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SETTIMANA SANTA: SABATO

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2015 20:31
29/03/2013 10:39

Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello

 


 




SABATO SANTO



Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati,
giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio;
messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito
.
(1 Pt 3, 18)

DAI "SERMONI"DI SANT’AGOSTINO, VESCOVO  (Serm. 215, 5)

Dio ama a tal punto da morire di amore per i peccatori!

  • Potrà sembrar poco questo, che Dio per gli uomini, il giusto per i peccatori, l'innocente per i colpevoli, il re per gli schiavi, il signore per i servi sia venuto rivestito della carne umana, sia stato visto sulla terra, abbia vissuto insieme con gli uomini (cf. Bar 3, 38); ma per di più fu crocifisso, morì e fu sepolto. Non credi? Chiedi forse quando sia successo? Ecco quando: Sotto Ponzio Pilato. Per precisartelo c'è anche il nome del giudice, perché tu non possa dubitare neanche del tempo. E allora credete che il Figlio di Dio fu crocifisso sotto Ponzio Pilato e fu sepolto. Ecco che nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15, 13). Nessuno davvero? Proprio nessuno. È verità, lo ha detto Gesù stesso. Interroghiamo anche l'Apostolo; egli ci dice: Cristo morì per gli empi (Rm 5, 6). E poco dopo: Mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo (Rm 5, 10). E allora in Cristo noi troviamo un amore ancora più grande, perché egli non ha dato la sua vita per degli amici, ma per i suoi nemici. Quanto grande è l'amore di Dio per gli uomini, quanta tenerezza, amare i peccatori fino a tal punto da morire per essi di amore! Egli dimostra il suo amore per noi, sono ancora parole dell'Apostolo, perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Rm 5, 8). Anche tu dunque credilo, e non vergognarti di confessarlo per la tua salvezza. Si crede infatti col cuore per ottenere la giustizia, e si confessa con la bocca per avere la salvezza (Rm 10, 10). Inoltre, perché non avessi dubbi, perché non avessi vergogna, quando cominciasti a credere ricevesti il segno di Cristo sulla fronte, che è come la sede del pudore. Ripensa che cosa hai in fronte, e non avrai paura della lingua altrui. Chi si vergognerà di me davanti agli uomini, dice il Signore stesso, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui davanti agli angeli di Dio (Mc 8, 38).Non arrossire dunque per l'ignominia della croce che per te Dio stesso non ha esitato di accogliere. Ripeti con l'Apostolo: Per me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo (Gal 6, 14). E ti farà eco ancora lo stesso Apostolo: Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi, se non Gesù Cristo, e questi crocifisso (1 Cor 2, 2). Egli che da un sol popolo fu allora crocifisso, ora è fisso nel cuore di tutti quanti i popoli.

IN BREVE...

  • Quanto grande è l’amore di Dio per gli uomini, quanta tenerezza amare i peccatori fino al punto da morire per essi di amore! (Serm. 215, 5)


[Modificato da MARIOCAPALBO 18/02/2015 20:31]

