. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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IL PICCOLO NULLA

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2013 21:26
31/03/2013 22:31

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impotenza,
diventava
furioso
e
le insultava. Malediva il giorno in cui aveva
incominciato questa lotta contro la suora.
Dopo il cinquantanovesimo assalto, la suora disse: «In unione con l'allegrezza di
Maria, quando l'Angelo le annunciava la venuta di Gesù, offro per la comunità e per il
nostro Ordine tutto ciò che è avvenuto e tutto quello che Gesù vorrà ancora. Sì, sì,
ripeteva quasi cantando, affermo che mi unisco all'allegrezza della santissima Vergine,
perché comincio a vedere la luce, comincio ad offrire a Dio la gioia».
E al demonio: «Ti dico, Satana, che non sento se sono con il mio corpo; sento che
sono con Gesù. Quando Dio vuole una cosa, tu non puoi cambiarvi niente; sei
obbligato ad obbedire a Gesù tremando. Santa Vergine, ottienimi l'umiltà, la gioia,
l'unione con Dio; ti domando queste stesse grazie anche per il nostro santo Ordine.
Satana, tu cerchi di prendermi, e sei tu ad essere l'intrappolato».
Guardate l'Araba, esclamò il demonio; tutto il suo corpo è fiaccato e non confessa
neppure che è malata. Questa miserabile mi augura il disonore. Attendi, attendi; e la
tormentava orribilmente. La suora disse: «Io mi unisco...» Satana volle impedirle di
continuare: ella riprese con forza: «Non mi impedire di parlare», e siccome esso
riprovava, disse: «Ebbene, griderò Amore a Gesù! gloria a Maria! vergogna e
disprezzo a Satana! Sì, per la vita, e per la morte, amore a Gesù!».
E rivolgendosi al demonio: «Che dici, Satana? Quanto a me, non sono che debolezza:
è Dio che fa tutto in me. Sì, Gesù verrà a schiacciare la tua testa. Sento la gioia, la
pace. Non sono sulla terra per seguire i miei gusti, vi sono per cercare il fiele, il
disprezzo, con la grazia di Dio.
Santa Vergine, libera le anime che seguono Satana». Tre volte ripeté questa preghiera,
e aggiunse con un filo di voce: «Vedo uno spiraglio, vedo un po' la porta, vedo Gesù
arrivare; la luce si avvicina dolcemente, in silenzio. Egli non fa come te, Satana, tu
vieni con rumore. Gloria a Gesù, gloria a Maria! Vergogna e disprezzo a Satana!
Satana, queste parole ti annientano. Ebbene, le dirò sempre, le dirò nel cuore, se non
potrò dirle con la bocca.
Io mi unisco a Gesù, a Maria, a Giuseppe, quando aprirono la porta della casetta
d'Egitto, affinché i peccatori abbiano un piccolo posto nel loro cuore per amare Gesù,
perché anche essi posseggano un posto nel cuore di Gesù. Vorrei una casetta molto
pulita nel mio cuore per ricevere Gesù, una casa dove non ci fossero più peccati,
perché Gesù potesse compiacersi. Se io so ricevere Gesù, ho tutto. È dolce soffrire con
Gesù. Tutto ciò che viene da Gesù è dolce. Tutto ciò che viene da te, Satana, è cattivo.
Più le lotte si moltiplicano, più io vedo chiaro. Amore a Gesù, a Maria!».
Dopo il settantaseiesimo attacco, Satana esclamò: Questa miserabile Araba! non
abbiamo il potere di cambiare il suo aspetto. Neppure Lucifero lo potrà, perché essa è
stata martire, e perché si è conservata sempre pura, sempre vergine. «Dio sia
benedetto! diceva sempre la suora; il resto, lo dirò nel mio cuore. Satana è geloso di
quelli che seguono Gesù. Io seguirò Gesù fino alla morte, sulla terra, in cielo, e perfino
nell'inferno. Se Dio lo vuole, ebbene, sì andrò, se egli lo vuole, nell'inferno con Gesù.
L'inferno con Gesù è meglio che te, Satana. Il diavolo mi dice che, se mi prenderà, mi
metterà più in basso di Giuda».
Dopo la novantunesima lotta, Satana disse: Lo confesso con tutti i miei simili, noi non
amiamo la carità, l'umiltà, l'obbedienza.

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Dopo la novantatreesima, suor Maria disse: «Gloria a Gesù, gloria a Maria! Co-
mincio a vedere la luce; la porta si apre; comincio a vedere la santa Vergine. Mio Dio,
sii benedetto.
Mio Dio, io ti amo con tutto il mio cuore e al di sopra di tutte le cose».
La fine del terribile combattimento si avvicinava. Era la novantanovesima lotta.
Aspettate, aspettate, disse il demonio; forse, alla venuta di Lucifero, emetterà un
lamento. Ma la suora disse ancora: «Gloria a Gesù, gloria a Maria! gloria a Giuseppe!
gloria a Dio solo!».
Il diavolo ritornò un'ultima volta; parlò dell'arrivo di Lucifero: Il nostro capo, disse,
non esce quasi mai dall'inferno. Passando nel corpo dell'Araba, la brucerà talmente,
che voi non potrete neppure toccare la punta del suo dito, fino a che il Signore non sia,
a sua volta, passato in questo stesso corpo per guarirlo.
Il letto di ferro sul quale l'eroica vittima si trovava dall'inizio del combattimento era
così danneggiato che bisognò sistemarla su un altro.
Alle undici e tre quarti, il diavolo esclamò: Indietreggiate, viene Lucifero: se voi
restate vicino all'Araba, sarete bruciati.
Il Rev. abate Manaudas e le suore indietreggiarono. Alcuni istanti dopo, si videro il
viso e le mani di suor Maria divenire rossi come il fuoco, e in seguito completamente
nere. Il fumo venne fuori da tutto il suo corpo; si senti un forte odore di zolfo. La suora
respirò appena. Ma ben presto delle grida più forti del fischio della locomotiva si
fecero sentire; se ne contarono fino a diciannove. Era la fine della lotta. Una visione
celeste venne a rallegrare l'eroica vittima. Disparve ben presto. La novizia risentì
allora tutti i suoi dolori; non poté più pronunciare una sola parola, né fare il più
piccolo movimento. La sua bocca si aprì ad intervalli come quella di un moribondo.
L'abate Manaudas si avvicinò come per raccogliere il suo ultimo respiro. Era
mezzogiorno, l'ora nella quale, si ricorda, la possessione era iniziata, quaranta giorni
prima.
CAPITOLO VIII
La liberazione - Possessione dell'angelo per quattro giorni
La scena cambiò. Improvvisamente, suor Maria di Gesù Crocifisso si alzò sul letto. Il
suo viso era radioso, i suoi occhi brillavano come due diamanti; un sorriso celestiale
sfiorava le sue labbra. Tutti i presenti erano in ginocchio; da tutte le bocche usciva
nello stesso tempo lo stesso grido: Gesù! La gioia del cielo era in tutti i cuori, e si
traduceva in dolci lacrime. Si senti che Gesù era passato nel corpo della suora per
guarirlo.
Uno spirito soprannaturale era succeduto al Salvatore nel corpo della suora liberata e
vittoriosa. La santa Vergine, disse questo spirito, attraverso la bocca della novizia, vi
domanda l'umiltà, la semplicità e la pratica di tutta la Regola. «Gesù, esclamò la
novizia, rapita, è il mio dolce refrigerio!». Quando l'estasi finì per qualche istante, suor
Maria conservò la gioia nella sua anima e perfino nei lineamenti del suo viso. Baciava
con riconoscenza le mani del Rev. abate Manaudas; ringraziava con effusione le suore
delle loro cure affettuose; le abbracciava e diceva trasalendo: «Sento la gioia fin nelle
mie ossa». Verso l'una, arrivò il Rev. abate SaintGuily. Non appena lo scorse, la
novizia esclamò: «Padre mio, padre mio, è tanto tempo che non la vedevo. Padre mio,
non so da dove vengo. Non so quello che è, ma sento la gioia in tutto il mio essere». E

