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SQUARCI DI CATECHISMO EUCARISTICO

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2015 13:41
28/02/2015 12:27

GESÙ, NEL TUO OPERARE!
Anima eucaristica riparatrice, guardo in me e penso a te. Come vorrei eliminare il vuoto che è anche in te!
Quel vuoto che provi nella preghiera.
Preghi e preghi molto, ma senti che le tue parole si dileguano nel nulla, senza alcuna risonanza.
Eppure con la tua preghiera vorresti raggiungere e penetrare in certe situazioni dolorose per eliminarvi il male e vivificarvi il bene. Non ti angustiare, non ti scoraggiare se non vedi realizzato questo tuo desiderio, ma pensa piuttosto ad utilizzare maggiormente quella possibilità che ti è stata data, di metterti in comunione con Colui che è la salvezza del mondo, perché in Lui e con Lui puoi portarti ovun­que e riempire quel vuoto spirituale che, con tanto dolore, vedi vici­no a te e lontano da te.
1. La società.
Per sentirti maggiormente spronata a cooperare con Cristo Gesù, sappi guardare, considerare, riflettere su quanto ti offrono, giorno dopo giorno, i giornali, la radio, la televisione.
Potrai farti una pallida idea di una società scontenta, sconvolta, tormentata da crisi profonde.
Crisi morale: predominio del sesso, dell'egoismo, della violenza...
Crisi economica: instabilità della moneta, disoccupazione in au­mento, povertà crescente, popoli affamati...
Crisi politica: governi che non governano, ideologie che crolla­no, popoli che insorgono, nazioni che scompaiono, istituzioni che non danno fiducia...
Si ha davanti un panorama nazionale e internazionale che ci schiac­cia, e ci atterrisce per la sua gravità e per le possibili, temibili con­seguenze.
Stai assistendo allo sfacelo di una società costruita dalla superbia dell'uomo.
Inebriato dalle conquiste scientifiche, dall'estensione del suo do­minio sulla natura, dalle sue potenzialità creative e conoscitive, si è innalzato e messo al centro dell'universo.
Ha pensato, agito, cercato di costruire "senza Dio" e "contro Dio". Ed è venuto a trovarsi in una civiltà tecnologica, nella quale si sente afferrato da una mostruosa macchina che lo degrada, che lo condanna a vivere in una città unicamente terrena, sovrastata dal­l'incubo della morte e dalla catastrofe.
2. Il cuore dell'uomo.
Mettiti in silenzio e ascolta come da questa umanità delusa, tor­mentata, immersa in un abisso di violenza e di dolore, si eleva una possente invocazione di salvezza e di liberazione.
Si sente nostalgia di Dio, una nostalgia che si fa insopprimibile bisogno di amore, bisogno di una civiltà fondata sull'amore. Per questo ritorno a Dio non sono sufficienti istituzioni, riforme, sistemi, ordinazioni, progetti culturali, programmi economici.... ma bisogna ritornare all'uomo, entrare nell'uomo per stimolare, soste­nere la sua capacità di rinnovarsi nel cuore e nella mente, perché da lui dipendono le varie realtà sociali.
Però l'uomo per rinnovarsi interiormente ha bisogno di aiuto, lo ha detto il suo Creatore: "Senza di me non potete fare niente..., ma chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto" (Giov. 15,4-5).
Da questa vitale unione con Cristo nasce, si fonda e si sviluppa la rinascita, il rinnovamento degli uomini.
Quanto più l'uomo si perfeziona in questa unione con Cristo, tan­to più diventa promotore di pace, di giustizia, di libertà...
Da questa affermazione sorge l'urgenza di riportare Cristo nel cuore dell'uomo, dal quale è stato cacciato da una sottile erosione di ogni valore morale e umano, realizzata in nome del permissivismo, per rispetto umano, per amore del quieto vivere, da un adattamento ai tempi.
3. Il tuo atteggiamento.
Di fronte a questo vuoto delle coscienze, entra in te stessa e guar­dati, perché potresti aver cooperato anche tu, sebbene inconsape­volmente.
