Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

La Divina Misericordia e l'EUCARISTIA

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2016 09:16
07/04/2015 13:12

Come si colloca l’Eucaristia nel disegno divino della salvezza? Nell’Antica Alleanza l’Eucaristia è preannunziata soprattutto nella cena pasquale annuale, celebrata ogni anno dagli Ebrei con pani azzimi, a ricordo dell’improvvisa e liberatrice partenza dall’Egitto. Gesù l’annuncia nel suo insegnamento e la istituisce celebrando con i suoi Apostoli L’Ultima Cena durante un banchetto pasquale. La Chiesa, fedele al comando del Signore: “Fate questo in memoria di me” (1Cor11,24), ha sempre celebrato l’Eucaristia, soprattutto la domenica, giorno della risurrezione di Gesù.


Perché l’Eucaristia è “pegno della gloria futura”? Perché l’Eucaristia ci ricolma di ogni grazia e benedizione del Cielo, ci fortifica per il pellegrinaggio di questa vita e ci fa desiderare la vita eterna unendoci gia a Cristo asceso alla destra del Padre, alla Chiesa del cielo, alla beatissima Vergine e a tutti i Santi.


Nell’Eucaristia noi spezziamo “l’unico pane, che è farmaco d’immortalità, antidoto per non morire, ma per vivere in Gesù Cristo per sempre” (sant’Ignazio d’Antiochia).


Come si svolge la celebrazione dell’Eucaristia? Si svolge in due grandi momenti, che formano un solo atto di culto: la liturgia della Parola, che comprende la proclamazione e l’ascolto della Parola di Dio; la Celebrazione Eucaristica, che comprende la presentazione del pane e del vino, la preghiera o anafora, che contiene le parole della consacrazione, e la comunione.


Chi è il ministro della celebrazione dell’Eucaristia? È il sacerdote (Vescovo o presbitero), validamente ordinato, che agisce nella Persona di Cristo Capo e a nome della Chiesa.


Quali sono gli elementi essenziali e necessari per realizzare l’Eucaristia? Sono il pane di frumento e il vino della vite.


In che senso l’Eucaristia è memoriale del sacrificio di Cristo? L’Eucaristia è memoriale nel senso che rende presente e attuale il sacrificio che Cristo ha offerto al Padre, una volta per tutte, sulla Croce in favore dell’umanità. Il carattere sacrificale dell’Eucaristia si manifesta nelle parole stesse dell’istituzione: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi” e “Questo calice è la nuova alleanza nel mio Sangue, che viene versato per voi” (Lc22,19-20). Il sacrificio della Croce e il sacrificio dell’Eucaristia sono un unico sacrificio. Identici sono la vittima e l’offerente, diverso è soltanto il modo di offrirsi: cruento sulla Croce, incruento nell’Eucaristia.


In che modo la Chiesa partecipa al Sacrificio Eucaristico? Nell’Eucaristia, il sacrificio di Cristo diviene pure il sacrificio delle membra del suo Corpo. La vita dei fedeli, la loro lode, la loro sofferenza, la loro preghiera, il loro lavoro sono uniti a quelli di Cristo. In quanto sacrificio, l’Eucaristia viene anche offerta per tutti i fedeli vivi e defunti, in riparazione dei peccati di tutti gli uomini e per ottenere da Dio benefici spirituali e temporali. Anche la Chiesa del cielo è unita nell’offerta di Cristo.


Che casa significa transustanziazione? Transustanziazione significa la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le “specie eucaristiche”, rimangono inalterate.


La frazione del pane divide Cristo? La frazione del pane non divide Cristo: egli è presente tutto e integro in ciascuna specie eucaristica e in ciascuna sua parte.


Fino a quando continua la presenza eucaristica di Cristo? Essa continua finché sussistono le specie eucaristiche.


Perché l’Eucaristia è il banchetto pasquale? L’Eucaristia è il banchetto pasquale, in quanto Cristo, realizzando sacramentalmente la sua Pasqua, ci dona il suo Corpo e il suo Sangue, offerti come cibo e bevanda, e ci unisce a sé e tra di noi nel suo sacrificio.


Che cosa significa l’altare? L’altare è il simbolo di Cristo stesso, presente come vittima sacrificale (altare-sacrificio della Croce) e come alimento celeste che si dona a noi (altare-mensa eucaristica).