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dove sei stata? le domandò il curato di San Martino. «Padre mio, a causa dei miei
peccati, ero in un mare nero; ora, ho la gioia nella mia anima, e perfino nelle mie
ossa». Ripeteva, senza dubitarne, le parole del Salmista: «Le ossa umiliate
trasaliranno».
L'estasi la riprese. Si intratteneva con Maria e con santa Teresa. Si comprese che la
santa Vergine le diceva di chiedere qualche favore per la comunità: «No, Madre mia,
no, rispondeva, tu sei la Madre di tutte; che bisogno c'è di chiederti qualche cosa?».
In seguito rivolgendosi a santa Teresa le diceva: «Te ne prego, madre mia, proteggi la
comunità, proteggi tutto l'Ordine; non guardare agli errori delle tue f figlie. Se tu mi
abbandonassi, io sarei meno obbediente, più infedele di tutte le altre».
«La santa Vergine dice: Agnellini, fate sempre ciò che il Pastore vi dirà; abbiate
fiducia in Gesù. Disprezzate soprattutto il piccolo nulla (se stessa); fatele comprendere
sempre il suo nulla; che non sappia mai niente di ciò che è avvenuto.
Se ogni agnellino si considera l'ultimo, la santa Vergine sarà con lui. Seguite la parola
di Gesù. Non vi scoraggiate mai. Satana, furioso, verrà à tentarvi: non l'ascoltate mai,
ascoltate sempre il Pastore. Non ascoltate mai Satana; è geloso. Quando viene,
umiliatevi. Se Gesù permette che vi tenti, è per farvi crescere.
Quando voi siete tentate contro un agnello, andate a trovarlo col permesso della Priora,
abbracciatelo, ditegli: il demonio mi tenta contro di te, ma io ti amo. Satana se ne
andrà. Che gli agnellini amino gli altri più di se stessi. Bisogna sempre andare contro
tutto ciò che suggerisce Satana».
E rivolgendosi alla Priora: «Pastore, le disse, la Vergine santa ti raccomanda di amare
gli agnelli con uguale affetto. Amandoli, tu ami Gesù. Stai attenta, non ne disprezzare
nessuno; sono, tutti, agnelli di Gesù. La santa Vergine ti dice ancora: Fatti
piccolissima; abbi fiducia; ama gli agnelli più di te stessa.
Che gli agnelli obbediscano sempre al Pastore, che si amino sempre gli uni gli altri,
che pratichino sempre l'umiltà, la carità. Satana è geloso di voi, ma voi non
scoraggiatevi mai; seguite il Pastore. Agnelli non ascoltate mai Satana; non ascoltatelo
mai; disprezzatelo; annientatelo. Satana non ama la carità. Tenterà di mettervi gli uni
contro gli altri. Abbracciatevi, andrà via».
Apostrofava il demonio e gli diceva: «Satana, sarai confuso, sarai schiacciato».
Ritornando alla Priora aggiunse: «Madre mia, la santa Vergine dice ad ognuna di
andare a fare il proprio dovere. La presenza di Gesù vi avrebbe fatto morire, se non vi
avesse sostenuto. Madre mia, la santa Vergine ti dice di fare assistere il piccolo nulla a
tutti gli atti della vita comunitaria; non se ne accorgerà, ma vi sarà».
Le suore si rassegnavano con fatica alla privazione di vederla e di sentirla. Diceva
loro: «Agnelli, la santa Vergine vede il vostro desiderio di restare con il piccolo nulla
ma vuole che accudiate ai vostri doveri; sarà con voi. Durante la ricreazione, potete
ritornare, la Regola lo permette. La santa Vergine dice che quando gli agnelli saranno
di nuovo riuniti qui, ritornerà con parecchi santi del cielo. I due pastori (la Madre
Priora e la Madre Elia, maestra delle novizie) non devono restare più qui tutte e due
insieme ma avvicendarsi, per potere accudire ai loro doveri».
Avendo la Priora domandato se una suora poteva restare per scrivere, rispose: «La
santa Vergine lo permette, lasciandoti libera nella scelta di questa suora».
Le religiose ritornarono durante la ricreazione; disposte attorno all'estatica, con-
tinuarono a raccogliere i suoi insegnamenti celesti. «Agnelli, dice loro la novizia