Potresti essere stata una spettatrice silenziosa e, a volte, anche ac­condiscendente di fronte a coloro che, con un falso senso di libertà, con una pseudo-cultura deridevano, oltraggiavano, combattevano ogni valore cristiano.
Per cui non devi lasciarti trascinare dall'istinto di criticare, giudi­care, condannare, né rimanere in un atteggiamento di assuefazione e di quietismo, ma sappi sentirti in dovere di portare, di dare il tuo contributo di fede.
4. L'azione divina.
È il cuore dell'uomo che deve essere curato, guarito, ma in que­sto cuore può agire solo la forza della grazia divina, e tu sei chiama­ta a cooperare con Cristo.
Non ti preoccupare se non sai come e quando, non stare a pensare se sei capace o incapace, se sei degna o indegna, perché l'unica cosa che devi fare, è quella di smettere di "fare" per "lasciare fare" a Lui.
Il tuo Dio non è uno che sta fermo sul trono ad aspettare i tuoi servizi, ma è l'amore-iniziativa con un suo disegno di amore anche per te, inserito nel suo piano di amore universale per l'intera fami­glia umana.
Quando hai percepito questo disegno particolare che Dio ha per te, hai trovato il punto centrale in cui devi collocare il tuo "fare". Il punto centrale è il Cuore eucaristico di Gesù, il tuo "fare" è inserirti in questo Cuore divino.
Guarda e ritieni questo Cuore di Cristo centro vitale del suo Cor­po Mistico. E cerca di avere con questo Cuore divino dei rapporti così intimi e continui come quelli, almeno, che le varie parti del tuo corpo hanno con il tuo cuore di carne, se vuoi vivere, amare, opera­re con Gesù Sacramentato.
In questa comunione di vita, tu sei lo strumento e Gesù è l'agente; tu la penna e Gesù lo scrivente; tu la lampadina e Gesù la dinamo. A questo proposito voglio riferirti il pensiero che mi venne molti anni fa, mentre viaggiavo in macchina, alla vista di una centrale elettrica.
Un grande tubo dove scende dell'acqua che fa girare la dinamo, generatrice della corrente elettrica, che viene diramata per città, paesi e campagne portando ovunque luce, calore, forza.
Il tubo è la Messa; l'acqua, la nostra offerta; la dinamo, il Cuore di Gesù; la corrente elettrica, la Grazia.
La tua offerta, inserita nella Messa, celebrata ad ogni istante, coo­pera per portare nel cuore dell'uomo luce, fede, verità, amore, per­dono, gioia, speranza..., eliminando tenebre, dubbio, errore, odio, offesa, tristezza, disperazione...
Così nella tua giornata non vi è più tempo di preghiera e tempo di lavoro, ma tutto è offerta; piccola, misera quanto vuoi, ma sem­pre acqua che fa girare la dinamo, che rende operante il sacrificio redentivo di Cristo.
Anche se il tuo animo rimane freddo, anche se senti che la tua preghiera si perde nel vuoto, la dinamo gira ugualmente, ugualmen­te cooperi con l'onda salvifica, che esce dal Cuore eucaristico di Gesù, che scorre e si espande nel mondo intero.
Sappi vivere e operare in questo mondo invisibile, ma reale della grazia.
GESÙ, TI OFFRO!
Anima eucaristica riparatrice, avrai certamente letto l'articolo pre­cedente: "Gesù, nel tuo operare! " e sicuramente anche tu sarai ri­masta sorpresa della pochissima importanza che si dà alle azioni or­dinarie di ogni giorno quando, invece, se fossero inserite nel sacri­ficio di Cristo, potrebbero divenire una inesauribile sorgente di gra­zia per tutta la società.
Anch'io ho riletto quell'articolo e, rileggendo e riflettendo, mi è venuto in mente un altro pensiero che potrebbe benissimo completarlo. Devi imparare ad offrire non solo le tue azioni, ma anche Gesù stesso: Gesù, ti offro!
1. Gesù è tuo.
Con la tua offerta, inserita nell'offerta di Cristo, realizzi una inti­ma compenetrazione tra te e Gesù. Tu in Gesù e Gesù in te, secondo la parola divina: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me e io in lui" (Gv. 16,56); "Chi osserva i suoi coman­damenti, dimora in Dio ed Egli in lui" (1 Gv. 3,24); "Dio è amore, chi sta nell'amore, dimora in Dio e Dio dimora in lui" (1 Gv. 4,16).
