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SQUARCI DI CATECHISMO EUCARISTICO

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2015 13:41
28/02/2015 12:21

P. Emilio Santini - Volume II - A ssociazione Eucaristica Riparatrice Loreto
SQUARCI DI CATECHISMO EUCARISTICO 

P. Emilio Santini - Volume II - A
ssociazione Eucaristica Riparatrice Loreto 

Presentazione 
Sospinti dal lusinghiero successo riscontrato dalla pubblicazione "Squarci di catechismo eucaristico", edita nel 1990, ed accoglien­do i consensi positivi e gli unanimi suggerimenti degli iscritti, ne diamo alle stampe il secondo volume, che è appunto felice continua­zione nella raccolta dei brani catechistici curati da P. Emilio Santini e già apparsi, sotto vari titoli, nella rivista "Riparazione Eucaristica". 
Con l'intento d'illustrare un cammino spirituale, e mirante più che a elaborate forme letterarie a una progressiva penetrazione nelle fi­bre più profonde dell'animo umano, l'autore rivela ancora una volta non soltanto una sottile vena psicologica, ma anche una tenue poten­zialità persuasiva, che, se è ben lontana da scuotimenti cattedratici, assai si confà alla bonaria volontà esortatrice di chi, da oltre trenta anni ormai, con mitezza ed umiltà, è dell'Associazione spirito, mente ed anche braccia. 
Affrontando con straordinaria semplicità argomenti arditi, e non indugiando nella chiarificazione di quelle situazioni della vita che potrebbero nascondere insidie pericolose, con parola saggia e accat­tivante egli si sofferma sugli aspetti inibenti della fede eucaristica e palesa quelli che ne favoriscono la crescita, offrendo al lettore at­tento occasione per ottimi spunti d'approfondimento. Tutto ciò av­viene non in un contesto idealistico e astratto, in una realtà epurata dal male, ma nella concreta quotidianità di ogni giorno, dove è così facile incespicare e cadere, ma poi non così difficile rialzarsi, quan­do non si è soli; e in Gesù Eucaristia - è questa la chiave per com­prendere il significato del libro - non si è mai soli. 
Angoscie, paure, alienazioni ... disagi connaturati alla stessa im­perfezione umana, e contro i quali l'umanità ha da sempre invano combattuto utilizzando di volta in volta le diverse armi dell'ingan­nevole mito, riacquistano quella dimensione che la solitudine aveva ingigantito, mentre lo spirito si placa finalmente nella contempla­zione di Colui che è certezza. 
Loredana Papi 
GESU, TU SEI LA MIA PREGHIERA! 

Anima eucaristica riparatrice, la tua vocazione è quella di inserir­ti sempre più intimamente nella vita di Gesù Eucaristico, per offrirti con Lui a gloria del Padre e a salvezza dei fratelli. 
A questo scopo partecipi con frequenza alla celebrazione e all'a­dorazione dell'Eucaristia. Però devi fare molta attenzione per non ridurre la preghiera ad un semplice soliloquio con te stessa, ad un vano sentimentalismo del cuore, ad una monotona e noiosa ripeti­zione di parole. 
Quello che stai dicendo, il Signore lo sa, lo conosce prima e me­glio di te, perché sono parole che Lui stesso ha ispirato, manifesta­to, insegnato. Certamente ora non le gradisce sentendole ripetere in quel modo distratto, frettoloso e anche egoistico. 
Delle volte mi viene da pensare alla pazienza che deve avere il Signore nel dover sopportare le nostre solite cantilene. E mi vengo­no in mente i versetti del Salmo 49: 
"Non ti rimprovero per tuoi sacrifici, i tuoi olocausti mi stanno sempre innanzi. 
Non prenderò giovenchi dalla tua casa, né capri dai tuoi recinti. 
Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti. 
Conosco tutti gli uccelli del cielo, è mio ciò che si muove nella campagna." 
"Amore voglio, non sacrifici, non offerte, ma comunione con me." dice il Signore. 
Come le "bestie della foresta" e gli "uccelli del cielo", così an­che le tue preghiere sono di Dio. 
Come i "sacrifici" e gli "olocausti" di Israele, così anche le tue preghiere sono innanzi a Dio ma, come quelli, non sono gradite, per­ché non generano comunione con Lui. 
Quindi, quando vai davanti al Tabernacolo, non devi accontentar­ti di una presenza di preghiera, bensì cerca di entrare in comunio­ne di vita con Gesù. 
Senza questa comunione, la tua preghiera non arriva a Dio, per­ché solo Lui, il Figlio, il Verbo Incarnato, parla con il Padre. Egli è l'unico Pontefice (cioè Colui che fa da ponte) fra te e Dio, "poiché solo per mezzo di Lui possiamo avere accesso al Padre" (Ef. 2,18). 
Pregare con Cristo 