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sempre rapita, Gesù dice che voi sarete insieme nel cielo accanto a Lui, formerete
come una corona attorno al suo cuore. Agnelli, dite sempre a voi stesse: Se Gesù mi
abbandonasse, io sarei peggio di Giuda; ma se Gesù mi custodisce, io sarò Giovanni il
discepolo prediletto.
Salute, padre Elia; salve, padre Elia! Padre Elia tu dici: Come siete tutte unite sulla
terra, sarete tutte insieme in cielo. Santa Teresa vi ripete la stessa cosa. La santa
Vergine benedice tutti i parenti delle suore. Padre Giuseppe; padre Giuseppe! San
Giuseppe vi benedice e vi dice: Siate umili, siate piccole, osservate bene la Regola,
ancora un po' di tempo e sarete tutte insieme in cielo, accanto a Gesù. Salute,
Padre Giovanni, Maria degli Angeli! Salute, Margherita, mia Amatissima!... Salute,
salute, Simone Stock! San Simone dice: Amatevi gli uni gli altri; pensate sempre se
non siamo nulla sulla terra, saremo qualche cosa in cielo.
Salve, salve, martiri di Gesù l'Amatissimo! Osservare la Regola e l'umiltà è un nuovo
martirio. I martiri vi dicono: In poco tempo, voi sarete con noi in cielo. Andate sempre
contro natura; è questa una buona mortificazione d'amore per Gesù il Prediletto.
Salve, salve, Maddalena, Germana, Marta, Enrichetta! San Domenico e san Francesco
vi dicono come hanno fatto per diventare grandi santi. Essi conservavano sempre nella
loro anima il sentimento del loro niente; amavano il prossimo più di se stessi;
andavano sempre da Gesù per saziare il loro cuore.
E quale è la strada per andare da Gesù? È l'umiltà, l'obbedienza, la fiducia,
l'osservanza della Regola. Grazie alla pratica di queste virtù, Gesù ci riceve nel suo
cuore. Salve, salve, Veronica, Apollonia, Nicola, Amata! Come fare per aridare da
Gesù? Voi dite Guardate sempre a Gesù. Come fare per guardare sempre a Gesù? Essi
dicono: Tutto ciò che Satana fa, disprezzatelo e guardate sempre Gesù. Con quale
mezzo guardare sempre a Gesù? Lavorando, obbedendo, digiunando, mangiando,
riposandovi: qualunque cosa facciate, guardate sempre a Gesù. Se ve ne dimenticate,
non turbatevi, niente vi turbi. Prostratevi e dite io ti domando perdono, Signore, mi
sono dimenticato un istante. Non permettere che io ti dimentichi di nuovo; soprattutto
non mi dimenticare come ti ho dimenticato io. Sì, nel lavoro, nella tristezza, nella
pena, nella noia come nella gioia, bisogna sempre guardare a Gesù.
Salve, salve, Maria degli Angeli! Ella ascolta; un istante dopo, sorride. La Beata le
nominava molti santi presenti, e la novizia contava sulle sue dita, sempre sorridendo.
Esclamava: San Giovanni della Croce, dice: Maria degli Angeli, sulla terra ha amato le
sue suore, ha desiderato soffrire ed essere disprezzata per Gesù. Dice ancora che le sue
figlie devono praticare l'obbedienza interiore e non soltanto quella esteriore. Se non si
possiede questa virtù, si ha un grande merito quando si lavora per acquistarla. Gesù
dice: tutte quelle che faranno morire la propria volontà, il Signore le benedirà. Con
tenacia, riuscirete a praticare la virtù come se fosse nata con voi».
«La santa Vergine dice che bisogna andare in giardino per purificare l'operato di
Satana. Satana vi andava tutti i giorni a questa stessa ora durante la possessione: an-
diamoci, anche noi, per purificare tutte le sue attività. Tutti gli agnelli possono ve-
nire». Con un passo leggero e rapido, la novizia scese, scortata da tutte le suore. Be-
nedisse la cucina e tutti i posti della casa dove Satana era andato; arrivò al granaio,
non si accontentò di fare un segno di croce come in ogni altro luogo, domandò del-
l'acqua benedetta: «La santa Vergine sta per benedire tutto». Camminava con la testa
diritta, le mani sollevate, gli occhi al cielo, sorridendo e trasalendo in modo ineffabile.

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«La santa Vergine dice che è il Pastore che deve benedire», e rimise l'aspersorio
alla Priora. Le indicava i luoghi da purificare facendole ripetere ogni volta queste
parole: «Per la Tua santa croce, Signore, liberaci dalla malizia di Satana». Nel
giardino, non dimenticò un solo albero toccato da Satana, né un solo grappolo dove
quello aveva preso dei chicchi, tutto fu purificato.
Esclamò: «Piccola vite, alberelli, producete sempre buoni frutti per nutrire gli agnelli
di Gesù». E, stendendo la mano come per indicare la presenza di qualcuno: «Vedete,
vedete, aggiunge, Satana monta in bestia; non voleva venire, ma la santa Vergine l'ha
obbligato ad assistere alla sua disfatta. Corre, corre», e lei batteva le mani.
Giunta vicino ad una statua di Nostra Signora de la Salette, si prostrò in riparazione
del fatto che Satana, durante la possessione, le aveva impedito di mettersi in ginocchio
davanti a Maria.
Nel parlatorio, diceva alle suore esterne: «Sulla terra voi siete fuori; nel cielo, sarete
con gli agnelli che sono nel chiostro. Se sarete fedeli, voi potete perfino salire più in
alto di loro. La santa Vergine vi dice che voi siete le sue figlie e le figlie amatissime di
Gesù; Ella vi benedice».
Questa processione era durata due ore.
Dopo vespri, gli insegnamenti continuarono: «Agnellini, siate fedeli: seguite la Regola
e l'obbedienza; non mancate mai senza permesso agli atti di comunità. Colui che segue
la Regola e la Comunità, ha la benedizione di Gesù. Colui che esce per necessità dalle
azioni di comunità, ha la benedizione di Gesù; quella che, per dovere, è obbligata a
mancarvi, non perde la benedizione di Gesù.
Non fate mai niente senza permesso; domandatelo per ogni cosa, e non in forma
generica.
Amate il silenzio, agnellini; vi è permesso di dire qualche parola per le cose ne-
cessarie; soltanto abbiate cura di parlare molto piano, e nei posti dove non si può
essere sentiti.
Agnelli, la santa Vergine dice che dovete impiegare bene il tempo durante la set-
timana, lavorare bene per Gesù, sotto gli occhi di Gesù, in silenzio, con pazienza, con
grande interiorità. La domenica, tutta la giornata per Gesù. La domenica bisogna
soltanto pregare e leggere dei libri che parlano di Gesù.
Agnellini cari, io ve lo ripeto, praticate molto lo spirito della Regola, l'umiltà, la carità,
l'obbedienza. Siate interamente di Gesù. Dategli tutto. Se non facciamo degli sforzi per
praticare la virtù, per osservare perfettamente la Regola, resteremo a lungo, molto a
lungo, nel Purgatorio.
Satana vi tenterà; siate più forti di Satana. La tentazione è un bene per voi; e l'acqua
che lava e rende puliti per Gesù. Riflettete bene a questo: oggi sulla terra, domani sotto
terra.
La Madre Teresa vi dice: Figlie mie amatissime, il tempo corre. Ricordatevi sempre di
amare il vostro prossimo. Preferite sempre una suora che vi faccia esercitare, che vi
provi, perché con lei potete sempre acquistare dei meriti: la sofferenza è l'amore; la
Regola è l'amore.
Quando sarete fedeli e farete qualche cosa per Dio, Satana verrà a farvi credere che
valete molto, che fate bene tutte le cose, che siete sante. Sarete tentate di abbandonare
tutto per paura di cadere nell'orgoglio. Satana vorrebbe con ciò impedirvi di fare il

