7. Astuzie di Giuda
La morte di Gesù era decretata, ma non era facile trovare il modo e il tempo per attuarla. I nemici "temevano il popolo" e dicevano: "Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo". Ben presto Giuda, uno dei dodici Apostoli, si sarebbe fatto avanti e li avrebbe tolti d'imbarazzo. In quella stessa sera, Gesù con i suoi era uscito dal tempio e si era avviato verso il monte degli Ulivi, dove era solito pernottare. Anche Giuda era con loro, ma presto si era allontanato dalla comitiva con il pretesto, forse, di provvedere a qualche necessità del gruppo apostolico. In realtà il traditore aveva ben altri progetti. Destinato ad amministrare i beni, offerti dalla generosità dei fedeli, era divenuto, da qualche tempo, avaro e ladro, continuando a seguire Gesù con la speranza di saziare la sua avarizia. Questa speranza dileguava di giorno in giorno, per cui concluse che servire Gesù non gli avrebbe fruttato più nulla. Decise quindi di lasciarlo col tradimento, cercando di ricavare da questo la desiderata ricchezza. Vagò per la città, rientrò al tempio, ascoltò i discorsi che qua e là si tenevano sul conto del Maestro. Venne a sapere, forse per qualche segreta confidenza, che quella sera stava svolgendosi l'importante convegno e che sarebbe stato largamente ricompensato chi avesse consegnato Gesù nelle mani dei nemici. Non attendeva altro. Invaso dal dèmone dell'avarizia, Giuda si reca nella casa di Caifa offrendosi di tradire Gesù per intascare la somma stabilita.
Considera. Giuda opera con la più fine astuzia per entrare in possesso di pochi denari; sii santamente furbo per guadagnarti la ricompensa eterna.
8. Il contratto infame
Giuda, col favore delle tenebre che coprono la faccia della terra, si dirige verso l'abitazione di Caifa, dove si sta tramando contro il Salvatore. Prende la strada di Betlemme. Non cammina, ma corre, preso dal timore di non arrivare in tempo. Chi lo incontrasse per via lo giudicherebbe un uomo che ha perduto la ragione. Giunge finalmente dove si tiene l'assemblea, trova il mezzo di farsi introdurre e si mette subito "a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani". Il traditore domanda: "Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?". Alla sua proposta "essi si rallegrarono... e gli fissarono trenta monete d'argento" o sicli, somma che si pagava per l'acquisto di uno schiavo. Giuda accetta l'offerta e l'infame contratto è stipulato. Da quel momento egli si preoccupò soltanto di trovare "l'occasione propizia" per consegnare Gesù ai Giudei. Intanto conveniva dissimulare. Tornò frettolosamente alla solitudine sul monte degli Ulivi, associandosi ancora a Gesù e agli altri Apostoli e comportandosi con la massima disinvoltura. Ma la sua malizia non poteva sfuggire all'occhio del divino Maestro, che conosce le occulte trame del rinnegato discepolo.
Considera. Giuda vende il Salvatore per un prezzo vile; rifletti che quando pecchi, non apprezzando per nulla la grazia del Redentore, lo vendi per un prezzo anche più vile.