Per far sua la tua preghiera e tua la sua preghiera, Gesù si rende presente in te: 
"Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ri­mane in me e io in lui". (Giov. 6,56) 
A questo Gesù che è in te, devi rivolgerti, devi unirti. Sull'altare, nel tabernacolo, Gesù è di tutti, in te è tutto tuo. È con te giorno e notte, mentre lavori e mentre riposi, sempre e ovunque. È presen­te in te, solo per te; il suo interessamento è per te solo, come se nel mondo non vi foste che voi due, Lui e te. Questo è il tuo Gesù, che in te si fa orante, si fa preghiera, per cui la tua preghiera deve consi­stere essenzialmente nella volontà di unirti alla sua preghiera. 
Devi inserirti in questa preghiera di Cristo, come s'inserisce una lampadina nella corrente elettrica. 
Egli è sempre in attesa per accoglierti nella sua vita di adorazio­ne, di ringraziamento, di espiazione e di impetrazione. 
Quando senti che la tua vita, anziché una lode, è una disobbedien­za a Dio, inserisci la tua adorazione, tanto imperfetta, in quella infi­nita di Cristo. Egli la purifica, l'amplifica, la rende degna. 
Per i benefici che hai ricevuto e ricevi in continuazione da Dio, sappi ringraziarlo, offrendogli i meriti infiniti di Cristo. 
La tua espiazione è così imperfetta che pecchi anche quando credi di espiare. Ma Colui che è in te, è la tua riparazione, la tua espiazio­ne; prendilo e offrilo al Padre, specialmente dopo aver commesso una mancanza e, in particolare, quando ricevi l'assoluzione nel sa­cramento della confessione. 
Può darsi che anche la tua preghiera, trovandoti in certe situazio­ni, sia una continua richiesta. Allora ricordati che la tua domanda, le tue invocazioni, i tuoi desideri, non raggiungeranno il Datore di ogni bene, se non porteranno la firma del suo Figlio Gesù. 
Pregare con Cristo Eucaristico 