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bene, di dedicarvi alla perfezione, di compiere qualche gesto generoso per Dio:
non l'ascoltate, disprezzatelo; lavorate, il tempo è breve.
Agnellini, Madre Teresa dice che, per piacergli, dovete, durante la ricreazione, parlare
molto del buon Dio. Non fate una sola domanda sul mondo; dovete essere morte. Se
parliamo delle cose del mondo, ci riempiremo di mondo e non moriremo: la Regola, è
la morte.
Gesù vi ha scelte: siategli riconoscenti. Osservate bene la Regola. Una novizia, che
non osserva la Regola, facesse pure dei miracoli, rimandatela.
Agnelli, la santa Vergine vi ripete di non far mai conoscere al piccolo nulla (cioè a se
stessa) ciò che è accaduto. Non fatele alcuna domanda. Non bisogna fare attenzione a
lei, né guardarla, né nominarla; niente, nient'altro che il disprezzo. Bisogna trattarla
come tutte le altre, e perfino come l'ultima delle novizie, lasciarla fare come se non ci
fosse.
Il piccolo nulla non resterà qui che poco tempo; farà in seguito l'opera di Dio.
Agnellini miei, siate fedeli. La santa Vergine dice che i tempi stanno per cambiare;
vedrete delle cose che non avete ancora viste; religiose lasceranno il loro convento; sa-
cerdoti apostateranno. Maria vi raccomanda di provare bene le novizie prima di acco-
glierle con la professione. Se voi non le provate, vi proveranno loro. Che osservino la
Regola tutta intera; non si deve accordare loro alcuna dispensa. Non temete di mancare
di carità mandandole via; la carità, dovete averla per il vostro Ordine e non per una
novizia che non avesse la vocazione. Vi costerà qualche volta, perché la novizia che
dovete rimandare è povera o orfana. Non pensate a ciò, non preoccupatevene.
Non guardate né alla povertà né alla ricchezza. Quanto sareste disgraziate, se non
osaste mandare via una novizia perché può fare del bene al convento. Lasciate tutto
ciò da parte, non considerate che una sola cosa: se essa segue la Regola. La Regola è il
prezzo; la Regola è il miracolo; la Regola è il martirio; la Regola è tutto. Una novizia
che non osservasse la Regola, che non avesse lo spirito della Regola, mandatela via.
Satana è geloso; tenta in tutti i modi di far perdere la fede, per fare cadere le anime:
non temete. Persino quando non si sente la fede, bisognerebbe vivere di umiltà e di
fiducia. Quando noi non sentiamo la fede e camminiamo sempre in avanti malgrado i
nostri gemiti e le nostre lacrime, sopportiamo un martirio molto meritorio, sempre che
restiamo continuamente rivolti verso Gesù.
Dio non permette la tentazione che per farci crescere: tanto più siamo provate tanto più
corriamo verso Dio. La tentazione è l'acqua che ci lava; la tentazione più forte è come
l'acqua calda che ci pulisce meglio.
Agnellini, Madre Teresa vi raccomanda la pratica costante della carità. Questa virtù è
così bella e così dolce! Non guardate mai né gli errori, né i difetti delle suore. Tenete
per voi il più difficile, il più penoso, per sollevarle. Pensate sempre alle altre:
scusatele. Se vedete una suora rovesciare dell'olio, pensate che è immersa in Dio;
prendete, dopo, uno straccio per pulire la macchia.
Agnellini miei, amate la Regola, osservatela sempre. Quanto la santa Vergine ama la
Regola e gli agnelli che la praticano! Quanto Gesù è contento! L'osservanza della
Regola vale più di tutti gli stati straordinari, vale più di avere le stimmate, vale più del
fare miracoli. Tutte quelle che rispettano la Regola, sono le mie figlie predilette, dice
Maria, e dopo di lei, santa Teresa.

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Praticate soprattutto l'obbedienza. Ogni volta che mancate all'obbedienza della
Regola, mancate alla integrità della Regola. L'obbedienza è come il binario che con-
duce a Gesù. Quando vi preparate a fare la comunione, bisogna considerare chi è Colui
che viene. È Gesù che viene, Gesù così buono, così amabile, così dolce, e nello stesso
tempo così grande, così potente, così bello! Verso chi viene? Viene verso di voi che
non siete che polvere, che niente. Viene per darsi a voi, per fare un tutt'uno con voi.
Quando lo possedete nel vostro cuore, pensate che siete come la santa Vergine che
porta Gesù nel suo seno. Durante il giorno, tenete sempre i vostri sguardi fissi su
questo Gesù che avete ricevuto la mattina».
La Priora permise ad ogni suora in particolare di parlare con la novizia rapita, per un
quarto d'ora: tutte le religiose riportarono da questa conversazione come un balsamo
per la loro anima. Compresero che ella doveva essere illuminata dal- ! lo spirito di Dio
per leggere così nel loro intimo e per metterle nell'umiltà e nella pace.
La novizia, sempre in estasi, annunciò a Madre Elia che il Signore prolungava i suoi
giorni,` al di là dei tre anni dopo la professione, affinché i suoi meriti fossero più
grandi e le sue conquiste su Satana più numerose.
«Agnellini, aggiunse, san Giuseppe dice che Satana vi tenterà in differenti maniere. A
una suora, dirà che gli agnelli non l'amano: Che deve fare questa suora? Occorre che si
abbandoni alla tristezza? alle lacrime? No, no. Per vincere la tentazione, questa suora
si prostri durante la ricreazione e dica alle sue compagne: "vi domando proprio
perdono, Satana mi tenta contro di voi; vorrebbe farmi credere che non mi amate; ve
ne scongiuro, pregate per me", e il demonio sarà sconfitto. Se sentite tristezza, noia,
dite la colpa in piena ricreazione e quest'umile confessione metterà in fuga il demonio
e vi darà la pace.
Altre volte, Satana vi tenterà contro i superiori. Vi sembrerà che la Priora non è
abbastanza capace, o che non si prende abbastanza cura di voi, che non fa affatto at-
tenzione a voi, sia per l'anima che per il corpo. Umiliatevi, confessate la vostra ten-
tazione alla Priora e Satana sarà vinto.
Nel refettorio, Satana vi tenterà contro la suora addetta alla cucina; vi farà credere che
la porzione non è preparata bene, che è nociva alla vostra salute. Mangiate come se
niente fosse e se ne avete il coraggio, dite la vostra colpa appena arrivate in
ricreazione: madre mia e sorelle mie, pregate per me, perché ho fatto la delicata, non
ho mangiato la porzione perché non mi sembrava abbastanza buona. Per punire la mia
sensualità, servitemi domani un piccolo resto di ogni suora. Lo si farà; voi trionferete
così del vostro piacere e Satana sarà vinto. Non meravigliatevi di niente. Non
scoraggiatevi mai, perché non siete degli angeli, siete deboli.
Qualche volta, durante l'orazione, si fanno buoni propositi: si desidera essere umiliata,
disprezzata, abbandonata; un po' più tardi, non vi si pensa più. Ebbene, agnellini,
sappiate almeno umiliarvi di questo e cercate di approfittare delle occasioni. Satana,
diceva la suora alla Priora e a Madre Elia, è geloso della vostra unione; farà di tutto
per mettervi l'una contro l'altra e per questo si servirà perfino delle suore, senza cattiva
intenzione da parte loro. Una andrà dalla Priora, l'altra da Madre Elia per riferire cose
false. Se Satana non può riuscire con questo mezzo, prenderà la forma delle suore per
ingannarvi. Maledetto Satana, trova che non è già abbastanza umiliato qui, e vuole
esserlo di più. Agnelli, se voi siete fedeli, Satana sarà in poco tempo completamente