Quando la Chiesa fa obbligo di partecipare alla santa Messa? La Chiesa fa obbligo di partecipare alla santa Messa ogni domenica e nelle feste di precetto, e raccomanda di parteciparvi anche negli altri giorni.


Quando si deve fare la santa Comunione? La Chiesa raccomanda ai fedeli che partecipano alla santa Messa di ricevere con le dovute disposizioni anche la santa Comunione, prescrivendone l’obbligo almeno a Pasqua.


Quando è possibile amministrare la santa Comunione agli altri cristiani? I ministri cattolici amministrano lecitamente la santa Comunione ai membri della Chiese Orientali che non hanno comunione piena con la Chiesa Cattolica, qualora questi lo richiedano spontaneamente e siano ben disposti.


Per i membri delle altre Comunità ecclesiali, i ministri cattolici amministrano lecitamente la santa Comunione ai fedeli, che in presenza di una grave necessità lo chiedano spontaneamente, siano ben disposti e manifestino la fede cattolica circa il Sacramento.


*************************


Dal Diario di Santa Faustina Kowalska


 Ora santa. Giovedì. In quell’ora di preghiera Gesù mi permise di entrare nel Cenacolo e fui presente a quello che avvenne là. Ciò che mi colpì più profondamente, fu il momento in cui Gesù prima della consacrazione innalzò gli occhi al cielo ed entrò in un misterioso colloquio col Padre Suo. Questo momento lo conosceremo adeguatamente solo nell’eternità. I suoi occhi erano come due fiamme, il volto raggiante, bianco come la neve, tutto l’aspetto maestoso, la sua anima piena di nostalgia. Nel momento della consacrazione, l’amore appagato riposò, il sacrificio era stato compiuto completamente. Ora avverrà soltanto la cerimonia esteriore della morte, la distruzione esteriore, ma l’essenza avviene nel Cenacolo. In tutta la mia vita non avevo avuto una conoscenza così profonda di questo mistero come in quell’ora di adorazione.


Oh, come desidero ardentemente che tutto il mondo conosca questo insondabile mistero!


22.III.1937. Durante la santa Messa ho visto Gesù inchiodato sulla croce fra grandi sofferenze. Un lamento sommesso usciva dal Suo Cuore e dopo un po’ mi ha detto: “Desidero, desidero ardentemente la salvezza delle anime. Aiutami, figlia Mia, a salvare le anime. Unisci le tue sofferenze alla Mia Passione ed offrile al Padre Celeste per i peccatori”.


 


 


 


********************************


 


 


 


 


 


IL RITO DELLA CELEBRAZIONE LITURGICA


 


Con il Battesimo entriamo a far parte della comunità dei Cristiani e siamo membra del corpo di Cristo, quando ci rechiamo in Chiesa andiamo ad unirci insieme al Capo del nostro Corpo Mistico, in questa unità ci dobbiamo lasciare travolgere nell’intimo e ci dobbiamo addestrare ad accogliere il dono del Signore che ci viene offerto.


[(Il Dio vicino, J. Ratzinger) Proprio in questa prospettiva dovremmo accostarci anche alla questione dell’intercomunione con la dovuta umiltà e pazienza. Non è compito nostro fare come se l’unità già ci fosse, dove, invece, non c’è ancora. L’eucaristia non è mai uno strumento che noi usiamo; essa è il dono del Signore, il cuore stesso della Chiesa, di cui noi non disponiamo. Qui non è in gioco un’amicizia personale, un certo grado soggettivo di fede, che noi peraltro non possiamo certo misurare, ma lo stare nell’unità dell’unica Chiesa nell’umile attesa che Dio stesso voglia donarsi. Invece di fare esperimenti e privare il mistero della sua grandezza, riducendolo a uno strumento nelle nostre mani, dovremmo anche noi imparare a celebrare l’eucaristia del desiderio e ad andare incontro nella preghiera comune e nella speranza a nuove forme di unità con il Signore. (Il Dio vicino, J. Ratzinger)].


Il messale ci ricorda anche l’importanza dei nostri atteggiamenti, (alcune indicazioni vengono riportate anche sui foglietti di sussidio alla Celebrazione liturgica) tutto ciò che accade nella Santa Messa ci riguarda e perciò la nostra partecipazione deve essere attiva, ci troviamo alla presenza di Dio e tutto il nostro essere deve essere degno, nella riverenza, nel rispetto, nella lode e nella preghiera; il nostro abbigliamento deve essere rispettoso ordinato pulito, le preghiere devono essere fatte con voce chiara concorde ed intelligibile; la partecipazione alle varie parti della Liturgia deve rispondere anche con gli atteggiamenti prescritti: in piedi, seduti, in ginocchio.


