al discendente di Abramo, anche mediante il giuramento, non i soli Romani, ma tutti i popoli. In virtù di tale promessa è ormai una realtà che alcuni popoli non soggetti al dominio di Roma hanno ricevuto il Vangelo e sono entrati a far parte della Chiesa, la quale produce frutti e cresce in tutto il mondo. Essa però ha ancora la possibilità di crescere fino a tanto che non si avveri la profezia riguardante Cristo fatta a proposito di Salomone, sua prefigurazione:Regnerà da un mare all'altro e dal fiume fino all'estremità della terra.Dal fiume vuol dire dal fiume in cui Cristo fu battezzato, poiché di lì cominciò il Vangelo; da un mare all'altro poi indica tutta la terra con tutte le genti, poiché è interamente circondata dall'Oceano. Altrimenti come potrà adempiersi la profezia che dice: Tutti i popoli da te creati, o Signore, verranno a prostrarsi in adorazione alla tua presenza? Ora, i popoli non verranno (davanti al Signore) lasciando le proprie sedi, ma professando la fede nelle proprie sedi. Dei credenti, infatti, il Signore ha detto: Nessuno può venire a me, se non gli sarà concesso dal Padre mio, e il Profeta dice: E lo adoreranno, ciascuno dalla propria sede, tutte le isole delle nazioni. Dice: tutte le isole, come per dire: " anche tutte le isole ", mostrando con ciò che non vi sarà regione in cui non sarà stabilita la Chiesa, dal momento che non sarà trascurata nessuna delle isole, alcune delle quali sono perfino in mezzo all'Oceano, e sappiamo che alcune di esse hanno già ricevuto il Vangelo. In tal modo per ognuna delle isole s'adempie la profezia che il suo regno si estenderà da uno all'altro mare, dal quale è circondata ciascuna isola, come anche s'adempie per tutta la terra, ch'è in un certo qual modo un'immensa isola, poiché anch'essa è circondata dall'Oceano. Sappiamo che la Chiesa è già arrivata fino alle coste occidentali dell'Oceano e arriverà in qualsiasi parte delle sue coste, dove non è ancora arrivata, producendo frutti e crescendo.

LIBRO XI

… Egli invece è il Dio degli dèi fedeli e sottomessi, che godono di assoggettare se stessi all'Uno anziché molti a sé e di adorare Dio anziché essere adorati in luogo di Dio.

…Non si è parlato dell'amore con cui sono amati e se anche l'amore è amato. È amato certamente. Lo proviamo dal fatto che esso è amato di più negli uomini che sono più rettamente amati. Non è giusto infatti considerare una persona buona quella che sa ciò che è bene ma quella che lo predilige. Perché dunque non sentiamo di amare in noi stessi l'amore stesso con cui amiamo ogni bene che amiamo? Vi è infatti un amore con cui si ama anche un oggetto che non si deve amare e l'uomo, il quale sceglie l'amore con cui si ama l'oggetto che si deve amare, odia in se stesso l'amore perverso. È possibile che si abbiano entrambi in una sola persona ed è un bene per l'uomo che mentre l'amore buono aumenta, l'altro diminuisca fino alla completa guarigione e ogni atto della nostra vita diventi un bene. Se fossimo bestie, ameremmo la nostra vita carnale e ciò che è conveniente alla sua facoltà sensitiva, essa sarebbe il bene che ci soddisfa e in vista di essa, giacché per noi sarebbe come un fine, non cercheremmo altro. E se fossimo alberi, non potremmo amare qualche cosa in base allo stimolo della sensazione, tuttavia sembrerebbe quasi che tendiamo allo scopo di produrre frutti nella maggiore abbondanza. Se fossimo terra, acqua, aria, fuoco o altro di simile senza senso e vita, non ci mancherebbe tuttavia la quasi tendenza ad occupare lo spazio stabilito per noi. Infatti le spinte dei pesi sono come gli amori dei corpi, sia che tendano al basso per gravità o all'alto per leggerezza. Come infatti il corpo dal peso, così lo spirito è portato dall'amore, in qualunque direzione sia portato. Noi siamo uomini creati a immagine del nostro Creatore che ha vera eternità, eterna verità, eterno e vero amore ed è egli stesso eterna vera amante Trinità senza commischianza e senza separazione. Ma anche le cose a noi inferiori non esisterebbero nel loro limite, non sarebbero contenute in una idea, non tenderebbero e non conserverebbero l'ordine loro assegnato, se non fossero create da lui che è, è sapiente, è buono al di là di ogni limite. Noi dobbiamo dunque, come percorrendo tutti gli esseri che ha creato con meraviglioso ordine fisso, cogliere le sue orme impresse dove più, dove meno. Ravvisando poi in noi stessi la sua immagine e rientrando in noi come il figliol prodigo del Vangelo, alziamoci in piedi e torniamo a lui, da cui ci eravamo allontanati peccando. In lui il nostro esistere non avrà fine, in lui il nostro conoscere non incorrerà nell'errore, in lui il nostro amare non incontrerà ripulsa. In questa vita noi riteniamo come certi questi tre valori e non li accettiamo per la testimonianza di altri, ma li avvertiamo in atto in noi stessi e li riconosciamo con lo sguardo interiore sommamente verace