Quando hai imparato a sentire, a vivere, a pregare con Gesù che è in te, prendi questo Gesù "tuo", portalo sull'altare e deponilo nel sacrifico eucaristico. 
Ad ogni palpito del tuo cuore vi è un sacerdote che pronuncia le parole della Consacrazione. È una continua offerta del Figlio al Pa­dre. Rivolgi il pensiero a questo Gesù e, nel suo atto offertoriale, la tua vita diventa preghiera, diventa un prolungamento della Messa di Cristo. 
Al mattino, all'inizio di ogni nuovo giorno, fa un bel segno di croce e con questo segno intendi battezzare il giorno e le sue attività, e innestare Gesù nella tua vita e la tua vita in Gesù. 
La preghiera, il lavoro, la mortificazione, la sofferenza, le priva­zioni, la solitudine, l'incomprensione, il cibo, lo svago e perfino il peccato diventano tanti canali che ti portano e ti immergono nel sa­crificio eucaristico di ogni istante. 
Se sei fedele a questi richiami, il tuo cuore viene a trovarsi nella preghiera di Cristo, e si approfitta delle più semplici circostanze per esternare il suo sospiro. 
Preghi: 
Gesù, con te! 
Ti lavi: Gesù, purificami! 
Ti vesti: Gesù, rivestimi della tua gloria! 
Ti spogli: Gesù, spogliami delle mie cattive abitudini! 
Cammini: Gesù, conducimi nella tua volontà! 
Stai parlando: Gesù, parla tu per me! 
Stai pranzando: Gesù, nutrimi della tua vita divina! 
Apri una finestra: Gesù, illuminami con la tua luce! 
Sei triste: Gesù, tu sei la mia gioia! 
Ti senti sola e incompresa: Gesù, tu solo mi basti! 
E così di seguito, in modo che la tua vita diventi tutta calamitata verso Gesù Eucaristico, in comunione cosciente con Lui nell'offrir­ti, nell'immolarti, nel donarti. 
Pregare con il Cristo totale 
Pregare con Gesù presente in te, pregare con Gesù presente nel­l'Eucaristia, pregare con Gesù presente nell'universo intero. Sappi captare nel creato le ondulazioni divine e amplificarle, sin­tonizzandole con quella misteriosa trasmissione che dal tabernacolo sale al cielo. 
Pensa alle migliaia di uomini che, senza fede e senza speranza, si trovano nel lavoro, nella sofferenza, nella discriminazione ...Prendi questa vita sciupata e valorizzala, raccogliendo quella preghiera im­plicita nell'atto umano e inserendola in Cristo perché diventi sua pre­ghiera. 
Ricordati anche che tu, unita a Cristo, sei membro vivo e operan­te del suo Corpo Mistico, cioè della Chiesa militante, purgante, trionfante. 
In questa invisibile, ma reale unione con tutti coloro che vivono in Cristo, la tua preghiera diventa la loro preghiera, la loro preghie­ra diventa la tua preghiera. 
Immersa in questo "corpo orante e adorante", tu preghi, ma non sei più tu che preghi, bensì è Cristo che prega in te. Cristo è divenu­to tua preghiera. Prendi questo Gesù, che si è fatto voce di ogni crea­tura, e offrilo al Padre: "Gesù, ti offro!". È l'unica preghiera che giunge gradita al cuore di Dio e che da Dio si riversa, come benefi­ca rugiada, su tutta l'umanità. 
In Cristo, tua preghiera, ogni parola: 
- è come un raggio che tu aggiungi alla gloria accidentale di Dio; 
- è un grado di perfezione che porti alla tua anima; 
- è un dono che offri ai tuoi cari; 
- è una goccia di balsamo che fai cadere in un povero cuore triste e sfiduciato; 
- è un raggio di luce che fai penetrare in un animo incerto e dubbioso; 
- è un sostegno che offri ad un missionario; 
- è una grazia speciale che fai scendere nell'animo di un moribondo o di colui che in quel momento ne ha maggior necessità; 
- è una forza con cui annulli l'offesa che dalla terra sale al cielo; 
- è un grido di amore, di speranza, di gioia, di fiducia, di abbando­no, che emetti nella certezza che a quel grido sussulterà un cuore, il cuore del Padre. 
Questa è la tua preghiera! 
Gesù, tu sei la mia preghiera! 
GESÙ, INSEGNAMI AD ASCOLTARTI! 