III - L'ULTIMA CENA
9. L'addio alla Madre
Il giorno seguente, mercoledì, il Salvatore si recò coi suoi a Betania, non molto distante da Gerusalemme. Lontano dalla folla, nascosto ai suoi nemici, in solitudine ed in intimi colloqui, prepara i discepoli alla sua prossima morte. Inoltre, sapendo che la sua fine era vicina, voleva dare un addio alle persone più care, a Lazzaro, a Maria Maddalena, a Marta, e ad altri che gli erano stati tanto devoti. Fra questi occupava certamente il primo posto la sua benedetta Madre, Maria SS., a cui Egli aveva riservato un particolare attestato del suo filiale affetto nell'addio che stava per darle. Il Vangelo non ne parla, è vero; ma pensare diversamente è come dimenticare il sentimento universale della pietà cristiana. Gesù, inginocchiato dinanzi a sua Madre, le dice che è giunto il tempo di sacrificarsi per il genere umano, per riconciliarlo con Dio; le domanda la sua benedizione prima di eseguire la volontà del Padre celeste. Quale scena sublime! Quale momento solenne per Maria! Essa, non badando ai suoi vivissimi sentimenti di Madre, immersa in un dolore che non ha nome, e fra lacrime abbondantissime, pronuncia quel fiat che aveva già espresso nell'Annunciazione e in mille circostanze della sua vita, uniformandosi pienamente alla volontà del Divin Padre. Così Gesù può andare alla morte, sapendo che sua Madre è divinamente rassegnata al grande sacrificio.
Considera. Gesù e Maria, nel separarsi, soffrono indicibilmente per la tua salvezza; impara a separarti anche tu dalle persone care se così richiede la volontà di Dio.
10. Da Betania a Gerusalemme
Soddisfatti i doveri di affetto e di pietà verso parenti ed amici, Gesù non pensa che all'esecuzione della sua grande opera. Ma prima Egli vuol celebrare la Pasqua a Gerusalemme, nella cinta della città. La mattina del giovedì chiama Pietro e Giovanni e dice loro: "Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare". Essi gli chiesero: "Dove vuoi che la prepariamo?". Rispose Gesù: "Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate".
I due obbediscono e s'incamminano subito alla volta della città, dove incontrano l'uomo, lo seguono, trovano tutto come aveva predetto Gesù e incominciano a preparare. La preparazione richiedeva del tempo. Volendo seguire in tutto le consuetudini della nazione, dovettero lavorare quasi tutto il resto della giornata e solo verso sera era tutto pronto. Dopo alcune ore, sull'imbrunire, anche Gesù s'avviò lentamente con gli altri Apostoli verso la città santa.
Considera. Gli Apostoli, obbedendo a Gesù, preparano il luogo dell'ultima cena. Tu prepara bene il mistico cenacolo dell'anima tua per la S. Comunione.
11. Cena legale
Vi giunse quando scendeva la sera e quasi di nascosto, non volendo essere disturbato in quella cena misteriosa ed intima, che stava per consumare con i suoi Apostoli. Andò direttamente al cenacolo, dove trovò ogni cosa bene apparecchiata, secondo gli ordini dati: sala ampia, mensa adorna e imbandita, sedili, o meglio una specie di letto che circondava la tavola, secondo il costume degli Ebrei. L'agnello di un anno e immacolato, scelto da due Apostoli, era stato immolato nel tempio, per mano del sacerdote, poi arrostito e condito con erbe amare. I pani azzimi erano stati cotti e il vino attinto dalle anfore. Tutto aveva un simbolo: il pane senza lievito e il condimento amaro simboleggiavano le soffrenze della schiavitù; l'agnello ricordava la vittima, il cui sangue era servito a marcare le porte delle case giudaiche, per preservarle dalla collera dell'Angelo sterminatore. Non mancava nulla, e il misterioso rito, che ricordava la liberazione d'Israele dall'Egitto, poté incominciare. Sappiamo dalla legge come doveva svolgersi: si mangiava l'agnello stando in piedi, con il bastone in mano, la tunica rialzata, i fianchi cinti, in perfetto silenzio. All'ora del banchetto, Gesù si mise a tavola con gli Apostoli e portò a termine la cena legale nel modo stabilito.
Considera. Gesù, nell'ultima cena, commemora la liberazione degli Ebrei dall'Egitto. Nella cena eucaristica, impégnati a commemorare la tua liberazione dal peccato.