Allora renditi consapevole che, con i tuoi atti di offerta, aumenti, perfezioni sempre più questa presenza di te in Gesù e di Gesù in te. Nella misura in cui aumenta questa presenza scambievole, tu di­vieni di Gesù e Gesù diviene tuo.
Ammira, contempla quale fiducia Gesù pone in te, da mettersi to­talmente nelle tue mani. Gesù è tuo.
2. Puoi prenderlo e offrirlo.
Rivolgi pure il pensiero al tabernacolo, nella pisside vi è anche la tua Ostia, che sempre ti attende per accoglierti e per donarsi a te. Con il tuo inserimento nell'Ostia, con la tua assimilazione dell'O­stia, con la tua immolazione con l'Ostia, entri sempre più in posses­so di quest'Ostia, formata da Gesù e da te, per cui puoi prenderla e offrirla al Padre.
Considera attentamente l'amore grande di Gesù. Egli ha compiu­to il suo cammino dal Cielo in terra, dalla terra alla croce, dalla cro­ce all'altare per venirti incontro, per offrirti la sua presenza, per met­tersi nelle tue mani, per essere da te offerto.
Vuole rivivere in te la sua offerta, iniziata nell'Incarnazione, com­piuta sulla croce, resa presente sull'altare, resa eterna in cielo. Rivolgi la tua attenzione a Gesù presente e vivente nell'Eucari­stia, e subito ti viene da pensare che Egli è nell'Ostia, si trova nel tabernacolo in uno stato di offerta. Si offre continuamente al Padre. Però per offrirsi al Padre non era necessario che rimanesse nelle specie eucaristiche, perché la sua offerta era già perfetta e perenne in cielo; ma rimase per essere la tua offerta, per essere da te offerto. Di conseguenza, Gesù si trova nel tabernacolo in uno stato di at­tesa per essere offerto.
Hai a tua disposizione l'unica offerta, l'unica mediazione gradita a Dio Padre. Puoi prenderla e innalzarla al Cielo.
Però ricordati, come già ti ho detto, che puoi prendere quell'Ostia soltanto se vi hai inserito la tua presenza, la tua offerta, in modo che sia formata da Gesù e da te.
Gesù e la tua preghiera, Gesù e il tuo lavoro, Gesù e la tua soffe­renza, Gesù e la tua solitudine, ecc.
Prendi quell'Ostia e innalzala, offrila al Padre: Gesù, ti offro! Eserciti il tuo sacerdozio non solo per te, ma per tutti.
Mettiti in sintonia, sappi raccogliere le attività degli uomini, la vi­ta di ogni creatura, l'armonia del cosmo, e tutto inserisci nell'Ostia: Gesù, ti offro!
3. Per la salvezza dell'umanità.
Forse non sempre ti rendi conto, eppure hai a tua disposizione un tesoro immenso, una potenza infinita: l'offerta di Gesù.
E puoi servirtene a tuo piacimento, come vuoi e quando vuoi, per stabilire e regolare le tue relazioni col Padre Celeste.
Puoi servirtene per riparare, annullare il continuo gri­do di ribellione e di bestemmia che dalla terra sale al cielo. Puoi servirtene per far scendere su questa povera umanità giusti­zia, pace, fraternità.
Considera quale forza mediatrice ti è stata messa nelle mani. Te ne rendi conto? Te ne servi?
Mi vengono in mente le parole di Gesù: "I figli delle tenebre so­no più scaltri dei figli della luce" (Lc 16,8).
Sappi vederli, questi figli delle tenebre, come sono attivi, intra­prendenti, instancabili per divulgare tanto male nella società. Per rendertene conto, basta che ti soffermi per qualche istante da­vanti al televisore, ecc.
E noi che abbiamo a disposizione il rimedio per annullare questo malefico influsso, ci limitiamo a guardare e lamentarci.
Tu, invece, renditi più consapevole di quanto possiedi e irradia nel mondo l'azione espiatrice di Cristo Gesù.