Ci riuniamo, con un canto, all’ingresso del sacerdote che si presenta con adeguate e solenni vesti liturgiche a richiamare l’immensità del Mistero che viene celebrato, per favorire l’unione dei fedeli ed introdurci a percepire il Mistero del Rito nel tempo liturgico o nella festività.


Il Segno della Croce: con il Segno della Croce esprimiamo i Due Misteri Principali della Fede: Unità e Trinità di Dio: nel nome della quale tutti i fedeli si radunano; Incarnazione, Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo, che viene celebrata nella Liturgia, per la nostra redenzione e salvezza.


Risponderemo Amen affermando la nostra Fede.


Il sacerdote richiamerà la presenza del Signore in ciascuno di noi e noi risponderemo “E con il tuo spirito”, affinché il Signore agisca nel cuore di ognuno con la sua onnipotenza. 


Atto penitenziale: per incontrare il Signore dobbiamo disporci con umiltà di cuore ed esprimere il pentimento per nostre colpe invocando e implorando la sua misericordia.


[(Il Dio vicino, J. Ratzinger) “Guarderanno a colui che hanno trafitto” (Gv19,37;Zac12,10) Questa potrebbe essere proprio la descrizione dell’orientamento interiore della nostra vita cristiana: che noi impariamo a guardare davvero e sempre di più a lui, a tenere fissi gli occhi del nostro cuore su di lui, a vederlo e a diventare per questo umili; a riconoscere i nostri peccati, a riconoscere come noi lo abbiamo colpito, come noi abbiamo ferito i nostri fratelli e, quindi, lui stesso; guardare a lui e, allo stesso tempo, diventare capaci di speranza, perché colui che è trafitto è colui che ama; guardare a lui e ricevere così la via della vita. O Signore, donaci di guardare a te e di trovare in questo la vera vita!  (Il Dio vicino, J. Ratzinger)].


Signore pietà! Cristo pietà! Signore pietà!


Il celebrante poi con una preghiera implora a Dio Onnipotente il perdono e la misericordia divina, (che non sostituisce la Confessione sacramentale).


Gloria a Dioquesto inno va assaporato in ogni sua parte nel proprio cuore per manifestare profondamente nel proprio intimo verso Dio la gioia, la lode, la glorificazione del Signore.


Si tralascia in Avvento per solennizzarlo nella S. Messa di Natale


 e in Quaresima per risaltarlo con gioia a Pasqua.


Preghiera o (Colletta) È la prima delle tre solenni preghiere sacerdotali dove il celebrante presenta a Dio Padre, nel nome di tutto il popolo, la preghiera di ognuno. Il sacerdote apre le braccia verso il Padre in atteggiamento di preghiera e dice “Preghiamo”, lasciando uno spazio di silenzio, perché i fedeli nel loro intimo si rivolgano a Dio esprimendo la propria preghiera personale.


La Colletta si chiama così perché raccoglie la preghiera d’ogni fedele, il sacerdote quindi formula la preghiera che esprime il carattere della celebrazione ed il popolo risponde: Amen.


Liturgia della Parola - la Parola di Dio


In principio era il verbo e il Verbo era presso Dio  e il Verbo era Dio. (Gv.1,1)


La Parola di Dio va proclamata, il lettore si fa portavoce di Dio.


Ogni fedele evitando distrazioni e rumori si pone in rispettoso ascolto, per poter gustare, capire, imparare, nutrirsi e assimilare la verità di Dio. Dio parla al suo popolo, lo nutre spiritualmente con il suo amore, lo ammaestra, lo illumina insegnandogli la via della salvezza.


 


 


 


La Liturgia della Parola è costituita:


dalla Prima Lettura: dall’Antico Testamento, si riferisce al brano del Vangelo, (nel Tempo di Pasqua la Prima Lettura deriva dagli Atti degli Apostoli).


dai Salmi la preghiera umile: d’invocazione, di lode, di supplica, che risponde alla Prima Lettura, e della quale uniti acclameremo il ritornello, appunto del Salmo Responsoriale.


la Seconda Lettura ci presenta la vita della Chiesa nella testimonianza Apostolica ed è tratta dagli Atti degli Apostoli, dalle Lettere e dall’Apocalisse


Il Vangelo Gesù è presente nella sua Parola.