12. Lavanda dei piedi
La cena legale era sempre seguita dalla cena usuale, che permetteva ai convitati di saziare la loro fame. Il piccolo agnello non poteva bastare per tutti (non erano mai meno di dieci e spesso passavano la ventina). Terminata la sacra cerimonia, anche Gesù e gli Apostoli si misero a sedere e incominciarono la cena d'uso. All'inizio di essa Gesù si alzò, "depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: 'Signore, tu lavi i piedi a me?'. Gli rispose Gesù: 'Quello che faccio io tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo'. Gli disse Simon Pietro: 'Non mi laverai i piedi!'. Gli rispose Gesù: 'Se non ti laverò, non avrai parte con me'. Gli disse Simon Pietro: 'Signore, non solo i piedi, ma anche le mani ed il capo!'. Soggiunse Gesù: 'Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti'. Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: 'Non tutti siete mondi'". Quest'incidente di Pietro aveva persuaso tutti gli altri Apostoli a non fare opposizione al Maestro. Tutti, Giuda compreso, si lasciarono lavare i piedi da Gesù.
Considera. Gesù lava i piedi agli Apostoli, dicendo loro che ciò è necessario. Rifletti che solo da Gesù Cristo puoi essere purificato dalle tue colpe.
13. Esempio da imitare
Lavati i piedi agli Apostoli, il Salvatore indossò le sue vesti e si rimise a tavola. Stando nel mezzo, al primo posto, aveva Pietro alla sinistra e Giovanni alla destra; quest'ultimo inchinandosi un poco, poteva posare il capo sul petto di Gesù. Giuda era coi dodici, non molto distante. Il Signore disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica". Insegnamenti sublimi per i sudditi e per i superiori. Sono soprattutto un preavviso agli Apostoli che fra poco si metteranno a discutere tra loro chi sia il maggiore. Gesù li previene: "Sarete beati se le metterete in pratica". La cena intanto continuava.
Considera. Gesù stesso t'invita ad imitarlo nell'umiltà. Proponi di obbedirlo, comportandoti umilmente con i superiori, con gli uguali e con gli inferiori.
14. Ardente desiderio
Presso gli Ebrei si usava, all'inizio dei pasti, servire una coppa piena di vino, che tutti i commensali dovevano gustare. Toccava al padre di famiglia, o a chi lo rappresentava, prendere la coppa, dopo la preghiera, e passarla ai convitati. Gesù si attenne alla tradizione, e in quell'occasione pronunciò ineffabili parole: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio... Prendetelo (questo calice) e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio". Tutti accostarono le labbra al calice, gustando il vino. Le parole di Gesù avevano profondamente impressionato gli Apostoli che non osavano parlare, pensando al doloroso significato di esse. Non erano convinti, nonostante le molte predizioni, che Gesù dovesse morire così presto. Temevano ciò che Egli ardentemente desiderava. L'ultima Pasqua dava al Signore l'occasione di donarsi nell'Eucarestia, per morire poi sulla croce; ma toglieva agli Apostoli la presenza visibile del dolce Maestro.
Considera. Gesù desidera intensamente trovarsi con i discepoli per offrire il dono eucaristico. Tu desideri davvero cibarti del pane celeste?
15. Il traditore scoperto
La cena produceva silenzio. Si capiva benissimo che tutti avevano un peso nel cuore, un dolore segreto, dopo le ultime parole di Gesù. Ciò si rifletteva particolarmente sul volto divino del Salvatore. Egli aveva già detto: "Non tutti siete mondi". Ora è determinato a parlare più chiaro. Rompe il silenzio e dice: "Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che lo Sono". Detto questo Gesù si commosse e protestò: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà". "...Colui che mangia con me", "uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto", "colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà". Gli Apostoli si spaventano e tutti s'affrettano a chiedere a Gesù: "Sono forse io, Signore?". L'unico che non vorrebbe porre tale domanda è Giuda, evidentemente imbarazzato. Avvicinandosi al Salvatore, disse a bassa voce: "Rabbi, sono forse io?". Gesù gli rispose con voce fioca: "Tu l'hai detto". Nessuno dei presenti intese la risposta o chi l'udì non ne comprese il significato. Il Divin Maestro voleva evitare al traditore una pubblica umiliazione e dimostrargli che gli voleva ancora bene e sperava che si pentisse.