64
sottomesso. Ecco ciò che vi dice san Giuseppe: Agnellini, colui che si fa
piccolo piccolo, piace a Gesù e lo trova».
Rivolgendosi al Superiore della comunità che era presente, la novizia disse: «Padre
mio, per giudicare della spiritualità che guida un prete, si deve provare la sua umiltà, la
sua ubbidienza. Se non è sottomesso, è in préda a Satana. Si deve agire lo stesso nei
riguardi di una religiosa quando si dubita della sua via. Anche se fosse negli stati più
straordinari, se le si dice che è nell'illusione ed ella non si sottomette subito al giudizio
espresso, c'è l'orgoglio e c'è Satana».
La suora parlò a lungo al Superiore in questo senso e terminò con queste notevoli
parole: «Ecco ciò che dice la santissima Vergine; ma se non si approva questa dottrina,
dirà lo stesso».
Si era al 7 settembre, anniversario del suo martirio. Ti è accaduto qualcosa, in tale
giorno? le domandò il Rev. curato di Saint-Martin. «A me no, ma al piccolo nulla era
stato tagliato il collo». Questa risposta confermò la comunità nel pensiero che uno
spirito celeste possedesse il corpo della novizia e che dettasse tutti questi preziosi
insegnamenti. Gli si domandò a più riprese il suo nome: Io sono, disse egli, di quelli
che salgono e scendono; e una volta: Sono lo spirito di Maria; e più spesso: Sono
Maria, figlia di Maria del Prediletto. Sei Giovanni il discepolo prediletto? No, rispose
con un sorriso ineffabile. Sei un angelo? un secondo sorriso fu la sua unica risposta.
Le domande si moltiplicavano: si sarebbe voluto sapere il nome di questo spirito
misterioso. Notando questa insistenza da parte delle sue compagne, una suora gli
disse: Se sei un angelo, ti manchiamo proprio di rispetto. Gesù, quello rispose, ama i
piccoli, ama i fanciulli. Agnellini, occorre che l'umiltà sia la vostra luce, l'ubbidienza il
vostro cammino, la carità il vostro riparo. E, alla Priora: Pastore, quando gli agnelli
non si trovano a loro agio con il confessore e tutte dicono la stessa cosa, ciò significa
che questo confessore non è l'eletto di Dio per voi. Se non vi sono che due o tre agnelli
scontenti, non bisogna tenerne conto, ma trattenere lo stesso confessore».
«Agnellini miei, non pensate che ad amare e servire l'Amato Bene, a morire a tutto,
per vivere distaccate da tutte le cose della terra: per questo avete lasciato il mondo.
Madre Teresa vi dice che non ha istituito il suo Ordine per godere, ma per soffrire.
Madre Teresa vuole gli agnelli distaccati come pietre».
Ecco i mirabili avvertimenti che la novizia, sempre in estasi, diede alle due suore
esterne, davanti alla grata del parlatorio:
«La santa Vergine vi benedice; vi raccomanda di essere sempre molto modeste, molto
raccolte: bisogna essere sempre come in ritiro. Madre Teresa vi dice di essere molto
pazienti, sì, soprattutto molto pazienti. Sopportate tutte le contrarietà con dolcezza;
siate caritatevoli tra voi e con tutti. Siate sempre obbedienti: bisogna essere come un
cadavere, come un bastone; fate tutto senza dire niente, non una riflessione.
Se siete fedeli, andrete direttamente da Gesù. Profittate del tempo: tutto passa, tutto
passa sulla terra; il tempo è breve. Praticate la perfezione, producete dei frutti per
Gesù. Siete come i rami di un unico albero: siete due rami che passano oltre. Gesù ama
tutti i rami; guarda con più amore quelli che portano più frutti. Se siete fedeli, sarete
nel cielo più in alto degli agnelli del chiostro, perché avete più occasioni. Le suore
dell'interno pregano e fanno penitenza senza essere disturbate, mentre voi, quante
volte siete impedite di pregare, quando lo vorreste! Quando si viene a suonare, lasciate
tutto, perfino la preghiera; andate immediatamente ove siete chiamate, andatevi con

