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6- ESPORRE L'ACCUSATORE Don Basham

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2011 12:25
15/12/2011 12:25

2 - Quando ci accusa gli uni davanti agli altri.

 

         Abbiamo già visto che in quest'epoca lo Spirito Santo accentua la necessità di conservare una lealtà personale e di stabilire relazioni impegnate tra cristiani. Nessuna meraviglia quindi se il diavolo fa tutto il possibile per impedire tali relazioni.

         Alleanza, lealtà ed impegno sono ingredienti essenziali all'unità desiderata da Dio per il Corpo di Cristo, e Satana sa bene che più saremo impegnati l'uno con l'altro, più potremo resistere insieme contro i suoi schemi per discreditare, dividere e distruggere.

 

         Quindi, se cercheremo di costruire relazioni reciproche più responsabili, il diavolo ci getterà addosso una accresciuta barriera di accuse. Si dà un gran daffare per mettere in evidenza le nostre macchie e debolezze, sibilando tutte le ragioni per cui non dovremmo confidare o credere gli uni negli altri.

 

         A questo punto è necessario fare concessioni reciproche.

         In primo luogo dobbiamo renderci conto che non esiste nessun uomo o donna, marito o moglie, padre o madre, perfetto. Né vi sono predicatori o pastori perfetti, bambini o giovani perfetti.

         In aggiunta, più ci avvicineremo e saremo coinvolti nella vita degli altri, più sarà facile scorgere ombre e debolezze reciproche. In passato, per proteggersi, i cristiani hanno cercato di mantenere le distanze tra loro. "Non voglio coinvolgermi," era una specie di parola d'ordine nella nostra società, ma quell'atteggiamento si basa sull'egoismo e sul menefreghismo, e se può essere "sicuro", non è certo cristiano.

 

         Contro una via d'uscita facile e il "non coinvolgimento,"  dobbiamo assumere una posizione chiara e determinata. Il restare separati, disimpegnati gli uni dagli altri, permette che si coltivino paure, sospetti e sfiducia reciproci, e fare così proprio il gioco di Satana.

è Paura e sfiducia non vengono da Dio né servono ai Suoi scopi, e

è il dono del sospetto non rientra tra quelli dello Spirito Santo.

è Dio nel gioco dell'accusa non c'entra, perché è impegnato in quello della riconciliazione.

 

         Satana tuttavia è sempre sulla scena, e in ogni impegno importante che possiamo assumerci, in ogni nuova relazione come membri del Corpo di Cristo, il diavolo cercherà sempre di sfidare e distruggere. L'impegno verso gli altri include sempre il rischio e non poca sofferenza, ma gli eventuali frutti delle relazioni messe alla prova, la lealtà e fiducia reciproche che emergeranno alla fine, sono elementi essenziali e inestimabili per vivere nel regno di Dio.

 

3 - Quando satana accusa Dio

 

         Un trucco favorito del diavolo non consiste solo nell'accusarci davanti a noi stessi e nell'accusarci gli uni davanti agli altri, ma anche nell'accusare Dio. Cioè egli cerca di screditare Dio ai nostri occhi. Si è rivelato un bugiardo sin dall'inizio, quando nell'Eden accusò Dio davanti a Eva dicendole che le aveva mentito e che le Sue parole non erano degne di fiducia. "Tu certo non morirai", disse ad Eva. Ella considerò la sua parola più affidabile di quella di Dio, e mangiò il frutto proibito.

 

         Oggi Satana agisce esattamente allo stesso modo e continua ad accusare Dio davanti a noi, insistendo nell'instillarci il dubbio sulla Sua Parola. Quando c'è da affrontare una difficoltà, ci sussurra con scaltrezza: "Vedi, a Dio non importa se soffri," oppure "Dio non ti aiuterà ad uscirne! Tutto è perduto! Andrai sicuramente a fondo!"

         E anche se in passato abbiamo fatto l'esperienza dell'aiuto meraviglioso di Dio, l'accusatore continua a presentarci le sue bugie: "Può anche darsi che prima Dio ti abbia aiutato, ma questa volta non lo farà!"

 

         É spaventoso rendersi conto di quanti cristiani, davanti a una crisi, cadano nella paura e nella confusione solo perché credono alle accuse del diavolo anziché alla Parola di Dio. Non dobbiamo dimenticare che la Parola di Dio contiene la Sua volontà per noi, e che Egli vuole ed opera per il nostro bene.

         Con l'esercizio della volontà dobbiamo scegliere di credere in Dio, che ha promesso: "Non vi lascerò né vi abbandonerò mai" (Eb 13,5). Decidiamo di accettare la Sua Parola al di sopra di quella dell'accusatore!

 

         Se solo ci rendessimo conto che la fede viva non si basa sui sentimenti, ma sulla nostra decisione di accettare la Parola di Dio e la Sua volontà per noi! Non fu certo per pura coincidenza che quando Gesù affrontò il tentatore nel deserto, lo vinse contando unicamente e fermamente sulla Parola di Dio!