Anima eucaristica riparatrice, forse anche tu ti sarai lamentata: "Il Signore non mi ascolta!". Però stai attenta a non avere la pretesa di essere ascoltata senza alcuna disposizione ad ascoltare. 
Il Signore, nella sua infinita misericordia, è sempre in attesa di una risposta alla sua parola. 
"Ma io non sento nulla!", potresti rispondermi. Ti credo, perché ti sei così abituata alla Parola del Signore che non attira più la tua attenzione. 
Considera bene quello che ti succede quando ascolti o leggi la Pa­rola di Dio. È come il seme della parabola del Vangelo, che cade in parte sulla strada, tra le pietre, tra le spine ... di conseguenza non produce frutto. 
Questo può avvenire anche in te: ascolti e non comprendi, senti e dimentichi. Per cui, se vuoi che in te produca frutto, devi trasfor­mare il tuo animo in terreno buono. 
Entra, quindi, in te stessa e getta via i ciottoli, sradica le spine e le erbe cattive. 
Non ti preoccupare, non ti avvilire, perché il divino Agricoltore è con te, abita e vive in te. 
La Messa, la Comunione, l'Adorazione debbono renderti sempre più convinta della presenza di Gesù in te e che è una presenza non statica, ma dinamica. Ti parla, ti invita, ti richiama senza mai stan­carsi, come l'amante più tenero e affettuoso segue la persona amata. Se sapessi sentirlo, ascoltarlo! 
Conoscendo la tua disattenzione, rivolgigli con fiducia la preghie­ra: 
"Gesù, insegnami ad ascoltarti!" 
Se la tua domanda è sincera, se veramente viene dal cuore, Gesù non può non esaudirla, perché è Lui stesso che suscita in te questo desiderio. 
E viene in tuo soccorso, facendoti conoscere ciò che disturba quel­l'intima trasmissione che intercorre tra te e Lui, e nello stesso tem­po ti offre la capacità di annullare le interferenze. 
Eliminare le interferenze 

1. Mass-Media 
Non sempre ti rendi conto, però può succedere che ogni volta premi il tasto della radio o della televisione, s'interrompe in te la trasmis­sione del tuo Gesù. 
2. Il mondo 
Apri gli occhi e sappi valutare ciò che avviene attorno a te, per non divenire anche tu schiava della mentalità del mondo, assorben­do, assimilando il suo modo di pensare, di parlare, di agire, di vivere... 
3. L'attività 
Quel tuo lavoro, impegno, ufficio, dato da Dio, può divenire cau­sa di allontanamento da Dio. 
Puoi cadere in questa dolorosa realtà: 
- quanto ti lasci prendere dall'agitazione; vuoi fare, sempre fare, ca­dendo nell'eresia dell'azione, convinta che anche l'azione è preghiera; 
- quando nel tuo dovere ti lasci dominare dal giudizio degli altri. Pensi e ripensi guardando e considerando soltanto la tua reputazione; 
- quando non sai prendere una decisione. Rifletti e ragioni su tutti i particolari senza venire ad alcuna conclusione. 
4. L'insoddisfazione 
Anche tu, qualche giorno, potresti sentirti presa, dominata da un sentimento di stanchezza, d'insoddisfazione. 
Ricominciare ogni mattina a fare le medesime cose, vedendoti spes­so poco compresa, considerata, apprezzata... ti viene voglia di la­sciare tutto, di fuggire, di evadere... 
Sogni, desideri un altro posto, un altro ambiente, un altro lavo­ro... 
Puoi perdere il controllo di te stessa e il contatto con Dio. 
5. Il turbamento 
Una forte interferenza che può disturbare e anche interrompere la comunione con Gesù, può essere causata da certi tuoi turbamenti in­teriori. 
Ti soffermi troppo a ragionare su l'incertezza di quella tale mancanza. 
Ripensi e ti turbi per quel peccato. Discuti su certe minuzie. 
Ti lasci portare più dal sentimento che dalla ragione. 
Cerchi con ansia più la tua intima soddisfazione che il desiderio di piacere a Dio. 
È un continuo ripiegamento su te stessa, che deriva dal tuo amor proprio e che genera in te tanto chiasso. 
6. Celebrazioni liturgiche 
Ti può sembrare strano, eppure la tua partecipazione a tante cele­brazioni liturgiche, anziché unirti al Signore, ti rende maggiormen­te vuota. 
Il susseguirsi frettoloso di letture, di canti, di riti, senza il dovuto silenzio e raccoglimento, può darti la soddisfazione di aver parteci­pato, ma intimamente senti che non ti sei nutrita di Dio. 
7. Quietismo 
Una altro pericolo, forse il più grave, è quello che deriva dall'in­differenza, dal quietismo. 
Vada come vada ... nulla t'interessa. 
Non vuoi noie, fastidi, preoccupazioni... per cui ti ritiri in te stes­sa, desiderosa soltanto della tua pace. 
Se dovessi cadere in questo stato d'animo, ricordati che ti isolere­sti non solo dagli uomini, ma soprattutto da Dio e, di conseguenza, la tua religiosità diverrebbe falsità. 
Mettersi in sintonia 