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spirito interiore, con spirito di carità: quest'atto di rinuncia piacerà a Gesù più
di tutto il resto. Bisogna soprattutto evitare che le persone di fuori si accorgano che voi
siete contrariate, dovete edificare, dare il buon esempio, perché si giudicherà l'interno
del convento attraverso gli agnelli dell'esterno. Se siete buone, raccolte, perfette, il
vostro esempio farà del bene a tutti. Siate soprattutto umili, non vi scoraggiate mai.
Vi sono delle suore esterne che hanno sempre bisogno di confessarsi. Ciò non è bene;
bisogna che vi sia una regola per tutto. È sufficiente che voi vi confessiate ogni otto
giorni. Se vi accade nell'intervallo di commettere qualche leggera colpa e per questo
fate uno sforzo a comunicarvi, fate un atto di contrizione: Gesù vi perdonerà. Padre
Elia vi raccomanda il silenzio e la carità, bisogna amarvi in Gesù e per Gesù, in Maria
e per Maria.
Dovete lavorare per gli agnelli del chiostro e quelle del chiostro devono lavorare per
voi: non siete che un'unità. Avendo cura degli agnelli dell'interno, voi siete come
Giovanni il discepolo prediletto. Quando Gesù era nella prigione presso Caifa durante
la notte, Giovanni avrebbe desiderato potervi entrare per curare il suo Maestro: non lo
poteva. Obbligato a restare fuori, si teneva il più possibile vicino alla prigione; faceva
tutto ciò che poteva per Gesù. Fate così con gli agnelli che sono dentro».
La santa Vergine era ben lungi dal dimenticare i superiori. «Siate molto unite, dice alle
due madri attraverso la suora in estasi. Siate tutt'uno come questo, diceva la novizia
alzando un dito, allora tutto andrà bene. Satana, geloso, farà allora di tutto per
disunirvi. Voi, Pastore, regolate bene il vostro tempo e ne avrete per tutto. Dirigete gli
agnelli che lo domanderanno. Dio ve li ha dati perché ne abbiate cura. Siate come una
buona madre». Avendole la Priora detto che non aveva lumi per dirigere le anime
straordinarie, ebbe questa saggia risposta: «Non temere. Quando una suora viene a
dirti per esempio: Madre mia, durante l'orazione, ho visto la santa Vergine, ho visto
Gesù, essi mi hanno detto la tale e la tale cosa, rispondi a questa suora: Figlia mia,
profitta di ciò che hai visto e sentito, questa grazia deve portare dei frutti; attraverso i
frutti, distinguerai se è una realtà o un'illusione. Quando la suora dopo che le avete
parlato così resta contenta, di a te stessa: È Gesù certamente; ma se si ritrae triste, di: È
Satana».
La Priora pose questa domanda: Se una suora anziana mi domanda di parlare della sua
anima ad una suora più giovane o perfino ad una suora conversa, posso
permetterglielo? «No, le rispose, è una cosa molto pericolosa. Se questo fa del bene
all'una, fa del male all'altra. Tutto ciò non è per niente necessario; tutto ciò non è che
fantasia, e disordine: la Regola e i Superiori bastano per guidare. Che ognuna resti al
suo posto. Quando si agisce diversamente, lo si fa anzitutto per carità, ma Satana non
tarda a servirsene per insuperbire questa religiosa, così consultata. Guai a lei! Vegliate
perché le suore non siano affatto curiose, perché non si leghino con amicizie
particolari».
La Priora aggiunse: Devo accordare spesso delle mortificazioni straordinarie?
«Pastore, le rispose la novizia in estasi, fa attenzione su questo punto: gli agnelli sono
spesso ingannati a questo proposito; Satana li spinge a rivolgerti questa domanda per
farli in seguito cadere, se non osservano la Regola. Quando un agnello insiste per
avere questo permesso, guardati dall'accordarglielo; mortifica piuttosto il desiderio di
mortificazione: questo è bene per gli agnelli; è meglio di tutto. Che le suore osservino
la Regola, che vivano nella semplicità e nell'uniformità».

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E quando una suora domanda di non comunicarsi, che devo fare? «Pastore, do-
manda la ragione; se non può dirtela, attendi il confessore. Ma se ti risponde: È per
timore, perché sono indegna, dille: Figlia mia, comunicati. Se insiste per non co-
municarsi, lasciala senza comunione, perché la sua obbedienza non è perfetta.
Pastore, abbi cura di far recitare bene il santo ufficio. Se vedeste gli angeli che cantano
con voi! Desiderate cantare come loro? Pensate che vi aiutano a lodare Dio; questo
pensiero vi incoraggerà. Che tutte le pecorelle stiano al loro posto, che tutte prestino la
loro voce».
Parlando di se stessa, diceva a Madre Elia: «Pastorella ricordati di umiliare il piccolo
nulla, di non farci caso. Fatti il cuore duro, fatti il cuore duro». Ed a tutte le suore:
«Agnellini, abbiate sempre l'aria di non tenerne conto; trattatela come l'ultima; non la
guardate neppure. Non la disprezzate troppo tuttavia, perché Satana potrebbe
approfittarne per persuaderla che non ha la vocazione: amatela nel vostro cuore, senza
testimoniarle esteriormente né stima né disprezzo».
«Agnellini miei, disse lo spirito misterioso che possedeva la novizia, vi lascerò ben
presto; domani sera, a questa stessa ora, me ne andrò; vi vedrò tuttavia
sempre senza che voi mi vediate; sarò accanto a voi. Vedrò, vedrò il ramo che porterà
più frutti per Gesù. Non potrò sempre avvertirvi come ora: siate fedeli». Angioletto,
gli domandarono le suore, quando ci accadrà di dimenticarcene, ci avvertirai con
qualche buona ispirazione? «Sì, sì, rispose, voi la sentirete nel cuore». Caro angelo,
resta ancora con noi, ti amiamo tanto! ci istruisci così bene, resta almeno un giorno in
più! «Vi attacchereste troppo a me, rispose sorridendo; mi amereste troppo: il cuore
deve essere interamente per Gesù». No, no, angioletto, non ti amiamo troppo; ci fai
amare Gesù. Resta un giorno in più. «II tempo è stabilito: un giorno per ogni dieci».
Intendeva parlare dei quaranta giorni della possessione del demonio e dei quattro
giorni della sua possessione. Dicci il tuo nome. «Domani, io ve lo dirò prima di andare
via. Agnellini, fate attenzione: conservate sempre la semplicità, l'umiltà. Ve lo dico:
Satana è geloso; lavora più intensamente che mai, soprattutto le anime religiose. Ora,
l'orgoglio è molto sottile; s'insinua dappertutto, sì, dappertutto, perforo in religione. Ve
ne sono molti che cadono nella illusione, che si credono o vogliono essere qualche
cosa. Delle religiose si affrettano a domandare un direttore, non appena provano un po'
di gusto o qualche consolazione nell'orazione; affermano che non possono farne a
meno, tormentano la Madre fino a che non siano riuscite. Una volta ottenuto il
direttore, non si finisce; non si parla che di sé; non si pensa che a ciò che gli si deve
dire: tutto ciò non è che ricerca; tutto ciò non è la semplicità. Ci si compiace a sentirsi
dire: Figlia mia, il tuo stato è molto straordinario; tu sei chiamata a grandi cose: hai
bisogno di qualcuno che comprenda la tua anima. Guai al direttore che tiene un simile
linguaggio, perché fa crescere l'amor proprio! la povera religiosa che l'ascolta con ciò
si perde 3 facilmente. Numerosi sono i sacerdoti che, senza saperlo e senza volerlo,
contribuiscono alla perdita delle anime, invece di essere per loro un soccorso, perché
credono a tutto ciò che esse dicono loro, non avendo la minima idea che tutto ciò non
è che illusione, immaginazione. Un direttore che fa vedere di dare importanza a cose
straordinarie, non è condotto dallo spirito di Dio, ma da quello di Satana; egli assolve
presso le anime l'ufficio del demonio, perché le aiuta a cadere.