Ci si alza in piedi per ascoltare il Vangelo, il quale viene acclamato con il canto ed una preghiera, l’inchino, l’incensazione del libro sacro, il bacio del libro sacro, ci mettiamo in religioso ascolto, accogliendo la Parola di Gesù il quale è il Maestro, è il Signore, Egli ci parlerà con autorità: allora ci tracciamo un segno di Croce sulla fronte, per assimilare il suo insegnamento nella nostra mente; un segno di Croce sulle nostre labbra, per testimoniare il suo insegnamento con la nostra bocca; un segno di Croce sul nostro cuore, per amarlo con tutto il nostro essere e riempirci del suo amore.


Risponderemo al Vangelo con la lode a Cristo.


Omelia – Il celebrante spiegherà ai fedeli la Parola di Dio. Egli con l’aiuto, che nella sua cultura spirituale ha avuto dal Magistero, dai Padri della Chiesa, dagli autori spirituali dalla stessa Chiesa approvati, con un linguaggio semplice ed attuale illustrerà il significato letterale e morale delle letture e del Vangelo.


A noi fedeli invece è richiesta quell’attenzione particolare, quell’umiltà interiore e l’animo in spirito di preghiera, per trovare nelle parole dell’omelia, quell’appiglio che il Signore non ci farà mancare per aiutarci nella crescita spirituale; anche, se ci sembra, in certi casi, di trovare nelle parole del sacerdote solo una noiosa predica, mentre sempre e in ogni modo affidandoci alla Spirito Santo potremo arricchirci dell’insegnamento della parola di Dio ascoltata.


La Parola di Dio deve come il seme cadere su un terreno fertile, ognuno di noi deve provvedere ad esaminare se stesso, per scoprire se dal terreno della sua anima deve, forse, togliere le erbacce (le distrazioni), dissodare (le critiche), irrigare (meditare la Parola)concimare (guardare ai punti di riferimento con la nostra vita o la nostra condotta), perché il seme trovi un’ottima dimora per fruttificare.


La Professione della nostra Fede con il Credo con la preghiera del Credo tutti insieme diamo una risposta di assenso alle norme della nostra Fede, che nella stessa preghiera sono richiamate.


La preghiera dei fedeli è la preghiera per tutta la Chiesa quindi universale-cattolica, chiede l’aiuto di Dio Padre abbracciando la Chiesa nella sua gerarchia, i governanti delle Nazioni e tutto il mondo, tutte le persone nelle varie difficoltà, la stessa comunità locale.


Dopo, esserci messi al cospetto di Dio, aver chiesto perdono ed implorato la sua misericordia, avergli dato lode, ascoltato la sua Parola, ed averla meditata, esserci dichiarati suoi discepoli con la Professione di Fede aver chiesto il suo universale aiuto,


ci disponiamo a prepararci per la Liturgia Eucaristica.


LITURGIA EUCARISTICA


Prepariamo  i nostri cuori  per assistere al sacrificio


di Gesù Cristo sulla Croce in espiazione dei nostri peccati.


Offertorio: il rito lo compie il sacerdoteil pane ed il vino sono le offerte che formano la materia del sacrificio.


Il celebrante nella preparazione dei doni, aggiunge qualche goccia d’acqua al vino dicendo le parole: “L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana”, quindi loda e ringrazia Dio e chiede, che diventino, cibo e bevanda di salvezza. Acclameremo al Signore con: “Benedetto nei secoli il Signore”.


Quelle gocce d’acqua che il celebrante aggiunge al vino sono le nostre offerte, i nostri sacrifici, il nostro lavoro, le nostre preoccupazioni, le nostre angosce, le nostre sofferenze, ma anche vogliamo donare al Signore i nostri ringraziamenti, le nostre opere buone, i nostri buoni propositi, le nostre gioie, le nostre gratificazioni, e poi le nostre intercessioni per i nostri fratelli lontani dalla fede o nel bisogno, i più poveri, i peccatori, in special modo raccomandiamo al Signore i nostri nemici, e poi chiediamo la benevolenza di Gesù per le nostre colpe, sia placata la sua giustizia e ci conceda la sua misericordia.