DISCORSO 198

…Or dunque, come ci sono uomini superbi che pretendono di essere onorati loro stessi anziché Dio, così ci sono angeli superbi che pretendono di essere onorati loro stessi anziché Dio; e come ci sono uomini santi che preferiscono sia onorato Dio anziché loro stessi, così tutti gli angeli santi preferiscono che sia onorato Dio anziché loro stessi. E la stessa cosa noi crediamo senza ombra di dubbio nei riguardi dei martiri. Essi vogliono che ogni onore sia tributato a colui che loro stessi onorano, colui nel quale ambiscono d'essere amati. Quanto agli onori personali loro tributati dagli uomini, essi non solo non li accettano volentieri ma li rifiutano assolutamente. Su questo, conforme al dono che ci ha fatto il Signore, vi abbiamo proposto l'esempio, tratto dall'Apocalisse, di quell'angelo che non permise d'essere adorato dall'uomo ma volle che si adorasse Dio. Non temete dunque, fratelli, che se adorate con culto religioso solamente Dio, rechiate dispiacere a qualcuno dei santi angeli o a qualche martire. In questo infatti potreste regolarvi secondo quanto vi suggerisce la vostra mentalità carnale  e misurarvi su voi stessi. A voi, per esempio, si offre la possibilità di fare, personalmente, sfoggio di superbia, e voi vi rallegrate non perché siete uniti a Dio o perché Dio viene onorato in voi, ma perché siete onorati voi in voi stessi e per voi stessi, di modo che, se quell'onore vi mancasse, voi ne sareste rattristati. Allo stesso modo potreste pensare che i santi angeli o i santi martiri godano così degli omaggi che ricevono dagli uomini ed esigano venga tributato loro quel culto religioso che spetta a Dio. Se così fosse, con estrema facilità cadreste nell'inganno sedotti dai pagani, e vi allontanereste le mille miglia dal Signore vostro Dio, che ci ha dato questo precetto: Adorerai il Signore tuo Dio e lui solo servirai. Volete onorare con animo tranquillo i santi angeli e i santi martiri? Onorate colui nel quale, esclusivamente, essi vogliono essere onorati. Se infatti sono santi, essi si adireranno contro di voi qualora onoriate la loro persona e non colui dal quale unicamente anche essi, come voi, ricevettero la grazia per conseguire la beatitudine. Siccome dunque sono santi, non vogliate contrariarli in alcuno modo, pretendendo di onorare le loro persone ed escludendo Dio. Onorando infatti Dio, voi onorate tutti coloro che sono uniti a Dio con devoto amore e santa adesione. Che se invece [quel vostro mediatore] si adirasse perché non è lui ad essere onorato attraverso alcuni riti misteriosi a lui riservati, certo si tratta di quel trasgressore superbo e mediatore falso, che si trasforma in angelo di luce. Ora, se è stato costui a fuorviarti facendoti volgere verso di sé, egli ti ha precluso la via [della salvezza]. Attraverso lui non solo non potrai raggiungerla, ma sarà proprio per causa sua che non ti sarà consentito di raggiungerla.