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Agnellini, Satana si trasformerà in Angelo di luce: con un po' di attenzione, voi lo
riconoscerete sempre, perché cercherà, con le sue lodi, di ispirarvi orgoglio. Umi-
liatevi, dite: lo non sono che niente, non merito alcuna grazia, ed egli se ne andrà.
Agnellini, vengo ancora a ripetervi come voi dovete agire con il piccolo nulla. Non
abbiate l'aria di farne caso, non testimoniategli alcuna stima; non domandategli di
pregare per voi. Controllate la vostra lingua, per non fargli mai supporre ciò che è
accaduto in lei; non fategli mai domande per sapere ciò che ha provato, sia durante la
possessione dei quaranta giorni, sia durante questi quattro giorni. Appena sarà
rinvenuta dall'estasi, non si ricorderà di niente. Per non dimenticare la grazia di Dio,
potete intrattenervi, nel tempo permesso (le licenze) e perfino durante
la ricreazione, di tutto ciò che ha avuto luogo; solamente, bisognerà parlarne come di
cose che sono accadute in un altra comunità. Che il piccolo nulla non possa mai
credere che si tratta di lei.
Non appena l'estasi sarà finita, dopo un istante di gioia, la tristezza comincerà per la
novizia; il demonio, per tre anni, assillerà la sua immaginazione. Soffrirà al di là di
tutto ciò che si possa concepire; un'altra persona, che avesse le stesse prove,
diventerebbe pazza. Satana farà di tutto per buttarla nella disperazione; non vedrà in sé
che peccati, si riterrà colpevole di tutti i delitti del mondo. Il demonio tenterà di farla
uscire; non si giudicherà degna di restare con voi. In quei momenti di prova,
incoraggiatela, sempre tenendola nell'umiltà. Bisogna aiutarla a discendere sempre più
profondamente nel suo nulla.
Prima della sua professione, essa osserverà tutta la Regola per un anno ma vi avverto
che non potrà farlo per lungo tempo. Sarà spesso malata; siate caritatevoli con lei,
come con le altre.
Durante questi tre anni di prova, sarà spesso triste, piangerà. Fate finta di non
accorgervene, questo non vi riguarda; non siete incaricate di consolarla: lo devono fare
le Madri e ciò basta. Soltanto, che esse non la lusinghino, assolvendo questo compito
caritatevole; santi più di lei sono caduti.
Commetterà degli errori; Dio lo permetterà, perché è il tempo della prova ed anche
affinché, più tardi, Satana non abbia presa su di lei con l'orgoglio. Più tardi, ef-
fettivamente, farà grandi cose; sarà quasi sempre in estasi; si solleverà perfino nel-
l'aria. Ma, ritornata in sé, avrà sempre il ricordo delle sue imperfezioni per tenerla
nell'umiltà. Durante i suoi rapimenti, godrà; dopo l'estasi, soffrirà per la vista dei
peccati del mondo, per la visione della perdita delle anime. Il piccolo nulla è una
vittima; come vittima, deve sempre soffrire.
Agnellini miei, siate fedeli, siate fedeli; avete visto cose che la stessa santa Madre non
ha visto. Se voi non siete fedeli, Satana danzerà; sarà così contento di una vostra colpa
leggera quanto di un peccato grave di un'altra anima.
Agnellini miei, fra un istante, andrò via. Quando sarò sul punto di andarmene, vi farò
segno di uscire; voi spingerete il letto contro il muro; la sua maestra e l'infermiera
resteranno sole con la novizia; crederà, ritornando in sé, che è stata a lungo
ammalata».
Le suore profittarono di quest' ultimi istanti per porre all'angelo diverse domande su
diversi punti dell'osservanza: egli rispose a tutto con tanta saggezza, quanta amabilità.
Non dimenticarono di ricordargli la sua promessa di dire il suo nome, prima di andar
via. Rispose, con un ineffabile sorriso: Sono lo spirito di Maria; sono l'angelo di

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Maria. Una leggera commozione pervase il corpo di suor Maria di Gesù Crocifisso:
l'angelo se ne era andato. Tutta la comunità uscì dall'infermeria, ad eccezione di
-Madre Elia e dell'infermiera.
CAPITOLO IX
Dopo la partenza dell'angelo - Serie continua di prove e di grazie Gesù e la
"Piccola"
La novizia esclamò uscendo dal rapimento: «Vengo da una grande gioia. Dove ero?».
Ben presto la tristezza si impadronì della sua anima; trascorse tutta la notte in
spaventosi dolori; provava una sete bruciante che non si poteva appagare, vomitava
continuamente. Vedendo che il suo stomaco non poteva trattenere niente, fece
benedire la bevanda dalla Priora. Questa benedizione fermò il vomito, le fece gridare:
« O fede quanto sei grande!». A diverse riprese, domandò di confessarsi, sia durante la
notte, sia l'indomani: «Vede, diceva alla sua Maestra, quanto è grande la mia miseria.
Tutta la notte, non avevo altro pensiero che quello di volere tre brocche d'acqua per
poter spegnere la mia sete. Invece di pensare a Gesù, pensavo sempre al mio corpo!
Ecco la mia debolezza! Mio Dio, potrò dire che ti amo, quando vedrò il mio corpo in
cenere. Madre mia, mi sembra che sia un anno che non la vedo. Ho passato tutto
questo tempo nel mondo, dove non ho fatto che peccare. O mio Dio, ho commesso
tutti i delitti». Satana, con un permesso divino, la persuadeva, secondo la profezia
dell'angelo, che era colpevole di tutti i peccati della terra. L'indomani, 9 settembre,
ricevette una visita celeste; lo spirito prese la forma della Madre Elia, come costei poté
convincersi ascoltando il racconto della suora. «Vede, Madre mia, quale è la mia
debolezza, le disse la novizia, è venuta a vedermi durante la ricreazione, mi ha detto:
domanda tre uova sode con del sale e mangiale senza pane. Io non ho ubbidito subito,
perché le uova sode non mi piacciono. Ma siccome l'ubbidienza porta grazia, ho
trovato queste uova eccellenti! Madre mia, quando è venuta a trovarmi, non era come
ora; sembrava molto più graziosa, mi piaceva di più allora. Era così buona, così dolce!
Il vederla faceva amare Gesù, i suoi occhi piangevano, ma il suo viso conservava
sempre la sua dolcezza».
Madre Elia, che non aveva lasciato di fare la ricreazione, le domandò se si ricordava di
ciò che le aveva detto: «Oh! Sì, Madre mia, le rispose la candida fanciulla, pienamente
convinta che fosse stata Madre Elia ad averla visitata, mi ha detto: Se starai male per
altri quindici giorni, sii contenta, accetta tutto; perché che tu stia male un giorno o
quindici, è la stessa cosa. Accogli bene le prove che Dio ti manderà. Avrai delle
tentazioni, spera in Dio, non temere niente; Gesù ti ama, abbi coraggio. Mi ha
abbracciata e le lacrime scorrevano dai suoi occhi. Oh! Come le sue parole lasciavano
la pace, la gioia, l'amore di Gesù nel cuore! Era così amabile! L'amavo tanto! Lei
adesso non è la stessa».
Quello stesso giorno, poté confessarsi. Scorgendo il sacerdote, esclamò: «Padre mio, è
un anno che non la vedo. Quanto ho peccato! Ho molto bisogno di confessarmi!».
Domandò che la si aiutasse a fare la penitenza, incapace come era di recitare solo la
più piccola preghiera. Ripeteva le parole, gli atti d'amore che le si suggerivano, come
una bambina.
La sola vista del cibo la disgustava. «Considerate la mia delicatezza, diceva
umilmente, devo fare penitenza, e sono così difficile! Vorrei...»; si fermò, rifiutando