Le nostre gocce d’acqua immerse nel Sangue di Gesù con tutti i fini che vogliamo ottenere: l’adorazione, il ringraziamento, la propiziazione, l’implorazione, uniti al Sacrificio di Gesù Cristo parteciperanno al suo infinito valore e saranno gocce preziose al cospetto di Dio Padre.


Lavabo: il celebrante con un atto rituale fa un’abluzione delle mani in segno di desiderio di purificazione interiore personale e per i fedeli: Lavami Signore da ogni colpa, purificami da ogni peccato”.


Il sacerdote chiede la preghiera all’assemblea perché il Sacrificio che egli andrà a compiere ed il sacrificio di ogni fedele giunga gradito a Dio Padre onnipotente.


La risposta della comunità con la consapevolezza dell’immensa grandezza che comporta il Sacrificio, Sia a lode e gloria di Dio per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.


Ci alziamo in piedi continuando nell’intimo ad implorare la misericordia di Dio alla Preghiera sulle offerte: è la seconda preghiera sacerdotale nella quale il sacerdote si rivolge in maniera solenne a Dio Padre a nome di tutti i fedeli.  


PREGHIERA EUCARISTICA


È il momento centrale della Liturgia Eucaristica


Ha inizio con la preghiera che glorifica Dio Padre, lo loda nella sua potenza e lo ringrazia per la sua misericordia, il Prefazio, si riferisce all’opera di salvezza o a qualche suo particolare aspetto, in base al tempo liturgico; fino ad arrivare all’inno solenne del Santo Santo Santo che viene cantato da tutti i fedeli: dalla Chiesa militante, dalla Chiesa purgante le anime del Purgatorio e dalla Chiesa trionfante le anime in  Paradiso.


 Da (Dono e Mistero) di Giovanni Paolo II


Sacerdote ed Eucaristia


“Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli (...) Nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (Lc10,21.22). Queste parole del Vangelo di San Luca, introducendoci nell’intimo del mistero di Cristo, ci consentono di accostarci anche al mistero dell’Eucaristia. In essa il Figlio consostanziale al Padre, Colui che soltanto il Padre conosce, Gli offre in sacrificio se stesso per l’umanità e per l’intera creazione. Nell’Eucaristia Cristo restituisce al Padre tutto ciò che da Lui proviene. Si realizza così un profondo mistero di giustizia della creatura verso il Creatore. Bisogna che l’uomo renda onore al Creatore offrendo, con atto di ringraziamento e di lode, tutto ciò che da Lui ha ricevuto. L’uomo non può smarrire il senso di questo debito, che egli soltanto tra tutte le altre realtà terrestri, può riconoscere e saldare come creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio. Nello stesso tempo, dato i suoi limiti di creatura e il peccato che lo segna, l’uomo non sarebbe capace di compiere questo atto di giustizia verso il Creatore, se Cristo stesso, Figlio consostanziale al Padre e vero uomo non intraprendesse questa iniziativa eucaristica.


Il sacerdozio, fin dalle sue radici, è il sacerdozio di Cristo. È lui che offre a Dio Padre il sacrificio di se stesso, della sua carne e del suo sangue, e con il suo sacrificio giustifica agli occhi del Padre tutta l’umanità e indirettamente tutto il creato. Il sacerdote, celebrando ogni giorno l’Eucaristia, scende nel cuore di questo mistero. Per questo la celebrazione dell’Eucaristia non può non essere, per lui, il momento più importante della giornata, il centro della sua vita.


 


 


In persona Christi


Le parole che ripetiamo a conclusione del Prefazio- “Benedetto colui che viene nel nome del Signore…” – ci riportano ai drammatici avvenimenti della Domenica delle Palme. Cristo va a Gerusalemme per affrontare il cruento sacrificio del Venerdì Santo. Ma il giorno precedente, durante l’Ultima Cena, ne istituisce il sacramento. Pronuncia sul pane e sul vino le parole della consacrazione:


“Questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi. (…) Questo è il calice del mio Sangue, per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”.


Quale “memoria”? Sappiamo che a questo termine occorre dare un senso forte, che va ben oltre il semplice ricordo storico. Siamo qui nell’ordine del biblico “memoriale”, che rende presente l’evento stesso. È memoria–presenza! Il segreto di questo prodigio è l’azione dello Spirito Santo, che il sacerdote invoca, mentre impone le mani sopra i doni del pane e del vino: “Santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito, perché diventino per noi il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo nostro Signore”. Non dunque solo il sacerdote che ricorda gli avvenimenti della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo; è lo Spirito Santo che fa sì che essi si attuino sull’altare attraverso il ministero del sacerdote. Questi agisce veramente in persona Christi.