Considera. Anche il traditore Giuda, pur avendo la coscienza sporca, domanda ipocritamente: Sono forse io? Anche tu, talvolta, potresti fingere di essere senza colpa.
16. La grande promessa
Frattanto la cena volgeva al termine, e il Redentore aveva stabilito di non terminarla prima di aver realizzato la sua grande promessa. Sappiamo quali parole, fino allora inaudite, erano uscite dalla sua bocca: " 'Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo'. Allora i Giudei si misero a discutere tra loro: 'Come può costui darci la sua carne da mangiare?'. Gesù disse: 'In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno' .
Questa era stata la promessa: solo nell'ultima cena si doveva conoscerne l'adempimento. Considera. Solo Gesù è il pane della vita. Risolvi di nutrirti sempre di lui nell'Eucarestia, per partecipare un giorno dell'eterna vita.
17. La mia carne è cibo
Il momento unico nella storia dell'umanità è giunto. Non si può descrivere, perché è al di sopra di qualunque intelligenza e di qualunque linguaggio. Bisognerebbe saper leggere le pagine evangeliche con la stessa fede di chi le scrisse e con la commozione del momento in cui furono redatte. "Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine". Ecco l'introduzione al mistero d'amore. Poi viene la narrazione del fatto. Gesù, quasi assorto nella grandezza del mistero che sta per compiere in favore dell'umanità, prende del pane azzimo, alza gli occhi al cielo, rende grazie a Dio, benedice lo stesso pane e lo spezza. Mentre lo dà ai suoi discepoli, dice: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Dio Onnipotente non aveva bisogno di altre parole per operare il prodigio. Con una sola parola, fiat, non aveva creato l'universo? La sua parola opera ciò che significa, e perciò il pane non è più pane, ma è mutato nel suo corpo. Lo sanno gli Apostoli che, illuminati in quel momento sull'ineffabile mistero, prendono il pane consacrato dalle mani di Gesù e se ne cibano con somma riverenza. Gesù per primo si comunica, e nessuna comunione sarà più accetta alla maestà di Dio.
Considera. comanda loro di cibarsene. Lo stesso comando ti fa Gesù dal sacro Gesù, porgendo agli Apostoli il pane consacrato tabernacolo.
18. Il mio sangue è bevanda
Con la consacrazione del pane Gesù aveva eseguito una parte della sua promessa, e aveva dimostrato che la sua carne era veramente cibo. Non era possibile che non eseguisse anche la seconda parte, dando il suo sangue in bevanda. Finito il pasto, quando il padre di famiglia, secondo i riti, passava l'ultima coppa ai convitati, Gesù prende il calice nelle sue sante e venerabili mani, lo benedice, ringrazia il suo Divin Padre e dice, mentre porge il calice ai suoi discepoli: "Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati". Gli Apostoli, già illuminati e infiammati dal nutrimento del pane celeste, comprendono ancor meglio la preziosità del vino che viene loro offerto da Gesù, e si accingono a berlo con il maggior rispetto possibile. La coppa fa il giro della tavola e tutti, dopo il Signore, bevono il vino consacrato. Quando il calice arriva a Giuda, il Redentore non riesce più a contenere il dolore ed esce in queste espressioni: "Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito: ma guai a quell'uomo dal quale è tradito". Con queste parole Gesù intendeva spaventare il miserabile discepolo e farlo desistere dal suo perfido proposito. Giuda non si lasciò scuotere né convertire.
Considera. Gesù afferma di spargere il suo sangue per la remissione dei peccati. Solo per virtù di questo sangue puoi purificare l'anima tua.