30/03/2013 10:49

IN VISTA DELLA RISURREZIONE
Chiesa Cattolica
Foto: IN VISTA DELLA RISURREZIONE
 <br /> 
 <br /> di Rosanna Brichetti Messori
 <br /> 30-03-2013
 <br /> 
 <br />    
 <br /> Sabato santo, un giorno di passaggio e di attesa. Noi oggi sappiamo che, in realtà, si trattava di un giorno che stava tra la morte e la vita, una vita nuova sullo sfondo della Risurrezione di Gesù ma anche, alla fine dei tempi, della nostra.
 <br /> 
 <br /> Ma in quei giorni lontani com’era la situazione? Certamente non si è trattato di ore facili né per Maria né, tantomeno, per gli apostoli. Di oggettivo, di tangibile, c’era soltanto quella morte la quale era stata annunciata, è vero, da Gesù stesso, come passaggio indispensabile e necessario, ma non per questo meno sconcertante. E poi c’erano le promesse di risurrezione ma, come tutte le profezie, un po’ nebulose. È dunque facilmente intuibile come nell’ambiente che aveva circondato Gesù il clima fosse di angoscia e di dubbio. E come per la fede di quei primi seguaci si trattasse di una prova assai forte.
 <br /> 
 <br /> E Maria in tutto questo? La tradizione sostiene che colei che aveva avuta tanta fede da dire sì al momento dell’Annunciazione, e che poi era vissuta accanto a Gesù, comprendendone sempre meglio il mistero, non può aver dubitato. Anzi, con ogni probabilità, ella ha trascorso le lunghe ore di attesa di quel sabato sostenendo quanti accorrevano a lei per riceverne conforto.
 <br /> Ciononostante, ci sono altre domande ancora che si affollano quando consideriamo, come stiamo facendo ora, la risurrezione di Gesù nella prospettiva di Maria. Per esempio, viene spontaneo chiedersi come mai nessuno dei Vangeli accenni al fatto che Madre e Figlio dopo la risurrezione si siano incontrati, anche solo una volta, anche solo per poco. È davvero possibile che Gesù non abbia desiderato mostrarsi anzitutto alla Madre per confortarla e gioire con lei e che di tutto questo non sia rimasta traccia alcuna? Non è questo silenzio un fatto un po’ strano?
 <br /> 
 <br /> In realtà appare davvero poco probabile che tale incontro non sia avvenuto, mentre invece occorre cercare una spiegazione del fatto che i Vangeli non ne parlino. O meglio, cercare di capire come mai Maria scompaia dai Vangeli dopo ciò che ci riferisce Giovanni e cioè quelle parole pronunciate da Gesù morente: «Madre ecco tuo Figlio», «Figlio ecco tua Madre». E come invece poi riappaia negli Atti il giorno di Pentecoste, raccolta in preghiera con gli apostoli, radunati nel cenacolo in attesa della discesa dello Spirito.
 <br /> 
 <br /> E se il significato di questa scelta di silenzio sul tempo intercorrente tra questi due avvenimenti fatta dagli evangelisti attingesse proprio al senso profondo di quelle ultime parole ai piedi della croce? E se tale scelta fosse dovuta proprio al fatto che in esse era racchiuso un passaggio assai importante nella vita di Maria? Non dimentichiamo infatti che, proprio in quegli istanti, davanti al Figlio morente e per sua estrema volontà – un vero e proprio testamento – questa donna completava, se così si può dire, il suo ruolo di madre fisica di Gesù, però ne iniziava uno non meno importante, quello di Madre della Chiesa.
 <br /> 
 <br /> Sempre madre, dunque, ma in forma nuova, destinata questa volta ad aiutare altri figli cioè tutti quei credenti che, uniti nel corpo mistico, costituiranno la Chiesa. Un ruolo proteso verso il futuro e che ella svolgerà fino alla fine dei tempi. È dunque probabile che per questo, non fosse più rilevante riferire dei suoi incontri privati con Gesù risorto, mentre diventava invece decisivo farci sapere, questo sì, che ella era là presente in quel cenacolo a Pentecoste, dove la Chiesa, nata nascostamente ai piedi della Croce, riceveva dallo Spirito una conferma visibile e ufficiale.
 <br /> 
 <br /> Madre di Dio, dunque, ma anche, tramite la Chiesa, Madre nostra. Ecco, quindi, come guardare a Maria in questo sabato santo. Come a colei che non solo, per questo suo compito, può ottenerci la grazia di meglio capire e vivere gli avvenimenti di salvezza che ricordiamo. Ma anche come a colei nella quale, per prima, quella risurrezione di Gesù nella quale stiamo per rinnovare la nostra fede, ha dimostrato tutta la sua efficacia, come dimostra quella sua Assunzione che la vede già gloriosa Regina dell’universo.

 
 
IN VISTA DELLA RISURREZIONE

di Rosanna Brichetti Messori
30-03-2013


Sabato santo, un giorno di passaggio e di attesa. Noi oggi sappiamo che, in realtà, si trattava di un giorno che stava tra la morte e la vita, una vita nuova sullo sfondo della Risurrezione di Gesù ma anche, alla fine dei tempi, della nostra.