SUL SALMO 96

…Colui che dovette stare in piedi dinanzi al giudice, che fu schiaffeggiato, flagellato, coperto di sputi, coronato di spine, percosso, sospeso ad un patibolo, che fu insultato finché non morì, e che, morto in croce, fu trafitto dalla lancia e cacciato nel sepolcro, costui è risuscitato. Il Signore ha regnato. Si accaniscano pure contro di lui i regni del mondo con tutte le loro forze: cosa potranno fare al re dei regni, al padrone di tutti i re, al creatore di tutti i secoli? Lo si disprezzerà perché volle apparire tanto sottomesso, tanto umile? Fu un tratto di misericordia, non un indizio d'impotenza: apparve umile perché noi lo accogliessimo. Ma guardiamolo adesso! Il Signore ha regnato: esulti la terra, si allietino le molte isole! Così veramente, poiché la parola di Dio è stata annunziata non solo nei continenti ma anche nelle isole che si trovano in mezzo al mare. Pullulano anch'esse di cristiani, di servi di Dio. Non costituisce, infatti, il mare una barriera per colui che creò il mare. Dove possono giungere le navi non vi potranno arrivare le parole del Signore? Le isole sono piene di cristiani. Per " isole " poi, in un linguaggio figurato, si potrebbero intendere anche le varie chiese. Perché isole? Perché sono attorniate dai flutti di ogni sorta di tentazioni. Ma, osservate l'isola. Può essere sferzata dalle onde che le rumoreggiano tutt'intorno, ma non può essere squarciata; sarà lei anzi a squarciare le onde che le si avventano contro, e non le onde che squarciano l'isola. Così è delle Chiese di Dio sparse in tutta la terra. Hanno subito le persecuzioni degli infedeli, che rabbiosi si avventavano contro di loro da ogni parte; eppure, eccole salde, queste isole, e il mare si è ormai placato! Si allietino le molte isole.

" Noi non veneriamo i demoni. Quelli che voi chiamate angeli, le potenze del Dio grande e i ministri del Dio grande, ecco cosa adoriamo anche noi ". Oh, se davvero voleste venerare questi angeli! Imparereste da loro, e con grande facilità, che non a loro si deve indirizzare il culto. Ascoltate l'insegnamento di un angelo! Sta ammaestrando un discepolo di Cristo e gli mostra molti segni prodigiosi, come racconta l'Apocalisse di Giovanni. Quel discepolo, alla vista d'un miracolo mostratogli in visione, rimase atterrito e si buttò ai piedi dell'angelo. Ma l'angelo, che non ambiva ad altro che alla gloria del suo Signore, gli disse: Alzati! Cosa stai facendo? Adora lui. Io infatti sono un servo di Dio come te e come i tuoi fratelli

…Io affermo: Voi siete degli dèi; figli dell'Altissimo voi tutti. E ancora:Dio sta nell'assemblea degli dèi; egli, nel mezzo, opera la distinzione tra gli dèi. Il nostro Signore Gesù Cristo è stato innalzato al di sopra di tutti gli esseri. Non solo al di sopra degli idoli o dei demoni, ma anche al di sopra dei giusti. Né basta, egli è innalzato al di sopra di tutti gli angeli. Che vorrebbe dire, se no, il testo: Adoratelo voi tutti, o angeli suoiA dismisura è stato esaltato sopra tutti gli dèi.