Non ti preoccupare come fare, è sufficiente che tocchi un tasto nell'intimo del tuo cuore, il tasto dell'amore, che ha la potenza, la capacità di innalzare ed espandere sul mondo la tua offerta: "Gesù, ti offro!"
4. La tua responsabilità.
Questo Gesù che ti è stato dato, può essere paragonato ai talenti di cui parla il Vangelo. Il loro numero - 10,5,1 - può corrispondere al grado di conoscenza che hai avuto di Cristo Gesù.
Ora questa conoscenza come la fai fruttificare? I dieci talenti stan­no diventando venti? I cinque stanno diventando dieci? Oppure ti ac­contenti di custodire l'unico talento pensando solo a te stessa?
Se fosse così, un giorno non sarà Cristo a rimproverarti, ma sa­ranno i tuoi stessi fratelli, vicini e lontani, cristiani e non cristiani. Potresti sentire questo rimprovero:
- avevi Cristo, il Salvatore, e non ce l'hai mostrato;
- avevi la fede e non ce l'hai trasmessa;
- avevi la luce e non ci hai illuminati;
- avevi il mezzo per riparare i nostri peccati e non l'hai usato;
- avevi il mezzo per santificarci e non ce l'hai comunicato...
Per sentire simili rimproveri, non devi aspettare l'ultimo giorno, perché ogni giorno vieni giudicata e rimproverata.
Forse l'abitudine, l'indifferenza impediscono anche a te di senti­re, di comprendere il grido di aiuto che s'innalza dalle tante situa­zioni dolorose che travagliano la società.
Sono convinto che se tutti coloro che si nutrono alla mensa del Signore, vivessero una vita inserita in Cristo e offerta con Cristo, non ci sarebbero tante ingiustizie, violenze, odio, fame, miseria...
Questa mia convinzione è basata sulla fede, la quale mi assicura che il sacrificio di Cristo ha redento tutti gli uomini. E se questa opera di amore non produce abbondanti frutti di amore, è perché non vie­ne vissuta, manifestata, trasmessa.
Anche tu tieni ben presente che Gesù ha meritato per tutti la gra­zia redentiva, ma richiede la nostra collaborazione perché venga ap­plicata alla anime. Chi riceve, deve a sua volta trasmettere. Quindi la grazia c'è, ma difetta la nostra collaborazione.
Non ti angustiare se non sai cosa fare, come fare. Continua pure a vivere la tua vita quotidiana, però ricordati di rivolgere con più frequenza il pensiero a Gesù, che sia sull'altare come nel tabernaco­lo ti attende sempre per accogliere la tua offerta e per essere da te preso e offerto: Gesù, ti offro!
Il tuo atto di amore avrà la sua risonanza su tutta l'umanità e per tutta l'eternità.
GESÙ PREGA PER TE!
Anima eucaristica riparatrice, delle volte anche tu, specialmente quando ti senti stanca di sopportare, di affrontare ancora certe situa­zioni, quando ti vedi delusa nelle tue attese, nelle tue richieste.... ti rivolgi a qualche persona amica e le dici: "Prega per me!".
Fai bene a chiedere questa solidarietà umana, però ricordati che vi è Uno che prega per te, anche quando non ci pensi, anche quando non ti rivolgi a Lui: Gesù prega per te!
Verità incredibile, che dovrebbe suscitare nel tuo animo amore, gratitudine, commozione.
Gesù, tu preghi per me!
Non solo Gesù ti ama, ti cerca, ti chiama, ti perdona, si dona a te, si fida di te, come se avesse bisogno di te: "Non è l'uomo che ama Dio, ma è Dio che ama l'uomo" (1 Giov. 4,19), ma fa molto di più: prega per te.
Oh, il grave disastro dell'abitudine! Forse ha reso anche te insen­sibile, indifferente, incredula alla divina affermazione di Gesù: "Io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno" (Lc. 22,32).
Davanti allo sguardo di Gesù, mentre si rivolgeva a Pietro, c'eri anche tu. Eri in quel Pietro, come lui capace di dimenticare.., di rinnegare..., di tradire...