Forse con queste brevi considerazioni, posso averti turbata e so­spinta a chiederti con un senso di scoraggiamento: "Allora che cosa debbo fare? 
Nulla di nulla, ti rispondo. Rimani dove ti trovi, continua a fare quello che fai. In quel tuo ambiente sei chiamata ad essere lievito di Cristo. 
Per divenire questa particella vivificante e trasformante di Cristo, devi metterti e rimanere in sintonia con Lui: "Gesù, insegnami ad ascoltarti! ". 
l. Fede 
Innanzitutto rafforza la tua fede e credi fermamente alla presenza di Gesù in te. 
Egli abita, vive in te. Tu sei innestata in Lui, vivi della sua stessa vita. 
È tuo, solamente tuo, e parla a te, unicamente a te: "Gesù, inse­gnami ad ascoltarti!'. 
2. Delicatezza d'animo 
Consapevole di questa divina presenza, consapevole che Gesù è un "Dio geloso", sia tua premura purificare il tuo mondo interiore e profumarlo di amore. 
Di tanto in tanto, in un silenzio adorante, rivolgi il tuo sorriso al­l'Ospite divino, comprendi e accogli il suo sorriso: "Gesù, insegnami ad ascoltarti! ". 
3. Cuore aperto 
Gesù è in te, ma la sua presenza non è mai completa, per cui devi perfezionarla di giorno in giorno, tenendo il tuo cuore aperto. Pensa a Gesù eucaristicamente presente nei tabernacoli e sappi ve­derlo solo, trascurato, offeso e invitalo nel tuo cuore. 
Ma soprattutto accoglilo in te quando Lo vedi scacciato da qual­che cuore e comprendi il suo ardente desiderio di essere per tutti gli uomini via, verità e vita: "Gesù, insegnami ad ascoltarti!". 
Se avrai questa fede, questa delicatezza d'animo, questo cuore aper­to, allora le interferenze potranno offrirti l'occasione di intensifica­re, perfezionare la tua sintonia con Gesù. 
Quando avrai la batteria del tuo cuore ben carica della presenza di Gesù, leggi pure il giornale, ascolta la radio, guarda la televisio­ne....: i fatti del giorno, le questioni politiche e sindacali, le notizie sulla droga, le uccisioni, la pubblicità, le telenovele... sapranno dir­ti che cosa è la vita senza Dio e ti sospingeranno ad immettere in quei dati avvenimenti un raggio di luce divina mediante un tuo atto di amore. 
Solo allora potrai dire che la tua azione è preghiera, perché lavori con Lui e per Lui. 
Non ti verrà in mente di cambiare posto, lavoro, famiglia.... per­ché comprenderai che la tua felicità non proviene dal luogo, bensì dal tuo intimo, dove possiedi il tuo Gesù. 
E il tuo animo non sarà più preso dall'angoscia, perché non ti sof­fermerai a ragionare su le tue mancanze e miserie, bensì guarderai unicamente l'amore che Gesù ha per te. 
Vivificata dalla presenza di Gesù, non potrai cadere nel falso quie­tismo, perché sarai travolta dal suo dinamismo e con Lui diverrai veramente anima eucaristica riparatrice. 
Allora ti potrà capitare di sentirti, delle volte, più unita a Gesù quando ti trovi davanti alla televisione, quando fai i tuoi acquisti al mercato, quando cammini per la strada, anziché quando partecipi alle celebrazioni eucaristiche o quando credi di pregare. 
Di conseguenza ti esorto a trasformare la tua vita in un continuo e amoroso ascolto alla voce del tuo Gesù: "Gesù, insegnami ad ascoltarti!". 
GESÙ, TU SEI LA MIA ATTRATTIVA! 