SUL SALMO 137

…Adorerò presso il tuo tempio santo. Qual è questo tuo santo tempio? Quello in cui abiteremo, in cui adoreremo. Alla sua adorazione tende infatti la nostra corsa. Il nostro cuore è gravido, sul punto di partorire, e cerca un posto per partorire. Orbene, quale sarà il luogo dove Dio deve essere adorato? Qual è quel mondo o quell'edificio o quel trono in cielo e fra le stelle? Lo cercheremo ricorrendo alle Sacre Scritture, e la risposta sarà nelle parole della Sapienza, là dove dice: Io ero con lui; io ero colei di cui egli si compiaceva quotidianamente. Ci elenca poi le sue opere e ci indica quale sia il trono di Dio. Qual è? Continua: Quando formava grosse nubi in alto, quando separava la sua sede sopra i venti. Ora sua sede è lo stesso che suo tempio. Dove andremo dunque? Dovremo proprio adorarlo al di sopra dei venti? Se Dio è da adorarsi al di sopra dei venti, in questo ci vincono gli uccelli. Per " venti " si possono però intendere le anime, cioè col nome " venti " si indicano le anime, come dice in un passo la Scrittura: Ha volato sopra le penne dei venti, dov'è da intendersi che ha volato al di sopra delle risorse dell'anima. In forza di questa ampiezza di significato diciamo che l'anima è un soffio divino, una specie di vento: certo non dello stesso genere del vento che sentiamo quando sbatacchia qua e là gli oggetti ma indicando con tale nome una realtà invisibile, che cioè non si riesce a vedere con gli occhi, né a udire con gli orecchi né a sentire col naso, né a gustare con la gola, né a toccare con le mani. Quel che infatti chiamiamo anima è una energia vitale che ci fa vivere. Se prendiamo " i venti " in questo senso, non occorre che supponiamo delle penne materiali, per volare a somiglianza degli uccelli al tempio di Dio e là adorarlo. Ci accorgeremo, viceversa, che, supposta naturalmente la nostra intenzione di essere suoi fedeli, è su di noi stessi che Dio ha la sua sede. Vedete se non sia proprio questo il senso delle parole dell'Apostolo: È santo il tempio di Dio, che siete voi.Sicuramente (è cosa evidente) Dio abita negli angeli. Da cui segue che, quando il nostro godimento proviene non da beni materiali ma da realtà spirituali e da esse trae motivo per innalzare il cantico a Dio salmodiando in compagnia degli angeli, allora tempio di Dio è la stessa assemblea degli angeli, e in quel tempio noi lo adoriamo. C'è una Chiesa di quaggiù e una Chiesa di lassù. La Chiesa di quaggiù è l'insieme dei fedeli, la Chiesa di lassù è l'insieme degli angeli. Alla Chiesa di quaggiù scese il Signore degli angeli: colui che, mentre si faceva nostro servo, veniva servito dagli angeli. Diceva: Non son venuto per essere servito ma per servire. In che cosa si è reso nostro servo, se non donandoci quello che anche oggi mangiamo e beviamo? Che se il Signore degli angeli s'è fatto nostro servo, non disperiamo di diventare un giorno simili agli angeli. Chi era più grande degli angeli discese a fianco dell'uomo; il Creatore degli angeli assunse la natura dell'uomo e il Signore degli angeli per l'uomo morì. Per tutto questo io adorerò presso il tuo santo tempio, e per tuo tempiointenderò non un tempio eretto da mani di uomo ma quello stesso tempio che tu stesso ti sei eretto.