Come Pietro seppe accogliere dallo sguardo di Gesù, da lui tradi­to, quella luce, quella forza per ravvedersi, così anche tu sappi trar­re fiducia e consolazione dalle parole del Discepolo "che Gesù ama­va": "Figlioli miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate. Ma se qualcuno avesse peccato, noi abbiamo presso il Padre un av­vocato, Gesù Cristo il Giusto" (1 Giov. 21).
Considera e consolati...., per ottenere il perdono dei tuoi peccati hai un avvocato potente, Cristo Gesù, che ti è stato dato dal Padre, "che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e inter­cede per noi" (Rom. 8,34).
Però fa' attenzione e rifletti bene, perché con questa continua pre­ghiera Gesù non chiede al Padre per te i beni di questo mondo, così mutevoli e passeggeri, bensì l'unico bene: la tua gloria eterna: "Pa­dre, io voglio che dove sono io, vi siano pure loro" (Giov. 17,24).
Trema di stupore e di meraviglia a queste parole: "Padre, io vo­glio". Solo un Dio può dire con autorità : "io voglio". E qui hai un Dio che per te tratta alla pari un Dio.
Quindi un Dio che può volere, che può pretendere, che è sicuro di ottenere.
"Che quelli che tu mi ha dato". Anche tu, povera creatura pec­catrice e ingrata, sei un dono del Padre al Figlio.
"Siano dove sono io". Sei chiamata a far parte della vita intima della SS.ma Trinità.
Ti potrebbe sembrare una pura fantasia, eppure è il fine per cui sei stata creata.
Io mi affido a te.
Però potresti pensare, ti potresti chiedere: se Gesù prega per me, è inutile la mia preghiera.
Gesù prega, prega in te, prega con te, prega per te.... per suscita­re in te l'attrattiva alla sua preghiera.
Tu devi pregare per metterti in sintonia con la sua preghiera. Il tuo pensare, il tuo volere, il tuo agire, devono sempre più confor­marsi al suo pensiero, alla sua volontà, alla sua azione..., se vuoi che la preghiera di Cristo accolga la tua preghiera, e la esaudisca.
Rivolgi pure il pensiero al tabernacolo, e inserisci la tua preghiera di lode in Colui che è la lode perenne del Padre.
Deponi in Lui la tua riconoscenza perché per Lui il tuo ringrazia­mento sale al Datore di ogni bene.
Manifesta a Lui il tuo pentimento, ed Egli che ha espiato ogni pec­cato, ti ricondurrà al Padre.
Ma soprattutto è la tua preghiera di domanda, che ti preoccupa perché il più delle volte rimane senza risposta. Per cui facilmente ti senti delusa, scoraggiata, sfiduciata...
Sii forte! Abbi fede! Presenta tutte le tue necessità a Colui che sem­pre intercede per te. Insisti e insisti con calma e fiducia. Però sem­pre con quella disposizione d'animo che ti porta ad affidarti a Lui, a fidarti di Lui che conosce e vuole per te il vero e unico bene, la tua "gloria eterna".
Certamente delle volte ti rimane assai difficile comprendere e con­formarti alla sua volontà, ma anche nell'oscurità dello spirito ripeti e ripeti: Gesù, mi affido a te! Mi fido di te!
È la preghiera che Gesù pronunciò morente in croce.
È la preghiera che ti porta, che ti mette tra le braccia del Padre. È la divina preghiera dell'abbandono in Dio.
È l'atto più perfetto dell'amore, dove tutto diventa preghiera: una continua comunione con Dio, un perdersi in Dio.
Dono supremo, di fronte al quale quello che stai chiedendo perde ogni interesse, diventa miseria di questo mondo.
Gesù prega per te, fa sua la tua preghiera per condurti a questo abbandono di te in Lui, perché Egli cerca unicamente te e non i tuoi doni.
Grazie, Gesù!
Se riesci a comprendere questa bontà, questa premura di Gesù per te, spontaneamente ti senti portata a ringraziarlo. Ringraziarlo so­prattutto con una rinnovata fiducia, con una continua disponibilità che manifestino quell'intima gratitudine che maggiormente conso­la, fa gioire il Cuore Eucaristico di Gesù.