Anima eucaristica riparatrice, quando rivolgi il pensiero al taber­nacolo, quando ti metti in adorazione davanti al tabernacolo, ricor­dati che Gesù è lì e ti attende. Desidera essere preso e mangiato an­che da te, per entrare, vivere e operare nel tabernacolo vivente del tuo cuore, per essere vita della tua vita. 
Presenza eucaristica di Gesù 
Se vuoi comprendere meglio questa continua attesa di Gesù Sa­cramentato, ti consiglio di rileggere attentamente nel vangelo di Gio­vanni (4,5-26) l'episodio della Samaritana. 
Gesù si sentiva stanco e sedette presso il pozzo di Sicàr. Questa fermata, questa sosta, dovrebbero richiamarti alla mente un'altra fermata, un'altra sosta. 
Gesù, sceso dal cielo, fattosi uomo come noi, si mise in viaggio in cerca della pecorella smarrita, che è ogni uomo che viene in que­sto mondo. La trovò, la prese su le sue braccia, si addossò le sue cadute, le sue ferite e le guarì salendo sul legno della croce. 
Ma sapendo che per la sua debolezza poteva ancora smarrirsi, ri­mase in mezzo al suo gregge e fissò la sua dimora nel tabernacolo. Come allora, seduto sul bordo di quel pozzo, così oggi, nel silen­zio del tabernacolo, Egli attende. 
Anche tu puoi aver fatto l'esperienza della Samaritana. 
Ti può essere capitato di entrare in chiesa così per caso ma lì, da­vanti al tabernacolo, quando meno te lo aspettavi, una parola scese nel tuo cuore come un dolce rimprovero alla tua dissipazione...; co­me un raggio di luce, che ti ha rivelato il miserevole stato a cui ti sei ridotta con la tua tiepidezza... con il tuo peccato. 
Oppure in un'altra circostanza, mentre ti trovavi in adorazione, puoi aver sentito all'improvviso una soave attrattiva per la vita della grazia, un vivo desiderio di amare il Signore, di donarti a Lui. 
Anche tu puoi aver sentito come un ammonimento e come un in­vito dolcissimo le parole di Gesù: "Se tu conoscessi il dono di Dio!". O Gesù, fa' scendere nel mio spirito un raggio della tua luce per­ché io ti conosca. 
Conosca la grandezza del tuo amore e del tuo sacrificio, per par­teciparvi anch'io... 
Conosca i tuoi misteri eucaristici, per adorarli e per viverli... 
Conosca i tuoi disegni di amore, per assecondarli fedelmente... 
Conosca le tue pene e i tuoi desideri, per dividerli con Te... 
Conosca le intimità del tuo Cuore, per riversarvi il mio cuore e per avere i suoi sentimenti in me. 
O Gesù, fammi conoscere il tuo "dono", fammelo gustare, so­prattutto fammelo possedere in eterno. 
Le attese di Gesù 
"Gesù, stanco del suo viaggio, sedeva presso il pozzo". Colui che è la potenza di Dio, Colui che dà sollievo agli stanchi, è obbligato a fermarsi perché si sente stanco. 
Alla stanchezza si aggiunge la sete. Gesù aveva sete, una sete non tanto dell'acqua che si trovava nel pozzo, quanto delle anime che era venuto a salvare, dissetandole con il suo sangue. 
Pensa ai tebernacoli sparsi nel mondo, dove Gesù attende sem­pre, sempre pronto a dissetare con l'acqua che "zampilla per la vita eterna". 
Misteriosamente chiama, ma non si ascolta; cerca ma si sfugge; parla ma si è presi, attratti da altre voci. 
Le sue divine emissioni di amore si perdono nel vuoto. 
Questa attesa di Gesù non corrisposta, è causa della "stanchez­za", della "tristezza" di Gesù Eucaristia. 