 

         Quando il diavolo, col suo sbarramento di accuse, solleva dubbi nella nostra mente, un semplice esercizio mentale potrà esserci d'aiuto. Essendo Dio l'autore della fede, che è l'opposto del dubbio, è ovvio che il dubbio proviene dal diavolo.

         Quindi, con un semplice ma fermo atto di volontà possiamo decidere di mettere in dubbio i nostri dubbi, anziché dubitare di Dio.

 

         Gran parte delle nostre paure e depressioni derivano dai dubbi temporaneamente accettati: dubbi sull'amore di Dio e sul Suo desiderio di aiutarci; dubbi che ci fanno sentire tagliati fuori da Dio, che ci fanno credere che Lui non possa aiutarci. Quando soccombiamo a queste cose, è quasi come se Dio fosse morto.

 

         Si dice che il grande riformatore Martin Lutero fosse soggetto a periodi di profonda depressione. Una mattina, in uno di quei periodi, la moglie gli si presentò tutta vestita di nero. Quando Lutero le chiese chi fosse morto, pare che abbia risposto: "Tu stai agendo come se Dio lo fosse." Quello stratagemma piuttosto drammatico pare sia servito a scuotere Lutero da quel particolare periodo di depressione e di autocommiserazione.

 

         Quando siamo soggetti a uno degli attacchi periodici  dell'accusatore, dobbiamo riconoscere la provenienza della voce.

è É la voce dell'accusatore o quella del Consolatore che stiamo ascoltando? Anche quando il nostro stato infelice è dovuto a qualche peccato o debolezza da parte nostra, perfino allora non dobbiamo accettare le accuse del diavolo.

 

         Nei primi anni dopo la conversione al cristianesimo soffrii di un grave tormento per la mia incapacità a distinguere la voce dell'accusatore da quella del Consolatore. Ogni volta che sbagliavo o cedevo a qualche tentazione della carne, sentivo subito la voce dell'accusatore: "Sbaglierai sempre! Non riuscirai mai a vincere quel problema! Non sei un vero cristiano, altrimenti non lo avresti fatto! Sei un miserabile peccatore!" Troppe volte mi sono comportato come se quella fosse la condanna di Dio anziché del diavolo. Sprofondavo nella tristezza e nell'autocommiserazione e poi, per diversi altri giorni, mi sarei portato dietro una pesante nube di tristezza.

 

         Ma negli anni successivi ho raggiunto validissime intuizioni sulla guerra spirituale, sono maturato spiritualmente ed ho compreso la grazia infallibile di Dio.

è Ho imparato che il diavolo espone i nostri peccati e le nostre debolezze solo per condannarci e per farci sentire impotenti.

è Anche lo Spirito Santo può metterci di fronte agli stessi peccati e debolezze, ma li porta allo scoperto solo per produrre il pentimento, il perdono e la redenzione. Mentre il diavolo nelle sue accuse cerca di legarci agli errori e ai peccati del passato, il Signore ci dice: "Non ricorderò più i loro peccati" (Eb 8,12).

 

Conclusione

 

         In 1 Corinzi 10, 4-5 Paolo parla delle "armi della nostra battaglia" e della necessità di "scacciare le immaginazioni" e di assoggettare a Cristo come prigioniera la nostra vita intellettuale. Nel presente conflitto spirituale, è proprio la mente degli uomini a fornire il principale campo di battaglia nella guerra tra il regno di Dio e quello di Satana. Ci siamo così resi conto che, assumere una posizione ferma e inflessibile contro "l'accusatore dei fratelli," è più necessario di quanto avessimo finora pensato.

 

         Nello stesso brano di Apocalisse 12 che descrive il diavolo come accusatore dei fratelli, troviamo la ricetta della vittoria sulle sue accuse:

 

"Ed essi lo hanno vinto col sangue dell'agnello e la parola della loro testimonianza" (Ap 2,11).

 

Ogni giorno dobbiamo riaffermare con gratitudine chi siamo e cosa siamo in Gesù Cristo, testimoniando sia interiormente che esternamente che apparteniamo al Signore, e rifiutando sempre e con fermezza di "dare spazio al diavolo" (Ef 4,27).

 

         Come mi disse anni fa un vecchio e caro amico: "Dio vota sempre per noi; il diavolo sempre contro di noi; è il nostro voto a dare il risultato dell'elezione!"

 

         In altre parole, quando siamo bersagliati dalle accuse del nemico, affermando la nostra salvezza tramite il sangue di Gesù e con la viva testimonianza della bontà di Dio e della Sua accettazione, potremo efficacemente sventare la sua strategia di minare la pace e la sicurezza che ci appartengono, quale eredità di figli e figlie di Dio.

 



New Wine - Marzo 1977

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