Non fermarti se ti vedi una miseria, anzi più ti senti indegna, più hai bisogno di Lui. Guardalo con amore e sarai accolta con amore. Gesù ti attende nella sua preghiera per te, per unirti a Sé. Più ti do­ni, più realizzi quella mirabile fusione con Gesù, che è l'unica pre­ghiera gradita al Padre, nella quale non sei tu che preghi, ma è Gesù che prega in te, con te e per te.
SORRIDI... DIO TI AMA!
Anima eucaristica riparatrice, credo che avrai letto l'articolo pre­cedente: "Gesù prega per te", e spero che ti abbia detto qualcosa. In me ha suscitato un certo turbamento. Nel rileggerlo mi sono chie­sto: se Gesù prega per me, se s'interessa di me, se mi segue con amore..., devo fidarmi di Lui, devo affidarmi a Lui. Comprendo questa conseguenza e in pratica Gli rivolgo, Gli ripeto il mio atto di abbandono..., ma come lo vivo? Da questo interrogativo sorge il mio tormento. Mi vedo come quel tale che ha nel giardino un al­bero da frutto. Lo guarda, lo coltiva..., ma gli toglie le gemme..., privandolo della fioritura, della fragranza, dei frutti. Dal mio abban­dono in Dio non faccio germogliare i fiori, né espandere il profu­mo, né produrre i frutti..., cioè non lo manifesto né con la serenità, né con la gioia, né con il sorriso.
Anima eucaristica riparatrice, sospinto da una forza interiore, provo a darti, a questo riguardo, qualche suggerimento, nella fiducia che saprai approfittarne più di me.
Gesù, mi abbandono a te
Innanzi tutto ti ricordo che con il tuo atto di abbandono, ti inseri­sci nella vita di Gesù, diventi oggetto delle sue premure divine. Però fa' attenzione: non è sufficiente il semplice atto di abbando­no, ma è necessario che acquisti uno stato di abbandono. E questo lo puoi ottenere gradatamente con un esercizio costante nelle picco­le occasioni che ti si presentano.
La prima condizione per esercitarti in questo abbandono, è che devi essere intimamente convinta della tua figliolanza divina: sono figlia di Dio, Dio mi è Padre.
Guarda, considera l'esempio di Gesù; tentato nel deserto, provo­cato sulla croce: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane... Se tu sei il Figlio di Dio, scendi dalla Croce...
Gesù reagisce semplicemente con l'abbandono al Padre. E il Pa­dre interviene con la sua onnipotenza.
Dà a Gesù il necessario per vivere, anzi anche il potere di molti­plicare i pani, e una gloria più grande di quella che avrebbe ricevuto buttandosi illeso dal pinnacolo del Tempio.
E il suo spirito rimesso al Padre dalla croce non è finito nel nulla; continua ad animare dall'interno la Chiesa, suo nuovo corpo viven­te e operante nel mondo.
Proprio con questo abbandono al Padre, Gesù ti fa figlia di Dio. E come figlia devi avere fiducia piena in Dio. Hai un Padre che s'in­teressa di te, che ha cura di te, che ti segue passo per passo. Egli sa il perché di ogni avvenimento.... conosce la vera ragione di ogni imprevisto ... Cerca di imitare la fiducia del bambino che si trova nelle braccia della mamma o portato per mano dal babbo.
Però fa' attenzione ancora. L'abbandono non deve favorire in te la pigrizia, il quietismo, la comodità.., non deve portarti alla rinuncia dei tuoi impegni.., perchè il vero abbandono è l'obbedienza totale a Dio.
Per cui devi lasciarti guidare da questo ragionamento: Dio mi ha messo in questa situazione, mi ha dato questo compito, io devo ob­bedire, agire, fare, sopportare ... confidando in Lui, affidandomi a Lui. Le mie responsabilità sono compiti che Egli mi ha dato, mi da­rà anche luce e forza necessarie per portarli a termine. Come è nelle sue mani la mia vita, così lo sono anche i compiti della mia vita.