19. Fate questo in memoria di me
Consacrando il pane ed il vino, Gesù si era donato come cibo e bevanda agli Apostoli. Ma la sua promessa non si restringeva solo a questi: si estendeva a tutto il popolo che lo ascoltava, a tutti i suoi seguaci, presenti e futuri. Bisognava provvedere perché tutti, anche in avvenire, potessero nutrirsi del pane che elargisce la vita eterna. Gesù, con la morte in croce, se ne sarebbe andato al Padre. Chi avrebbe rinnovato il prodigio? Egli vi provvede in modo mirabile con un comando solenne che indirizza agli Apostoli e, per essi, a tutti i loro successori nella dignità fino alla fine dei secoli. Dopo la consacrazione del pane, dice espressamente: "Fate questo in memoria di me". Quella stessa voce onnipotente che aveva consacrato il pane e il vino, consacra ora gli Apostoli conferendo loro il divino potere di fare quello che aveva fatto Gesù. Il comando divino è chiaro: "Fate questo". A tale comando l'uomo non può resistere, perché "è la bocca di Dio che ha parlato". Gli Apostoli, obbedendo al precetto di Gesù, dopo la Pentecoste, iniziarono a fare quanto era stato loro ingiunto e diedero ai fedeli l'Eucarestia. I fedeli "erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere". Così l'umile cenacolo si moltiplicò sulla faccia della terra, divenne il tempio dei cristiani e ora si trova dappertutto: In ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura", "l'agnello di Dio... che toglie il peccato del mondo".
Considera. Il sacerdozio istituito da Cristo ti dona il sacrificio della Messa e l'Eucarestia. Abbi somma venerazione per i ministri di Dio, ascolta volentieri la Messa e visita spesso il SS. Sacramento.
20. Il discepolo prediletto
Le ultime parole pronunciate dal Signore e indirizzate al traditore ferirono gli Apostoli nel loro affetto verso il Maestro. Sembrava loro impossibile che proprio là, durante l'ultima cena pasquale, si potesse tradire. "I discepoli si guardarono gli uni gli altri non sapendo di chi parlasse". Soprattutto Giovanni, il discepolo prediletto, non sapeva darsi pace e provava una pena immensa. Quasi per consolarsi e per lenire il dolore di Gesù, chinò il capo e lo posò sul petto del Redentore nell'atteggiamento di chi vuole riposarsi dolcemente. Mentre si trova in questa posizione, Simon Pietro gi fa un cenno e gli dice: "Di', chi è colui a cui si riferisce?". Giovanni, che aveva alzato un po' la testa per ascoltare Pietro, l'abbassa di nuovo sul petto di Gesù e gli chiede con voce sommessa: "Signore, chi è che ti tradisce?". Gesù non seppe resistere all'accento affettuoso misto a dolore con cui gli era stata posta la domanda e rispose a bassa voce: "È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò". "E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone". Giuda lo prese e lo mangiò, e fu questo l'ultimo atto della sua ipocrisia. Poi si recherà ad eseguire il suo malvagio disegno.
Considera. Chi ama e compatisce Gesù è ammesso alle sue confidenze. Tu non godi di esse perché non ti curi di compatirlo e di amarlo.
21. Lezione di umiltà
Intanto, col pretesto di manifestare fedeltà al Maestro, era sorta una contesa fra i discepoli, "chi di loro poteva esser considerato il più grande". La discussione che nacque tra loro rivela tutto l'egoismo che si nasconde nel cuore dell'uomo anche in certi momenti solenni in cui dovrebbe scomparire del tutto. Gesù, sempre abile maestro, approfitta dell'occasione per combatterlo e impartire sublimi lezioni di umiltà. "I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi non sia così; ma chi è il più grande tra di voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele". Tutto ciò significava che non dovevano preoccuparsi delle dignità terrene, perché Egli riservava loro onori ben più grandi nel regno del Padre suo, purché imitassero la sua umiltà nella vita presente. Al dolce rimprovero unisce appositamente il pensiero della grandezza del premio, per distaccarli dalla terra e affezionarli al cielo.