Quello che Cristo ha compiuto sull’altare della Croce e che prima ancora ha stabilito come sacramento nel Cenacolo, il sacerdote lo rinnova nella forza dello Spirito Santo. Egli viene in questo momento come avvolto dalla potenza dello Spirito Santo e le parole che pronuncia acquistano la stessa efficacia di quelle uscite dalla bocca di Cristo durante l’Ultima Cena.


Mysterium fidei


Durante la Santa Messa, dopo la transustanziazione, il sacerdote pronuncia le parole: Mysterium fidei, Mistero della fede! Sono parole che si riferiscono, ovviamente, all’Eucaristia. In qualche modo, tuttavia, esse concernono anche il sacerdozio. Non esiste Eucaristia senza sacerdozio, come non esiste sacerdozio senza Eucaristia. Non soltanto il sacerdozio ministeriale è legato strettamente all’Eucaristia; anche il sacerdozio comune di tutti i battezzati si radica in tale mistero. Alle parole del celebrante i fedeli rispondono: “ Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”. Nella partecipazione al Sacrificio eucaristico i fedeli diventano testimoni di Cristo crocifisso e risorto, impegnandosi a vivere quella sua triplice missione – sacerdotale, profetica e regale – di cui sono investiti fin dal Battesimo, come ha ricordato il Concilio Vaticano II.


(Dono e Mistero Giovanni Paolo II)


 


Il sacrificio è compiuto, “Corpo dato” “Sangue versato” e la presenza di Gesù Cristo Vittima sull’altare, Vittima Gloriosa: giacché Gesù è risorto, Egli ha portato a Dio Padre la sua umanità sacrificata sulla Croce per intercedere misericordia per noi.


**********************************


Da (Mediator Dei) Lettera enciclica sulla liturgia Pio XII


… L’immolazione incruenta per mezzo della quale, dopo che sono state pronunziate le parole della consacrazione, Cristo è presente sull’altare nello stato di vittima, è compiuta dal solo sacerdote in quanto rappresenta la persona di Cristo e non in quanto rappresenta la persona dei fedeli. Ponendo però sull’altare la vittima divina, il sacerdote la presenta a Dio Padre come oblazione a gloria della Santissima Trinità e per il bene di tutte le anime.


********************


Perciò il sacerdote continua la Preghiera Eucaristica rivolgendosi al Padre e chiedendo per i meriti di Gesù Cristo Vittima Sacrificale portata sull’altare celeste di guardare con benignità i suoi fedeli, raccomandando la Chiesa nei suoi Pastori, nei suoi fedeli vivi e defunti implorando misericordia e di aver parte della vita eterna insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e tutti i santi che in ogni tempo furono a Dio graditi e tutta la Chiesa del cielo. (Cfr.Preghiera Eucaristica)con solenne rito levando in alto l’Ostia e il Calice, il sacerdote termina la Preghiera Eucaristica glorificando Dio nella Santissima Trinità: “Per Cristo con Cristo e in Cristo ….”a questa solenne proclamazione di lode tutti i fedeli corrisponderanno con un possente “Amen”, a significare l’adesione, il ringraziamento, la lode, a tutto ciò che Gesù ha compiuto per noi con il suo Sacrificio sull’altare: concedendoci le meraviglie di grazie dal Padre Celeste.


Abbiamo vissuto nel rito della liturgia fin qui celebrata il nostro credo: la nostra fede in Dio, l’opera di salvezza da Gesù compiuta con il suo Sacrificio, la nostra fiduciosa attesa nel bene supremo in Dio, ed ora ci accingiamo a partecipare al suo amore. Gesù si fa nostro nutrimento, per essere parte di Lui, per farci partecipi del suo amore. Gesù, ci ama, è il nostro maestro, ci ha redenti con il suo Sangue, ci fa dono di sé quale Pane della Vita: “Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me”.(Gv6,57).


Quindi invochiamo il Padre Nostro vogliamo essere parte in Dio e chiediamo che compia in noi il suo disegno d’amore.