Altro che quietismo, è uno spogliarti di te stessa ed un tuffarti in Dio. Un passaggio dalla fiducia in te stessa alla fiducia in Dio. Devi spogliarti di quell'inquietudine, tristezza, impazienza, fretta che ti rendono agitata, scontrosa, insopportabile, per assumere un atteggiamento filiale, che ti mette fiduciosa nell'amore paterno di Dio. Riconosci Dio come Padre e abbandonati a questo Padre che dà responsabilità ed affida compiti, e nello stesso tempo Padre che prov­vede di persona alle necessità di chi si fa figlio.
In Te la mia gioia
Da questa intima, profonda convinzione che Dio ti è Padre premuroso, sorge nel tuo animo: Gesù, in te la mia gioia!
Quella gioia che è santità. Quindi non viene dal tuo carattere, dal tuo temperamento euforico, non dipende dalle tue esperienze vissu­te, né te la procuri con i successi ottenuti, ma viene dalla tua fede e genera nel tuo intimo pace e serenità, e si esterna nel tuo sorriso.
Una gioia che perfezioni con il dono di te stessa, anche quando donare la vita a Gesù significa "croce e martirio".
Una gioia mite, semplice; ma profonda e vigorosa, che ti sostiene nelle preoccupazioni, nel rifiuto degli altri, nelle ingiustizie, nelle sofferenze...
Perché la vera gioia non ti esonera dal soffrire, ma ti fa superare il dolore; non ti impedisce l'insuccesso, ma non lo lascia vittorioso nel tuo spirito; non ti elimina il peccato, ma ti rialza dalla caduta...
Questa gioia puoi renderla più perfetta con un umile e perseve­rante esercizio.
Innanzitutto sappi sorridere a Gesù. Nel tuo intimo, almeno una volta al giorno, rivolgi un sorriso a Gesù, come risposta al suo amore. Quando ti sembra che tutto vada storto, quando non si verifica quel­lo che desideri.... è il momento buono per sperimentare la gioia che viene dalla fede.
Quando ti accorgi di essere caduta nel peccato, nell'atto dell'im­pazienza.., distogli lo sguardo da te stessa e rivolgilo fiduciosa al tuo Gesù.
Quando un sentimento di tristezza, di angoscia ti pervade e ti ren­de turbata, ansiosa.... sappi superarlo accogliendo quello sguardo di bontà e d'amore che Gesù rivolge su di te.
Persuaditi che con la tristezza nell'animo e manifestata in volto, ci rimetti nel fisico e nello spirito, e rendi meno efficace il tuo apo­stolato.
Sii pur certa che per la tua santificazione e per l'edificazione al­trui, servono molto di più la pazienza, la serenità, la pace che dif­fondi, anzichè quel tale lavoro materialmente eseguito nel tempo e nel modo prestabiliti.
Diventi più considerata, apprezzata, amata dai tuoi quando sai man­tenerti calma, serena, paziente ... anziché quando ti agiti per non aver fatto o ottenuto quella o quell'altra cosa.
Sono assai più produttive la fiducia e la gioia con cui sopporti la malattia che ti impedisce opere importanti, delle opere stesse. Ma nonostante il tuo impegno, il tuo esercizio, non acquisti la gioia perfetta fino a quando ti senti e ti vuoi padrona della tua vita. Solo quando ti metti totalmente nelle mani di Dio, compare in te il sorriso spontaneo, la gioia serena di chi sa di essere al sicuro sem­pre e ovunque.
Certamente, spesso sorridere ti costa..., ma lo sforzo ti sarà ri­compensato con quella fiducia in Dio che ti porterà ad esserne contenta.
A volte anche tu ti sarai chiesta, avrai chiesto: Gesù sarà soddi­sfatto di me? Potrebbe essere una domanda egoistica, se motivata dal voler fare bella figura davanti a Dio. Dovresti invece chiederti, dovresti preoccuparti se sei tu ad essere soddisfatta di Dio, perchè Egli lo è di te quando tu lo sei di Lui.
È qui il segreto di quella gioia che è trasparenza di luce divina: essere soddisfatti di Dio. Sorridi, Dio ti ama!
[Modificato da MARIOCAPALBO 28/02/2015 13:41]

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