Considera. L'umiltà è la via indicata da Gesù per raggiungere gli onori celesti. Pensa se stai percorrendo questa strada, tu che desideri entrare nella gloria del cielo.
22. Partenza di Giuda
Ormai le parole del Maestro non avevano nessuna risonanza nell'animo del traditore, troppo ossessionato dal pensiero del tradimento. Capiva però che la sua posizione in quel luogo era diventata insopportabile. Gesù aveva dimostrato chiaramente di conoscere ogni cosa, e gli Apostoli facevano intendere che si sospettava fortemente di lui. Bisognava uscire presto, altrimenti si sarebbe compromesso il buon esito di ciò che era stato concordato coi Giudei. A questo Giuda era anche spinto dal demonio che si era impossessato di lui. "E allora, dopo quel boccone, Satana entrò in lui". Da quel momento una forza misteriosa interna agitò lo scellerato traditore e non gli lasciò più quiete. Egli si alzò e si avviò all'uscita. Passò accanto a Gesù e forse gli fece un cenno e gli indirizzò qualche frase, quasi per ottenere il permesso di allontanarsi. Gesù gli disse:"Quello che devi fare fallo al più presto". "Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: 'Compra quello che ci occorre per la festa', oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte". Proprio in quell'istante Giuda dà inizio alla passione di Gesù. Attuando la sua congiura, mette in moto le potenze del male, e riserva al Signore una morte terribile, crudele e rapida. Domani, prima che il giorno si concluda, il sangue di Gesù sarà tutto sparso, e la Vittima Divina consumata sulla croce.
Considera. Giuda, abbandonato Gesù, si affretta a compiere il tradimento. Quando abbandoni il Signore, puoi cadere in colpe maggiori.
23. Sollievo generale
La partenza di Giuda sollevò l'animo di tutti. Si sentivano finalmente liberi di parlare e alleggeriti di un peso che premeva sul loro cuore. Anche il volto di Cristo si illuminò di nuovo d'indescrivibile splendore, e la sua bocca si aprì ai più soavi discorsi. Non sembra più quello di prima, taciturno, misteriosamente triste. Conversa con tutti e per tutti ha una parola di affetto. Appena Giuda è uscito, il Salvatore esclama: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri". Queste parole fanno da introduzione a quella serie di discorsi in cui Egli si è diffuso come fontana di vita, e in cui si notano abissi da far tremare.
Considera. Gesù si sente sollevato alla partenza di Giuda. Rifletti se la tua presenza è di peso o sollievo a Gesù.
24. Gesù predice l'abbandono dei discepoli
Pietro, prendendo spunto dalle ultime parole di Gesù, volle interrogarlo: "Signore, dove vai?". Gesù gli rispose: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi".
"Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea". "Simone, Simone, ecco Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli". Pietro riprese: "Signore, perché non posso seguirti ora?". "Anche se tutti si scandalizzano di te, io non mi scandalizzerò mai". "Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte". Gesù gli fece osservare: "Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu m'abbia rinnegato tre volte". "E Pietro gli rispose: 'Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò'. Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli". Evidentemente si ingannavano sulla consistenza delle proprie forze e il seguito del racconto ci svelerà quanto poco seppero mantenere le ripetute dichiarazioni di fedeltà. Pietro, che più di tutti protestava, sarà quello che cadrà più miseramente.
Considera. Gesù predice che Pietro lo rinnegherà, perché si fida troppo di se stesso. Impara a fidarti solo di Dio, e non delle tue forze, se non vuoi cadere.