Imploriamo la pace e l’unità per la Chiesa e per il mondo con il sincero proposito di desiderare di realizzare quella comunione di sentimenti di fraternità e di riconciliazione.


Si canta l’Agnello di Dio, invochiamo ancora la pietà di Dio su di noi per i nostri peccati prima di accostarci a riceverlo nel nostro cuore.


Il Pane della Vita viene spezzato perché tutti ne possano mangiare, il sacerdote pone un frammento dell’Ostia nel calice in segno di comunione con il proprio Vescovo e con il Papa, presenta l’Ostia ai fedeli: “Ecco l’Agnello di Dio….”, con umiltà risponderemo “O Signore non sono degno…”


LA COMUNIONE: “Prendete e mangiatene tutti”


Ci disponiamo a ricevere Gesù, coscienti di essere anche se indegni, in grazia di Dio: liberi da peccati mortali, sicuri nella fede che quel pane che andremo a mangiare è Gesù, presente in Corpo Sangue Anima e Divinità, Egli è Dio, riceviamolo con la fede, la devozione, il rispetto.


Recarsi a ricevere la Santa Comunione richiede la nostra più grande responsabilità e il maggior impegno che possiamo, perché chi riceve la Santa Comunione con leggerezza e superficialità: “Senza riconoscere il corpo del Signore mangia e beve la propria condanna”,(Cor11,28);mentre dobbiamo utilizzare l’aiuto e il dono che Dio ci fa nell’Eucaristia per conformarci alla sua volontà: aderire a Lui per imparare l’Amore nei suoi confronti nei confronti del prossimo, chiedere il suo onnipotente intervento per cambiarci dentro per essere distaccati da ogni male, da ogni peccato, per vivere in grazia portando la nostra croce o le nostre sofferenze con amore e per il bene dell’umanità, chiedergli l’aiuto per superare le difficoltà se è il suo volere. Rispondiamo “Amen” quando il sacerdote ci pone l’Ostia Santa e mostrandola ci dice: “Il Corpo di Cristo”. Amen per confermare si, ci credo è Gesù che vado ad assumere, Dio viene in me voglio lasciarmi travolgere da Lui.   Se riceviamo la Santissima Eucaristia sulla mano andremo a stendere per bene la mano sinistra sulla destra; aperte e distese che sono le mani, l’Ostia Santa andrà ad appoggiarsi sulla sinistra, con la massima cura onde evitare di romperla e di non provocare frammenti con la mano destra la porteremo in bocca mentre la mano sinistra l’accompagnerà da piattino fino sotto il mento tutto ciò davanti all’altare, quindi ci recheremo al banco.  È consigliabile per chi è impulsivo, o chi non ha più la mano tanto sicura, di ricevere la Comunione in bocca, per non correre il rischio di perdere i frammenti che potrebbero staccarsi dall’Ostia Santa e nei quali Gesù e presente tutto e integro in ogni sua piccola parte.  Siamo in comunione con Gesù, Egli è dentro di noi ci appartiene, gli apparteniamo, tuttavia la nostra volontà deve essere protesa ad accoglierlo e a farci accogliere, perché sia vera, fruttifera, fertile, e riempia il nostro cuore di gioia e di forza, acquistando coraggio per testimoniarlo poi nel nostro vivere quotidiano. Gesù non vuole imporsi e non ci impone nulla senza la nostra completa adesione, senza il nostro consenso assenso. Con Gesù, nel cuore ci rechiamo al banco, senza distrarci, con la nostra mente, il nostro cuore ed anche il nostro corpo, in raccoglimento, colmi di ringraziamento, di lode per quell’ospite che ci fa l’onore di riceverlo.


Ci aiuti la Madonna a sentirci come lei nel momento del suo Fiat al Signore. “Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue dimora in me e io in lui” (Gv6,56).  “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”(Mt28,20).


LA COMUNIONE SPIRITUALE


Quando siamo impossibilitati di ricevere la Santa Comunione Sacramentalenella Santa Messa, è molto importante aderire a Gesù ed unirci con lui in maniera spirituale, una comunione di desiderio fatta con cosciente e viva fede e sommo amore da grazia ed è gradita a Dio: Santa Caterina da Siena in una visione vide Gesù con due calici che le disse: “In questo calice d’oro pongo le tue comunioni sacramentali e in questo d’argento, le tue comunioni spirituali. I due calici mi sono graditi”.