Ma in quei giorni lontani com’era la situazione? Certamente non si è trattato di ore facili né per Maria né, tantomeno, per gli apostoli. Di oggettivo, di tangibile, c’era soltanto quella morte la quale era stata annunciata, è vero, da Gesù stesso, come passaggio indispensabile e necessario, ma non per questo meno sconcertante. E poi c’erano le promesse di risurrezione ma, come tutte le profezie, un po’ nebulose. È dunque facilmente intuibile come nell’ambiente che aveva circondato Gesù il clima fosse di angoscia e di dubbio. E come per la fede di quei primi seguaci si trattasse di una prova assai forte.

E Maria in tutto questo? La tradizione sostiene che colei che aveva avuta tanta fede da dire sì al momento dell’Annunciazione, e che poi era vissuta accanto a Gesù, comprendendone sempre meglio il mistero, non può aver dubitato. Anzi, con ogni probabilità, ella ha trascorso le lunghe ore di attesa di quel sabato sostenendo quanti accorrevano a lei per riceverne conforto.
Ciononostante, ci sono altre domande ancora che si affollano quando consideriamo, come stiamo facendo ora, la risurrezione di Gesù nella prospettiva di Maria. Per esempio, viene spontaneo chiedersi come mai nessuno dei Vangeli accenni al fatto che Madre e Figlio dopo la risurrezione si siano incontrati, anche solo una volta, anche solo per poco. È davvero possibile che Gesù non abbia desiderato mostrarsi anzitutto alla Madre per confortarla e gioire con lei e che di tutto questo non sia rimasta traccia alcuna? Non è questo silenzio un fatto un po’ strano?

In realtà appare davvero poco probabile che tale incontro non sia avvenuto, mentre invece occorre cercare una spiegazione del fatto che i Vangeli non ne parlino. O meglio, cercare di capire come mai Maria scompaia dai Vangeli dopo ciò che ci riferisce Giovanni e cioè quelle parole pronunciate da Gesù morente: «Madre ecco tuo Figlio», «Figlio ecco tua Madre». E come invece poi riappaia negli Atti il giorno di Pentecoste, raccolta in preghiera con gli apostoli, radunati nel cenacolo in attesa della discesa dello Spirito.

E se il significato di questa scelta di silenzio sul tempo intercorrente tra questi due avvenimenti fatta dagli evangelisti attingesse proprio al senso profondo di quelle ultime parole ai piedi della croce? E se tale scelta fosse dovuta proprio al fatto che in esse era racchiuso un passaggio assai importante nella vita di Maria? Non dimentichiamo infatti che, proprio in quegli istanti, davanti al Figlio morente e per sua estrema volontà – un vero e proprio testamento – questa donna completava, se così si può dire, il suo ruolo di madre fisica di Gesù, però ne iniziava uno non meno importante, quello di Madre della Chiesa.

Sempre madre, dunque, ma in forma nuova, destinata questa volta ad aiutare altri figli cioè tutti quei credenti che, uniti nel corpo mistico, costituiranno la Chiesa. Un ruolo proteso verso il futuro e che ella svolgerà fino alla fine dei tempi. È dunque probabile che per questo, non fosse più rilevante riferire dei suoi incontri privati con Gesù risorto, mentre diventava invece decisivo farci sapere, questo sì, che ella era là presente in quel cenacolo a Pentecoste, dove la Chiesa, nata nascostamente ai piedi della Croce, riceveva dallo Spirito una conferma visibile e ufficiale.

Madre di Dio, dunque, ma anche, tramite la Chiesa, Madre nostra. Ecco, quindi, come guardare a Maria in questo sabato santo. Come a colei che non solo, per questo suo compito, può ottenerci la grazia di meglio capire e vivere gli avvenimenti di salvezza che ricordiamo. Ma anche come a colei nella quale, per prima, quella risurrezione di Gesù nella quale stiamo per rinnovare la nostra fede, ha dimostrato tutta la sua efficacia, come dimostra quella sua Assunzione che la vede già gloriosa Regina dell’universo.
 

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