25. È necessario prepararsi
Le precedenti parole di Gesù erano un avvertimento per gli Apostoli. Essi ormai non potevano più seguire il Maestro, ma dovevano separarsene dolorosamente, restando abbandonati a mille lotte e prove. I giorni tranquilli erano finiti e scomparivano insieme a Gesù. Cominciavano giorni di dolore, a cui bisognava che i discepoli si tenessero preparati. Perciò Gesù domanda loro: " 'Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?'. Risposero: 'Nulla'. Ed egli soggiunse: 'Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché vi dico: Deve compiersi in me questa parola della scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine'. Ed essi dissero: 'Signore, ecco qui due spade'. Ma egli rispose: Basta!'".Interpreterebbe erroneamente il pensiero di Gesù chi vedesse, in queste immagini energiche, un ricorso alla forza materiale. Com'era sua abitudine, spiega con parole vivaci lo stato di ostilità che aspetta i suoi. Voleva che si tenessero pronti alla durissima prova imminente.
Considera. Usando immagini di armi materiali Gesù intende preparare i suoi alle prove morali. La preparazione spirituale ti è necessaria per essere vittorioso nei pericoli dell'anima.
IV - INEFFABILI DISCORSI
26. Non sia turbato il vostro cuore
Gli Apostoli si sentivano turbati ed afflitti in seguito alle parole udite. Gesù volle consolarli con indicibile dolcezza: " 'Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via'. Gli disse Tommaso: 'Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?'. Gli disse Gesù: 'Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto'. Gli disse Filippo: 'Signore, mostraci il Padre e ci basta'. Gli rispose Gesù: 'Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre' ".
Considera. Gesù consola gli Apostoli turbati ed afflitti. Nelle tue interne afflizioni, solo da Gesù puoi essere consolato.
27. Non vi lascerò orfani
" 'Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui'. Gli disse Giuda, non 1'Iscariota: 'Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?'. Gli rispose Gesù: 'Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato'„.
Considera. Gesù consola gli Apostoli dicendo che non li lascerà orfani. Egli mantiene anche oggi la sua promessa per mezzo del SS. Sacramento dell'altare: prometti di stare sempre vicino a Lui.
28. Vi do la mia pace
"Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi, se mi amate, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui". Tutto ciò che l'uomo può sapere di Dio, del Figlio di Dio, dello Spirito Santo, della religione, opera divina di Gesù, tutto è riassunto in questi intimi colloqui del Salvatore, che sorpassano le più alte concezioni della mente umana, senza che tuttavia esauriscano i tesori dell'insegnamento del Maestro.
Considera. Gesù distingue molto bene la sua pace da quella del mondo. Rifletti di quale pace sei desideroso, e impara a non fidarti della falsa pace del mondo.
29. Il ringraziamento
Le ultime parole scossero gli Apostoli che, udendo gli insegnamenti del Maestro, erano assorti in soave estasi. Non avrebbero voluto muoversi, ma si alzarono anch'essi quando videro che Gesù si era levato in piedi. Recitarono insieme l'inno di ringraziamento intitolato Alleluia. Dall'autorità dei libri della Sinagoga risulta che un tale inno era composto dei seguenti salmi: 112. Lodate, servi del Signore; 113A. Quando Israele uscì dall'Egitto; 114. Amo il Signore perché ascolta; 115. Ho creduto anche quando dicevo; 116. Lodate il Signore, popoli tutti; 117. Celebrate il Signore, perché è buono. Sono salmi che ricordano l'uscita dall'Egitto, il passaggio del Mar Rosso, la promulgazione della legge, la passione e la resurrezione del Messia. In essi Gesù vedeva il proprio destino, le sue lotte, la sua morte e il suo trionfo. Recitato l'inno, Gesù uscì dal cenacolo con gli undici, discese dal monte Sion e si avviò verso la valle di Giosafat per lo scosceso pendio dell'Ophel, dirigendosi al Monte degli ulivi.
Considera. Gesù dopo la cena ringrazia pubblicamente il suo divin Padre. Impara a elevare un fervoroso ringraziamento dopo la Santa Comunione, con atti di fede, speranza, carità, dolore e formulando propositi di bene.