E confesserò al tuo nome, nella tua misericordia e nella tua verità. Per queste due cose noi confessiamo. Così si legge anche nell'altro salmo:Tutte le vie del Signore sono misericordia e verità. Per queste due cose noi confessiamo: Nella tua misericordia e nella tua verità. Per la misericordia verso i peccatori volgesti a noi lo sguardo, per la verità ti mantenesti fedele alle promesse. Ebbene, io confesserò a te per la tua misericordia e la tua verità. E secondo questi due atteggiamenti io secondo le mie forze vorrò comportarmi: userò misericordia e verità, misericordia nel soccorrere, verità nel giudicare. Se con tali risorse Dio ci viene in aiuto, con le stesse noi ci meritiamo Dio [in premio]. A buon diritto quindi misericordia e verità son tutte le vie del Signore. Non ci sono altre vie per le quali egli possa venire a noi; non ci sono altre vie per le quali noi possiamo andare a lui.

LA VERA RELIGIONE

…Guardiamoci dunque dal servire la creatura invece del Creatore, dal perderci dietro alle nostre fantasie: in questo consiste la perfetta religione. Infatti, se stiamo vicini al Creatore eterno, necessariamente anche noi saremo resi eterni. Ma l'anima, sommersa e avvolta dai peccati, di per se stessa non sarebbe capace né di scorgere né di raggiungere questa meta, poiché non troverebbe tra le realtà umane nessun punto d'appoggio che le consenta di afferrare quelle divine e attraverso il quale, perciò, l'uomo possa cercare di innalzarsi dalla vita terrena alla somiglianza con Dio. Per questo motivo l'ineffabile misericordia divina viene in aiuto in parte di ciascun uomo, in parte dello stesso genere umano, secondo un'economia di ordine temporale, per mezzo di creature mutevoli ma sottomesse alle leggi eterne, allo scopo di ricordare loro la loro primitiva e perfetta natura. Un aiuto di tal genere è ai nostri tempi la religione cristiana nella cui conoscenza e pratica è la garanzia assoluta della salvezza.

…Se invece l'anima, finché è nello stadio della vita umana, riesce a vincere quei desideri che ha alimentato a suo danno godendo delle cose mortali e, per vincerli, confida nell'aiuto della grazia di Dio, che serve con la mente e la buona volontà, senza dubbio sarà rigenerata e dalla molteplicità delle cose mutevoli sarà riportata all'Uno immutabile e, rinnovata dalla Sapienza non creata  ma che crea tutte le cose, godrà di Dio per virtù dello Spirito Santo, che è suo dono. Così si forma l'uomo spirituale che tutto giudica senza essere giudicato da nessuno, che ama il Signore Dio suo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente, e il suo prossimo non secondo la carne ma come se stesso. Ama se stesso secondo lo spirito chi ama Dio a partire da tutto ciò che in Lui vive. In questi due precetti, infatti, è contenuta tutta la Legge e i Profeti.

…dopo la morte fisica, che è un effetto del peccato originale, questo corpo, a suo tempo e nel suo ordine, sarà restituito alla sua primitiva stabilità, condizione però che non avrà da se stesso ma dall'anima divenuta stabile in Dio. Essa, a sua volta, non è stabile per se stessa, ma per virtù di Dio di cui gode. Perciò sarà più vigorosa del corpo; il corpo infatti trarrà il suo vigore da essa ed essa dalla verità immutabile, che è il Figlio unigenito di Dio. Così anche il corpo avrà vigore in virtù del Figlio di Dio, perché tutto esiste per mezzo di Lui. Per il dono di sé, che è concesso all'anima, cioè per lo Spirito Santo, non soltanto l'anima, che lo riceve, ottiene la salvezza, la pace e la santità, ma anche il corpo avrà la vita e diventerà purissimo nella sua natura. Infatti Egli stesso ha detto: Purificate ciò che è interno, e anche ciò che è esterno sarà puro. E l'Apostolo aggiunge: Darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Tolto dunque il peccato, sarà tolta anche la pena del peccato: e allora che ne è del male? Morte, dov'è la tua forza? Dov'è il tuo pungiglione? L'essere infatti vince il nulla e così la morte sarà riassorbita nella sua vittoria.



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