Forse anche tu, più di una volta, hai deluso le sue divine aspet­tative... 
Ti cercava.... ti attendeva..., ti parlava... ; ma tu rivolgevi altrove i tuoi passi..., trascuravi i suoi dolci richiami..., soffocavi le sue voci... 
Povero Gesù! Quanta pazienza anche con te! Quanta stanchezza anche per te! 
O Gesù, donami la grazia di comprendere e compensare le tue at­tese. Fa che accolga ogni tuo desiderio e lo custodisca nel mio cuo­re. Trattienimi davanti a Te, ascoltandoti e lasciandomi riempire del tuo amore. 
Donami anche, o Gesù, la possibilità di saper compensare la tra­scuranza di tante anime, con le frequenti visite a te, facendomi assi­dua compagna della tua solitudine. 
Prendi, o Gesù, il mio spirito, la mia memoria, la mia immagina­zione, la mia volontà, la mia libertà..., prendi il mio cuore e possie­dilo tutto..., metti nel mio animo una forte attrattiva per Te, un'ar­dente sete di Te..., perché ti cerchi continuamente e viva con Te, cooperi con Te nell'opera della salvezza... 
La sete di Gesù e la tua sete 
"Dammi da bere", chiese Gesù alla Samaritana. Questa richie­sta, la ripeté agonizzante sulla croce: "Sitio!", la ripete misteriosa­mente da ogni tabernacolo, la sussurra intimamente anche nel tuo cuore: "Dammi da bere!". 
Gesù aveva sete, ha sete di anime, sete d'immolarsi per la loro salvezza. 
Aveva sete, ha sete di amore e di gratitudine, sete di essere desi­derato e ricevuto. 
Ha sete della tua anima, che ancora non si decide a donarsi com­pletamente a Lui. 
Ha sete del tuo amore, ancora troppo povero, troppo diviso con le creature, pieno di riserve... 
Ha sete dei tuoi piccoli sacrifici che Lui vuole utilizzare per la tua santificazione, per la salvezza delle anime. 
Sappi ascoltare e assecondare questa divina e amorosa richiesta di Gesù: "Dammi da bere!", perché, a tua volta, tu possa sentire sete di Lui e ripetergli, con la Samaritana: "Donami di quest'acqua!". 
Coltiva, accresci nel tuo animo questa sete di Gesù. 
Sete del suo amore... 
Sete di essere penetrata, conquistata, purificata, trasformata, di­vinizzata dalla sua grazia. 
Sete della sofferenza che purifica, eleva, redime... 
Sete d'immolarsi sull'altare con Gesù a gloria del Padre e a sal­vezza dei fratelli... 
Sete di vivere con Gesù nel tabernacolo, nella sua intima amicizia... 
Sete di possedere l'amore che scaturisce dall'Eucaristia, e che sa donarsi... 
Sete di amore... che non si estingue.... ma cresce sempre fino a divenire un dolce martirio..., che non avrà il suo appagamento se non quando "saremo abbeverati al torrente delle delizie eterne". O Gesù, donami questa sete di Te, di Te solo! 
Di te che hai detto: "Se alcuno ha sete, venga a me e beva!". "O Signore, dammi di quest'acqua ed io non avrò più sete!". Non avrò più sete dei miseri beni della terra, delle sue gioie, delle sue ricchezze, della sua stima, delle sue frivolezze... 
Non avrò più sete delle soddisfazioni del mio amor proprio, della mia vanità. 
O Gesù, giorno per giorno alimenta in me questa sete di Te. Assetata della tua sete, potrò condurre a Te altre anime, come fe­ce la Samaritana dopo averti conosciuto. 
O Gesù, fa' che Tu, Tu solo, sii la mia attrattiva! 

[Modificato da MARIOCAPALBO 28/02/2015 13:24]

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