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persino di esprimere un desiderio su questo punto. La sua maestra pregò l'in-
fermiera di offrirle un poco di pane bagnato nell'acqua e nel vino. «Era proprio ciò che
sentivo di poter prendere, disse la novizia accettando con riconoscenza; ho pensato
solamente che, se Gesù lo avesse voluto, avrebbe ispirato ai superiori di pre-
sentarmelo, senza che io lo domandassi».
Allorquando la si lasciava sola un istante, il demonio le appariva sotto la forma di una
suora della comunità, scortata da due demoni neri che minacciavano di strangolarla.
Questa vista la spaventava ma profittava lo stesso di ciò per umiliarsi. «Non so perché
ho tanta paura, diceva, questa suora è così santa! Io sono così colpevole! Il pensiero
della sua virtù mi fa senza dubbio tremare. Come sarei felice se potessi amare Dio
come lo ama lei!».
L' 11 settembre, dopo la Messa, disse alla sua maestra: «Durante il santo Sacrificio, mi
è sembrato di vedere la santa Vergine splendente di gloria, circondata da angeli più
luminosi del sole. La santa Vergine mi ha benedetto dicendomi Figlia mia, esci prima
della fine, io te lo permetto; lascia questo monastero, tu non hai la vocazione. Nello
stesso tempo, provai turbamento, noia, un grande desiderio di uscire; per orgoglio, non
ho osato domandare il permesso, consideri la mia debolezza. Ho visto tutto ciò nella
mia immaginazione, senza credere che fosse realmente la santa Vergine, perché non
ho sentito alcuna grazia nella mia anima; non provavo che la voglia di uscire e la
disperazione alla vista dei miei peccati».
Durante la ricreazione della sera, si parlò degli angeli custodi. Le suore le do-
mandarono se amasse il suo: «Io non vedo niente, non so niente, rispose, desidero
Gesù e Maria!». Alla fine della ricreazione, disse alla sua Maestra, quando furono
sole: «Io non ho capito niente di tutto ciò che si è detto; sono tutta immersa nei miei
peccati; non riesco a vedere altre cose». Satana, lo si vede, era sempre là per tentarla e
scoraggiarla; ma la preghiera insegnata dall'angelo lo scacciava, come pure l'osservare
l'obbedienza.
Il 12 settembre, supplicò di lasciarle praticare la Regola. Mostrando col dito il
pavimento della sua cella, diceva: «Vorrei coricare la mia natura lì; vorrei annien-
tare questo corpo, più l'ascolto, più sono malata. Trattatemi come le altre, trovo molto
buono ciò che si serve per tutte; quello che è particolare, lo trovo cattivo, mi fa male. È
una grazia poter fare come le altre».
Rispose a Madre Elia, che l'interrogava sulle sue disposizioni: «Sono agitata nel corpo
e nell'anima, sono come una bambina che cerca suo padre e sua madre senza poterli
trovare» e piangeva; «voglio Gesù, aggiungeva, non voglio che Gesù, ma è troppo
lontano da me, non posso raggiungerlo, ho troppo peccato..Vorrei essere abbandonata
tra le mani degli uomini per soddisfare con la mia morte alla giustizia divina, per
ottenere misericordia. Ho offeso Dio, questo Dio così buono che mi ha creata e posta
sulla terra per amarlo e servirlo. Nessuna speranza per me! Voglio tuttavia sperare,
malgrado tutto.
Vedo sempre la mia tomba aperta, tutto passa! Il cielo o l'inferno durano per sempre!
Ho tanto peccato, niente ho fatto per Dio! Non ho bisogno che di lui, ed è lontano! I
miei peccati lo hanno costretto ad allontanarsi. Gesù non abbandona mai per primo.
Sono triste ed annoiata senza Gesù; tutto mi secca lontano da lui. Vorrei esser sola in
silenzio, parlare di me, perfino in direzione, mi infastidisce; ma non voglio seguire la
mia natura. La volontà di Dio in tutto! Non ho bisogno che di Dio».

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Trovandosi lo stesso giorno nel coro, si mise in spirito ai piedi della croce. Le
sembrava di respirare il profumo del sangue di Gesù uscente dalle sue piaghe aperte. Il
Salvatore soffermò il suo sguardo su di lei e disse: Spera!. L'indomani, riferendo alla
sua Maestra questa visione, le diceva con un viso raggiante rivolto verso il cielo: «Bel
cielo, spero di vedere mio padre, mia madre, i miei amatissimi fratelli! I miei nemici
andranno in fondo agli abissi. Gesù tuttavia non mi ha detto Ti perdono!, mi ha detto
Spera! Non ho alcuna consolazione, ma il mio cuore spera. lo spero, io spero, io
spero».
Dal 10 al 15 settembre, Satana, a più riprese, assunse la forma dei santi per tentarla e
renderla disperata, per dirle che era destinata all'inferno, che doveva lasciare il
convento; ma lei scoprì sempre le sue astuzie e lo cacciò col segno di croce. Satana la
tentò insinuandole di sposarsi; ella formulò questa sublime risposta «Tutte le mie
gioie, tutte le mie speranze, tutti i miei figli sono le umiliazioni, il disprezzo e le
sofferenze».
Durante questi giorni di prova, domandò, convinta della sua indegnità, di non
comunicarsi; ma poi obbedi, malgrado le sue ripugnanze. Un giorno in cui la ten-
tazione era più forte, scongiurò la sua Maestra di non obbligarla a fare la comunione.
Madre Elia, per tutta risposta, posò la sua mano sulla testa della novizia, dicendole: se
hai fede, obbedisci. «Si, Madre mia», riprese subito lei. Dopo il ringraziamento, disse
alla sua Maestra «Madre mia, Gesù mi ha dato un poco di speranza per ricompensare
la mia obbedienza. Dietro di me, ho visto come un grande mare nero, pieno di grosse
bestie nere, di serpenti. Davanti a me, ho visto un lungo sentiero; alla fine di esso,
Gesù come nascosto; tutta la strada era coperta di grosse pietre che rendevano il
cammino molto difficile. Occorre molto coraggio e buona volontà per camminarvi.
Andando avanti si trovano meno pietre. Il grande mare e le bes

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