La Comunione Spirituale è una pratica importante, è un esperienza reale di unione con Gesù che possiamo fare molte volte anche durante la nostra vita quotidiana, quando andiamo a far visita a Gesù custodito nel Santissimo Sacramento nel Tabernacolo, e nelle molte occasioni che sentiamo il desiderio di lodare e ringraziare il Signore di chiedere il suo aiuto,   chiedendo a Gesù di partecipare alla nostra vita.  Diventa una pratica importante specialmente per le persone che non possono assolutamente fare la comunione sacramentale e cioè: i conviventi, gli sposati con solamente il rito civile e i divorziati. Essi non sono esclusi dalla vita della Chiesa ma giacché la loro condizione di vita non è benedetta da Dio non hanno piena partecipazione con la Comunione Eucaristica. Questo perché non siano indotti in errore e confusione sulla dottrina della Chiesa sull’indissolubilità del matrimonio, mentre sono esortati a frequentare il Sacrificio della Messa, a perseverare nella preghiera, a incrementare le opere di carità. A educare i figli nella fede cristiana.                              (cfrFamiliaris Consortio Giovanni Paolo II)


La Comunione Spirituale ricevuta con tutta la buona volontà e il desiderio di amare Gesù, provvede a far fronte alla mancanza di Gesù Sacramentato.


La preghiera per la Comunione Spirituale


Gesù, giacché in questo momento non posso riceverti sacramentalmente nel mio cuore, vieni almeno spiritualmente nell’anima mia.


Dopo un attimo di raccoglimento


Come già venuto Ti adoro Ti ringrazioTi domando gli aiuti necessari per me, per i miei cari,  per la Chiesa, per la patria, per il mondo.   Amen!


Signor mio e Dio mio! Gesù mio, Misericordia.


Manda o Signore manda operai nella tua messe.


Cristo regni sempre. Signore accresci la mia fede.


Dal Diario di Santa Faustina Kowalska


Nel Santissimo Sacramento ci lasciasti la Tua Misericordia, Il Tuo amore ha provveduto in modo che, Affrontando la vita, le sofferenze e le fatiche non dubitassimo mai della tua bontà e Misericordia.


+ O Gesù nascosto nel SS.mo Sacramento dell’altareamore mio e mia unica Misericordia, ti raccomando tutte le necessità della mia anima e del mio corpo. Tu puoi aiutarmi, poiché sei la Misericordia stessa, in Te sta tutta la mia speranza.


*************


La Liturgia Eucaristica termina con la terza preghiera sacerdotale: riflette il ringraziamento e chiede che il Sacrificio di Gesù Cristo ci doni la forza di condurre la nostra vita verso la via della Salvezza.


La Benedizione


Nel segno dei Misteri della Fede il Segno della Croce.


Poi  il sacerdote ci congeda; e ci dice Andate in Pacecon il ringraziamento a Dio portiamo al di fuori della Chiesa nella nostra vita quotidiana la Pace di Dio, la Carità e la Giustizia che la Liturgia ci ha approvvigionato e che andremo a trasmettere alle anime che incontreremo.


Il canto finale riflette la gioia ed il ringraziamento.


********************************


 


QUAL È L’OPERA DI DIO PIÙ PERSEGUITATA DAL DEMONIO?


È LA SANTA MESSA, È L’OPERA DELLA DIVINA MISERICORDIA,


ESPRESSA NEL SACRIFICIO DI GESÙ CRISTO,


NEL SUO CORPO CROCIFISSO, NEL SUO SANGUE VERSATO


PER LA SALVEZZA DELLE ANIME.


MENTRE SATANA LE ANIME LE VUOLE PORTARE ALL’INFERNO.


 


La Parola di Dio:


Dal Libro del profeta Daniele


Egli stringerà una forte alleanza con molti. Per una settimana e, nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e l’offerta; sull’ala del tempio porrà l’abominio della desolazione e ciò sarà sino alla fine, fino al termine segnato sul devastatore(Dn9,27)


Io udii bene, ma non compresi e dissi: “Mio Signore, quale sarà la fine di queste cose?”. Egli mi rispose: “Và, Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine. Molti saranno purificati, resi candidi, integri, ma gli empi agiranno empiamente: nessuno degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le intenderanno. Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni. Tu, và pure alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine dei giorni. (Dn12,8-13)


Seconda Lettera di san Paolo ai Tessalonicesi


Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio…. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene.



Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:52. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com