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Misericordia e Missione

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2016 11:23
10/03/2016 11:23

Sabato, 30 gennaio 2016

GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA


PAPA FRANCESCO


UDIENZA GIUBILARE


Sabato, 30 gennaio 2016


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Misericordia e Missione

Cari fratelli e sorelle,

entriamo giorno dopo giorno nel vivo dell’Anno Santo della Misericordia. Con la sua grazia, il Signore guida i nostri passi mentre attraversiamo la Porta Santa e ci viene incontro per rimanere sempre con noi, nonostante le nostre mancanze e le nostre contraddizioni. Non stanchiamoci mai di sentire il bisogno del suo perdono, perché quando siamo deboli la sua vicinanza ci rende forti e ci permette di vivere con maggiore gioia la nostra fede.

Vorrei indicarvi oggi lo stretto legame che intercorre tra la misericordia e la missione. Come ricordava san Giovanni Paolo II: «La Chiesa vive una vita autentica, quando professa e proclama la misericordia e quando accosta gli uomini alle fonti della misericordia» (Enc. Dives in misericordia, 13). Come cristiani abbiamo la responsabilità di essere missionari del Vangelo. Quando riceviamo una bella notizia, o quando viviamo una bella esperienza, è naturale che sentiamo l’esigenza di parteciparla anche agli altri. Sentiamo dentro noi che non possiamo trattenere la gioia che ci è stata donata: vogliamo estenderla. La gioia suscitata è tale che ci spinge a comunicarla.

E dovrebbe essere la stessa cosa quando incontriamo il Signore: la gioia di questo incontro, della sua misericordia, comunicare la misericordia del Signore. Anzi, il segno concreto che abbiamo davvero incontrato Gesù è la gioia che proviamo nel comunicarlo anche agli altri. E questo non è “fare proselitismo”, questo è fare un dono: io ti do quello che mi dà gioia. Leggendo il Vangelo vediamo che questa è stata l’esperienza dei primi discepoli: dopo il primo incontro con Gesù, Andrea andò a dirlo subito a suo fratello Pietro (cfrGv 1,40-42), e la stessa cosa fece Filippo con Natanaele (cfr Gv 1,45-46). Incontrare Gesù equivale a incontrarsi con il suo amore. Questo amore ci trasforma e ci rende capaci di trasmettere ad altri la forza che ci dona. In qualche modo potremmo dire che dal giorno del Battesimo viene dato a ciascuno di noi un nuovo nome in aggiunta a quello che già danno mamma e papà, e questo nome è “Cristoforo”: tutti siamo “Cristofori”. Cosa significa? “Portatori di Cristo”. E’ il nome del nostro atteggiamento, un atteggiamento di portatori della gioia di Cristo, della misericordia di Cristo. Ogni cristiano è un “Cristoforo”, cioè un portatore di Cristo!

La misericordia che riceviamo dal Padre non ci è data come una consolazione privata, ma ci rende strumenti affinché anche altri possano ricevere lo stesso dono. C’è una stupenda circolarità tra la misericordia e la missione. Vivere di misericordia ci rende missionari della misericordia, ed essere missionari ci permette di crescere sempre più nella misericordia di Dio. Dunque, prendiamo sul serio il nostro essere cristiani, e impegniamoci a vivere da credenti, perché solo così il Vangelo può toccare il cuore delle persone e aprirlo a ricevere la grazia dell’amore, a ricevere questa grande misericordia di Dio che accoglie tutti.



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